Una brochure su NH Hoteles definisce la Sicilia “culla di Cosa nostra”
Una brochure relativa alla catena alberghiera spagnola NH Hoteles, che ha rilevato alcuni hotel anche in Sicilia (tra cui il Jolly a Palermo), riporta in un articolo in tedesco e inglese il seguente passaggio: «Sicilia. Il triangolo nel Mediterraneo, culla di Cosa nostra». La brochure sarebbe stata stampata anni fa sotto il precedente management in Germania e le copie circolanti saranno ritirate.
Politici e imprenditori hanno rilasciato dichiarazioni un cui stigmatizzano la frase.
La Repubblica ne parla in un articolo di Antonio Fraschilla e di Massimo Lorello.
AGGIORNAMENTO n.1: il Codacons ha annunciato azioni legali per il risarcimento dei danni d’immagine e alcuni deputati presenteranno un’interrogazione parlamentare.
AGGIORNAMENTO n.2: l’amministratore delegato della filiale italiana ha inviato una lettera di scuse al presidente della Regione.
Perchè? Non è vero?
Ad ogni modo, casualmente ne parlavo proprio oggi a pranzo con una mia collega finlandese… per loro la mafia è qualcosa di esotico… di affascinante.
Certo, finchè è associata a coppola e lupara, e a Don Vito Corleone come dargli torto… resta il fatto che bisogna sempre valutare il contesto e la cultura di chi scrive e di chi legge…
Che poi la mafia sia quella orribile piaga, “cosa nostra” che ha ucciso una moltitudine di innocenti, magistrati e forze dell’ordine, che spesso renda impossibile la vita a un’intera popolazione e che essa si sia radicata nella popolazione per secoli… è il resto della storia, che nelle guide non c’è, ma che c’è sui giornali.
Detto questo chi può affermare il contrario?
“Sicilia. Il triangolo nel Mediterraneo, culla di Cosa nostra». L’enunciato, anche se ermetico e riduttivo, esprime una verità incontrovertibile.
O per noi associare “mafia” a “Sicilia” è ancora Tabù?
Ho alloggiato in un NH la scorsa settimana.
Da Palermitano (la maiuscola non è un errore) ho mandato una e-mail di fuoco alla NH chiedendo scuse e spiegazioni.
Scusa “Cammarata-non parente” ma non condivido che associare “mafia” e “Sicilia” sia lecito benchè sgradevole, dato che è solo una manifestazione con una specifica denominazione di un fenomeno ben più vasto e complesso (politico e mondiale). Inoltre farci del folkore sopra è come fare una bella brochure su Roma o Milano con visita ai luoghi dove le BR uccisero o in Spagna in visita ai luoghi delle stragi dell’ETA …. solo cattivo gusto….
Nel mentre, per tutti i siciliani onesti che volessero “sollecitare” la NH a rimediare alla colossale gaffe eccovi i recapiti:
Numero gratuito da: Germania, Belgio, Francia, Irlanda, Paesi Bassi, Portogallo, Svizzera e Regno Unito.
