La capitale immorale d’Italia
Se la capitale morale d’Italia, Milano, non avesse dato fiducia, incoraggiamento, ma anche un concreto sostegno con la presenza del pubblico pagante nel negozio di Brera, ad un imprenditore che, pur avendo tutto da perdere, ha riconosciuto e accusato in aula i suoi estorsori, la capitale immorale d’Italia, Palermo, lo avrebbe fatto morire, innanzitutto come imprenditore, isolandolo e costringendolo a chiudere, secondo una classica e inappellabile sentenza, immediatamente esecutiva, di rito palermitano. Per amore della causa, la notizia delle difficoltà economiche in cui era incorso, per il tangibile abbandono della clientela palermitana, sia di fonte istituzionale che borghese, non era stata fatta trapelare per non scoraggiare le denunce di più pavidi imprenditori. Ma ora che questa notizia è confermata sulla stampa locale, assieme a quella buona che, grazie al buon andamento degli affari della filiale milanese, sono potuti rientrare i lavoratori in mobilità e altri ne sono stati assunti di nuovi, sento il bisogno di levarmi qualche sassolino. La sera della famosa denuncia, volli andare a cena nel noto locale, in piazza: c’era un imprenditore vitivinicolo di successo, il signor Massimo Ciancimino e signora, qualche turista ignaro e il sottoscritto e signora. Punto. La Palermo che conta non solo non era presente quella sera e se ne sarebbe tenuta alla larga in seguito, ma soprattutto non si era fatta sentire nemmeno per telefono: parlo degli industriali, dei commercianti, dei politici, di tutta la nomenclatura burocratica cittadina. Ritorno quindi sul tema della semplificazione sociologica sui miei concittadini: Palermo è una città dove o si sta da una parte o, magari inconsapevolmente, da perfetti “utili idioti” oppure da novelli don Abbondio, si concorre a fare gli interessi dell’altra. Per la sua storia tragica, così come per la cronaca appena ricordata, non esistono purtroppo altre, più neutrali, posizioni.
Qualche mese fa ho ospitato degli amici tedeschi e dopo il rituale tour cittadino siamo andati a pranzare proprio li: una volta tanto ho potuto mostrare qualcosa di “vivo” a testimonianza della lotta alla mafia, e non le solite LAPIDI commemorative. Devo dire che hanno gradito la scelta di portarli li… oltre che il cibo 🙂
… e per i semplici cittadini, se posso, aggiungo che per fare questa scelta di campo, in fondo, basta decidere di andare a mangiare un banalissimo pane e pannelle all’antica focacceria ogni tanto.
Per chi ci crede quel pane panelle ha tutto un altro sapore, ve lo assicuro!
Condivido, e mi tornano in mente le parole di Manfredi Borsellino, che, più volte, ha detto che a Palermo bisogna “smettere di frequentare salotti”. E, aggiungo, bisogna frequentare di più i luoghi simbolo delle onestà. Ho scritto “delle” onestà, perchè possono essere tante: commerciali, professionali, ludiche ecc.
Signor Didonna,
possibile che lei viva solamente per denigrare la gente di Sicilia?
Palermo, la capitale immorale d’Italia…ma non le pare mai di esagerare?
Cosa è più immorale? Distrarsi nel dare la necessaria solidarietà all’imprenditore palermitano o insinuare contro Gioacchino Genchi come è stato fatto tempo addietro su questo blog da parte dei suoi redattori?
E, poi, Milano capitale morale d’Italia…lei non ha più il senso del ridicolo!
Clark, io distinguo, è ben diverso, e invito tutti a fare altrettanto mentre continuo a ritenere questo invincibile orgoglio sicilianista degno di miglior causa: un popolo veramente intelligente non si sarebbe ridotto in questo stato, nè si sarebba fatto rappresentare, così a lungo, dalla più squalificata e squalificante classe politica che la storia d’Italia conosca.
La definizione di Milano “capitale morale d’Italia” non è mia ed era sicuramente valida almeno sino all’epoca di tangentopoli, quando furoreggiava invece la “Milano da bere”.
Ho solidarizzato con entrambi i Gioacchino Genchi, non capendo a quale dei due, entrambi agli onori delle cronache, si riferisse.
Clark il tuo mi sembra un attacco gratuito. Si può non condividere il pensiero di Donato ma non mi sembra proprio il tipo che denigra. Non so esattamente a quale commento su Genchi ti riferisci ma quanto a insinuazioni mi sembra che lui ne sappia tanto. 🙂
beh, vuol dire che ho un motivo in più per provare la filiale milanese (anche se è terribilmente cara!). quanto ai commenti di Clark… l’orgoglio di essere siciliani non deve tappare gli occhi alla realtà, soprattutto se depravata e corrotta come quella palermitana
Donato ho molto apprezzato questo post.
Sono stato a Milano da Vincenzo ed il locale era stracolmo. La gente conosceva la storia di Vincenzo e frequentava il locale con un certo piacere di manifestare la vicinanza a chi ha detto NO.
Palermo è ben altra cosa. Il locale (bellissimo) è frequentato da turisti. Solo turisti.
Ho letto un po’ di tempo fa, su Rosalio, i commenti di chi lamentava i prezzi elevati della Focacceria e si giustificava in questo modo.
Capisco che il problema “denaro” oggi più che mai sia diventato centrale per le famiglie palermitane e non mi permetto di criticare nessuno per questa ragione.
Ma non condivido la gente che compra un panino con panelle/milza dai vari venditori “fuorilegge” (scontrini? rispetto delle norme sull’igiene?) risparmiando 50 centesimi/1 euro.
Queste persone, che affollavano le strade di Palermo dopo le stragi di Falcone e Borsellino e che aderivano a “per non dimenticare”, non hanno coerenza o non hanno coscienza? Hanno solo paura?
faccio consumo etico da decenni e mi sono rifiutato SEMPRE di offrire solidarietà a chi si presentava nel mio ufficio per raccogliere fondi per le famiglie dei carcerati, rimettendoci un pò di serenità e la capote della mia golf ritrovata a striscioline una mattina di molti anni fa.
tuttavia se nel locale di cui parli si mangiasse un pò meglio e si pagasse una cifra proporzionata alla qualità del cibo tornerei volentieri a sceglierlo e non solo per solidarietà
L’antica Focacceria S. francesco di Palermo è dei palermitani Tutti.
Mi dispiace per i Don Abbondio di turno…. ma sono cavolacci loro se non vogliono rischiare di farsi vedere in loco.
Ho gradito l’apertura della sede milanese, ma quella storica ha tutto un altro fascino e spero proprio che rimanga sempre lì. Vincenzo resistiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Insinuo un dubbio (anche a costo di risultare impopolare): siamo certi che la crisi economica della focacceria sia stata determinata dalla scelta della città di prendere le distanze dal suo titolare e dalla sua decisione di denunciare chi lo taglieggiava? E se, ad esempio, negli ultimi anni fossero aumentati i prezzi e fosse peggiorata la qualità del cibo?
