Tifosi
Rimango sempre incantato quando ho conferma che i giornali più diffusi in italia sono queli sportivi. Diciamoci la verità. Tutta la verità. Non sono un gran tifoso. Gioisco per le vittorie del Palermo come l’ateo che fa l’acchianata a Santa Rosalia. Il che vuol dire che la squadra appartiene alle fondamenta. Che la città è costruita su poche cose che suscitano amore certo: la Santuzza, Montepellegrino, la Favorita, l’acchianata di Valdesi, le stigghiole al Borgo, il polpo a Mondello. Ma se mi chiedete la formazione-tipo dei rosanero, ricordo improvvisamente che ho un urgente appuntamento che mi costringe a lasciare la piacevole compagnia.
Se, invece, mi chiedete per quale squadra tengo (Palermo a parte, ovviamente) vi risponderò che tiro per la Juve. Ma con l’anumus perfetto del non tifoso.
In fondo è una triste storia: avevo undici anni e vivevo a Villaciambra, nome morbido di una borgata leggera posta a fare da ammortizzatore tra altri due luoghi dai nomi, al contrario, inquietanti: Malpasso e Piano Maglio. C’eravamo arrivati nottetempo dopo un rocambolesco trasloco fatto col Leoncino (il camioncino concorrente del Tigrotto). Un trasloco che era una guerra lampo combattuta contro rapaci creditori. E se è vero che la povertà non è vergogna, è vero dunque che non lo è neanche la fuga.
Alle medie venivo a Palermo e ci volevano 40 minuti di autobus per arrivarci. Ma io, cuorcontento, mi alzavo all’alba e andavo a prendere il 30 in piazza. Mi lasciava alla Stazione e io andavo al Verga, di fronte all’Arco di Cutò in via Maqueda. Vorrei confessare che a quel tempo, quando giocavamo al pallone in piazza e si formavano le squadre, me mi prendevano sempre per ultimo e di solito finivo tra le due pietre che costituivano la porta. E non ero Buffon. Ma a “acchiana ‘u patri cu’ tutti ‘i so figghi” ero praticamente imbattibile perché, per dimensioni, incrollabile. Ma tant’è.
Le frustrazioni della dolorosa “seleçao” non mi impedivano di legare al mondo del calcio altri divertimenti: le figurine, per esempio.
Quando arrivavo a scuola alle sette e mezzo del mattino, avevo circa un’ora di tempo per i miei affari. Cominciavo col nutrirmi e mi ammuccavo la mia prima mezza mafalda con la milza proprio sotto l’arco di Cutò. Poi aprivo la putia e cotrattavo figurine. Un Colaussi introvabile, in cambio dell’intera formazione-tipo dell’inter quella che si recitava come un mantra Sarti, Burnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi etc etc. Naturalmente i pezzi migliori erano quelli del Palermo ma oddio me ne ricordassi uno solo oggi… Nella Juve c’erano Anzolin, Del Sol e il leggendario Sivori che di nome faceva Omar e che io abbanniavo prendendo in prestito una battuta di Totò: Guarda Omar quant’è bello!
Nel Milan c’erano nomi niente male. Trabbattoni, Maldini padre (il fratello grande di Teocoli) Amarildo (impronunciabile per i palermitani “Ma amariddu iuoca?”) e poi Altafini, Josè, Olé, Ma ku è? Per non parlare di Rivera
L’Inter, abbiamo detto. Ma in attacco c’erano tipi tosti come Suarez, Corso, Peirò. Per non parlare di Mazzola.
Io, come tutti i commercianti, non guardavo in faccia nessuno e arriffavo della bella. Ogni tanto, visto che a quel tempo ero di polmoni ottimi, sfidavo quancuno al “sciusciuni da 20”. Dieci figurine ciascuno, mazzetto da venti contro il muro, poi si tiravano i numeri con le dita, chi usciva soffiava per primo. Tutte quelle che si giravano te le ammuccavi. Io ero l’unico della che le faceva girare tutte e venti.
In analogia con quello dei spincionelli, sperimentai pure un “sutta novanta” per arriffare qualche pezzo raro della collezione. Alla camapana salivamo in classe. E lì trovavo il mio incubo sotto forma di un dinoloccolato Sergio P., rosso maligno (acchiana supra ‘u lignu, ‘u lignu si rumpiu e russu muriu), spillungone, occhiali che parevano gli oblò dello sputinic. Bravo, saccente, sbirro e tragediatore, goleador della squadra della scuola. Praticamente interista.
