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martedì 19 nov
  • “Myface, mybook, mysocial network” per la nuova campagna dell’Università

    Sono in circolazione i manifesti della nuova campagna per l’immatricolazione dell’Università di Palermo (l’iscrizione ai test d’accesso va fatta entro il 24 agosto).

    L’Università mi sembra sulla buona strada per una comunicazione rinnovata dopo l’avvio del progetto UniverCittà, voluto da Roberto Lagalla e diretto da Gianfranco Marrone, che vuole avvicinare l’Ateneo alla città. Ne sentiremo ancora parlare. 😉

    Dopo la campagna per il 5×1000 (che a me non era piaciuta) e UniverCittà inFestival (di cui questo blog è media partner) si fa l’occhiolino a facebook con tre soggetti: una studentessa, un laureato (tamil) e una ricercatrice.

    L’agenzia è Feedback.

    Università degli Studi di Palermo - «My face, my book, mysocial network»

    Università degli Studi di Palermo - «My face, my book, mysocial network»

    Università degli Studi di Palermo - «My face, my book, mysocial network»

    Palermo
  • 57 commenti a ““Myface, mybook, mysocial network” per la nuova campagna dell’Università”

    1. Datemi pure del retrogrado, però penso che in tempi come questi di gravi ristrettezze economiche sarebbe più opportuno destinare le poche risorse disponibili esclusivamente alla ricerca e alla didattica.
      Chi già frequenta o intende frequentare l’università non credo abbia bisogno di questo tipo di pubblicità.

    2. Concordo con Fabrix.

    3. e questa è una bella pubblicità?

      a parte Antonella Cammisa nel layout in alto…
      non vedo nulla di carino.

      Copy: inesistente e banale.

      Visual: evidenziatore.
      Visibilità Logo ( parte istituzionale): nulla.

      e che i semiotici facciano i semiotici.

      e che le pubblicità le facciano i pubblicitari.

      Feedback che organizzi eventi…
      ma cavolo la pubblicità è tutta un’altra cosa.

      Poi sarei curioso… Sono stati fatti dei focus group per misurare il gradimento di questa Adv?
      o come al solito…si fa alla palermitana?

    4. L’unica vera pubblicità l’Ateneo potrebbe farsela scalando le graduatorie sulla qualità in cui attualmente viaggia nelle ultime posizioni (ultima quella del ministero)

    5. Perché affidare il brief a un’azienda esterna quando l’unipa ha un fior fiore di corso in comunicazione pubblicitaria?
      Su quali mezzi andrà questa campagna?

    6. questa pubblicità vende… cosa?

      in questa pubblicità non colgo ciò che e’ stato posto in risalto negli ultimi tempi:

      che la ns. università è mediocre
      che alla ns. universotà sono stati toldi dei fondi perchè investe male (male!? .. peggio!!) nella ricerca

      quanti mmillioni sono stati spesi per questa pubblicità che, concordando con gli altri, potevano essere investiti per l’ateneo?

      @pollo… feedback non ha fatto questa pubblicità perchè era la migliore agenzia destinata a farlo …

    7. L’unica cosa che ho compreso è che le ricercatrici hanno la faccia più “sciaqquata” delle studentesse.

    8. Quello che la pubblicità non dice è che da quest’anno i test di ingresso sono obbligatori per tutti i corsi di laurea, anche quelli senza numero chiuso.
      Il motivo? Perché così ogni studente in fieri è costretto a pagare 45 euro (mi pare) di test di ammissione. E questo costo non è rimborsabile nemmeno per chi ha diritto alla borsa di studio, per quanto ne so.
      In quanto ai semiotici e pubblicitari… Feedback nasce dai corsi universitari in pubblicità, quindi…
      E se è vero che la semiotica è bravissima a spiegare il senso delle cose DOPO che sono state scritte o fatte, si dà il caso che il prof Marrone sia un semiotico di scuola generativa, la quale dovrebbe servire proprio a scegliere il modo migliore per veicolare il senso di ciò che si vuol dire.
      Sarebbe invero ora che i teorici si cimentino con il mondo reale, anche se è semplice, quando sei il committente di te stesso. Vorrei vederlo alle prese con clienti stolidi che insistono perché “sì è carino, ma il verde non si può fare meno verde? tipo arancione, che a mia figlia ci piace tanto l’arancione”