Personalmente – mi permetto di divagare dal tema specifico del post – sono stanco di un contesto in cui alle mie azioni (come a quelle di ogni altro palermitano) vengono imputati significati che queste stesse azioni, spesso, non hanno e non vogliono avere.
E – divago ulteriormente – non trovo giusto che in questa città chi esprime il proprio dissenso dalla solita retorica di cui si alimenta il fronte anti-mafia venga tacciato di fare la parte dell’utile idiota.
C’è una nota di prepotenza e di arroganza in un certo modo di impostare il dibattito diffusosi negli ultimi anni. “Se non pensi e dici esattamente quel che noi pensiamo e diciamo, allora questo significa che sei con gli altri”: magari non in termini così diretti, ma in più occasioni, in questi anni, ho avvertito la stratta di un sottile ricatto morale, che vorrebbe spegnere la libertà di giudizio dinanzi ad una realtà spesso ben più complessa di quella che si vuole presentare.
So che mi attirerò molte critiche e che le mie parole rischiano di essere travisate, ma a me tutto questo non piace, anche perchè ritengo che una cultura della responsabilità e delle regole seria e matura non può che radicarsi su un pieno rispetto della libertà di cui ciascuno è portatore.
Palermo è la capitale immorale d’Italia, anche se ci vive tanta onesta gente. Ogni definizione non è mai inadeguata nella terra delle contraddizioni e dei paradossi. Palermo capitale morale/immorale d’Italia. Forse così le va meglio, signor Clark.
Visto che siamo in tema forse è ora di sconsacrare un idiota luogo comune siciliano. Spesso di Milano si dice che la gente che ci vive è così fredda e indifferente che se ti vedesse stare male per terra in strada non ti ti cagherebbe per niente. Il siciliano invece no che non resta indifferente davanti a una situazione simile. Infatti, in presenza di un corpo privo di vita che giace in strada il siciliano corre, scappa via e dimentica. E non ha visto niente. Sapete che vi dico: meglio l’indifferenza dei milanesi, almeno non sentono l’infame paura dentro di loro.
@carmelo
capisco la tua critica, nonchè i tuoi dubbi sui reali motivi del tracollo economico della Focacceria (del quale tralaltro non sapevo nulla); trovo estremametne condivisibile il tuo discorso sui rischi della filosofia “o noi o contro di noi” ma non credo si applichi al caso della Focacceria…
@luciano:
io non mi riferivo alla vicenda specifica della focacceria. ho premesso che stavo divagando, prendendo spunto dalle riflessioni del post!
@ Carmelo
capisco anch’io anche se ho una diversa visione delle cose.
@ Cittadino n. 76345
anche io comincio a pensarla come te sul senso di civiltà ed umanità dei palermitani
carmelo, personalmente ti ringrazio per le “sfumature”, visto che il bianco&nero lo amo solo nelle vecchie pellicole.
ce ne vorrebbero di più di “divagazioni” simili…
luoghi comuni. non è vero che la Focacceria è frequentata solo da turisti. ma non è che lor signori vi si recano solo occasionalmente (leggi: estate o in occasione di manifestazioni particolari). io ho sempre incontrato giovani palermitani, famiglie palermitani ecc.. certo i turisti non mancano, ma nemmeno i palermitani, credetemi! io comunque vado sempre alla focacceria perchè amo il pane con la milza. e adesso che conticello è nuovamente nel mirino mi vedranno ancora più spesso!
premetto che, da buona palermitana, adoro pane e panelle e adoro l’antica focacceria, ma…
un paio di estati fa ho portato una coppia di amici milanesi a mangiare lì…
in 4 abbiamo consumato: 2 panini con panelle e crocchè, 2 antipastini(ini ini) tipici, 2 arancine al burro, 4 birre, 1 caffè e un “boccone” di “gelatina al melone” (almeno, così ci è stato chiamato il gelo di mellone… )
il conto? intorno ai 50 euro… e mi sembra veramente troppo…
detto questo, ogni tanto torno in focacceria, ma più per ciò che l’antica focacceria rappresenta e per “gustare” il mio panino in quella splendida piazza che per il panino in sè… in qualsiasi altro posto della città pago molto meno, e spesso, almeno secondo il mio gusto, è più buono…
Lo dico convintamente: Didonna è un “pensatore” ed è dotato di walking brain (u cereveddu ci camìna, NdT).
Raramente i suoi interventi mi trovano discorde.
Sono d’accordo con il Sig. Didonna sul ragionamento generale…però forse la causa dell’abbandono “palermitano” della focacceria non è dovuto alla scelta eroica del suo proprietario. Da tempo, già prima della famosa accusa in tribunale, la focacceria era diventata eccessivamente cara e la qualità non era per niente pari al prezzo pagato…diciamo pure che era diventato un luogo prettamente turistico. Da palermitano devo dire che un “bello panino ca meusa” non lo sarei mai andato a mangiare alla focacceria.
Bah che discorsi superficiali. A parte il fatto che la focacceria è sempre strapiena di gente, i palermitani la frequentano poco da almeno un ventennio per il semplice fatto che la cucina non è affatto buona. Personalmente io la frequento solo quando faccio da Cicerone ad amici in visita.. le portate sono quasi sempre preparate mooolte ore prima, il rapporto qualità/prezzo è improponibile, e da un qualunque Nino Ballerino o chi per lui si mangia mille volte meglio spendendo 1/4. Tra l’altro ho difficoltà a capacitarmi di come da un lato si denunci una diminuzione del giro d’affari della focacceria di Palermo e dall’altro, invece si aprano locali etnici a Palermo ed a Milano.. Se, pertanto, denuncia difficoltà economiche ciò può essere dovuto anche ad investimenti sbagliati e non ad un fantomatico “abbandono”. Conticello ha fatto bene a denunciare, ma in fin dei conti ha semplicemente fatto il proprio interesse e basta, da persona che conosce Palermo e che nel suo passato ha avuto modo di capire molto da vicino come funzionano certe dinamiche,(Conticello è stato condannato per truffa e per bancarotta ed è stato detenuto per un breve periodo)ha saputo tutelarsi ed affidarsi alle forze dell’ordine senza rischiare nulla. Casomai è da stigmatizzare il comportamento di chi, tuttora, non denuncia, dal momento che la situazione sta cambiando ed oggi lo Stato è davvero più presente. Per cui denunciamo gli estortori, ma evitiamo i qualunquismi, per favore..ed evitiamo di glorificare chi ha il coraggio di fare il proprio interesse. Piuttosto incitiamo chi, nonostante tutto, rimane ostaggio dell’estorsione e non ha il coraggio di chiedere aiuto. Conticello, ha fatto bene ad affidarsi alle Istituzioni, ciò solo non lo rende un eroe, ma grazie a questa vicenda ha certamente capito bene come utilizzare lo strumento mediatico per farsi pubblicita a costo zero, di tanto in tanto. Mi rendo conto che sia facile scrivere un articoletto puntando all’indignazione e dirigendola ora qui ora lì.. però magari la prossima volta impegnamoci un pò di più…
L’Antica Focacceria è uno dei miei luoghi dell’anima. Più che il luogo stesso mi rimane dentro la “fotografia” che fece di quel posto Tonino Nardi per il film “Porte aperte”. Abilmente immersa in una Palermo ripresa con tagli a effetto e luci bianche nelle zone illuminate. I volti quindi, gli arredi, le strade di una Palermo che non c’è più. Adesso l’Antica Focacceria collabora qui a Roma con un famoso ( e antico anch’esso ) forno in una delle piazze più prestigiose della Capitale. Ma lo sfincione è basso, come banale pizza a taglio,le panelle fredde, le arancine tristi. Eppure il sapore è quello.