+800 0115 0116
Numero gratuito dall´Italia
800 01 77 03
La NH non mette indirizzi e-mail a disposizione (se qualcuno li trova li posti per favore)
Il depliant pubblicitario di una multinazionale alberghiera che offre i suoi clienti soggiorni in Sicilia “culla della mafia” ha fatto incazzare un sacco di gente. Alcune incazzature sembrano vere, altre sono posticce, altre ancora sono proteste che sembrano vere e proprie conferme. Non dobbiamo stupirci anche se continuiamo a scandalizzarci. Sicilia “culla della mafia” è il sentire comune di gran parte dell’elettorato di centro-destra leghista e padano. Gran parte dell’elettorato del PD e parte di quello della sinistra radicale condivide il giudizio del centro destra ed al massimo esprime qualche timida perplessità-Aberrazioni giungono anche da un grande quotidiano liberal come Repubblica che, parlando della scarsa presenza di criminalità rom in Sicilia ebbe ad affermare “niuru cu niuri nun tinci!” (nero con nero non tinge: non c’è criminalità rom perchè i siciliani sono criminali e quindi….) Tuttore c’è una robusta corrente “culturalista” che attribuisce la mafia alla cultura dei siciliani e la sua eventuale sconfitta ad un cambiamento culturale piuttosto che ad uno sdradicamento del potere mafioso dallo Stato come pensiamo altri specialmente dopo la conferma dellla trattativa sul “papello” di Totò Riina. Argomento principe per non realizzare il Ponte sullo Stretto è quello di non foraggiare la mafia con investimenti colossali.Bisogna dire che la Regione Siciliana non fa molto per lottare questo terribile pregiudizio contro i siciliani dal momento che Cuffaro è stato espressione di una borghesia che se non è mafiosa in proprio tuttavia ha avuto ed ha rapporti ambigui, di contiguità e addirittura di collaborazione con la mafia. Insomma la tipicizzazione della intera popolazione siciliana intrisa di mafia ed in fondo in fondo mafiosa viene data per scontata e non si fa quasi nulla per fare prevalere la verità nonostante l’opera davvero meritoria di persone come il Prof.Lupo o il giudice Scarpinato e tanti tanti altri…
Bisogna tuttavia considerare la scelta del depliant degli albergatori da un altro punto di vista, quello della società capitalistica che riduce tutto a merce e ne fa un ingrediente di marketing. La mafia diventa componente del consumo turistico, una vacanza in un ambiente che evoca i personaggi di una vicenda che è una sorta di saga di tante “famiglie”, la storia del loro potere, dell’alternarsi della fortuna. La mafia è un colorante fortissimo capace di tingere una vacanza in riva al mare di un qualcosa che ha a che fare con un mondo di superuomini tipo il “padrino” di Puzo e non di efferati e agghiaccianti assassini capaci di strangolare un bambino e poi di squagliarlo in una botte di acido.
Bisognerebbe pubblicare un libro di tutti i crimini mafiosi, delle tantissime vittime che non sono soltanto Falcone e Borsellino ma centinaia e centinaia di persone che racconti anche come ed a quale prezzo tanti siciliani hanno combattuto e continuano a combattere anche se non è chiara la posizione dello Stato e del suo governo. Un libro che dica basta alla teoria etnico culturalista.
pietroancona@tin.it
http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/cronaca/sicilia-depliant/replica-hn/replica-hn.html
Cosa non si fà per vendere…
Purtroppo il connubbio Sicilia-mafia sarà difficile da superare. Ricordo diversi anni fà, mi trovavo su un treno in Francia. Cercando di comunicare alla meno peggio con la mia vicina di posto, quando sentì che ero siciliana mi disse “Sicilia…PUM PUM!”(con tanto di mimica con pollice e indice a formare una pistola!). Ovviamente “PUM PUM” era il rumore degli spari!
Evidentemente questa associazione è davvero radicata…
Scusate, cercavo di vedere il problema da lontano, da dove sono io, dall’estero.
Il più istruttivo libro su “cosa nostra” casualmente è stato scritto da un “forestiero”, un tale inglese, john Dickie… “Cosa Nostra, Storia della Mafia Siciliana” ed. Laterza 2004 (titolo originale: “Cosa nostra, A History of the Sicilian Mafia”).
Nella prefazione, o da qualche parte nelle note sull’autore, si diceva che questo era il primo libro “scientifico ed autorevole” scritto sul fenomeno che non fosse stato scritto da un siciliano.
Uno che poteva tranquillamente giocare sul titolo e parafrasarlo in “Cosa loro”…. ora che ci rifletto.
Questa particolarità ha un vantaggio… che è da ritenere tale proprio perchè supportato dall’assoluto valore antropologico del saggio: l’obiettività.
