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lunedì 23 dic
  • Riflessioni dal lago…

    Torno raramente ormai a Palermo perché la pace del lago di Piana è proprio una lagodipendenza, ieri però passando da EXPA per prendere dei documenti ho avuto l’ennesima conferma che il mondo giri proprio al contrario.
    La corte su cui si aprono gli ingressi della galleria, oggetto del contendere nei confronti del vicinato, nel periodo d’oro Kals’art o durante la Biennale di Venezia era un vero e proprio salotto culturale, sede di eventi, conferenze, musica, presentazioni di libri, con divani, luci artistiche, candele e quant’altro di meglio ci fosse per allestire uno spazio esterno, compreso purtroppo il brusio, ma oggi, seppur area pedonale, “qualcuno” l’ha trasformata in un parcheggio abusivo di sera ed in un ricettacolo di immondizia, compreso gatto morto in decomposizione, di giorno.

    Corte di EXPA con gatto morto

    Della pausa di EXPA e del suo trasferimento estivo sul lago di Piana degli Albanesi a STAZIONELAGO perché obbligata ad una chiusura anticommerciale alle 23 (magari avessimo gli orari dell’Olivella), nessuno in città se ne rammarica più di tanto…l’importante è che al palermitano non si tolga mai una gelateria per una brioche ai gelsi…della cultura chi se ne frega!
    Oggi un gatto morto accoglie i turisti che nelle guide di tutto il mondo leggono di EXPA…ed io ho la nausea.
    Riva lago con il mio inseparabile MacBook medito se sia il mondo a girare al contrario o se sia io ad andare contromano.
    Saluti allagati.

    Palermo
  • 37 commenti a “Riflessioni dal lago…”

    1. ma qualche domanda oltre la presunzione ve la siete mai posta?
      queste posizioni di omniscenza sono quelle che francamente hanno dato di voi molto fastidio. EXPA e Palab sono due idee incredibili che non hanno saputo trovare gli strumenti e le azioni, che hanno saputo vivere di eventi ma non di normalità, che hanno mischiato il voler fare cultura con il voler fare pub, ma è possibile che sia tutta solo colpa degli altri? forse si, può essere. Ma qualche considerazione autocritica no? Puo essere che a non funzionare sia stata solo la gente della città?

    2. “complimenti” per la sensibilità nel fotografare il povero gattino morto….

    3. standing ovation per flayer. E giù le mani dalla brioche con gelsi! Anche se alcuni forse preferiscono il cono concettuale cugnitture e panna.

    4. @Flayer: Se si confrontano le situazioni attuali e pregresse, dove adesso c’è un gatto morto prima c’era cultura (seppur rumorosa)… e gli autoctoni preferiscono l’attuale… direi che a non funzionare sia la gente della città.

    5. E vorrei aggiungere che se adesso al posto di Expa aprisse l’ennesima succursale di Ganci e figli, aperta h24, nessuno avrebbe da ridire…

    6. è indubbiamente un peccato che la cultura a Palermo non riesca a farsi protagonista della vita quotidiana cittadina.
      E’ da rabbia non vivere eventi culturali promossi dall’amministrazione comunale con periodicità e costanza.
      E’ stressante non offrire ai turisti un immagine diversa e piu’ gradevole di quella che diamo con il nulla piu’ assoluto.
      Ma un discorso diverso va fatto per la scheggia impazzita “Expa”.