Sapori ed odori…. e sguardo e memoria.
Manuelo, non a caso stai parlano di Gianni Amelio.
Oltre “Porte aperte” ricordo anche “La fine del gioco” e ancora mi fa venire i brividi, oggi sarebbe più attuale che mai anche a Palermo, sebbene fosse stato girato in Calabria parecchi anni fa…. se sono fuori tema non so…fate voi..
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Quel risuonare di passi di ragazzi sfortunati in spazi vuoti e sordi, inascoltati e per me spettatrice assordanti, non lo scorderò mai.
Se non pensassi che la nostra possibilità di salvezza sia nel non dimenticare chi oggi può essere “incendiario”, sarei già pompiere, purtroppo o per fortuna in sicilia l’acqua scarseggia, almeno cosi dicono…
Sicuro/a ( direi sicura…) che sia la “La fine del gioco ” ? ( ricordo qualche Porsche, tra cui un modello Targa bellissimo, e poco altro…), forse ti riferisci a “Il ladro di bambini” ( ed alla descrizione della disastrata vita della Calabria e della Sicilia, di una forza insolita, un’onestà degna di un panorama da terzo mondo…. ). Comunque ” siamo sulla stessa barca io e te….” [ ti ti ti ti ti ti….].
no no, parlo di uno dei suoi primi lavori documentaristici, epoca in cui forse enrico lo verso portava ancora i calzoni corti, comunque siamo sulla stessa barca io e te, per fortuna nostra non è una barca di migranti, comunque stessa barca.
ps se non lo hai mai visto cercalo e guardalo.
Come non detto, non conosco questo film di Amelio. ” Cerco ” ( ancora Rino Gaetano, pensavo che “incendiario” e “pompiere” fossero una citazione….).
@Gino
Sei dissacrante ma sono tremendamente d’accordo su tutto il fronte del tuo commento.
Certo i “giusti” storceranno il muso, i possessori di quell’alto senso civico di cui credono essere gli unici detentori si indigneranno ma sono gli stessi che schifano chi ha votato gli attuali politici magari per avere un posto di lavoro, cosa che succede ovunque, non solo a Palermo, te lo asicuro, perchè loro non lo hanno fatto. Poi se per loro l’ha fatto il genitore che magari ha leccato una vita con campagne politiche, affiliazioni e non so cos’altro per avere il tanto agognato postu ‘bbuonu per il figlio poco importa solo che non lo confideranno mai neanche al migliore amico. Sono stati bravi e capaci a guadagnarsi la posizione socio-economica che si ritrovano.
Dire che coloro i quali misurano il proprio senso civico sull’inciviltà altrui mi stanno sulle scatole è puro eufemismo.
si, è una citazione ma non di rino gaetano, volavo mooolto più basso… piero pelù.
chiudo prima che rosalio mi/ci bacchetti!
buona visione se lo trovi, merita.
(se non sbaglio credo che sia il suo primo lavoro)
Si, ho controllato. Ti farò sapere, quando sarà in tema……Non è male Piero Pelù……..basta, basta….
ps ovviamente parlavo del primo lavoro di amelio, non di pelù….basta …basta…hai ragione…notte!
Si, avevo capito. Buonanotte anche a te. Un’ultima cosa, in tema. L’ Antica Focacceria, dite, è cara. Qualcuno può essere può preciso ? Prezzi e quantità, intendo. Per meglio dire, un panino con le panelle ( cinque ) all’Antica Focacceria costa Euro tot, invece da xxxx( personalmente gradirei le altre segnalazioni…:) costa Euro tot. Poi arancina, panino con la milza e lattina di Coca Cola. Quattro prezzi a campione. Per meglio capire. Ps E confrontare anche con i prezzi di Roma ( Dagnino, Mondo Arancina, Bedda Matri, Pasticceria Svizzera Siciliana, Mizzica, Antico Forno di Piazza Farnese…..). Dimenticavo : lo sfincione a Roma è carissimo……
“Impregilo ( Sesto San Giovanni ) era al centro di una grave crisi finanziaria ed i vertici aziendali erano stati azzerati dall’inchiesta della procura di Monza.”
E’ vero, Milano capitale morale in contrapposizione all’immoralità palermitana, dove gli elettori si fanno rappresentare da gente squalificata, al contrario di Milano dove la probità dei politici é mondialmente riconosciuta, si é visto con tangentopoli. Ma gli scandali finanziari e i politici corrotti a Milano datano di molto prima di tangentopoli.
Cito a caso: banco ambrosiano, Calvi, Sindona, IOR, Gelli, P2 (padrone “morale” all’epoca di corriere della sera per mettere in atto strategie ricattatorie e controlli, con affiliati politici e imprenditori milanesi che a forza di favori e privilegi sono poi diventati personaggi importanti del similpaeseitalia).
Mancanza di liquidità del banco ambrosoli risolta coi finanziamenti di bnl e eni e per ottenere i quali Calvi paga tangenti a Claudio e Bettino. Tangentopoli (la farsa, mentre dietro svendevano agli amici i beni di Stato) arrivo solo dopo, per elencare tutti gli scandali milanesi occorrerebbero 50 pagine del blog Rosalio.
Ma gli immorali siamo noi, e didonna non perde occasioni per dare morsi avvelenati ai palermitani. Didonna non dice cose del tutto sbagliate su Palermo, MA MISTIFICA come sempre, e GENERALIZZA. La sola cosa giusta che dice didonna é la giustificazione storica agli atteggiamenti dei palermitani, che non hanno mai avuto il privilegio di vivere in uno Stato vero, cosa che é l’origine di tutti i mali…
…arrivo’ solo dopo…
Io oggi, nn appena letta la notizia, ci sono andato come segno di solidarietà (è stata una cosa d’istinto) anche se la penso molto come carmelo. Devo dire che ho preso anche il panino con la milza anche se quello di viale regione siciliana (accanto regalilandia) è il migliore. ;).
Il panino era freddo e ho pagato troppo.