Un libro dove non si tende a giustificare il fenomeno, nè tanto meno a giustificare i siciliani in toto, riconoscendo che come ci sono i mafiosi, ci sono pure le vittime e ci sono anche gli eroi.
Ora, secondo me, fare un passo indietro, ed osservare obiettivamente il problema, non significa rinnegare che esista una buona parte della popolazione che non ha (niente?) a che fare con “qualcosa che è loro”, ma significa che è qualcosa, indubbiamente un malessere, che riguarda tutti, perchè tutti ne sono convolti in qualità di “mafiosi” (sicuramente una minoranza), di “vittime” – e lo siamo tutti (visto che l’immagine dell’Isola oltre che alla forma triangolare e alla sua posizione nel mediterraneo è associata a quella parola “cosa nostra”) – e di “eroi” (e lo dovremmo essere tutti…).
E allora, cerchiamo di affrontare il problema con più serietà, dimostriamo che la fierezza sicula riesce a fare i conti con gli stereotipi, smentendoli con i fatti, accogliendo al meglio il turista… e indigniamoci per cose più serie, invece di inneggiare ad autonomie regionali di cui fra l’altro già godiamo essendo regione a statuto speciale (sempre se questa dicitura non serva semplicemente per equiparare lo stipendio di un “senatore” dell’ARS a quella di un Senatore della Repubblica)
Per il resto la guida riferiva quanto segue: “Sicilia. Il triangolo nel Mediterraneo, culla di Cosa nostra”.
Dov’è che dice che “tutti i siciliani sono mafiosi?”
Come dire che su una brochure di hotels tedeschi leggi: germania, culla del nazismo, o ancora sugli stati uniti, culla del terrorismo islamico. A chi interessa? Soprattutto c’è ancora chi crede che la mafia sia un fenomeno solo siciliano-italiano? Davvero piccolini e poveri di idee questi di NH Hoteles!
Sissi…qui si parla di “culla”…ovvero origine..non possiamo negare in modo scientifico che la guida contenga frasi proocatori e allo stesso tempo ragionevoli. Siamo la culla della mafia§§? Sì…facciamocene una ragione. Esiste anche un museo sulla mafia a Corleone…A me crea più problemi che l’assessore ai beni culturali Nino Strano (sì, quello della mortadella) risponda così: «Spagna, terra dell’Eta e delle bombe sui turisti». Una frase che dimostra la sua totale ignoranza stoirica, geografica e, per l’appunto, culturale…
vorra dire che siamo la culla della camorra, della ndrangheta e della sacra corona unita, o di una a scelta tranne la mafia…
E’un’associazione facilissima quella mafia-sicilia ed in questo caso anche molo stupida..ma dobbiamo essere onesti: qui non si fa nulla per smentire la nomea che abbbiamo nel mondo.
Poche storie quindi, per il mondo siamo mafiosi, facciamo un pò di sana autocritica e rimbocchiamoci le maniche per cambiare davvero le cose..altro che manifestazioni finte e finti impegni antimafia..
Purtroppo, dato che il fenomeno mafioso NON ha avuto origine nel Lazio, Puglia, Basilicata, Campania, Lombardia, Friuli etc etc, bensì in SICILIA… non vedo come e dove ci siano gli estremi per un risarcimento per danno di immagine. Certo magari la sicilia è anche la culla di Pirandello e Totò Schillaci, ma con tutto il rispetto per questi ultimi, la mafia gode di ben più ampia popolarità.
Francamente non capisco tutto questo bailamme su di una affermazione non contestabile in alcun modo da nessuno.
E dirò di più: se un turista viene in sicilia ANCHE per visitare i luoghi delle stragi mafiose e degli omicidi illustri… ben venga. Fanno parte della nostra storia e non dovremmo affatto vergognarcene. Inoltre se pure arrivano più turisti per questo motivo piuttosto che per il mare, il sole, la natura ed i monumenti… dovremmo forse rimandarli indietro?