      Palermo e i suoi numerosi operatori culturali stanno soffrendo – in maniera masochistica – di una mancanza di spazi dove “fare” e “offrire” prodotti culturali.
      Ci sono tanti immobili comunali con vocazione culturale ed artistica (oggi: Cantieri Zisa, ex Deposito S.Erasmo – domani: Ex Chimica Arenella, etc.), ma come ben sappiamo non esiste un “regolamento comunale per l’assegnazione per gli spazi pubblici” ad operatori culturali che ne fanno richiesta. Come non esiste ancora oggi un “regolamento comunale che regoli la gestione delle attività culturali sovvenzionate con fondi comunali”.
      Si comprende molto facilmente come in assenza di strumenti istituzionali democratici, quali questi regolamenti (vigenti invece in numerose città italiane), l’affidamento di uno spazio comunale ad Expa, Palab, Montevergini o altro soggetto risulta molto stridente con quella voglia di molti operatori di fare cultura e con quella voglia di questi operatori di avere a disposizione spazi come quelli che “fortunatamente” avete ottenuto voi. Ma non tutti sono fortunati.
      Ora mi domando (=perchè nei giornali non c’era traccia, ne’ manifestazioni sono state organizzate in merito), …..oltre te, quante centinaia o migliaia di persone si lamentano di quel gatto morto o di quel posteggio abusivo ? 😉
      Non si vuole dire che quello che è stato prodotto da Expa e Palab sia un prodotto di scadente qualità, ma bisogna inquadrare le vicende di assegnazione dei relativi spazi pubblici in un contesto molto vasto a livello cittadino.
      Compreso cio’ si metabolizzerà piu’ facilmente l’ondata di critiche nei confronti delle vicende Expa che sempre si muove, quando un operatore di questa Associazione decide di scrivere sul triste declino dell’esperienza di via Alloro (astio dei vicini, ordinanze comunali, posteggio abusivo e oggi: gatto morto putrescente offerto alla visione dei turisti).

      Sono fottutamente convinto che se in questa Palermo si fosse operato in un atmosfera di maggiore democrazia nelle procedure di assegnazione di spazi pubblici ai soggetti richiedenti, sarebbe nata in maniera spontanea una solidarieta da “cultural critical mass”, una massa critica degli operatori culturali che uniti una rete di condivisione di valori etici comuni, avrebbe affiancato Expa nella sua attività di difesa del suo operato, almeno nei confronti delle ordinanze comunali penalizzanti l’attività dell’Associazione negli ultimi tempi.
      Naturalmente l’assenza di regole giova principalmente all’amministrazione pubblica che puo’ decidere di assegnare, in piena libertà e senza rispetto di criteri oggettivi e condivisi (quanto meno da qualche riunione deglio operatori culturali e infine dal consiglio comunale), gli spazi pubblici e nello stesso tempo risulta essere una strategia vincente che assicura la frammentarietà e la non solidarietà tra gli operatori culturali. E gli operatori culturali continuano a non capire o a non voler capire.
      Purtroppo quello che non si riesce ancora a comprendere in questa città (dopo decenni degli stessi errori) è che fino a quando i soggetti decidono di andare da soli, non potranno mai contare sulla solidarietà dei propri simili!
      E questo postulato è anche applicabile ad altri settori della vita civile di Palermo, non solo alla cultura ed ai suoi operatori.
      Questo commento non è ne’ di rabbia, nè di astio nei confronti di Expa, come sovente accade nei blog e su Rosalio in precedenza.
      E’ un commento che fa un analisi fredda, da parte di un soggetto che non è nemmeno un soggetto produttore di cultura, nè operatore addetto, ma che è solo un fruitore di cultura e un attento osservatore delle dinamiche, spesso complesse e sempre perverse, della nostra città.
      Fino a quando in questa città si andrà da soli, frammentati e in cerca solo degli individuali interessi, non si riuscirà a far emergere Palermo dal proprio torpore culturale e non si riuscirà ad attirare quell’attenzione nazionale ed internazionale che potrebbe giovare ad ogni individuo cittadino e non solo agli operatori della cultura.
      L’obbiettivo è fare gruppo compatto (anche con le sue normali diversità all’interno) e dotandosi di un codice etico condiviso, interfacciarsi in maniera propositiva nei confronti degli enti pubblici.
      Mi auguro che da domani mattina si possa agire in maniera diversa, ma l’isolazionismo caratteriale palermitano (quello anglosassone fa sorridere in confronto), in netto contrasto con gli stereotipi di socialità e amicalità locali, e i recenti tentativi falliti di fare squadra tra gli operatori culturali (questo inverno alle riunioni presso il Montevergini) non mi fanno prefigurare affatto nulla di buono per il futuro prossimo. Ma vorrei tanto sbagliare!!
      P.S.: il cibo e la brioche con il gelato non potra’ mai essere estirpata da Palermo, la produzione culturale molto probabilmente si. Dipende solo da tutti noi, insieme pero’.