Mi sorgeva un dubbio: coma mai la scorta dei carabinieri nn c’è più?
Ecco : troppo. Quanto si può dire ? E quanto invece accanto a Regalilandia ? ” Regalilandia ” ? Ah ! Bei tempi quelli di Hugony e Pustorino….:(
allora due mignon e una vaschetta piccola di pannella 4.50 euro. un mignon è credo meno di 1\4 di panino normale. accanto a regalilandia 1.60 però è mezza mafalda.
ma nn è tanto il prezzo ma il gusto. anche se abito dall’altra parte della città, quando devo mangiare panino con la milza vado lì e ti dirò, anche se a San Francesco si paga di più, se il gusto fosse lo stesso andrei sicuramente lì. credo che le scelte di coraggio vadano sostenute…
Cmq al di là del prezzo e della qualità, la mia impressione diretta è che prima il “popolino” era molto presente ed era il cliente principale. Oggi nn è più così. Certo il prezzo potrebbe essere un fattore ma credo che il fatto che il titolare abbia denunciato gli estorsori sia anche una buona motivazione.
… mi scuso per il lapsus ambrosiano-ambrosoli … capita, a proposito di scandali finanziari e morti strane … milanesi.
Condivido molto il commento di Carmelo.
“Casomai è da stigmatizzare il comportamento di chi, tuttora, non denuncia, dal momento che la situazione sta cambiando ed oggi lo Stato è davvero più presente”.
Caro Gino, dissento dalle tue parole.
Purtroppo la mafia è, ancora oggi, molto presente sul territorio: e denunziare significa esporsi, rischiare la propria vita. Ammiro il coraggio di chi denuncia, ma non si può pretendere che tutti abbiano questo coraggio. Avere paura e cedere al ricatto è umano.
Quindi, da parte mia, nessuna parola di condanna o di biasimo nei confronti di chi paga il pizzo. E molta, molta perplessità dinanzi alle condanne per favoreggiamento subite da diversi commercianti palermitani per non avere denunziato i loro estorsori…
Ho capito, boby, è circa il doppio. Giusto quindi dire “troppo”. Anche se il locale è riuscito a mantenere il fascino di sempre. Però è anche vero che una volta c’era più allegria lì dentro. L’allegria del cibo di strada, del cibo povero.
“Lo stato è più presente”. Guarda caso ieri andando all’Antica Focacceria sono rimasto perplesso dal fatto che nn c’era più nessuno scorta davanti al negozio. Che nn ci siano più rischi? Che nn ci sia più nessun mafioso (di questa storia) in giro? Oppure lo Stato una volta raggiunto il suo scopo (condannare gli estorsori) ti abbandona a te stesso con il rischio che qualche parente dei condannati o qualche cosca ancora libera ti faccia la pelle? Come si po’ condannare a priori i commercianti che nn denuncia? Nn ho letto l’articolo di sig. Conticello però credo che lui si riferisse a questo: Adesso, per rimanere vivo, nn le rimane che la strada della sparizione (come si fa con i collaboratori di giustizia).
@Gino
Non so se ti rendi conto delle aberrazioni che hai scritto e ti invito a riflettere sul loro contenuto e sul loro effetto. Per te le minacce mafiose sono state una semplice “Opportunità di business”. Ma tu dov’eri quando hanno ucciso Libero Grassi?? Vergogna. Ti auguro di averne simili opportunità mediatiche e di business….
Hai detto:
– “ha semplicemente fatto il proprio interesse”
– “ha saputo tutelarsi ed affidarsi alle forze dell’ordine senza rischiare nulla”
– “evitiamo di glorificare chi ha il coraggio di fare il proprio interesse”
– “ha certamente capito bene come utilizzare lo strumento mediatico per farsi pubblicita a costo zero”
Gigi, gli scandali finanziari possono nascere dove vi è una industria finanziaria (quindi non a Palermo), mentre a Palermo sono stati eletti come sindaci o assessori personaggi organici ad un’associazione organizzata di assassini come Lima e Ciancimino. Solo a Palermo: questa è la differenza. E il fatto che molta parte della popolazione palermitana non avverta con sufficiente (e conseguente)indignazione civile tutto ciò non dimostra che il problema non esista, come l’orgoglio ferito di certuni pretenderebbe, ma solo quanto sia profondo e diffuso.
(12 febbraio 1994) – Archivio – Corriere della Sera
TITOLO: Sono 144 i politici “avvisati” da Milano
Gli inquisiti? Circa 20 mila. I provvedimenti di custodia cautelare? 4.600. Il record per il numero di avvisi di garanzia inviati a parlamentari? Appartiene alla procura di Milano con 144, seguita dalle procure di Napoli, Roma, Torino e Verona. Sono i “numeri di Tangentopoli” dati, due anni dopo l’ esplosione dell’ inchiesta Mani Pulite, da Massimo Zamorani, ex dirigente dell’ Iri finito a san Vittore proprio nell’ ambito di quell’ inchiesta. A pubblicarli e’ L’ Espresso nel numero in edicola, lo stesso settimanale su cui Zamorani aveva raccontato le “sue prigioni”. Ma le statistiche elaborate dall’ ex boiardo di Stato scendono anche nei dettagli. Il reato maggiormente contestato . scrive . e’ stato quello di illecito finanziamento dei partiti (296), seguito da corruzione (207), concussione (157) e ricettazione (95). Il primo semestre del 1993 ha il primato per l’ emissione di ordinanze di custodia cautelare legate a Tangentopoli (2.570)… Zamorani annuncia poi di aver scritto un libro: “Politica e appalti dopo il sisma di Tangentopoli”, che presentera’ a Milano il 17 febbraio, a due anni esatti dall’ arresto di Mario Chiesa, dove il manager avanza alcune proposte. “Siamo a 4.600 provvedimenti di custodia cautelare. Le statistiche che ho tenuto mi inducono pero’ a dire che siamo arrivati a circa 20 mila inquisiti se si sommano gli arrestati alle persone raggiunte da avviso di garanzia”. Per uscire da questa situazione “esplosiva”, Zamorani suggerisce una legislazione contro la corruzione sul modello francese e una “trasparenza e correttezza maggiore negli appalti”. Commenta anche l’ ipotesi di una “soluzione politica” sostenendo che si dovrebbe parlare di “una soluzione eccezionale”.
Anche in questo i DILETTANTI politici palermitani,”squalificati”, sono tagliati fuori, non sono all’altezza nemmeno di far parte di tangentopoli.
Evidentemente didonna é convinto di avere a che fare con rincog…niti e viene a dire “fino a tangentopoli milano da bere…” come se tangentopoli fosse scoppiata dall’oggi all’indomani e non era una serie infinita di azioni delinquenziali che si protraeva da decenni.
Didonna mistifica peggio dei politici, oppure non é informato?
Di seguito mi permetto di postare una pagina del libro “milano dopo il miracolo” di John Foot.