La mafia è così famosa perché nell’immaginario collettivo è ancora inquadrata come una serie affascinante di regole, di usanze, di protocolli, di atteggiamenti che ormai non ha più da tempo ma che nondimeno risultano ancor oggi interessanti ed affascinanti.
E non dimentichiamo poi il gusto del macabro che ci contraddistingue tutti. Dal rallentare per vedere se ci sono morti nell’incidente sull’altra corsia di marcia alle gite guidate a vedere dove i nazisti cremavano gli ebrei, alle piazze dove ghigliottinavano i nobili o a quelle dove bruciavano gli eretici… persino Pompei ed Ercolano sono più famose per gli esseri umani calcificati nella cenere piuttosto che per i mosaici.
Inutile scandalizzarsi se qualcuno scrive in una brochure che siamo la culla della mafia e lo fa per attrarre clienti.
Commenti da piangere. Se lo stereotipo è entrato nella testa dei siciliani, non c’è più niente da fare.
Qualcuno mi spieghi perché la Calabria non è la terra della Ndrangheta e poi ne riparliamo.
Oggi Cosa Nostra è in netto declino. Le “mafie” cinesi o colombiane ci fanno un baffo. Eppure questa Italia ha venduto nel mondo un’immagine infamante solo per noi siciliani. Che c’entra dire che la mafia esiste? E allora? Intanto esiste dal 1860 (e facciamo finta di non capire) e poi rappresenta solo una piccola parte della società siciliana, che ha rappresentato un’egemonia culturale e politica tra i primi anni ’60 e gli anni ’90 del XX secolo, gli anni “d’oro” di Cosa Nostra, poi è entrata, fortunatamente, in crisi. Se ce ne vogliamo sbarazzare definitivamente, anche per rispetto ai morti di mafia, che sono quasi tutti siciliani, non culliamoci pure noi in questi stereotipi e minacciamo di non fare affari con chi li coltiva (è il migliore deterrente).
Se oggi l’immagine radicata è questa, si fa in fretta a cambiarla. Nessuno ha la memoria storica così lunga nel mondo. Non sono i fatti di cronaca (veri) che hanno creato quest’immagine, ma la cinematografia italiana (falsa), contro la quale dovremmo costituire un vero e proprio osservatorio che fa causa ad ogni affermazione fuori luogo. L’altro giorno in un film per ragazzi sui Flinstones, i gangster venivano fatti parlare con accento siculo, e csì nel cartone animato shark tales e così via.
Da lì deriva tutto. Lo so che vi scandalizzerete, ma è così. Tenetevi la….puppù in faccia se volete. Io e spero milioni di siciliani onesti, non lo accettiamo.
Sono pienamente d’accordo con Massimo. Solo con l’unione del 1861 quattro malavitosi che gana di lavorare non ne avevano hanno preso il comando di intere comunità con la violenza facendo il gioco degli invasori piemontesi con la speranza di una maggiore libertà di movimento grazie alla complicità degli “italiani”, visto che erano costantemente bersagliati e sottoposti alla repressione della polizia duosiciliana. Il risultato di questa complicità lo abbiamo ancora sotto gli occhi nei nostri giorni: Provenzano latitante oltre 40 anni a casa sua.
In quanto alla NH Hotels, facevano più figura con “culla del Mediterraneo”.
Mafia è solo uno dei tanti nomi che si può dare ad un comportamento violento di carattere intimante. Un tipo di violenza riscontrabile in diverse parti del mondo, da Napoli a Marsiglia, da Barcellona a Tokyo ecc..
Continuo dal mio post precedente…
Quoto e condivido: “Mafia è solo uno dei tanti nomi che si può dare ad un comportamento violento di carattere intimante. Un tipo di violenza riscontrabile in diverse parti del mondo, da Napoli a Marsiglia, da Barcellona a Tokyo ecc..”