    9. Non voglio entrare nel merito di chi doveva fare questa pubblicità, se feedback o qualsiasi altra agenzia, non m’interessano i perchè e i percome sia stato affidato questo appalto all’agenzia di un “neo” docente presso il corso di laurea in Tecnica Pubblicitaria, si ridurrebbe la discussione sul solito pettegolezzo di “caste”.

      La pubblicità è esteticamente carina, bei volti sorridenti (che non rispecchiano il vero umore degli studenti dell’ateneo palermitano) e colori vivi.
      Ma qual è l’oggetto di questa comunicazione?
      Cosa vuole invitarmi a fare?
      Se è una campagna affissioni, siamo messi male perchè a me (e ad altri) che sono generalmente un osservatore attento (in quanto lavoro in questo ambito) è sembrara una pubblicità della CEPU!!! Soltanto in un secondo momento (perchè ho riconosciuto una mia ex collega universitaria) ho visto che si trattava e nonostante la mia attenzione non ho capito cosa voglia pubblicizzare.
      Devo quotare Fabrix ma non perchè sono il solito insoddisfatto disfattista, ma perchè le statistiche non consentono di accorpare l’università di Palermo (agli ultimissimi posti delle graduatorie europee) ad un social network di successo planetario.
      Ai pubblicitari dico solo che il messaggio (qualora ve ne fosse uno) non è arrivato.

    10. si sta pubblicizzando l’università come social network. Un posto che dovrebbe fare cultura, che dovrebbe sfornare le menti del nuovo millennio, un posto che dovrebbe dare la possibilità di studiare ed essere seguiti dal fior fiore dei cattedratici e invece che fa? Si pubblicizza come social network, cioè vieni a conoscere tanta bella gente, vieni a fare casino, a divertirti… ma stiamo scherzando????
      neanche io entro nel merito dell’affidamento di questo appalto, del resto già quando andavo all’università io l’illustre prof marrone invitava spesso il proprietario di feedback (tale Orlando se non erro) a tenere delle lezioni, evidentemente si è andati oltre. Cmq a me questa pubblicità non piace, mi sa di università poco seria e non mi dice nulla.

    11. Innanzitutto un saluto a tutti, pubblicitari, studenti e non. 😉
      Tutti gli atenei stanno facendo una campagna per l’immatricolazione in questi giorni e ce ne sono di scandalose. Non mi sembra il caso di questa e apprezzo la logica di fondo di apertura alla città che si sta portando avanti con UniverCittà.
      Mi stanco degli attacchi ad personam su cui si va a finire su questo blog quando si parla di cose fatte da persone (è successo con tutti e tre i miei ultimi post…è così difficile rimanere sull’argomento senza attaccare gratuitamente le persone? Pare di sì.) e credo che se qualcuno avesse dei dubbi circostanziati sull’aggiudicazione potrebbe fare una bella denuncia (sono certo che nessuno lo farà…parlare e complottisticamente è facile, agire meno).
      Sfincione respingo con forza l’identificazione tra strumento social network e “vieni a conoscere tanta bella gente, vieni a fare casino, a divertirti…”. Ci sono social network strettamente business come Linkedin, roba più generalista come facebook e altri per l'”acchiappo” come badoo. Internet e i suoi strumenti sono neutri, dipende da come si usano. Se l’energia nucleare si usa per le bombe e per ammazzare la gente è male, se si usa per alimentare gli elettrodomestici è bene.