    7. L’illusione alla base del vostro progetto cozza con la realtà territoriale sempre contromano.

    8. caro flayer
      di autocritica mi nutro da tanti anni…ma in questo caso è fuori luogo, è di animali che voglio parlare…gatti morti al posto di leoni della biennale, tutto il resto oggi non conta.
      grazie isaia.

    9. buoniiii i cornetti caldiiiiiiiii!!!!!! A me piacciono sia alla nutella che alla crema gialla. Alterno biennalmente. Cioè: due anni alla nutella, due alla crema gialla. Ma perché ce l’avete così tanto con la gastronomia palermitana? per voi sapienti con l’ombrellino in cartapesta è il metro di paragone per sancire il dislivello culturale tra voi e la plebaglia? No perché, con tutto il rispetto, 4 tavolini e 2 fotografie appiccicate al muro io (e me ne scuso) non mi sono mai sentito dentro la factory.

    10. ……..scusa ti aspettavi qualcosa di diverso?? Benvenuto a Palermo caro mio….Una Città che consente che attraverso un parco naturale passino le auto (La Favorita), una Città ostaggio perenne dei commercianti che non può chiudere uno dei centri storici più belli, una Città che non ha una struttura in grado di ricevere cani abbandonati, una Città che ha come consiglieri Faraone e Greco…..andiamo su…..ti aspettavi che desse un occhio di riguardo alla cultura???

    11. se non c’erano consiglieri come Faraone e Greco passava l’aumento della TARSU e l’aumento dell’IRPEF.
      Quindi da cittadino palermitano che paga le tasse regolarmente dico meno male che ci sono stati Faraone e Greco.
      😉

    12. Per michele p.:

      Invece di parlare dei consiglieri comunali dell’opposizione che poco possono fare perchè non si parla mai del sindaco e della sua città cool (che vede solo lui)?

    13. @marco
      sottoscrivo molte delle tue riflessioni, compreso la necessità di un bando per l’assegnazione degli spazi, ma ribadisco che sia EXPA che PALAB pagano un canone mensile al comune di Palermo e non godono di alcun tipo di finanziamento annuale pubblico o privato, solo autoproduzione.
      non apriamo però una discussione in merito alle concessioni già fatto da repubblica con molti omissis che si parli solo di fauna panormita o di brioche o di cornetti…o ancora che si vada a deporre un fiore al capezzale di quel povero gatto!

    14. ma quale capezzale non lo vedi che è per terra? e cmq guarda che quella è una ricercatissima opera concettuale di un artista emergente. Rba da biennale! Deliziosa! (certo, nulla a che vedere con la tesi di laurea di un popolare cantautore…)

    15. @GGG:
      faraone e greco sono del pd e del pdl

    16. @wonderful
      ma certo tutto è arte.
      nb. per completezza di informazione la tesi a cui ti riferisci faceva parte della mostra “le città creative” a cura di maurizio carta in cui si presentavano gli studi pluriennali su 6 città creative a cura di 6 giovani ricercatori palermitani + l’outsider baglioni.

    17. Purtroppo, a prescindere dalle modalita’ poco trasparenti con cui a Palermo e in tutto il meridione opera la Pubblica Amministrazione (quindi anche nell’assegnazione dei locali), bisogna riconoscere che al degrado non c’e’ fine in questa citta’, e il senso civico non e’ una virtu’ che i cittadini, anche quelli che ci rappresentano delle istituzioni, apprendono dalla sera alla mattina.
      @ marcodisalco: ho apprezzato molto il tuo intervento, dovrei parlarti in privato se possibile, potresti darmi la tua email o il tuo contatto facebook?

    18. No, no. Questa è bella.
      La colpa di Palermo invasa dalla munnizza e senza cultura adesso sarebbe di Faraone (capogruppo dell’opposizione al Comune) e di Greco (della sponda di Miccichè).
      Pivetti, ha forse preso troppo sole al Telimar? Scusi chi è al comando di Palazzo delle Aquile da sette anni e passa oramai. Non sono forse suoi amici? O il suo partito non ammette critiche al suo interno? (come il vostro leader maximo, tra l’altro) e la colpa è sempre dei komunisti con la cappa?

