“E tu come ti chiami?”
Sin dai primi giorni della scuola elementare, si creava una grande confusione in classe: suonava la campanella, ognuno di noi prendeva posto e la maestra cominciava a fare l’appello.
Spesso il compagno di turno, al 99,9% di sesso femminile, dopo avere arricciato il naso, alzava il ditino ed oltre a dire di essere presente, diceva come sarebbe voluto essere chiamato: cioè con un altro nome.
Sono svariati i modi in cui si aggirava il problema:
A volte bastava cambiare una sola vocale, come molte “Concette” che sono diventate “Cettine” o consonante: “Pietro” in “Piero”. Altre cambiando la lingua: Maria, “Mery”, le innumerevoli Giuseppa diventate “Giusy”.
In diversi casi avveniva il fenomeno detto “dell’inversione” in cui il secondo nome diventava il primo con relative giustificazioni del tipo: “Non mi hanno messo la virgola” o “ mi hanno messo la virgola”, ancora non ho capito quanto peso all’anagrafe possa avere questo dannato segno di interpunzione.
Gli anni sono passati e arrivata alle scuole superiori in cui la pubertà, già aveva dato i suoi frutti i nomi non subivano più semplici cambi di vocale o inversioni ma venivano estratti con semplicità dal cilindro.
Così i brutti anatroccoli rappresentati da nomi come: Giuseppa, Carmela, Concetta, Crocifissa, Incatenata, Filippa si trasformavano in cigni ammalianti come Milena e Tiziana, Milly, Ileana.
C’è anche chi ha fatto il cambio binomiale con intervallo di un lustro, perché anche Maria non piaceva: quella che conoscevo io almeno alle elementari era Mariolina, al liceo Marina, ricordo ancora il suo aspro rimprovero quando l’ho incontrata sull’autobus, l’avevo chiamata come ricordavo, io, e lei ormai “adulta”, circondata da compagni di scuola mi ha corretto.
L’essere spettatore di questa barbara usanza non mi hai abbandonato, come vi ho raccontato durante gli anni della mia formazione.
Ho sempre osservato tutto con curiosità e vedere qualcuno che cambiava il proprio appellativo con semplicità mi ha sempre destabilizzato.
Mi sono chiesta quale confusione albergasse dentro questi compagni, al momento di firmare qualcosa di importante o anche la sgradevole sensazione di comunicare ad un insegnante che sta facendo un errore pronunciando quel nome di battesimo.
Sarà che io ho avuto la fortuna di essere chiamata Serena dai miei genitori, quindi non ho mai vissuto questo problema ma nel resto d’Italia avviene lo stesso e con la stessa incidenza o siamo vittima dei nomi tipici di questa regione, capace di darci anche questo fardello?
I miei nonni mi chiamavano Mariella(!) e ancora alla mia bella età qualche zio mi chiama così! In radio diventai MERI…l’ho sempre detestato, ma il programma si chiama Tutti pazzi per Mery. Ci fu un periodo della mia vita in cui volevo chiamarmi Tiziana o Roberta. Poi scoprii che le mie due nonne si chiamavano Maria CATENA e da allora ho fatto pace col mio nome…Un bacio Sere!
io faccio parte delle concettine.. ti giuro che era tremendo a 15 anni essere chiamata concetta in una classe piena di marine, cinzie, elise etc….
Potrei scrivere un intero trattato su che confusione alberghi dentro la propria mente in situazioni del genere. Io, come sai, cambio identità ogni 8 ore a seconda se sono al lavoro, in famiglia, in piscina, al comune….
Nome tipico di palermitana il mio, abbreviato x non creare confusione con le cugine più grandi chiamate “x intero”.
Mi sono riconciliata in parte col mio nome quando fui chiamata da un collega di università triestino (aveva letto il mio nome sull’elenco del corso): ho capito che il mio nome può anche avere un suono dolcissimo!
Vogliamo parlare del mio?
Natale,natalino,nataluzzu,nati.
Poi quelli che ti prendono per il ….
piacere Natale e loro,io pasqua.
Una volta a Roma,un amico mi presenta un suo conoscente,e questo mi fa,e pasqua quanno arriva?
Gli ho dato una pizza in faccia e gli ho detto:
Intanto,pigghiati sta pizza pasquale,ca poi tu ricu quannu arriva pasqua.
Ho chiamato i miei figli stefano e Francesco,se arrivava una bimba senza dubbio l’avrei chiamata Silvia.