    12. tony, tu respingerai con forza, ma ti faccio notare che il lettering di questa campagna è lo stesso di facebook (e non venirmi a dire che è un caso) e si parla di social network. se 1+1 fa ancora due l’università di palermo è come facebook, è il my social networ. Bella roba!!!!

    13. Sfincione mi devo essere spiegato male. Facebook NON è soltanto “vieni a conoscere tanta bella gente, vieni a fare casino, a divertirti…”. Io lo uso in gran parte per lavoro, per esempio. Quindi non ci vedo nulla di sacrilego nell’accostare Unipa e facebook. Anzi mi piace.

    14. mi sembrano necessarie alcune precisazioni:
      1) la campagna non è costata nulla all’università, perché sia con feedback sia con space, gestore delle affissioni, l’ateneo sta chiudendo accordi di partnership e di sponsorizzazione.
      2) anche se fosse costata, l’ateneo non avrebbe fatto altro che il suo dovere, ossia un po’ di comunicazione, come appunto fanno tutte le università del mondo, soprattutto in tempo di iscrizioni. pubblicità che, si sa, è prescritta dalla legge 150 sulla conmunicazione pubblica e istituzionale. non farla avrebbe significato incorrere in sanzioni pecuniarie anche sostanziose;
      3) di conseguenza, l’attività di comunicazione non viene fatta al posto di altra attività istituzionale, ma accanto e in sinergia con tutto il resto, a iniziare dalla didattica e dalla ricerca scientifica
      4) sui social network ha già risposto toni, col quale concordo
      5) sugli attacchi personali e le mie capacità professionali e didattiche non ho nulla da dire
      sarebbe bello un incontro pubblico su questi temi, e soprattuto sul senso da dare alle attività comunicative della nostra università. proveremo a organizzarlo, se a qualcuno interessa, per i primi di settembre.
      grazie a tutti

    15. posso dire la mia?
      io trovo la pubblicità carina, fa leva su giochi di parole…e poi se devo dire la mia, l’università è il miglior social network di tutti, molte delle persone che mi sono accanto oggi lì e che per me sono importanti non solo nella vita ma anche nel lavorole ho conosciute , ho studiato tantissimo e ho anche vissuto tanto e mi sono divertita. e ho incontrato persone preziose (prof e colleghi) ho creato contatti e legami. l’università serve anche a quello. poi purtroppo mancano strutture e qualità su molte cose, ma non ci nascondiamo dietro un dito, la mancanza di qualità non è di certo duvuta ai soldi spesi per una pubblicità, quanto ad un sistema in cui i ricercatori spesso sono parenti e figli di.. e in cui non si da peso alla qualità quanto alla restituzione di favori politici. non capisco l’accanimento, visto che le università, grazie al governo attuale, sono diventate simili alle aziende quindi hanno bisogno di pubblicità e comunicazione…è il mondo d’oggi…e nel bene e nel male anche la cultura deve essere “venduta”

    16. Tony, tu usi internet in modo costruttivo, ci lavori e ne capisci. Ma ti assicuro che i 18enni appena diplomati (il target della campagna pubbl.)usano facebook per “cazzeggiare” con gli amici.

    17. Si però perché affidare il brief a un’azienda esterna in partnership quando l’unipa ha un fior fiore di corso in comunicazione pubblicitaria?
      Per quanto riguarda l’aspetto tecnico cosa c’è scritto sulla nuvoletta nera posta in basso a sx? Non sarà tutto un po’ troppo piccolo per un 6×3 in viale regione ad esempio?
      Al di là della paranoia dell’identificazione con facebook, a cui strizza l’occhio, devo ammettere che secondo me funziona.

