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giovedì 26 dic
  • A Pasqua io ballo coi diavoli

    Con la Pasqua alle porte, ci apprestiamo a vivere il primo ponte della stagione primaverile. E, come ogni anno, ci si comincia a chiedere come trascorrere qualche giorno lontani dalla consuetudine quotidiana. C’è chi pianifica visite alle città d’arte italiane, c’è chi programma viaggi in paesi esotici, c’è chi consumerà un pranzo luculliano in compagnia dei propri cari. Ecco, la Pasqua, spesso, si riduce alla classica abbuffata di casa nostra. Antipasto, primo, secondo, decine di contorni, frutta, dolce, caffè e ammazzacaffè. Pisolino e televisione ad oltranza. Ogni anno. Sebbene viviamo in una terra ricchissima di manifestazioni Pasquali, sacre o profane che siano. Allora, perché non prendere in considerazione una gita fuori porta e visitare uno degli incantevoli paesini siculi e trascorrere una giornata veramente diversa? Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Da Piana degli Albanesi a San Fratello, da Caltagirone a San Biagio Platani, la possibilità di visitare un posto nuovo ed assistere ad eventi che si tramandano da generazioni e che, sempre più spesso, vedono “protagonisti” turisti stranieri piuttosto che “indigeni” di Palermo e dintorni.

    Io quest’anno non cambio. Io quest’anno mi metto in macchina e imbocco la Palermo – Agrigento. Vado a Prizzi, sui monti Sicani. Poco più di un’ora da Palermo, presepe abbarbicato sul cucuzzolo della montagna, celebra la Pasqua con l’evento atteso un anno intero dai locali. Il “Ballo dei diavoli”. Una commistione tra sacro e profano, allegoria ricca di significati, che festeggia l’ingresso della primavera, la “rinascita” della natura, la vittoria del bene sul male. Oltre, ovviamente, a riproporre l’incontro tra il Risorto e la Madre. Incontro che viene messo in scena in molte località, in Sicilia, ma anche fuori dall’isola. La particolarità di quello prizzese è che le vare vengono “derubate” dal loro ruolo di protagonisti da figure che dovrebbe essere demoniache, ma che alla fine non fanno altro che coinvolgere i presenti in allegri balli, accompagnati dalla musica bandistica.
    I diavoli, con enormi maschere rosse ed accompagnati da una figura in abito giallo che rappresenta la morte, cominciano a scorazzare per il paese sin dalle prime luci dell’alba, facendo visita alle case, ancora dormienti, del centro storico del paese. Oltre a quelli che potremmo definire “ufficiali”, ci sono i…come definirli…diavolicchi, ossia bambini anche molto piccoli, con gli stessi abiti e maschere dei “senior”, ma un po’ più artiginali, che fermano i passanti con una rivisitazione dell’americanata “dolcetto o scherzetto”…anche se non chiedono dolci…

    La festa vera e propria comincia alle 15:30 circa, nel corso principale del paese. Quando, con le note festose della banda, fanno il loro ingresso trionfale quattro diavoli e la morte che agita la sua balestra. Tra danze con il pubblico e “rapimenti” in cui vengono offerti ai turisti prodotti tradizionali della Pasqua prizzese, si arriva alle 17, quando le figure in abito rosso e giallo ricavano un lungo corridoio tra la folla. Quindi, le vare del Cristo e della Madonna provano ad “incontrarsi”, con i diavoli e la morte che tentano di ostacolarli. Ovviamente, il male è destinato a perdere e le maschere demoniache soccombono sotto i colpi di due Angeli che li “decapitano” con la propria spada. Il tutto si ripete in varie parti del paese sino a notte. Si va dall’Incontro della “piazza”, con una massiccia presenza di turisti, anche stranieri, all’ultimo ballo, allo spiazzo Comizi, con un pubblico prettamente locale.

    La giornata vede continue “migrazioni” di centinaia di persone che, finito un incontro, si apprestano a raggiungere la location di quello successivo per guadagnare le migliori posizioni per assistere al tutto. Per il turista, aggirarsi tra le strade tortuose del paesino rurale, con le case “poggiate” l’una sull’altra, e con uno scenario naturalistico incontaminato che fa da cornice, può essere assolutamente un’esperienza piacevole. Magari corredata da un pranzo a base di prodotti genuini tipici del posto, tra tutti i formaggi ed i funghi provenienti dalla fungaia di Filaga, borgata di Prizzi.

    Insomma, per chi vuole trascorrere una giornata lontana dalla frenesia della città, mangiare sano e soprattutto buono, ha voglia di sgambettare e di divertirsi…in regime di “austerity”, a Prizzi “si balla coi diavoli”.

    Palermo
  • 4 commenti a “A Pasqua io ballo coi diavoli”

    1. Originale, entusiasmante, coinvolgente, questo è il Ballo dei Diavoli,ottima proposta che consiglio a tutti.
      L’anno scorso sono stato a Prizzi anch’io, è impossibile non farsi coinvolgere dall’entusiasmo dei prizzesi che non esitano a “rapirti” per ballare con i diavoli. E’altresì impossibile non farsi prendere dalla festa, tanto che alla fine anch’io mi sono ritrovato a dire “arriniscì, arriniscì” (è riuscito). Ad ogni incontro infatti, i prizzesi, attenti alla sincronia tra le due vare, se queste sono state abilmente e armonicamente manovrate dai portatori, commentano con il tipico ” arriniscì” è riuscito appunto.
      Beh io quest’anno ci torno…e con una guida eccezionale
      Alessio!

    2. Confermo Giasa ha proprio ragione è una manifestazione entusiasmante.
      Quest’anno con un gruppo di amici, pranzeremo in un agriturismo vicino a Prizzi, e nel pomeriggio saremo in piazza anche noi, ma stavolta vado in scarpe da ginnastica!
      Rosoliani ci vediamo lì?
      Buona Pasqua a tutti
      Gianni

    3. vado anche io ogni anno, ormai da diverso tempo…
      è un modo diverso per trascorrere la pasqua con gli amici.
      concordo con alessio sui funghi, da quelle parti sono proprio buoni! ma anche la ricotta…. mhhhhhh… non vedo l’ora!

      la festa è bellissima e coinvolgente, la banda che suona, tutti che ballano, grandi e bambini… chissà se quest’anno saremo di più!?!?!?

    4. Il giovedì e il venerdì a San Fratello è una cosa fuori dal mondo, imperdibile!

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