Quanto scritto sopra non vuole giustificare i dilettanti politici palermitani né negare i problemi storici e attuali che condizionano il comportamento dei palermitani, ma sottolineare le mistificazioni di didonna.
@ Gino
cito:”Conticello, ha fatto bene ad affidarsi alle Istituzioni, ciò solo non lo rende un eroe, ma grazie a questa vicenda ha certamente capito bene come utilizzare lo strumento mediatico per farsi pubblicita a costo zero”.
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avresti ragione se conticello ambisse a partecipare alla fattoria o all’isola dei famosi, ma, visto e considerato che fa ben altro, non credo questa pubblicità a costo zero gli sia servita poi a molto.
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Grazie a questa pubblicità e alla scomodissima etichetta di “simbolo” della lotta al racket, Conticello si è assicurato la fuga di quella fascia, purtroppo ampia, di palermitani che non vogliono dare segnali di approvazione, e che per questo scelgono altri lidi per i loro eventi felici..
provo ad esser più chiara: la sera della denuncia io e mio marito andammo a cena da vincenzo e come ha detto prima Donato, eravamo ben pochi.
da allora siamo tornati molte volte da lui e una sera in particolare, ci siamo trovati a fare due chiacchiere finendo una bottiglia di vino.
ci restai di sasso a scoprire che a distanza di un anno dalla denuncia i suoi incassi erano dimezzati.
avrei scommesso il contrario, giuro.
ma con numeri alla mano Conticello ci fece capire che quel tracollo non dipendeva tanto dal numero di avventori del ristorante, anche se nel tempo erano più turisti che indigeni, quanto dal numero di banchetti privati.
prima della denuncia molti imprenditori, professionisti, politici, commercianti, persone normali, affidavano a Conticello l’organizzazione di cene e banchetti a vario titolo: cene aziendali, compleanni, cene elettorali e via dicendo..
dopo la denuncia il 90% di questi clienti “Top” era sparito.
una conincidenza? forse, ma la tempistica fa quantomeno riflettere.
ora io non so che tipo di meccanismo o ragionamento o paura porti la gente a prendere le distanze da chi denuncia.
ma di certo non è un bel precedente per chi oggi si trova a dover prendere una decisione difficile come quella di denunciare chi chiede il pizzo.
ed è questo il segnale terribile che viene fuori da questa storia, anche se come vedo, molti preferisco vivisezionare la moralità di chi denuncia.
a me non interessa se Conticello è un eroe o un santo, se trasforma l’acqua in vino o guarisce i malati.
gli sono immensamente grata per aver smosso una situazione da troppo tempo paralizzata e mi da orrore vedere come, anche in questo caso, la pena da scontare per chi fa la cosa giusta sia “l’isolamento”.
“Milano dopo il miracolo” di John Foot
1976-1992: tangentopoli. Politicamente e culturalmente, questo fu il periodo dell’egemonia socialista. Dopo l’elezione di Craxi a segretario del partito nel 1976, si assistette all’avvicendarsi di sindaci craxiani a Milano. Lo stesso Craxi fu nominato presidente del Consiglio dall’agosto 1983 al marzo 1987. Il periodo si caratterizzo’ per il dilagare della corruzione politico-economica, che dopo il 1992 sarebbe stata portata alla luce dalle inchieste giudiziare. Tangentopoli…coinvolgeva tutti i partiti e numerose altre organizzazioni civili (a milano e non a Palermo? ndr). Consisteva nella spartizione di contratti, appalti, i cui stanziamenti venivano in parte intascati da questi gruppi; in tal modo venivano concessi autorizzazioni, appalti, licenze in cambio di fondi/tangenti, secondo percentuali ben definite (non molto diverso dal sistema mafioso in sicilia! ndr) …questo sistema era considerato essenziale per il buon funzionamento della vita politica. Nelle parole di due protagonisti di tangentopoli, “questo sistema, anche se negativo, comunque consentiva una certa sopravvivenza anche in termini di economia, …il sistema dei partiti, almeno per quanto riguarda noi a Milano, ha trovato l’unico modo per sopravvivere”. In uno straordinario cocktail di corruzione pre e post moderna (sacchi di soldi in contanti passavano di mano in mano, mentre venivano aperti conti bancari in Svizzera con procedure elaboratissime), si creavano ingenti fortune personali e politiche (a certi falsi moralisti consiglieri finanziari o semplici impiegati di banca dovrebbero fischiare le orecchie, ndr). L’immagine di Milano non é quella di città corrotta, ma é il momento della “Milano da bere” (e ti credo! conta l’immagine! ndr)…quelli che parlavano e denunciavano erano pochi (non succede solo a Palermo allora? ndr), come l’imprenditore e politico Radice Fossati,o il gruppo di intellettuali, professori universitari, giornalisti riuniti attorno al gruppo “società civile”, fondato nel 1985. Spesso non era piu’ necessario chiedere i soldi, perché venivano offerti automaticamente…”sudamericanizzazione” della politica italiana simboleggiata dalla leadership autoritaria di B. Craxi sul suo partito e sul parlamento, unita alla cultura clientelare e nepotistica prevalente in città come Milano durante gli anni ottanta e novanta. Anche i mass media erano coinvolti e riuscivano a far passare sotto silenzio gli scandali che iniziarono a colpire i politici MILANESI già a metà degli anni ottanta.
E’ vero, i palermitani “utili-idioti” non sanno scegliere i politici. I milanesi hanno saputo scegliere sempre. Seguendo la logica di didonna e le sue generalizzazioni si dovrebbero definire i milanesi “utili-acefali”. Alla luce degli scandali politici e finanziari evocati a partire dall’inizio anni settanta: ambrosiano-calvi, p2 con tutti i politici e affaristi milanesi coinvolti, tangentopoli, scandalo telecom, nuovi scandali politici-bancari degli ultimi tempi. Oggi sono vantati da didonna perché ricevono Conticello con la gloria che merita, ma questo fa parte del mondo dell’immagine e delle mistificazioni
alla fine viene fuori che i palermitani siamo molto vigliacchi
stefania
quello che dici è vero.
Così come è vero che una buona parte di questa città conticello sta sul cazzo…è disarmante ma mi è capitato ,tante ,troppe volte dover sempre dire le stesse medesime cose ai tanti che vedono in conticello un “approfittatore”, da dx a sx a…chiunque.
ora, che lui avrebbe fatto meglio a “mostrarsi un pò meno in giro”non c’è dubbio,soprattutto per non diventare un possibile simbolo-bersaglio, ma non vedere quanto importante sia stato il suo gesto è da miserabili.
che dire?
che fino a quando si penserà che siano sempre gli altri a dover fare qualcosa,fino a quando si continuerà a giustificare le non denunce per paura,quando a volte è solo interesse o cultura,fino a quando si giustificheranno i favoreggiatori senza essere informati che ci sono stati tanti commercianti che rischiando si sono rifiutati di negare ancora ed hanno ammesso l’estorsione e riconosciuto gli estortori,fino a quando le cosiddette persone perbene si faranno i cazzi loro, non sarà facile andare da nessuna parte…
scusate tono e il resto ma leggere alcune cose è..disarmante soprattutto per chi continua a crederci… quante persone,turisti,scout,scolaresche sono state portate alla focacceria dal comitato ,dai volontari del comitato addiopizzo per provare a tappare una situazione come quella descritta da te stefania….ognuno la sua parte e non c’è solo conticello per farla davvero la propria parte,consumo critico addiopizzo,negozi pizzo free.
ciao
pequod
Carmelo adesso non sono più d’accordo con te: gli estorsori vanno denunciati e basta.
