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venerdì 20 dic
  • Clima e vestiario

    Il vestiario e lo Scirocco, o meglio il rapporto dell’uno in funzione dell’altro, mi ha sempre incuriosita.
    Parlavo con il proprietario di una delle pasticcerie più golose della città ed anche lui – come la quasi totalità dei concittadini – mi diceva che “questo è il tempo che ammazza!”.
    Mi sono data un’occhiata intorno e ho visto – come di regola accade a Palermo – che tutti erano vestiti come se nulla fosse, come se questo vento caldo fosse in realtà un’arietta fresca al limite del freddo.
    I più “coraggiosi” indossavano un piumino senza maniche.
    Eccolo, il tempo che ci ammazza: il vestiario invernale con la temperatura tropicale.
    Vuoi vedere che alleggerendoci un po’ eviteremo raffreddori e febbri? Forse, sarà la volta che “questo tempo non ci ammazzerà più”.

    Ospiti
  • 10 commenti a “Clima e vestiario”

    1. le pasticcerie non possono essere golose; golose possono essere le persone, non gli oggetti o i negozi. L’abbreviazione di un poco si apostrofa, non si accenta: si scrive “un po’” , non un “pò”.

    2. Cristina cara, sai…a Palermo le persono si vestono in funzione del calendario e non del meteo effettivo!
      E ‘ questo quello che ci ammazza di più!
      Per cui, anche se c’è lo scirocco, siamo ancora a Marzo, quindi non è ancora tempo di alleggerirsi!
      Allo stesso modo, magari ad Aprila farà freschetto ma ci sarà già qualcuno con le maniche corte ed i sandali!

    3. Abbiamo capito tutti che il blog è (per fortuna) frequentato (anche!) da gente “grammaticalmente” colta, però mi sembra eccessivo commentare il post, tra l’altro fresco, simpatico (si può dire di un post?!?) e senza tante pretese, soltanto dal punto di vista grammaticale. Per disquisire sulla purezza della lingua italiana ci sono moltissime opportunità in rete, siti dedicati, etc…
      Attenzione, non voglio innescare alcuna polemica, ma solamente far notare che i preziosi suggerimenti forniti, possono essere maggiormente graditi a chi legge se posti a corredo di un commento inerente al post (anche in disaccordo).
      Vi assicuro di non conoscere l’autrice, ma penso che oltre a seguire le regole della lingua italiana, ci sia sempre bisogno di un certo bon ton ed eleganza sostanziali, per non SEMBRARE saccenti e non dare la sensazione del giudizio del prof del liceo al compito in classe.
      Dimenticavo… spesso al mattino anch’io faccio notare ai miei colleghi:
      “Anche oggi ci siamo vestiti guardando (solo) il calendario?”
      Che volete, forse è solo una questione d’identità:
      meglio AMMAZZARSI per il tempo che essere scambiati per turisti tedeschi in vacanza!

    4. Menzel è da un bel pezzo che iachino mi tiene d’occhio; credo si sia preso una sbandata per me!! Le polemiche le lascio a lui…Maria Luisa, forse non ho davvero capito nulla di vestiario ed infatti, oggi, sono con troppa lana addosso!! Sic…Baci Cri

    5. …lo scirocco fa male!!!!

    6. gia’,
      rami che si spezzano,foglie al vento,vasi in frantumi…

    7. non faccio polemiche e mi dà fastidio fare il prof, ma credo che sia importante quando si scrive provare a scrivere in modo corretto.

    8. io credo che le pasticcerie sono golose di quelle persone che amano i dolci.E’ un principio di reciprocita’.

    9. Io credo che le pasticcerie siano golose di prestigio legato alla qualità del prodotto e di denaro da esso proveniente. Anche a me è capitato di vestire secondo il calendario ritrovandomi con troppa lana in collo in un clima da “mondello” goloso di sole e di gradi centigradi. Questo post è simile a un post dell’anno scorso forse ad opera di di Maria Cubito.

    10. mi pare ovvio.Lo scirocco torna tutti gli anni,ed ognuno lo sente a modo suo.Questo e’ un tempo che ammazza,veramente.Al largo delle coste libiche ne ha fatto fuori almeno trecento,in mare.

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