Colpire gli infami
Si accorse di avere le mani quando fu costretto a contare fino a dieci. Tanto dovette aspettare prima di sapere se il sentiero verso l’orizzonte fosse un’autostrada o un vicolo chiuso. Si guardava attorno smarrito. Urtava sagome di magnaccia e puttanieri. Ma contando si accorse che le mani servivano a tanto altro. Tornò a casa e carezzò a lungo i capelli del suo amore. Poi andò fuori, pronto a colpire gli infami.
La prendo come una dedica a me, che nel tuo racconto: “Carezza” ho chiesto una carezza vera! Non serve uscire per colpire gli infami :”Uccide più la penna che la spada”.