Questo è il momento della solidarietà e io sto con l’Antica Focacceria. Mi auguro ovviamente che l’Antica Focacceria raccolga anche le perplessità di chi è perplesso sul rapporto qualità/prezzo e sulla gestione imprenditoriale dei punti vendita (anche io lo sono, eppure se posso vado per ragioni di consumo critico).
Solo dopo aver letto le specificazioni di Stefania, che sottolineano quanto l’andamento in ribasso sia piuttosto legato al settore “catering” della ditta Conticello, riesco finalmente a vederci un po’ più chiaro.
Mi pare di capire che l’apertura di nuove filiali in continente non offra, dunque, alcun termine di paragone utile all’analisi dell’andamento di mercato della focacceria (intesa nel senso letterale).
Dunque, piuttosto che additare i palermitani “di strada” come responsabili del declino economico della focacceria vera propria, che probabilmente non esiste (malgrado il rapporto qualità prezzo che evidentemente mira ad un target diverso rispetto al palermitano che va da “nino u ballerino”), dovremmo individuare nei palermitani “da salotto”, nella borghesia dei cosiddetti colletti bianchi “e assimilati”, la causa delle difficoltà finanziarie del sig. Conticello.
Se è giusta questa analisi e se i dati del problema questa volta sono messi meglio a fuoco, non dobbiamo affatto meravigliarci di tali difficoltà, meno che mai contribuire a fare di tutta un erba un fascio nel complesso fenomeno socioculturale rappresentato dal “palermitano”.
Sarebbe auspicabile iniziare a prendere maggiormente coscienza delle differenze enormi che esistono a Palermo fra le svariate categorie sociali, interpretando la realtà in base a tali profonde differenze. Cominciamo a distinguere le persone, le categorie di appartenenza, le differenze culturali, sociali, geografiche, etniche (oggi non dimentichiamoci di quanti residenti conta Palermo con provenienza estera)… Una analisi di marketing può costituire un ottimo input per una analisi sociologica approfondita, ma andrebbe condotta con un criterio più “scientifico”, anche per capire meglio quel fenomeno indiscutibile di immoralità di cui Palermo è vittima ed espressione emblematica.
@ Stefania
Stafania, ovviamente io non conosco il bilancio della focacceria San Francesco, non conosco quello delle sue altre attività di ristorazione e non conosco personalmente, però conosco da vicino ciò che si muove dietro al meccanismo della giustizia penale ma anche della collaborazione con la giustizia e come a volte questa possa diventare strumento per raggiungere secondi fini.
Sono un avvocato penalista e cerco di esercitare la mia professione da tecnico del diritto piuttosto che da sostenitore di fazioni e questo tipo di onesta intellettuale mi consente di vantare quella terzietà che un professionista deve avere per fare l’avvocato a Palermo.
Per questo motivo mi capita di prestare la mia assistenza legale tanto a soggetti accusati di essere associati a Cosa Nostra quanto a vittime della stessa che magari hanno denunciato i propri estortori.
Ora, conoscere nel dettaglio le varie vicende giuridiche e sociali sottese ai singoli procedimenti significa acnhe rendersi conto che, talvolta, sostenendo una o l’altra parte solo per partito preso o perchè è politicamente più corretto, o ancora a causa della emotività può essere fuorviante.
Nella realtà siciliana della lotta alla mafia, a mio parere, gli unici veri eroi sono stati Falcone e Borsellino e tutti i Giudici e Magistrati uccisi perchè in un momento in cui nessuno e per primo lo Stato, era disposto a muovere un dito per risollevare la Sicilia dalla morsa mafiosa, loro hanno preso su di sè tutto il peso che avremmo dovuto sostenere insieme.
E ciò senza nessun tornaconto personale. Erano magistrati. Li avrebbero pagati ugualmente se si fossero limitati ad occuparsi di furtarelli e ingiurie.
In più, da veri martiri hanno determinato lo Stato a lavorare davvero per combattere Cosa Nostra. Oggi quando guido i miei assistiti nella strada da percorrere per denunciare i propri assistiti, lo Stato è presente, le associazioni presenziano, ela Stampa li sostiene, e soprattutto non esiste più il gioco al massacro generalizzato di una volta.
Ovviamente la mafia esiste ed esisterà per lungo tempo ancora, lo so, ma denunciare, oggi, non equivale più ad una sentenza di morte come ai tempi di Libero Grassi, ed ho avuto modo di vedere personalmente come lo stesso meccanismo della lotta alla mafia venga talvolta piegato a veri e propri fini di lucro da parte di (pochi) furbacchioni.
Ora questo non significa che Conticello faccia parte di questa categoria, ma neppure si può fermarsi a glorificare acriticamente chiunque denunci le estorsioni subite. Dubito che conticello abbia denunciato per salvare la sicilia dalla mafia, lo ha fatto perchè stava per essere buttato fuori dalla gestione della focacceria e non aveva più nulla da perdere.
Ha denunciato ed è stato tutelato, la sua attività è stata pubblicizzata a livello nazionale e tutte le volte in cui io ho frequentato i llocale ho avuto difficoltà a trovare posto a sedere ed ho fatto la fila per pagare e prendere il mio panino.
Può darsi che alcuni imprenditori, politici o signorotti abbiano deciso di non solidarizzare con lui, ma non credo che la città lo abbia abbandonato, la gente c’è ancora a frequentare il locale.
La denuncia non deve nemmeno diventare una specie di assicurazione contro la diminuzione del giro d’affari dovuto a cause terze.
Per cui se la massa dei palermitani riempie ancora il locale, perchè fare titoloni sulla immoralità della città?
Che poi magari l’immoralità c’è ma non per questo specifico motivo.
tony siino, e altri, da te/voi, sono mai venuti a chiedere?
da me si, non ho pagato ma non ho denunciato, avevo già avuto a che fare con la locale stazione dei carabinieri e l’aria che si respirava non mi piaceva, visto che non ero “amica” di nessuno, e sono volate raccomandate di diffide dei miei avvocati per far valere i miei diritti contro ipotesi di abusi d’ufficio per precedenti questioni. mi è andata bene, anche se ho dovuto alzare il premio assicurativo perchè me ne aspettavo di ogni…ma ho chiuso e riaperto altrove.
parlare è facile…
.
anche io ovviamente sono solidale a conticello, ha avuto coraggio!
d’accordo con selinon, stefania e tanti altri. Ma a sentire certi altri commenti inizio a pensare che questa citta’ non merita niente… e, per inciso, stamattina sono stata in focacceria e vincenzo conticello era circondato da 5 agenti di scorta piu’ pattuglia dei carabinieri. Che lo abbia fatto per i propri interessi credo sia una affermazione che non meriti nessun commento.
questa città, nei grandi numeri, è quello che è, resta la stessa da decenni, non muta!