Per questo ritengo ridicola la definizione usata da NH Hotels, riquoto e ricondivido:
“Germania, culla del nazismo e dell’Olocausto”
“Calabria, culla della ‘ndrangheta”
“Puglia, culla della sacra corono unita”
“Milano, culla del terrorismo rosso stragista”
“Napoli, culla della camorra”
potrei continuare per ore… ma non mi sembra divertente. Non mi sembra “politically correct” utilizzare certe cose per fini promozionali.
Sulla popolarità… beh direi che da Falcone e Borsellino, a Guttuso, a Pirandello, a Sciascia (etc. per un paio d’ore) non mi sembra che i personaggi positivi ne abbiano carenza come ha scritto qualcuno…
D’accordissimo con Marco. Abbiamo mille nomi di siciliani che hanno fatto storia in positivo.Oltre i nomi già elencati il nostro orgoglio ha i nomi di Bellini,Luigi Capuana, Verga, Quasimodo, Bufalino ma anche Battiato, Angelo Musco, Leo Gullotta, Turi Ferro. Facciamo un esercizio per noi stessi ed elenchiamo tutti i siciliani che ci riempiono(…loro si!) di onore. Rimbocchiamoci le maniche e portiamo loro come esempio di riscatto, così da far intitolare diversamente la prossima brochure!!
Ad essere precisi, storicamente, la culla della mafia è la Conca d’oro, il resto della Sicilia dovrebbe chiedere i danni… cmq, simili informazioni sono contenuti in ogni guida turistica straniera che conosca. L’unica stranezza per me è che la catena alberghiera abbia pensato che questo potesse incentivare il turismo, ho conosciuto alcuni stranieri bacchettoni che titubavano a venire a Palermo perchè la consideravano una città violenta…
Che schifo, come si fa a decantare un crimine ?
Si può fare la Fiera del Nero,o nazionale o europea, ed ogni città o paese partecipante può esporre il suo prodotto criminale, vediamo chi attira più turisti.
Ovviamente con le brochure in tema.
ok, allora affronto la cosa dalla parte commerciale…
Sicuramente il copywriter NH non pensava che questo ci facesse incazzare… ripeto, la mia collega finlandese con cui ne parlavo casualmente poco prima di leggere la notizia, mi diceva proprio che per chi è straniero e non capisce, vede solo la parte romanzate ed esotica.
Se NH avesse saputo che il nostro orgoglio di persone perbene (in parteauto assolventi) ci avrebbe reso così permalosi e che, soprattutto, l’avremmo letto pure noi dando ci tutto sto peso (perchè evidentemente consideriamo l’argomento ancora come tabu), sicuramente non l’avrebbe scritto.
Vivendo all’estero capisco che il problema viene vissuto in maniera diversa che da noi… ed il target del volantino non eravamo noi, anche perchè se dobbiamo iniziare a spiegare il fenomeno mafia, sarebbe riduttiva qualsiasi frase come piace a noi, ci vorrebbe la Treccani, ed in un pieghevole A4 3 ante difficilmente c’entrerebbe.
Quindi relax e indigniamoci per chi ogni giorno, sotto gli occhi di tutti si comporta da mafioso e non è certo fotogrnico come Christopher Lambert in Giuliano il Siciliano… altra pellicola che ha contribuito al farci “ammirare” all’estero.
Da piccolo mi giustificavo con la frase: “Non l’ho fatto apposta!”… ecco anche NH direbbe lo stesso.
La cosa fra l’altro mi puzza molto di “senso di colpa” represso, molto represso… quando riusciremo ad essere obiettivi?
Chiedo scusa per gli errori di battitura e le virgole sputacchiate un po’ a caso… scrittura d’impulso.
Non scherziamo con le cose serie. La Sicilia è culla della civiltà europea. Se Vincenzo Cammarata pensa che dobbiamo a tutti i costi venderci come isola della mafia per fare soldi in qualche modo voglio sperare che sia una posizione isolata.
