Tu-mori, vita mea
Quando la spesa sanitaria rappresenta, da sola, i due terzi del rispettabile bilancio regionale (23-25 miliardi di euro), viene da pensare che se, per assurdo, i siciliani godessero improvvisamente tutti assieme di buona salute, tanti dipendenti, funzionari, dirigenti, professionisti(, tangentisti), fornitori ed imprenditori del settore sanitario, pubblico o privato, avrebbero davvero un grosso problema.
Ovviamente, non penso ad un inconfessabile complotto di tutti costoro perché le malattie non regrediscano, ma semmai si diffondano sempre più: bastano le nostre cattive abitudini di vita e l’invecchiamento della popolazione a garantire che i budget della sanità crescano di anno in anno.
Il vero problema è semmai, come al solito, quello della mancanza di una corretta informazione: si parla di tutto, soprattutto di tante banalità, mentre non si mettono nel giusto risalto cose così importanti per la nostra salute come quelle che riguardano la qualità dell’aria che respiriamo o dell’acqua che beviamo o del cibo che mangiamo e questo perché, probabilmente, queste informazioni potrebbero “disturbare la nostra spensieratezza” di consumatori suggestionabili dalla pubblicità in TV, la più ascoltata fonte di informazione e di nuovi stili di vita che conosciamo in Italia. Continua »
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