Paolo Borsellino a La Storia siamo noi stasera su Rai Due
Stasera alle 23:30 su Rai Due la puntata de La Storia siamo noi sarà dedicata a Paolo Borsellino. All’interno della puntata è contenuto anche il documentario 57 giorni a Palermo – La scorta di Borsellino di Paola Fagnani.
La stampa ha parlato in questi giorni dell’intervista contenuta in cui Agnese Borsellino si è detta disposta a perdonare gli assassini se confesseranno e aiuteranno a ricostruire gli eventi del 19 luglio 1992.
Ieri sera ho visto la puntata.
Ho rivisto le immagini dei funerali di Giovanni Falcone, della moglie, di Paolo Borsellino, degli uomini di scorta. E mi sono emozionato ascoltanto il racconto fatto dai familiari.
Così come mi sono emozionato allora.
Con la voce di Rosaria Schifani.
Con la folla che cercava di colpire Mancino e Scalfaro.
La folla, le persone che chiedevano giustizia, verità.
Dove sono adesso quei palermitani? questa città ha ancora bisogno di loro.
Dove SIAMO adesso?
Possibile che trasmissioni del genere vadano in onda in terza serata? Dirigenti RAI, vergogna! Il caso Saviano insegna: parlare di malavita, anche in prina serata, fa ascolto, visto che è solo quello che vi interessa!
La puntata non è inedita, poichè è già stata trasmessa il 19 luglio su Rai Storia in prima serata.
@filippo solo per precisare nn era mancino con scalfaro ma l’allora capo della polizia parisi.erano gli stessi poliziotti con i cittadini che protestavano perchè non si era fatto di tutto per proteggere Borsellino e i Suoi uomini di scorta nn proteggendo ad esempio con il divieto di sosta la casa della madre del Giudice.Parisi credo si dimise e poco dopo morì .Ieri sera mi sono commossa e è stata una bellissima trasmissione sopratutto perchè di questi uomini che hanno perso la vita facendo il loro lavoro nn se ne parla mai.Un plauso alla sig.ra Borsellino che ha reso questo omaggio agli angeli del Marito
Mi scuso per l’errore su Mancino.
si, ricordo che furono gli stessi poliziotti a protestare vigorosamente (lo hanno ricordato anche in quella trasmissione) con altri poliziotti che nel cuore erano a fianco dei loro colleghi, ma il dovere imponeva loro di proteggere le alte cariche dello stato.
Il mio intervento però aveva un altro scopo. Mi sono emozionato non soltanto per la morte dei magistrati e degli agenti di scorta, ma anche per la reazione della città, per la rabbia che finalemte veniva fuori, per il desiderio di giustizia urlato in piazza. Ma ora mi chiedo dove siano quelle persone. Viviamo sempre sull’onda delle emozioni ma, passata la fase acuta, si rientra nella normalità. La nostra normalità. Fatta di talmente tante anormalità da rendere normale l’anormale.