Poi l’idea stessa che qualunque operazione di marketing vada bene non mi convince. C’è un patrimonio immateriale di ogni popolo che si chiama “dignità”. Fatichiamo ogni giorno a costruirlo, molti di noi hanno scelto di vivere in Sicilia e di non emigrare. La dignità non è in vendita. Almeno la mia. La Sicilia non vive di mafia. Almeno non io. E su questa storia dell’immagine sarebbe bene che le istituzioni si attivassero seriamente.
Chi ti dice, Vincenzo, che ci indignamo solo per questo e lasciamo correre il resto?
Ognuno può parlare solo per sé. E oggettivamente un depliant razzista, qualunque sia il target, e qualunque sia il popolo vittima del razzismo, va semplicemente ritirato.
@Nicola Pizzolato
Quali sono queste fonti che ti raccontano che la culla della mafia è la Conca d’oro sarebbe interessante saperlo…. credo che risulti solo a te.
@Vincenzo Cammarata
Scusami, sembri una persona molto preparata, disponibile al dialogo, sensata, (capace di scusarsi e questo è un pregio immenso dal mio punto di vista) ma a mio personale giudizio soffri della sindrome dell’emigrante.
Ho parenti ed amici che lavorano all’estero da una vita (non a caso definiti “cervelli in fuga”… anche intervistati dalle testate giornalistiche per questo) che soffrono della tua stessa sindrome ed andando fuori diventano ipercritici verso la nostra terra che di problemi ne ha milioni, ma di pregi altrettanti. E mentre nel mondo chi ha i nostri stessi problemi (di numero, anche se di tipo differente) si racconta come il più bello della terra e lo stesso fanno i suoi emigranti, noi (ed i nostri emigranti) stiamo lì a denigrare in modo assurdo, anziche vantare i nostri pregi e lavorare per eliminare i problemi.
Nessun tabù (almeno da parte mia) ma il rifiuto che qualcuno (a maggior ragione non siciliano) si permetta di utilizzare in modo folkloristico e peggio ancora per i propri fini commerciali, un argomento che è significato la morte per decine di SICILIANI (tutto maiuscolo) onesti e coraggiosi. E’ solo voglia di rispetto, niente altro.
Non so se lo fai già o se magari lo farai in futuro, ma mi auguro che quando parli con la tua collega finlandese l’argomento principale (ribadisco non per tabù) possa essere quanto è bello il mare di Mondello, come sono meravigliosi i mosaici della Cappella Palatina, che eccezionale pittore era Guttuso, che scrittore di livello era Bufalino, che magistrati coraggiosi erano Falcone e Borsellino ed infine e purtroppo che fenomeno pessimo è la mafia…. così per me è il modo giusto di parlarne…
Ricevo dalla NH Hotels e pubblico (con piacere):
In primo luogo, desideriamo ringraziarla per averci fatto pervenire i suoi commenti.
Siamo venuti a conoscenza con stupore e disappunto di quanto riferito nell’articolo di Repubblica.
Innanzitutto NH Hoteles si scusa per i contenuti del depliant in questione, che è già stato ritirato dalla circolazione. Vogliamo poi precisare quanto segue:
-Il depliant in oggetto è stato realizzato oltre cinque anni fa da una direzione marketing che per ovvie ragioni è stata sostituita ed è opera della Business Unit Germania.
-Elenca,a riprova di ciò e come pubblicato da Repubblica,una lunga serie di Hotel che non fanno più’ parte della catena.
-Si e’ trattato,probabilmente,di una carenza di controllo del management tedesco, fatto deprecabile ma possibile in una grande struttura multinazionale.
-NH Hoteles è profondamente impegnata in Sicilia con ben nove alberghi tra cui nomi prestigiosi come il Grand Hotel Timeo e il Villa Sant’Andrea di Taormina.
-La Compagnia sta investendo cospicuamente nell’isola nel grande progetto del Resort di Donnafugata a Ragusa.