    18. direi che l’accostamento con i social network può essere visto anche in senso oppositivo, ovvero “il mio social network è un circuito di persone reali, in un luogo fisico, nel quale circolano conoscenza, competenze e relazioni umane e non uno schermo del pc”
      poi non so come la maggior parte di voi si immagina una campagna per promuovere l’università di palermo… pensate forse che basti un manifesto con fondo bianco e la scritta ISCRIVITI?
      Uno dei pregi dell’università palermitana è che, nella buona e nella cattiva sorte, ti stimola a sviluppare contatti umani – anche solo per spirito di sopravvivenza. L’ateneo ha tante, troppe pecche… ma stavolta, con questa campagna ha visto giusto…
      ps: neanche a me piaceva la campagna del 5 x 1000, mi fa piacere che si sia corretto il tiro…

    19. -@simonamelani: esatto il fatto del social network è esattamente quello che intendevo io 🙂

    20. Non male non banale … a parte il dettagli tecnici non di poco conto della proporzione tra la dimensione dei font e l’intero oggetto comunicativo.

    21. Cris confronta un medium come Internet con la tv: è un passo avanti. Verso Internet si è sicuramente meno passivi che con la tv. Il diciottenne che oggi “cazzeggia” domani potrebbe cogliere le potenzialità di business per studio o per lavoro. Per me non è negativo che oggi ci “cazzeggi” se comunque si è avvicinato allo strumento.
      Trovo molto interessante la prospettiva di Gabry e Simona e l’accezione di social network come rete sociale tra persone. Se l’Università si pone come facilitatore del fare rete, specie in Sicilia dove le reti (a parte quelle criminali) spesso sono carenti, sta facendo bene.

    22. Anche a me piace questa pubblicità sia graficamente che concettualmente.
      Innanzitutto quel verde fosforescente e quei faccioni attirano l’attenzione più di tutti gli altri cartelli pubblicitari. Io l’ho inevitabilmente notata entrando in città dall’autostrada. Sara una grafica di base, semplice o obsoleta.. questo non lo so, ma è carina.
      Il concetto che propone poi è azzeccatissimo. Come dice gabry, l’università è luogo di incontri, responsabilità e divertimenti, questi ultimi ancor di più da quest’anno che le triennali saranno una passeggiata con i nuovissimi ordinamenti che sono entrati in vigore.

    23. IL mio parere è sicuramente di parte perchè ( e così rispondo a Totò) il corso di COMUNICAZIONE DI IMPRESA E PUBBLICITA’ I °ANNO dell’Università di Palermo ha fatto il brief per questa campagna: ha ascoltato le esigenze del cliente, ha effettuato analisi, ha abbozzato una pianificazione mezzi …insomma ha attivamente e praticamente lavorato e collaborato con l’agenzia.
      Sarebbe scontato da parte mia quindi dirvi che per me l’idea funziona.

    24. Si ok ma il brief di solito non lo dà il cliente?
      Il corso di comunicazione di impresa è pubblicità ha fatto solo da account e planner? Come mai non c’è stata una partecipazione attiva alla creatività?
      Come mai si è presentata l’esigenza di affidare il grosso della parte creativa all’agenzia? Eppure, mi pare, che gli (stru) menti non mancano.

    25. Con il mio commento volevo riportare le cose alla realtà…facebook per i 18enni che vogliono iscriversi a Unipa è sopratutto “cazzeggio” (non riesco a trovare altre parole). Non sono contro la campagna. Controbattevo a te che parlavi di linkedin e altri social, quando la nuova pubblicità dell’ateneo ricalca palesemente FB.
      In sintesi: io penso che le potenzialità dei social network siano molte, ma non credo che il target a cui la campagna si rivolge sia maturo per coglierle.

