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martedì 19 nov
  • Castelli

    Aveva consumato nell’attesa anni procaci che aveva svuotato. Affacciato dai merli del suo munito castello aveva dato le spalle al mercato dove l’amore giocava coi gatti e i garzoni sbagliavano mele da addentare. Ma lui aspettava e ogni giorno gettava un bottone nel fossato scrutando confini incerti. Ma nulla accade quando non sai cosa stai aspettando e i bottoni già sovrastano il ponte levatoio.

    Castelli (illustrazione di Giuseppe Lo Bocchiaro)

    I racconti di tre righe
  • 6 commenti a “Castelli”

    1. Torre f7# ,Regina e4+.
      La Regina nera dà scacco schiodando un pezzo nero, che schioda il pezzo bianco che ha parato lo scacco.
      Attraente nella sua complessità.

    2. L’attesa. Penelope, per esempio. Aspettava Ulisse, l’eroe che stava in guerra. Penelope è paziente ed aspetta anni ed anni. Ho sempre pensato a quell’altra chiave di lettura. Ulisse mette dieci anni a tornare a casa perchè in realtà non desidera tornarci. Anzi, di sicuro Ulisse parte per la guerra perchè non si trova bene a casa sua e questo perchè non è in buoni rapporti con la moglie. Ulisse secondo me non è un bravaccio, un bellicista….al contrario è un uomo prudente, saggio e avveduto. Approfitta dell’occasione della guerra per partire e dunque sfuggire a sua moglie. Se poi torna è solo per pietà, per non deludere un’attesa così lunga. E’ una storia banale, che capita tutti i giorni.

    3. Speriamo che nel fossato non ci siano pure i coccodrilli!
      I miei complimenti quotidiani!

    4. @manuelo: Oh come è facile(tutti i giorni ) trasformarsi da Calipso in Penelope!!!

    5. aspettando appesa nel nulla, alla fine mi sono dimessa..

    6. OT
      valentì, non ci siamo…non era nelle tue dimissioni che speravo! 😉
      aspettando di rileggeti presto…………..

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