Fu così che mi informai quale tifo alternativo fosse il peggiore da sopportare per un interista: il Milan? la Juve? il Bologna? Il mio sondaggio ebbe risultati inequivocabili. Fu così che diventai juventino. e ogni volta che Omar segnava un gol io il lunedì offrivo cinque mezzi pani con la milza ad altrettanti tifosi bianconeri. Alla faccia del rosso interista. Da allora ho cambiato lavoro, mogli, abitudini. Ma mai la squadra del cuore. Che è del cuore proprio per questo: fin quando ce l’hai manco te ne accorgi, magari. Ma pensa se non l’avessi. Cambiare squadra? Sarebbe un trapianto… roba difficile.
….ricordi di scuola, nostalgia dei tempi che furono e una fede calcistica distratta, ma dal racconto riga dopo riga emerge sempre + bianconera che rosanera ( nonostante la premessa)…essere strisciati( coloro che tengono a juve milan o inter)è cosa purtroppo ancora in auge ( sotto mentite spoglie) in troppi palermitani.
Anzolin stava al Palermo, prima di passare alla Juve, e la formazione della squadra era bella per noi, rosanero del 50, come una poesia di Angelo Silvio Novaro : Anzolin, De Bellis Sereni, Valadè Grevi Malavasi…..Faccia d’angelo aveva una scimmietta ed era un gran portiere, prelevato dal Marzotto, la squadra di Valdagno che non so che fine abbia fatto. Scambiai la figurina di Sivori per quella di Svorenich, capitano del Marzotto. I compagni di scuola ( V elementare ) mi presero per matto, ma avevo i miei buoni motivi. A Torino, contro la Juve, Anzolin nell’ anno della Serie A si superò incantando persino gli inarrivabili tifosi della Vecchia Signora. Aveva parato persino quel tiro di Colombo, l’aveva parato !, nulla potè purtroppo sulla ribattuta CON LA MANO di Sivori….E fu 2 a 1. Vergogna !
Non mi interessa il calcio e non lo seguo, però…che bello leggerti!
m’arrizzano i cainni! 🙂
yeyeye io con i miei compagni delle elementari avevamo fatto un fanclub della juve e appiccicavamo tutte le figurine su un quaderno… io e laura, accanto a quella di cabrini e di tacconi avevamo fatto i cuoricini… e scritto “sei bono”…. eeeeh le squadre del cuore sono anche questo! almeno lo erano negli anni 80…
Mhà che dirti?
Hai scritto bene all’inizio : “Rimango sempre incantato quando ho conferma che i giornali più diffusi in italia sono queli sportivi”.
E’ questo il punto, i giornali sportivi parlano solo delle strisciate, fanno pubblicità subliminale, rendono forti queste squadre anche quando forti non sono.
Stoni però quando parli di Santuzza, stigghiola e polpo escludendo il Palermo, perchè billi mio … fà parte del pacchetto.
La Palermitudine o si ha o non si ha, io so che tu l’hai, ma ti hanno infettato un virus, non preoccuparti è stato un incidente infantile, c’è sempre tempo per recuperare.
Io credo che tifare per le strisciate è … un modo per stare con i piu forti ( in generale, nn credo sia il tuo caso), ci vuole piu coraggio e fierezza per andare ad assupparsi una trasferta ad Afragola o a Cisterna e sentirsi comunque .. orgogliosamente Palermitani.
Stò cercando di fare crescere mio figlio a “Pane e Rosanero”, non è facile, per l’appunto tutt’intorno lo bombardano, ma spero questa settimana di fare un passaggio decisivo nella sua formazione (he he) portandolo allo stadio, una delle cose che infatti “Voi” non potete fare è seguire i vostri beniamini, per “Voi” rimangono eroi patinati.
Io credo che la tua, come di tanti altri, sia la mancanza dell’emozione giusta, perciò leggiti stà roba scritta in queste pagine, e chissà …
https://www.rosalio.it/2008/09/23/gnazio/
Anche io andavo al verga,che non era in faccio all’arco di cutò ma dietro vicolo protonotaro,dove c’è il magistrale,luogo pieno di femmine e dove pur potendo accurzari,ci si passava u stissu.
Anche io sono cresciuto,senza il Palermo in A,ma ho scelto proprio il Palermo per quel motivo,io mi potevo annacare che amavo la squadra della mia città,e mi piaceva assai,e mi piace assai pure ora,visto che da vent’anni..lo seguo costantemente,abbili assai,dolori e guai puru,ma amore vero,smisurato.
vorrei qui precisare e sottolineare che quando si gioca Palermo Juventus io tifo per il Palermo. Perchè come dice Goku, i rosanero fanno parte del “pacchetto”. Se si capiva un’altra cosa mi dispiace. Volevo salo raccontare la natura, tutto sommato, extra sportiva, del mio tifo “nazionale” per la Juve. Tifo che condivido con migliaia di palermitani che mettono Del Piero e C. subito dopo i rosanero.