    26. Ok Cris, rispetto la tua opinione…non ci stiamo mica sciarriando…si parla. 🙂

    27. @simonamelani: mi dispiace che tu veda come alternativa un’affissione con scritto “iscrivetevi”, le alternative ci sono, basta trovare un concetto forte (cosa che manca completamente in questa campagna).
      prova a guardare questa multisoggetto fatta in brasile, qui c’è un concetto: http://adsoftheworld.com/media/print/uniritter_university_fiodor?size=_original

    28. Da Il Sole 24 ORE (oltre il “vieni a conoscere tanta bella gente, vieni a fare casino, a divertirti…” e il “cazzeggio”): Cercare lavoro: social network ultima frontiera.

    29. si vabè tony, dai.. possiamo dire quello che vogliamo ma un’alta percentuale usa facebook per cazzeggiare, postare foto e farsi nuovi amici.
      Concordo con cris, il target della campagna sono i 18enni e i 18 enni usano i social network per puro cazzeggio, cosa che credo non vada fatta con l’università.
      quanti di voi usano facebook per lavoro? (ora non cominciate con “io lo uso per studiare filosofia, io lo uso per studiare i massimi sistemi, io per scambiare file di lavoro con la sede di kuala lumpur..)

    30. Sfincione la pensiamo in maniera diversa. C’è poco da fare.

    31. Sfinciò scusami ma io non capisco per quale motivo uno non debba usare l’università alla stessa stregua di come usa facebook.
      Pi quale motivo l’accostamento non ti funziona?
      Ma all’università non si può cazzeggiare? si deve obbligatoriamente studiare perché è un luogo serio? Cioè praticamente uno hav’agghiri all’università gia imparanoiato di suo?
      Ma perché all’universita sicci va solo per studiare o per scambiare opinioni? Appunti? Numeri di telefono? Cerco inquilino serio? Giovedì universitario? Oggi a mensa pizza? L’università è un luogo e sulla prosopopea di luogo non luogo Gianfranco Marrone nnì cummogghia di nozzioni fino alla mirudda. Ed è capace che ti fa rifare l’esame. Se a te non piace lo stile, la fattura dell’annuncio è una cosa ma continuare a dire che l’accostamento è sbagliato per il target mi pare un poco esaggerato. Poi fai tu.
      Tra l’altro il concetto di studio, in questo annuncio, è stato espresso in maniera chiara (book)
      Poi non è detto che ci voglia per forza un concetto forte in ogni comunicazione. Mica siamo tutti Oliviero Toscani

    32. Totò all’università non si va solo per studiare o scambiare opinioni, ma dovendo fare una campagna pubblicitaria per un’università io comunicherei la serietà, la professionalità, il corpo docenti, etc.. Anche tu hai studiato comunicazione, conoscerai la reason why, perché dovrei iscrivermi all’università di palermo?
      Dici che all’università non si deve per forza studiare, e allora che ci vai a fare? Scambiare opinioni? Lo puoi fare anche da robinson e non devi pagare le tasse…
      Io vedo l’università come un luogo di studio: tu sei lì per studiare e ANCHE per cazzeggiare e scambiare opinioni.
      Sul fatto che non sia necessario un concetto in ogni comunicazione mi permetto di dissentire, le comunicazione più belle sono quelle che partono da un concetto, da un’idea, il resto sono solo giochi di parole che a me, ripeto a me, non piacciono.
      Il mondo è bello perché è vario e perché FORTUNATAMENTE non siamo tutti oliviero toscani…

    33. @sfincione: francamente la campagna in inglese di un ateneo brasiliano di un banalmente illustrissimo scrittore russo di un paio di secoli fa, incidentalmente laureato in ingegneria, non mi pare affatto riuscita. A meno che il messaggio forte non sia l’inutilità degli studi medesimi. Inoltre trovo la grafica un po’ lugubre.