Nei piccoli, piccolissimi numeri, ha una voglia matta di cambiare aria.
Forse fra 150-200 anni della mafia sicula resteranno solo le rappresentazioni teatrali. Ma fino a quando vivremo quelli che scriviamo in questo blog, e relativi figli e nipoti, non credo affatto che assisteremo ad epocali cambiamenti.
Scusate il cinismo, ma è l’iper-realtà che mi fa pensare così.
certo, gli estorsori devono essere denunciati. lo penso anche io.
ma umanamente non me la sento di condannare chi per paura non denuncia e paga. e trovo ingiusto che a volte costoro siano stati condannati per favoreggiamento.
non sono un commerciante e non mi sono mai dovuto confrontare con una richiesta di pagare il pizzo. non so come mi comporterei.
però deve essere terribile ritrovarsi stretto nella forbice, da un lato, della minaccia della violenza mafiosa e, dall’altro, della condanna sociale di quella parte dell’opinione pubblica che pretende che ogni cittadino sia pronto a fare l’eroe. immagino che ci si debba sentire davvero soli.
è proprio così.
Non apprezzo la moralità di Palermo, ma se il termine di paragone che ci viene proposto come fulgido esempio etico è Milano, ragazzi, veramente c’è da preoccuparsi!
Ma dite sul serio o stati babbiannu??!?!?!??
:-O
Angela, a dire il vero qui uno solo ha proposto Milano come esempio, Didonna, il quale ha diritto di avere simpatie per Milano, dove, a leggere la sua carriera professionale, ha lavorato, ma fa un’operazione di basso profilo quando mistifica i fatti per il gusto di togliersi sassolini dalle scarpe, come dice lui stesso, e si sa, didonna approfitta di ogni circostanza per denigrare, generalizzando (in modo banale e stranamente illogica, per un uomo “eccezionalmente” colto come didonna!), i palermitani. Didonna afferma anche cose giuste quando denuncia lo spreco dei 25 miliardi su circa 80 del PIL che servono per mantenere certo parassitismo e settori improduttivi, e altri sprechi siciliani e altri atteggiamenti nefasti, che comunque sono condizionati da processi storici sfavorevoli e dal fatto che la Sicilia non ha mai fatto parte di un vero Stato, tantomeno del similpaeseitalia, dove funge da serbatoio di voti e da popolo solo consumatore improduttivo, dove i siciliani, spesso vittime, “costretti” a fare gli omertosi vivono nel terrore a causa dell’assenza di uno Stato che li garantisse se decidessero di ribellarsi a certo malaffare. Io stesso sono convinto che la Sicilia si puo’ salvare solo fuori dal similpaese, commissariata e amministrata dalla comunità europea, gestita da managers internazionali come un’azienda che produce ricchezza. Ma proporre Milano come capitale morale – in contrapposizione all’immoralità palermitana – é la piu’ grande menzogna scritta finora su Rosalio, didonna si superà, persino su quando dichiarava che l’opus dei é un’istituzione esclusivamente Spirituale. Milano, dall’inizio degli anni settanta capitale della corruzione, degli imbrogli politici e finanziari, delle mazzette e dei politici imbroglioni (votati dai milanesi, ritenuti intelligenti da didonna, al contrario dei palermitani che didonna chiama “utili-idioti”), degli abusi d’ufficio pubblico per interessi privati, etc. Diversificati nel tempo, in questi ultimi 40 anni, e sempre attuali a leggere i dossiers su certe banche o compagnie telefoniche o mass media pilotati. Ho accennato prima alcuni avvenimenti, e ripeto, per elencare tutti gli episodi di corruzione e immoralità milanesi occorrono almeno 50 pagine di Rosalio. A questo punto, trattandosi di persona intelligente e colta, mi chiedo perché didonna mistifica i fatti. Al punto da deformare le terminologie: “milano da bere”, si, perché era una pacchia per certuni… e tangentopoli non é nata e morta in un solo anno, anzi, chissà quando é realmente nata (se non prima dell’inizio anni settanta) e chissà se é mai finita.
Mi sebrano discorsi senza senso..alla focacceria i palermitani nn ci vanno perchè si paga nemmeno fosse una gioielleria. A milano un panino con milza ( minuscolo ) costa 3.50 euro. Buono per la nostalgia di qualche emigrato che dopo la prima volta nn ci va più. A palermo si paga tanto e si mangia male; e la gente, soprattutto oggi, quando esce soldi nn vuole essere presa in giro. Il sign. Conticello ha fatto il suo dovere e ne ha ricevuto in ritorno di immagine. Se abbassa i prezzi, migliora la qualità vedrete che la gente ritorna. A 50 metri da Franco u vasteddaro c’è sempre la fila
QUOTONE CON APPLAUSO PER DAF!
” Milano da bere “…ahahah, Milano se la sono bevuta e l’Italia se la sono mangiata da un pezzo…ahahah
E la Lombardia continua a ‘ponti’ficare…dall’alto, chissà se ci chiamano ancora terroni !!!
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Conticello fa bene a cercare di salvare la sua azienda, (Milano/Roma)perchè non dovrebbe? Qui lui si è esposto, ha rischiato,quindi perchè ci dovrebbe rimettere? E
sicuramente chi più di lui può farsi i suoi bravi…
conticelli?
Sono d’accordo con Beny,dovrebbe migliorare il binomio qualità/prezzo.
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Non condannerei chi non denuncia, ma se i commercianti vogliono farlo devono avere tutte le coperture.
“A 50 metri” Franco u vasteddaro lo rilascia lo scontrino?
A parole contrastiamo la mafia, coi fatti la subiamo.
Vergogna
Spero che Siino il censore non abbia da ridire sul mio commento che vuole essere una riflessione e ne approffito per chiedergl: perché devi intervenire sempre quando qualcuno dice qualcosa di diverso da te con questi toni da moderatore-censore? Un blog è bello perché libero, o no? Mi ricordi quello di un politico che poi ha chiuso i battenti:p
Sull’argomento volevo dire che sono quasi completamente d’accordo con Donato: niente orgoglio sicilianista, è sotto gli occhi di tutti che a Palermo il senso civico la legaltà e la solidarietà sono parole vuote. Detto questo però mi chiedo se andare lì a cenare non sia solo un modo per mettersi in mostra e cadere nel giro dell’antimafia dell’apparenza, di cui questa città vile è maestra. conticello non è l’unico imprenditore in difficoltà ma almeno ha usufruito dei fondi antiracket, altri no. se ha problemi magari non è solo colpa del pizzo. qualcuno consoce dettagli della gestione? Il posto, stupendo, è carissimo, e se esprimere solidarietà vuol dire farsi spennare..beh io non me lo posso permettere.