Complimenti, pezzo molto bello.
Dal punto di vista calcistico non è che mi renda contento (sapere che un palermitano purosangue tifa altre squadre mi lascia sempre con l’amaro in bocca…), ma ci sono tanti altri bellissimi spunti.
Probabilmente l’articolo migliore letto su Rosalio.
io e il calcio percorriamo due parallele che mai s’incontreranno ma leggerti è sempre un piacere, qualsiasi argomento tocchi,
tere, la sconfezionata di fb
Sicuramente io rispetto la sua opinione ma non la condivido…questo articolo purtroppo, a mio parere, non fa bene ai palermitani, sopratutto bambini, purtroppo non so come si fa a tifare un’altra squadra oltre a quella della propria città..per me è come tradire la moglie…ormai siamo rimasti pochi veri tifosi palermitani e se ci mettiamo anche noi a scrivere queste cose…è davvero finita ma questo non deve succedere..detto questo un saluto a tutti.
” Non fa bene ai palermitani, soprattutto bambini….” Addirittura. Non tutti possono avere ( avuto ) la fortuna di un padre tifoso di una squadra perdente. Diventai tifoso del Palermo anche per allegria. Ero bambino e vivevo l’avventura dello Stadio con uno spirito allegro e divertito, la sensazione speciale di vedere dal vero i giocatori di cui raccoglievo le figurine. Non parlo solo di quelli del Palermo, che pian piano iniziavo a conoscere bene. Parlo anche degli “avversari”, di colori diversi che però rispettavo, forse perchè la loro apparizione sul prato confermava l’assoluta attendibilità del mio album. Era una festa la partita allo stadio, mai un duello per la vita o la morte. Ma forse queste sono utopie che possono pensare solo i bambini. C’era forse più confusione allora, per arrivare alla “Favorita”, forse molta più confusione. Non c’era la recinzione esterna realizzata per Italia 90, gli ingressi erano semplici girevoli di ferro da cui s’infilava chiunque. C’erano gli autobus verdi che dal centro portavano direttamente alla Stadio. Ed il pre-partita lì dentro era fantastico : racconti, aneddoti, parole strane, che da soli creavano già il clima giusto. Poi una volta dentro, ricordo sempre, dico sempre, molta più gente di adesso. La gente stava addossata l’una all’altra, gli abbonati, anche in tribuna, se arrivavano tardi erano costretti ad aspettare l’intervallo per recuperare, forse, il loro posto. Eppure tutte queste scomodità rendevano ancora più bello l’evento. Ah già, l'”evento”…..
Spero solo che le nuove generazioni si innamorino del Palermo, è un emozione vedere un bambino con la maglia rosanero della propria città, io ad esempio ho scelto di tifare PALERMO perchè non voglio aiuti da nessuno, come hanno fatto in passato certe squadre strisciate in primis
certo che se non l’avesse scritto “billitteri” questo post ,ma puglisi,apriti cielo…e qui devo dargli atto!
Comunque,non condivido e non condividero mai,la scelta di appartenere ad un club,che per sopprusi e magagne nazionali,non è secondo a nessuno!
Poi se per forza si doveva essere antagonisti del intertriste,c’erano squadre come Torino o Fiorentina ma la rube vinceva “facile”,quindi la scelta piu’ logica!
Alle elementari avevo una compagna (pluri-ripetente) alta e grande il doppio di me che mi aveva preso di mira …in sintesi mi odiava e per addubbare disegnava una sagoma ci scriveva sotto il mio nome e ci sputava sopra … bene se avessi saputo che il suo cantante preferito era Fabrizio De Andrè mi sarei dichiarata fan sfegatata di Mario Merola …se lei amava Topolino sarei diventata fan di Paperino … è questo lo spirito del tifo precoce di Billitteri per la juve (mi pare di capire). Ma …sbaglio …nel ricordare che il tifoso Billitteri quando si gioca Palermo – Juve si va a chiudere senza mezzi di comunicazione in luogo appartato??? mi sbaglio?
ti sbagli e l’hop già detto. Il tifoso billitteri si mette davanti9 a Sky e tifa palermo. Senza se e senza ma
a casa mia non si iniziava a cenare,se noi bambini non recitavamo la preghiera a mani giunte per mia madre dopo per mio padre a memoria la formazione dell,inter,sarti,burnic bedin quarneri picchi ecc…. ma quando giocava l,esa kalsa è vinceva,piazza kalsa diventava come piazza politeama quando il palermo è andato in serie a bei tempi,ciao daniele.