Piazza Bellini
Quest’anno il mio Giovedì Santo è stato decisamente diverso da quelli già trascorsi. Abituato a firriare per i sepolcri soltanto lì dove trascorrevo l’intera Settimana Santa, questa volta ho deciso di andare alla scoperta delle tradizioni morte in quel di Palermo. Per scoprire…che la tradizione è tutt’altro che morta. Lo ammetto, ho peccato di presunzione e di sufficienza nei confronti della mia città natale. Che volete, il trend che vede la sostituzione delle nostre tradizioni popolari, dei nostri usi e costumi, con cocktail, serate alla champagneria o in poltrona in compagnia di Maria De Filippi ed i suoi amici, è talmente incalzante che credevo avesse cancellato anche questa usanza. Usanza, senza dubbio, di matrice religiosa, ma che, storicamente, soprattutto nei piccoli centri, diventava l’ennesima occasione di socializzare e fare due passi. O forse è meglio parlare al presente. Visto che, come dicevo, a Palermo (ma anche nei piccoli centri di provincia), al Giovedì Santo, le strade del centro storico, orbitanti attorno i quattro canti, ospitano una gran moltitudine di gente. Lo scenario che mi ha accolto intorno le 21 è stato una sorpresa. Intere famiglie, comitive, coppie e turisti vari in paziente fila di fronte la chiesa di Santa Caterina o di San Cataldo. A proposito. Non ho riscoperto soltanto una tradizione pasquale, ma anche due delle chiese più belle che abbia mai visti. Così belle e così diverse.
Santa Caterina con delle decorazioni che lasciano senza fiato, agghindata, imponente.
San Cataldo, presidiata dall’Ordine Equestre del Santo Sepolcro, minuta, semplice, austera, araba. Tra loro, silenziosa, spenta, discreta, ai margini di un gran frastuono, la chiesa della Martorana, con il suo campanile colpevolmente al buio.
A fare da “giudice” a questo concorso di bellezza tra la parte destra e quella sinistra di piazza Bellini, il più antico teatro di Palermo ancora “attivo”, che prende il nome dalla piazza stessa. Una delle piazze più belle della nostra città. A dire il vero, una delle piazze più suggestive che abbia mai visto (e ne ho viste tante).
Certo, per arrivare a questa conclusione devo usare un po’ di fantasia ed immaginare: immaginare che al centro della piazza non ci fossero le immancabili automobili parcheggiate a deturpare il tutto; immaginare che, a presidiarle, non ci fossero gli utilissimi parcheggiatori che, con il loro prezioso fischietto, allietavano le orecchie dei passanti; immaginare che le folle di persone abbagliate da cotanta bellezza non fossero abbagliate anche dai fari delle vetture che chiedevano, graziosamente, strada per giungere in quel di via Roma; immaginare che le chiese del posto, soprattutto la Martorana, fossero illuminate con un gioco di luci simile a quello che rende meravigliosa la nostra Madre Chiesa.
Immaginare che Palermo non sia amministrata da gente che mortifica la bellezza della città e, in particolare, di questa sua piazza, per una necessità inopinabile: come fare a raggiungere Palazzo delle Aquile. Dove parcheggio?
Io ho la soluzione: radiamo al suolo queste chiese, ormai vetuste ed in esubero, e costruiamo un bellissimo e modernissimo parcheggio ad uso dei nostri illuminati consiglieri.
Oppure, non so, fate voi. Spazio alle proposte.
Io, dal mio canto, insisto: Pedonalizziamola!
a me il giovedì santo ha sempre emozionato in maniera così forte che mi vengono i brividi.
Pedonalizziamola ?????
Oh …tu guarda, e’ uscito dalla bocca di un consigliere della maggioranza su Repubblica Palermo sabato scorso…..ma allora è fatta 🙂 !!!
…..Intanto, però, presenterò in aula una mozione per la pedonalizzazione totale di piazza Bellini
=leggere da quint’ultimo rigo, prego =
Guarda caro amico, anch’io ho fatto il giro per il Gioved’ Santo, anzì con il mio coro di Canto Gregoriano abbiamo cantato in due delle chiese del centro storico, San Giuseppe dei Teatini e San Matteo, l’amarezza di vedere questa bellissima occasione di visitare questi magnifici esempi di arte sacra della nostro centro storico è stato vilipeso dall’enorme bolgia di macchine che si sono riversate sul Cassaro.
L’indomani ho incontrato un assessore del Comune, che conosco personalmente, lui stesso mi ha testimoniato che la moglie per tutta la serata l’ha “tormantato” per il traffico veicolare che non permetteva a loro stessi di potersi muovere, visto anche un figlio in carrozzina.
Forse il prossimo anno lui stesso suggerirà all’Amministrazione, almeno il Giovedì Santo, di tenere chiuso tutto il quadrilatero del Cassaro.
A parte avere seguito tutta la storia sul ,’presunto diritto’ dei consiglieri comunali (e non degli impiegati comunali, che magari hanno gli stessi orari, invece, sempre esistono gerarchie dei diritti, noto) ad impiegare una delle piazze più rappresentative della città come percheggio personale (concessione che gli fu data solo nel 2001 con un’ordinanza del commissario Serio, fra l’altro).
Ovviamente niente del genere esiste in nessun luogo in Europa. Niente a Praga, niente a Bonn, a stoccarda, a berlino; Niente in Spagna, in nessuna posto, non so in Francia.
Gli spazi pubblici ossia le piazze gli slarghi, in tutta Europa non ci si parcheggia , intanto, poi spesso l’amministrazione cittadina provvede ad un minimo di arredo urbano, o seriale o progettato all’uopo
perché non mettere panchine a fare da dissuasori ai parcheggi qui a Palermo?
UMA – nell’ultimo rigo – ti sei fatta una domanda e ti sei data una risposta allo stesso tempo.
Speravo di coinvolgere qualche “amministratore”, che nel post sulla manifestazione di sabato scorso sono intervenuti. Evidentemente, ulteriormente illuminati dal mio scritto, hanno deciso di parlare solo nelle sedi “operative”, per il bene della nostra città. Magari, per la prima volta, guardando agli interessi della città e non i propri.
Ops, “è intervenuto”…