Lavinia non mi sembra che qualcuno ti abbia censurata. Piuttosto sembra che tu voglia impedirmi di dire ciò che penso. 😛
No figurati, ma mi pare che ogni volta che qualcuno dissente dalla tesi che sostieni anche tu intervieni puntualmente col rimprovero:P almeno io l’ho notato spesso, perdonami ma mi piace la schiettezza:P
Lavinia io non sono nella posizione di rimproverare nessuno su un’opinione espressa. Dico semplicemente la mia. Apprezzo la tua schiettezza.
@Valentina
Quando (e se) la Sicilia avrà le stesse infrastrutture e servizi (in cima tutti la Sanità) della Lombardia allora potremo rispondere alle accuse (fondatissime) di incapacità di amministrare e gestire le risorse.
@Selinon
Non mi va che Milano sia presa come esempio di etica da contrapporre ad una Palermo immorale!
Purtroppo fino a quando le civilissime capitali del centro e del nord continueranno a sfruttare il Sud, mantenendolo nel bisogno e nella ignoranza per poterne succhiare il sangue, (voti e manovalanza), mi sa che i servizi e le infrastrutture ce li potremo sognare!
Come vedi a questo governo interessa solo costruire il ponte e non si lascerà scappare questa occasione neanche in presenza di un terremoto.
Concordo con te e con tutte le persone intelligenti nel dire che qui ci sono solo degli incompetenti che non sanno amministrare le risorse, ma le sanno solo…distrarre !
hai detto bene Valentina, le differenze indubbiamente ci sono, ma a chi fanno comodo?
se la sicilia si sveglia guai…per il similpaese italia, come giustamente lo chiama G*gi.
A parte l’incapacità riconosciuta di una classe di dilettanti siciliani che si spacciano per politici, e gli sprechi, e le spese per mantenere l’assistenzialismo – che comunque fa comodo a certuni, sia per il serbatoio di voti, sia ad uso dei sistemi dell’economia dello squilibrio – per parlare di infrastrutture e risorse si devono prendere in considerazione tutti i giusti parametri. Troppo semplice giudicare i fatti oggi partendo dalla fine. Si deve riflettere su come é stato fatto il similpaeseitalia, sullo spostamento e concentrazione della ricchezza e delle infrastrutture, sul concentramento delle banche e del credito. Un similpaese partito solo per una parte, e l’altra buona solo per sfruttare manodopera e risorse. Per invertire la tendenza si dovrebbe uscire dal sistema squilibrato del similpaeseitalia, ma per gestire la Sicilia sul posto non ci sono i managers indispensabili.
Nessuno puo’ negare i problemi gravi della Sicilia, ma é vero che nonostante infrastrutture e risorse Milano é stata dall’inizio degli anni settanta la capitale dell’immoralità, degli imbrogli politico-finanziari, della corruzione, di tangentopili, bancopoli, chissà se mai finiti…
poi concordo con G*igi che la sicilia andrebbe commissariata dalla comunità europea per trant’anni..per ora qui di europeo ci sono solo i finanziamenti, a pioggia e male utilizzati, che servono solo a rinnovare il parco macchine e yacht dei soliti noti più che a creare reali posti di lavoro.
@Luigi: e cosa c’entra la mafia con lo scontrino? Al massimo l’evasione fiscale!
E cmq nessuno qui critica l’operato (ammirevole) di Conticello (che cmq è diventato simbolo e come tale viene salvaguardato forse con un pelo più di attenzione rispetto a quanti denunciano e vengono abbandonati al loro destino…)…si critica il fatto che una “vastedda con prosciutto, mozzrella e pomodoro piastrata male, con il pane secco e servita da un cameriere che a picca te la tira in testa te la fanno pagare manco fossi in via veneto a roma!!
@beny, guarda che la dolce vita romana è finita da parecchi lustri! credo che ormai, a farsi turlupinare a via veneto, siano rimasti solo i giapponesi, qualche americano…e forse te 😉
certo… non fare lo scontrino non c’entra niente, cosi’ come dare i soldi obbligatoriamente al posteggiatore perche’ in un certo senso ci fa comodo… Tutto non fa altro che finanziare il sistema mafia. E’ per questo che non andremo mai da nessuna parte, fino a quando tutte le piccole e grandi illegalita’ quotidiane saranno considerate NORMALI penso che non ci sara’ speranza per questa citta’.
@Stalker: sempre pillicusa (e quannu mai ca si fa i fatti sua)…allora…fammi pensare…mmm…come al Billionaire…no…troppo sputtanato…mmm…da Vissani…no troppo sopravvalutato…vediamo…manco se fossi…dall’OXO Tower a Londra o al bistrot “Chez Francis” a Parigi…se proprio decido che devo farmi spennare me ne vado in posti come questi…almeno per una volta faccio finta di fare il figo (sulu chisto mi rimane)…un t’a siddiari!
Putroppo è vero: alla focacceria San Francesco si mangia veramente male!!! Beny vai in via Veneto e non mi dici nulla? Ma a te non piace Roma!!!
Amè…era per fare un’esempio…ma qua c’è sempre chi si diverte a struculiare…che ci vuoi fare…c’è chi non ha nulla di meglio da fare 😉
ps: la prossima volta all’OXO ci andiamo vestini un po’ meno da straccioni!!!
ODDIO HO SCRITTO UN’ESEMPIOOOOOO DIO MIO!!
Beny ma come scrivi????????????????????????? E’ il sistema che ti impone di vestirti meglio??? abbattiamo il sistema e votiamo la lista rifondazione anticapitalista!!!! ok, dopo questa serie di minch…. pazzesche vado a nanna!!!!!
@Daniela: ribadisco il concetto…va bene il pizzo, va bene il posteggiatore…ma mo finì che se non batti lo scontrino mo sei pure connivente e colluso con la mafia??
Di Donna davvero superficiali questi discorsi. Tutti sanno che il peggio della mafia e di certi interessi si consuma in Sicilia ed il meglio (ossia il riciclaggio di grande entità) si consuma al Nord.
Così, io davvero non capoisco cotnta glorificazione del Nord, che usa spesso i proventi della mafia meridionale senza chidersi da dove vengano i proventi.
Ci fai o ci sei? E da che parte stai?
Beny dove c’è illegalità c’è mafia. Svegliati!!!!!
@Francesco: non dobbiamo scambiare le cose…mafia è ‘na cosa, il putiaro che non batte lo scontrino è n’altra!
Torna a dormire!!!
Vi invito a essere rispettosi nei confronti degli altri commentatori. Grazie.