    19. p.s> @ marcodisalco: ti do il mio indirizzo email: marcolobue1@hotmail.it, se ci sei batti un colpo!

    20. Michele P. sei fortissimo, stavolta ti sei superato! Persino Eugène Jonesco ti puo’ fare … un baffo; pure dalla tomba.

    21. Marcolobue la prossima volta scrivi a me per entrare in contatto con qualcuno. Potrebbero non interessare a tutti i tuoi messaggi nei commenti. Grazie.

    22. Di Cara mi devi scusare, non ce l’ho con te, ma più guardo questa foto e più mi rendo conto che questa è forse la prima opera d’arte che vedo all’Expa. Anzi sai che ti dico? Più tardi vado a vederla 😀 (se hai qualche scatto magari un po’ più riuscito io ci farei una bella mostra con outsider hmmm………. Cat Stevens?).

    23. Piena solidarietà a chiunque, nel bene e nel male, porta avanti temi ed attività culturali in questo deserto palermitano.
      Anche se i metodi e i risultati possono essere diversi e criticabili, non oserei mettere i discussione neanche il kalsart in questo momento dove il nulla regna sovrano.
      Il panorama culturale palermitano è a dir poco desolante, e chiunque abbia il coraggio di mettere in moto una qualsiasi iniziativa merita profondo rispetto.
      Concordo perfettamente con MARCODISALCO per le osservazioni sulle dinamiche organizzative dei luoghi di cultura a palermo e dei suoi operatori. Ma non è giusto a mio avviso gettare merda su EXPA che da anni cerca di portare alcune ventate di ossigeno culturale a Palermo. Anche se i metodi possono essere discutibili e criticabili, come è giusto che sia ogni cosa, in questo momento qualsiasi espressione di fermento merita a mio avviso profondo rispetto e appoggio.
      Si può sempre fare di meglio, ma la qualità si raggiunge solo quando ci si può confrontare con diverse esperienze, cercando di evolversi con il tempo.
      Massimo rispetto per tutti coloro che lavorano e cercano di portare avanti qualcosa di pro-positivo.

    24. Diciamo che anche se si fa cultura nn si può pensare che
      la gente smetta di dormire.

      La cultura di Expa era una cultura specchio di parte, simbolo di amicizie degli amici degli amici, e l’assegnazione deglu spazi idem

      mi sembra come il discorso della Foccaceria San Francesco e la mafia…la gente nn ci va più perchè si mangia uno schifo

    25. @woderful
      ok tutti a vedere il gatto..organizziamo il “gat’art”…mi piace.
      @alfiomazz
      l’amico dell’amico degli amici è fuori da ogni finanziamento…dovrei rivedere un pò le mie amicizie.
      stiamo attenti a parlare della focacceria con superficialità..ricordo a tutti che conticello ha alzato il dito contro l’estortore…
      @skip
      grazie. anche se non so a cosa ti riferisci per “metodi discutibili” ma ci può stare che non piaccia a tutti la nostra programmazione

    26. TIZIANO HAI L’APPGGIO DI TUTTI NOI!

    27. se come affermi, “sottoscrivi molte delle riflessioni di Marco Di Salvo, compresa la necessità di un bando per l’assegnazione degli spazi”, …
      allora viene spontaneo chiedersi perchè avete accettato e condiviso l’affidamento dello spazio Expa sulla base di procedure diverse, cioè quella dell’assegnazione diretta.
      Sui canoni mensili che il comune fa pagare per l’utilizzo dei propri immobili, tutti i palermitani, nessuno escluso, si augurano quotidianamente di pagare gli stessi “canoni” da paesi del 4° mondo, totalmente distaccati dai canoni che vigono nel mercato locale (infatti proprio per questi mancati introiti del Comune, c’è un indagine specifica della Corte dei Conti).
      Ma la fortuna tocca solo pochi.