Un’altra volta la preghiamo di accettare le nostre scuse più sincere.
Grazie, Marco e grazie anche a te Massimo perchè ad ogni modo, la discussione è interessante…
@Massimo… c’è la sindrome dell’emigrante (che dice che fuori tutto è bello e la propria terra fa schifo ed è tutto arretrato) e c’è la sindrome di chi resta e orgogliosamente non riesce a vedere le cose obiettivamente, dall’esterno…
Io non credo di appartenere alla prima categoria che citi tu: L’APT di Palermo e l’Assessorato al turismo della Regione Siciliana dovrebbero riconoscermi un compenso mensile per tutte le persone che, grazie al fatto di aver incontrato un siciliano innamorato della propria terra come me, sono venute a scoprire l’Isola… ed ogni volta che le accompagno spiego la splendida campagna di Addio Pizzo, che la mafia esiste ancora, ma che esistono giovani e cittadini che la combattono quotidianamente…
Io sono un Siciliano “expa” d'”alto mare” così, come qualcuno ci definisce in contrapposizione a quelli “di scoglio”… E tutti quei “cervelli – nel mio caso cervelletto – in fuga” che stando fuori scoprono ancora di più quanto di meglio hanno lasciato a casa, quanto avevano sotto gli occhi, le infinite potenzialità della Sicilia e, purtroppo anche le opportunità perse…
@ Marco
Sono contento che NH ha risposto, vuol dire che sono intelligenti… e che il loro piccolo “crisis management” sia efficace.
Aneddoto 🙂
Una cosa che ha fatto male pure a me, ma che mi ha fatto riflettere su come i tedeschi maggiormente vedano avvolta da questa allure romantica la parola “mafia”,
l’ho avuto ad un matrimonio:
Estate 2008, Chiesa della Magione, Palermo.
Matrimonio trilingue, Lei Palermitana, Lui Berlinese con parenti Francesi e Tedeschi…
Omelia in 3 lingue… Prete Berlinese che parlava tutte e tre le lingue:
Ad un certo punto agli invitati “stranieri”, illustrò le bellezze della Sicilia: Taormina, Segesta, Agrigento, Siragusa, Cefalù, le influenze teutoniche e normanne… e la mafia…
Così, tranquillamente, come fosse una cosa tipica…
La mia naturale reazione è stata quella di dire: “sì, allora in Germania c’è Berlino, Monaco, la Foresta Nera… e poi ricordiamo naturalmente i fasti del Nazismo… i campi di concentramento etc..”
Come vedete anche io ho un minimo d’orgoglio e dignità.
Purtroppo, i pregiudizi ci sono, i tabu, nazionali o regionali esistono… e ogni popolo, per motivi, culturali e d’ignoranza (nel senso letterale del termine) vede le cose in maniera diversa di come la vivono gli “indigeni”.
Io da poco ho scoperto la fotografia come linguaggio per raccontare e in questo modo, essere un po’ meno culturalmente “ignorante”… ho imparato a viaggiare, ripartendo dalla Sicilia, partecipando ad una cosa chiamata “Scuola del Viaggio” http://www.scuoladelviaggio.it (ve la consiglio) che si è tenuta per due anni di fila a Marsala e che quest’anno si sposta a Salemi. Ai miei compagni di viaggio, per la maggior parte del nord, interessava molto l’argomento “mafia”, ed allora ho iniziato a raccontare e spiegare, passando dai miei ricordi delle stragi, della Primavera di Palermo fino all’impegno delle associazioni anti pizzo etc…
Tutti i turisti verranno sempre con un loro pregiudizio… è naturale. Ecco, possiamo iniziare cercando di spiegare e raccontare. Le persone intelligenti, capiranno e s’innamoreranno (com’è sempre successo) della Sicilia per le sue bellezze e il suo fascino, e avranno imparato qualcosa in più su di noi e su come alla parloma “mafia” la maggior parte della popolazione sia fiera di nateporre il suffisso “anti-“.
