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martedì 19 nov
  • Come ridurre la spesa sanitaria e vivere meglio

    Se prevenire, oltre ad essere meglio, costa anche meno del curare, una strada per ridurre il costo della spesa sanitaria potrebbe essere semplicemente quello di virare con decisione la relativa politica verso l’obiettivo della prevenzione. Ne guadagnerebbe, conseguentemente, il benessere generale della popolazione i cui cattivi stili di vita non verrebbero più finanziati acriticamente, a pie’ di lista, dal sistema sanitario. Le garanzie costituzionali sulla salute dei cittadini potrebbero essere così salvaguardate in termini di benessere individuale, più che in termini di diritto alle cure mediche. Basterebbe far passare il concetto di diligente manutenzione che usiamo con le autovetture: ci sono i tagliandi consigliati dalle case produttrici e i bollini e le revisioni imposte dalle leggi e dai regolamenti. Ogni fascia d’età dovrebbe avere l’obbligo di effettuare dei controlli obbligatori da riportare sul chip della propria tessera sanitaria regionale: chi si sottraesse a tale obbligo, si vedrebbe accollato in seguito una maggior quota del costo delle cure, dall’eventuale perdita di esenzioni a salire. E non si tratterebbe di effettuare semplicemente dei controlli, ma anche di attenersi diligentemente alle prescrizioni sugli stili di vita che concorrono al manifestarsi di determinate patologie: obesità, fumo, abuso di alcolici, ecc. Verrebbe così incentivata una condotta più virtuosa e responsabile, rimuovendo l’erronea idea di una libertà individuale svincolata dalla responsabilità circa il suo uso (e dalla certezza che paga poi sempre Pantalone). Con tutto il rispetto per il dolore di amici e familiari, quando scorgo ai cigli delle nostre strade improvvisate lapide commemorative di inconfessate imprudenze alla guida, penso sempre con speranza alla selezione darwiniana di una popolazione con un idiota in meno in giro.

    Sicilia
  • 9 commenti a “Come ridurre la spesa sanitaria e vivere meglio”

    1. concordo che alla stragrande maggior parte delle lapidi di marmo in città corrispondono altrettanti giovani idioti in meno in circolazione. Quelli, spesso, l’eliminazione fisica se la cercano con avidità.
      Sulla politica della prevenzione, il lavoro è molto piu’ duro, perchè culturalmente nessuno è messo peggio di noi siciliani. Culturalmente non ci appartiene la prevenzione. Dovrei immaginarmi un assessore alla sanità che istituisca check up obbligatori per tutti con i dati registrati nella tessera sanitaria. Ottimo metodo. Ma nordico come concetto, non credo che nessuna iniziativa del genere possa partire dal mondo della sanità siciliana. Lo posso sperare, ma conoscendo la classe sanitaria e quella politica governante, non credo ci siano tanti speranze di puntare sulla prevenzione come strategia per ridurre la spesa sanitaria.
      Ma se sei d’accordo possiamo fare massa critica, in qualche modo, su questa tua idea validissima. Parliamone.

    2. Sono d’accordissimo con questo tipo di prevenzione, soltanto cosi’ si possono evitare piaghe sociali come il diabete, malattie polmonari da fumo, obesita’ (ma cosa mangiano i nostri bambini? cosa c’è dentro le tanto pubblicizzate merendine?)-
      E cosi’ di seguito le visite cardiologiche, i check up dentistici ect., e sarei d’accordo anche per esami di sangue e urina obbligatori e mensili per coloro i quali hanno avuto problemi alla guida o peggio ancora hanno provocato incidenti.