    34. mi è saltato un “con la faccia” tra “ateneo brasiliano” e “banalmente illustrissimo”… In qualche modo è colpa di Unipa… 😉

    35. Sfincione personalmente io all’università cazzegiando mi sono laureato.
      E non ci ho messo neppure tanto. Non ho mai visto l’università come un luogo accademico dove lì ci sono i professori e dall’altra parte gli studenti. Ho sempre interagito e mi sono confrontato con i docenti e i ricercatori a volte in maniera aspra anche al di fuori degli esami.
      Per fortuna sono stato capito forse perché ho sempre considerato l’università come un luogo di inter-scambio, come una rete sociale di contatti che andavano al di là delle mura di piazza Florio o via Aquileia.
      L’Università per me questo è.
      Poi a volte si andava tutti insieme da Robinson.
      Prestigio, serietà, professionalità e corpo docenti non sono mai stati i miei parametri per valutare la preparazione che l’università mi ha dato al mondo del lavoro.
      Ma forse sono stato solamente fortunato. O forse ho capito cosa è in realtà un’università.
      Poi io ho insistito su concetto forte e non sul concetto in sé.
      È chiaro che tutto parte da un’idea di base e questa idea non è male.
      Per quanto riguarda la reason why secondo me se ti dovresti iscrivere a UNIPA perché si condividono problemi, speranze, sogni, inc#late, perché ci si può relazionare tra pari.
      Poi se in realtà non è così è un altro paio di maniche.

    36. Non sono tra quelli di facebook, non mi vedrete mai li (chissà, mai dire mai) ma è innegabile che con facebook possiamo farci ciò che ci pare, anche lavorare. L’utilità dell’università a parte il titolo a coronamento è nel metodo intellettuale che si apprende (si spera) di cui la componente relazionale, la condivisione delle informazioni o di una parte di esse è fondamentale, secondo me. Il rimando semantico al webdue ci sta tutto, perché è la modalità relazionale preferita tra i 18enni non troppo conoscenti e direi anche tra gli intimi, a parte l’ovvia necessità di attrarre quante più matricole è possibile che, faccio notare, per essere produttive per l’università devono iscriversi almeno al secondo anno altrimenti il ministero penalizza l’ateneo. Sulla declinazione del prodotto di comunicazione in questione sul mezzo stampa per affissione ho qualche riserva perché la percezione della componente informativa non è immediata come quella suggestiva, andava meglio adattata ai diversi media.

    37. @Totò. Abbiamo preso parte anche alla creatività, dal brainstorming fino alla verifica dell’idea creativa.
      In pratica ci è stata data la possibilità di agire come “un agenzia” , cioè anche noi eravamo divisi per reparti. Per il resto ti dico che è vero che abbiamo delle belle MENTI ma quanto agli strumenti ci sono due precisazioni da fare:
      Se per strumenti intendi vere e proprie competenze io direi che stanno provando a fornircele nel nostro percorso formativo e quindi le stiamo acquisendo.
      Se per “strumenti” intendiamo spazi e mezzi ovvero strutture/laboratori attrezzati, efficienti a tal punto da fare da soli l’agenzia di noi stessi (Università per Università) mi sembra che ancora, ahimè, manchino nell’Ateneo. Puntualizzato questo credo sia normale affidarsi a dei professionisti della comunicazione, che non solo sanno fare ma hanno anche mezzi e disponibilità a “fare”.
      @Sfincione.
      Il target non è solo quello dei 18enni, ma è più esteso. Ad esempio comprende coloro che si iscrivono alle specialistiche. Da come parli non credo di doverti spiegare cosa sono i decisori e a chi potrebbe essere trasversalmente rivolta la campagna.

    38. Ripeto a me ricorda le campagne della CEPU il che non è certo positivo per UNIPA, inutile discutere sulla grafica, sul copy, sul colore… in ogni forum sulla grafica pubblicitaria si discute ore ed ore sulla bellezza di una campagna o viceversa sulla sua bruttezza. E’ facile criticare.
      Però a me mi ricorda tanto
      “MARIO ROSSI, studente CEPU”.
      Spero soltanto che realizzare questa campagna abbia coinvolto, divertito ed insegnato tanto agli studenti che hanno partecipato, lavorare su casi concreti è sicuramente più stimolante che lavorare solo teoricamente o su progetti inventati.