Buon Ferragosto a tutti…
e domani finalmente scendo pure io 😉
tanto clamore per nulla…
Ma voi immaginate che sia una cervellotica operazione di marketing? Qualche idiota pubblicizza il territorio dove ha una decina di hotels come seme della malavita?
Mah…se così fosse sarebbero dei dementi, non certo degli strateghi di marketing.
Stiamo parlando, da quel che si legge nella cronaca e nei comunicati stampa, di una specie di errore/orrore, non di una cosciente azione che specula…e poi cosa dovrebbe speculare in questo caso?
Più che al territorio hanno fatto male a loro stessi, facendo un autogol (che per definizione é involontario…).
Trovo francamente ridicolo il clamore e molti commenti che si indignano, protestano, alzano la voce, cercano il modo di fare danno a questi che si sono giù sparati su un piede…
Per non parlare delle reazioni dei politici, che cavolo di commenti…che razza di modo é?
Da una parte una gaffe orrenda e dall’altra una consapevole offesa ad una nazione. Se la Renault dicesse per sbaglio che la Sicilia é un posto dove rubano le loro macchine che farebbero i nostri politici, insulterebbero la Francia dicendo che i francesi non si puliscono il culo perché non hanno il bidet? (scusando l’espressione ma é difficile raggiungere lo stesso livello dei nostri politici).
Che razza di modo é insultare la Spagna perché qualche deficiente che si sarà già preso un calcio in culo ha scritto quella demenzialità in Germania?
Il caso non credo esista oltre le scuse e la cattiva pubblicità che si é fatta NH, esistono invece tutte le cose oscene e ragionate che ne sono scaturite, specie dai nostri politici e dai dementi che si esaltano ascoltando certe reazioni idiote…
Perdiamo anche gli spagnoli, che ci danno lezioni di turismo da 6-0 / 6-0 neanche fosse tennis…
lo strano controbattere dell’assessore regionale al turismo dà la giusta dimensione dei politici di casa nostra, inqualificabile.
Siamo la culla della mafia? purtroppo un’origine doveva pur averla un fenomeno che fa leva sul potere e la prevaricazione, è toccata a noi siciliani, qualcuno dice solo palermitani. Siamo anche la culla di chi riesce a sorbirsi 12-14 ore di lavoro quotidiano per tirare avanti la propria baracca costruita con sacrificio, orgoglio, che sarà, si povera, ma niente ha che spartire con la mafia e mai ne avrà.
Quando si pretende di fare informazione bisognerebbe essere informati!
1. ETA non è un movimento indipendista spagnolo, ma del PAese Basco, l’ultima colinia europea divisa tra Sapgna e Francia.
2. In Sicilia la mafia c’è eccome! Ho dovuto vivere a Palermo…ma anche nel resto d’Italia non si può negare che abbia esteso i suoi tentacoli…
3. Da 5 anni vivo nella capitale del Paese Basco e Cosa Nostra NON è COMPARABILE con ETA.
Gora Euskadi Askatuta!!
COME HA SPIEGATO L’AMMINISTRATORE DELEGATO PER L’ITALIA DI NH HOTELES, SI è TRATTATO DI UN’AZIENDA ESTERNA AD NH HOTELES, CHE IN MANCANZA DI UN ADEGUATO CONTROLLO DI MANAGEMENT E’ RIUSCITA A COMBINARE TUTTO STO GRAN CASINO. . . IN OGNI CASO, SPERO TANTO CHE NH RIESCA A VENDERE I TANTI HOTELS IN MANAGEMENT DELLA SICILIA, STRUTTURE STUPENDE, MA PERSONALE CAPACE(FORSE) DI LAVORARE IN UNA GROTTA…E QUINDI è MEGLIO CHE RIMANGANO a C A S A !!
Nhemployee utilizzare il maiuscolo così equivale a urlare.