    3. Le persone non sanno quando si ammaleranno, nè di cosa.
      A causa di questa mancanza di informazioni, si tende a sottostimare la quota di risparmi da mettere da parte per poter, in futuro, far fronte ad una malattia.
      Per evitare di trovarci di fronte al dramma di non poter pagare delle spese per cure mediche, lo stato ci offre una specie di assicurazione obbligatoria sulle malattie.
      Così come le assicurazioni private richiedono ai fumatori un premio più alto perchè maggiore è il rischio che si ammalino, lo stato dovrebbe fare lo stesso con la sua assicurazione obbligatoria.
      Ed in effetti, ad esempio, le accise sulle sigarette sono una specie di “premio” supplementare che i fumatori pagano per il maggior rischio di ammalarsi.
      Poichè chi ha maggiore rischio di ammalarsi, non ha nessun interesse a svelare la sua condizione di salute, per non pagare un “premio” maggiore, credo che sarebbe opportuno introdurre dei controlli periodici, sia per aiutare lo stato a studiare meccanismi di disincentivo di comportamenti dannosi per la salute, sia per evitare che a pagare questi comportamenti siano individui che fanno scelte non dannose.
      La vera sfida all’introduzione di questo sistema è quella etica, e consiste nel non considerare questi dati dopo che la malattia si è verificata.
      Dal regno unito, ad esempio, giungono proposte di riservare corsie degli ospedali ai non fumatori o ai non obesi, per dare la precedenza agli altri.
      Fare distinzioni tra comportamenti “volontari” e “non volontari”, significa inevitabilmente creare malati di “serie A” e di “serie B”.
      Non si tratta di difendere la libertà individuale, ma di capire se è eticamente giusto che uno stato consideri un fumatore, un obeso o un alcolizzato un malato di “serie B”.
      Quanto volontario è l’atto del fumare, ad esempio?
      Sebbene sui pacchi di sigarette sia scritto a chiare lettere che il fumo uccide, la gente fuma.
      In genere si inizia a fumare per “motivi sociali”, e si continua per dipendenza.
      Quanto volontaria è l’azione di mangiare un gelato da parte di un malato di colesterolo?
      Il malato sà che il gelato fà male, eppure lo mangia.
      Probabilmente, più che per esercitare una libertà individuale, svincolata dalla responsabilità circa il suo uso, lo fà perchè è un idiota.
      Sarebbe giusto considerarlo un malato di “serie b” per questo?
      Essere idioti e non capire che non si deve fumare o mangiare gelato non è una “malattia”?
      In base a cosa lo stato può discriminare i comportamenti volontari da quelli non volontari?
      Non si può mettere in discussione la garanzia costituzionale di diritto alle cure mediche.
      A meno che non vogliamo considerarci tutti degli automi perfettissimi, in grado di tenere in perfetto ordine il nostro corpo – automobile, non si devono utilizzare i dati medici per discriminare i malati dopo che la malattia si è manifestata.
      Favorevolissimo all’introduzione di disincentivi prima che la malattia si manifesti, ma spero di non entrare mai in un ospedale dopo aver mangiato un gelato ed esser considerato un malato si “serie b”.
      Solo perchè sono idiota e non una persona affetta da qualche tipo di allergia, giusto per fare un esempio.

    4. “Con tutto il rispetto per il dolore di amici e familiari, quando scorgo ai cigli delle nostre strade improvvisate lapide commemorative di inconfessate imprudenze alla guida, penso sempre con speranza alla selezione darwiniana di una popolazione con un idiota in meno in giro.”
      .
      ti auguro che la selezione darwiniana non colpisca mai qualcuno della tua famiglia, magari anche il quel caso si potrebbe affermare che ci sono meno idioti in giro…questioni di DNA a geni ereditari….

    5. E geni ereditari

    6. Donato, e meno male che lo scrivi “Con tutto il rispetto per il dolore di amici e familiari” 😀 .
      A dire il vero, se si deve fare assolutamente una selezione (a cominciare da quel che resta di darwin-minuscolo) se ne dovrebbero eliminare circa 6 miliardi, perché grazie al cielo e a chi ha creato la vita, una buona dose di idiozia ce l’abbiamo tutti, e chi ha creato la vita, appunto, ha avuto l’idea geniale di mettere in ogni uomo il buco del culo, espressione massima dell’idiozia e del ridicolo come posizione e cattive sensazioni non solo olfattiche. Sai, Luigi Pirandello, grande genio com’era, era ossessionato da questa faccenda e dalla ridicola posizione, al di là delle etichette che vorrebbero darsi certi snob – soprattutto gli snob, e penso a tutti gli snob, a nessuno in particolare – per mascherare la faccenda e l’attitudine ridicola, talmente ossessionato che ne ha scritto nelle sue opere, in particolare “ma non è una cosa seria”.

    7. Sono piuttosto d’accordo con l’idea generale del post. Non so se poi l’abbiano fatto, ma in Inghilterra era in discussione una norma in base alla quale chi si presentava al servizio sanitario per problemi di obesità o di danni dal fumo non avrebbe avuto priorità.

      Personalmente sarei favorevole a norme del genere: se arrivano al pronto soccorso due feriti da incidente, ad es in motocicletta, con pari lesioni, se uno dei due non portava il casco dovrebbe essere curato per secondo.

    8. Credo che la selezione darwiniana venga fatta prima.
      Peccato che simili incidenti di percorso non l’abbiano avuto certi spermatozoi , permettendo la nascita di certi idioti……………………………………,
      ma, abbandoniamo questa speranza !

    9. Coniugare meritocrazia e solidarietà penso che debba rappresentare la risposta moderna a tali questioni di politica sanitaria.
      E’ giusto dare a tutti pari opportunità, ma non necessiariamente pari prestazioni appitattite verso i comportamenti individuali meno responsabili. Una cosa è una malattia di cui non si ha responsabilità perchè dipendente da fattori ereditari, ecc. altra cosa è una malattia causata da irresponsabilità verso se stessi. La solidarietà porterà a offrire comunque cure per tutti, ma il merito deve essere premiato, altrimenti non saranno adeguatamente incentivati i comportamenti più virtuosi, vantaggiosi non solo alla salute dell’individuo, ma anche alle finanze dell’intera società.
      Non bisogna essere ipocriti o buonisti sapendo che negli ospedali si fa ormai economia su tutto!

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