    39. Ok ho capito. I mezzi li ha messi Feedback e il resto voi.
      Allora sicuramente Tony Siino distrattamente ha sbagliato a non citare anche voi insieme a Feedback.

    40. …. io come Bill Gates (sorrido), non riesco a legarmi a facebook perche’ quando entro vedo la pagina con tutte le cazzeggiate degli amici e addirittura mi confondo per quante cose dovrei vedere, leggere e a quanti gruppi ed eventi dovrei partecipare.

      personalmente lo ritengo un ottimo strumento commerciale .. e non sono di certo il solo.

      … io come Bill Gates ritengo facebook una “perdita di tempo”.

      saluti e baci

    41. @ CristinaComD’Impr: che i mezzi in ateneo non ci siano non sò … siete sicuri?

    42. Sto con Sfincione quando scrive “dovendo fare una campagna pubblicitaria per un’università io comunicherei la serietà, la professionalità, il corpo docenti, etc..”

      Date un’occhiata a questa pagina di presentazione e ditemi se vi fanno venire voglia di iscrivervi per fare social network: http://www.harvard.edu/ 🙂

    43. ma qualcuno vuole parlare dello scandalo vero….45 euro per fare un esame di ammissione???
      l’hanno pagata con questi denari la campagna?boh…

    44. Xcaso è troppo faticoso leggere i commenti, vero? 🙂

    45. Al di là del prodotto pubblicitario, io trovo carina l’idea di volere spostare l’attenzione dei ragazzi dal
      campo virtuale a quello reale, e con un sorriso così invitante !
      Forse i ragazzi oggi hanno bisogno di essere accompagnati nelle loro scelte, comunicando alla loro maniera.
      Questo può farli sentire più vicini al mondo adulto e un po’ più serio.

    46. Avete tutti ragione, però continuo a pensare che la pubblicità migliore per un Ateneo sia quella di far conoscere i risultati concreti ottenuti nella ricerca e nella didattica, magari “presentati” da un laureato appunto dell’università di Palermo che, anche in virtù della preparazione ricevuta in facoltà, abbia raggiunto una posizione culturale, imprenditoriale e sociale di una certa rilevanza (escluso quella politica, naturalmente….).
      Ci sarà pure qualcuno con queste caratteristiche, no?

    47. La campagna sul 5×1000 era assolutamente sbagliata, qui si vuole recuperare mettendo gli studenti al posto del rettore, ma le buone intenzioni si fermano con una realizzazione mediocre. Si facciano dei bandi di gara piuttosto, sono certo che gli studenti di Tecnica Pubblicitaria e quelli di altre facoltà faranno molto meglio, e a costi inferiori…!

    48. Andrea dai commenti si è saputo che la campagna non è costata nulla all’Università.

    49. @ andrea
      la campagna è stata fatta in collaborazione con gli studenti e come detto da Gianfranco Marrone a costo zero, o quasi, per via di accordi di partership. A parole tutti avrebbero fatto meglio, non penso che questa campagna faccia aumentare le iscrizioni all’uni ne tantomeno che le faccia precipitare. Non penso si raccoglierà un feedback se non quello del polverone sollevato qui e altrove. Che l’università sia un luogo per creare reti sociali “reali” non v’è dubbio, che bisogna preferire un libro ad uno schermo è un punto di vista, che bisopgna affrettarsi ad iscriversi per gli esami d’ammissione (obbligatori adesso per tutte le facoltà) non si evince chiaramente, che Antonella (collaboratrice in feedback e studentessa di laurea specialistica) sia carina è inopinabile, che anche l’università di palermo accoglie un meltin pot di culture ed etnie (lo studente tamil) potrebbe essere vero, che i colori fluò, simili ai cartelloni del circo orfei, attirino l’attenzione è possibile. Detto questo se non hanno speso una lira e gli studenti hanno potuto fare questa esperienza è inutile stare a coltivare insane invidie della serie “io l’avrei fatta meglio” – “l’università del Burundi ha una pubblicità che spacca i c***”, non serve a nulla,al meglio e al peggio non c’è mai fine. ^__^