Meglio le varie o i vari Cetty, Rosy, Mery, Giusy, Tony, a cui si sono aggiunti negli anni Francy, Giovy, Marcy, Debby, Ely, Giuly, Terry… di sicuro, forse perchè ormai le nostre orecchie avvezze a queste “esterofilie estemporanee”, migliori delle mode sui nomi degli ultimi anni, Jonathan, Dennis, Michel
(o Maicol) Anthony, Katiuscia, Giada, Naomi, Deborah, Asia, Alexia o Alexandra o peggio Alex ecc. Che dire, a ridatece indietro i nomi
Io è 28 anni che correggo la gente…
Per il cognome:
“Cuccio piacere…”
“Piacere sig. Puccio/Cuccia/Guccio etc etc…”
“No…Cuccio…tutte C…come il monte!”
Per il nome:
“Benedetto piacere!”
“ah…Benedetto…Benny!”
“NO…Beny! Con una N sola! Mica mi chiamo BeNNedetto!”
“Ma Beny è l’abbreviazione di Benito!!” (ma poi cu c’ha risse sta cosa me lo devono spiegare…secondo questo principio l’abbreviazione di Benedetto dovrebbe essere Bene!!!)
“Chiamami Beny…oppure non ti rispondo…”
@Rob: dimentichi KEEEEEVINEEEEEE!!!
Kevene, esatto! Proprio ieri mattina la signora del piano di su stava facendo il bagnetto al suo nipotino e gridava: “DDDDDENY (che sarebbe Denise, l’altra nipotina) portami le scarpette di KEVENE!!” Che come lo diceva, v’assicuro pareva Michele o simile, ma tutt’altro che Kevin!
Io invece ho tre nomi, con la virgola o senza non si capisce, sta di fatto che sulla carta d’identità ne ho uno solo (ed a scuola ne ho sempre avuti solo due nelle pagelle…) e lo devo a mio padre, uomo dalla grande democrazia…Quando sono nata tutti (4 fratelli&company) volevano affibiarmi un nome diverso e non se ne veniva a capo…(Stavo per fare la prima comunione ed ancora ero l’innominata!) Così lui, dandoci un taglio, andò all’anagrafe e mi scrisse stì tre nomi (Roberta, Sonia, Ivana) che nessuno aveva mai detto…Tanto per non fare disparità, magari qualcuno ci rimaneva male, ‘nsia mai! (E mia madre? Claudia mi voleva chiamare!)
“Oh! Valentino vestito di nuovo, come le brocche dei biancospini! Solo, ai piedini provati dal rovo porti la pelle de’ tuoi piedini; …”
–
ancora li odio, tutti coloro che me la recitavano ogni volta che sentivano il mio nome a anche il Pascoli sono arrivata ad odiare…meschino!!! 🙂
–
vagli a dire che mi chiamavo Valentina e non Valentino!!!
Comunque è colpa loro se cammino spesso e volentieri scalza…a furia di riperempi la poesiola…poi crescendo questo nome che mi hanno affibbiato ho cominciato a sentirlo mio…ma da piccola quanto avrei voluto chiamarmi Maria o Francesca!!! 😉
il commento precedente era il mio…ultimamente non ne azzecco una!!! sarà colpa del mio nome? va lentina…anche quello veniva fuori sgrunt…persona lenta! 🙁
Ci sono anche quelli il cui nomignolo/soprannome/diminuitivo è peggio dell’originale: vedi i miei cugini che si chiamano Tanino o i Francesco che si fanno chiamare Ciccio.
Un caso a parte mia madre, che fino ad una certa età è stat chiamata Maria Teresa, per poi scoprire che, all’anagrafe, si chiamava Giovanna. E siccome mia mamma è capatosta, da quel giorno ha deciso che il suo nome sarebbe stato quello. Con il risultato che, ancora oggi, quando firma una cartolina, si deve ricordare se per il destinatario lei è Giovanna o Maria Teresa.
Io sono un solido Vincenzo. Ma sotto sotto devo essere un romanticone, se quando è nata la mia prima figlia l’ho chiamata Viola, che è un fiore, un colore e uno strumento musicale.
…una mia collega di teatro allora chiamò la figlia Gelsomina, che profumo !
…sono una di quelle cui una virgola nella vita ha avuto più peso di una croce sulle spalle. Mio padre, per eccesso di creatività, la mise tra il nome di mia nonna che aveva deciso per tradizione d’impaccarmi e quello che avrebbero desiderato mettermi. sta di fatto che a scuola era un casino!!all’Università non ne parliamo…
nessuno mi ha mai chiamata col mio primo nome e io non mi ci sono mai riconosciuta..
anni fa mi sono fatta uno splendido regalo: me lo sono fatta cancellare!!
mia nonna, a cui il “sazio” di considerarmi sua omonima non è mai stato mai dato, e le sue imposizioni sono andate a farsi benedire..