    50. Sarebbe stata carina una campagna basata sui risultati ottenuti in università, tipo “250 brevetti commerciali registrati nel 2008” o “78% di laureati unipa assunti a tempo indeterminato entro 6 mesi” o anche solo “2500 pubblicazioni scientifiche internazionali nei primi 6 mesi del 2009”.
      O magari puntare sui servizi offerti, dall’immatricolazione online al wifi gratuito nel campus, alla registrazione degli esami in tempo reale su libretto elettronico (ahem…).
      Probabilmente, causa la scarsa disponibilità di dati statistici o per evitare il confronto con atenei più blasonati, si è scelto di puntare sull’aspetto sociale.
      E si è abbassato il livello comunicativo per incrociare un target da “Grande Fratello X” o Facebookiano che dir si voglia.
      Non è detto che sia stato un errore. E’ stata una scelta operativa, dettata dall’esigenza di colpire una certa fascia d’età in maniera il più possibile massiccia.
      Un po’ come quando – e rimarrà per sempre nella mia memoria – per pubblicizzare una vendita rateale senza interessi e colpire la fascia della popolazione che più poteva rimanere colpita da una simile offerta – pubblicarono qualche anno fa l’annuncio della vendita “Attasso Zero”.
      Ancora rido…

    51. tanto meglio, se gli spazi sono offerti dai concessionari a costo zero, tanto vale organizzare dei concorsi tra studenti, investendo sui giovani. Poi se il risultato non convince, Feedback sia…

    52. Non saranno brevetti, non saranno pubblicazioni scientifiche, non saranno nemmeno generatori eolici messi su un tetto di Cambridge, Mass., ma magari può valere che aziende – padane, certo – richiedano i contatti dei nostri neolaureati direttamente a docenti e segreterie. Ovviamente parlo del mio piccolo orticello, ma chissà…

    53. aggiungo soltanto che, vista la mia ormai nota poca voglia di credere alle fatine volanti, non mi è chiaro, comunque, cosa voglia dire “non e’ costata un euro, ma è oggetto di futuri progetti & partnership” …. sembra che tutto sia a costo zero, ma da qualche parte, un giorno, uscira’ fuori una cosa costosissima.
      chi vivrà, vedra’.

    54. visto il grande interesse che, in questo dibattito come in altre sedi, la problematica della comunicazione d’ateneo sta suscitando, vi invito tutti quanti a un incontro pubblico su questi temi, che provvederò a organizzare i primi di settembre. chiederò a toni siino di darne notizia su rosalio non appena individueremo la data e il luogo. grazie a tutti. gm

    55. Tipica mentalità italiana considerare tutto ciò che è vicino all’informatica una perdita di tempo.
      Se le nostre aziende rimangono indietro e non riescono a competere non ci lamentiamo.
      All’estero e aziende virtuali che si appoggiano a facebook ed altri programmi tipo skype per lavorare sono una realtà.
      L’informatica si occupa del trattamento automatizzato delle informazioni, poi sta ad ogniuno di noi utilizzare queste info.
      Su facebook posso cercare un locale per stasera come gli appunti di economia aziendale che mi mancano, chiedendo ai miei colleghi.
      Chissà che facendo il gruppo ufficiale dell’unipa su facebook non si possa avere un nuovo canale di comunicazione tra uni e studenti, da aggiungere alla mailing list.

      Ben venga lo svecchiamento dell’università con l’accostamento a facebook.

    56. […] propria opinione sulla comunicazione d’Ateneo riprendendo uno spunto nato nei commenti di un post su Rosalio a […]

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