    28. @antonella
      dai che domanda è…se mi dicono di presentare un progetto io presento un progetto se mi dicono di partecipare ad un bando io partecipo al bando (vedi ex casello a piana).
      fortunati si, ma ad avere trovato interlocutori intelligenti che hanno capito cosa fosse una galleria di architettura…in quanto al canone abbiamo anticipato circa 80000 euro (mutuo bancario) di costi di ristrutturazione, adeguamento e allestimento…le ex scuderie erano sprovviste anche di allaccio fognario.
      cmq non mi va di continuare a parlare di canoni ed assegnazioni perchè credimi la sento come una beffa di chi paga rate del mutuo e viene scambiato per usurpatore, l’oggetto del post lo ripeto è la nuova fauna della via alloro…ed il prossimo festival “gatt’art”…ma intanto tutti a mare!

    29. l’immondizia e il gatto morto, il parcheggio abusivo….. cose deplorevoli, la vostra musica il vostro parlare fino a tarda notte senza la minima considerazione per chi dormiva sopra la vostra testa….cosa deplorevole……quindi? Che si fa?
      Si diventa una città civile uno di questi giorni o no?

    30. @lorenza
      mea culpa per il brusio, ma cmq mai fino a tarda notte, da tre anni abbiamo un’ordinanza di chiusura alle 23 e le uova venivano lanciate anche alle 21…cosa questa ancora più deplorevole.

    31. cmq niente paura, come avrete letto su repubblica di oggi gli amici degli amici degli amici hanno messo in vendita palazzo cefalà…a scadenza del nostro contratto di affitto (se mai verrà rispettato) passeremo il testimone a coppiette felici che troveranno alloggio in bi e trivani nel piano nobile che fu di Wenders, di laChapelle, del leone di Venezia ed oggi del gatto morto.
      con questo passo e chiudo e vado a farmi il primo bagno dell’anno.
      buon mare a tutti!

    32. Ogni anno, prossimità del ferragosto, rosalio diventa l’occasione per parlare della mancata cultura della nostra città. Lo spunto generalmente è dato dall’assenza di una programmazione estiva. Sfugge a tutti la riflessione che l’assenza di attività estive è frutto dell’assenza di un progetto per la città, peraltro non esclusivamente “culturale” o turistico.
      Mi perdoni “marcodisalco” per la franchezza, ma il suo post è forse la rappresentazione più concreta di quanto sia drammatica l’assenza del progetto nella nostra città. Il progetto, la proposta, l’idea, non dovrebbero appartenere all’amministrazione piuttosto ai cosidetti operatori culturali. Questi come dimostra marcodisalco, aspettano i regolamenti dall’alto e nelle more non trovano la voglia di indignarsi per quanto accade ad Expa o per la fine del progetto Kals’art e più in generale per l’assenza di una politica culturale ed in genere di una politica cittadina, secondo la logica suicida tanto peggio tanto meglio. Premetto che anche io credo sia necessario regolamentare l’assegnazione di spazi e contributi, il regolamento è arenato in consiglio comunale da anni, ma credo che si dovrebbe farlo proprio per sotenere operatori come i ragazzi di Expa o come Alfio Scuderi a Montevergini (oltre le decine di quelli che non sono riusciti a trovare una strada) che in un contesto di totale desolazione hanno provato ad insinuarsi nelle pieghe contorte ed imbarazzanti delle nostre amministrazioni provando a realizzare qualcosa. Non intendo elencare qui quanti e quali associazioni hanno avuto spazi, finanziamenti, per anni e su questi fondi hanno costruito il proprio benessere e null’altro. Denari spesi a garantire privilegi vergognosi. Di tutti questi, chiusi nel loro anonimato, nessuno si occupa.

      Chi non fa non sbaglia. Ed allora giustamente ci infastidiamo per l’assegnazione di Montevergini ed Expa, che però delle attività significative le hanno realizzate, se vogliamo stornando dei soldi che comunque sarebbero stati sprecati dai nostri amministratori, e dimentichiamo ad esempio che uno dei due edifici di porta felice è assegnato ad una associazione privata, che non realizzando assolutamente nulla, è fuori dai riflettori. Occorrono dei distinguo singificativi perchè luoghi come Expa e Montevergini sono stati luoghi di cultura sulle spalle e sulla buona volontà di alcuni operatori, mentre ricordo che il deposito locomotive, affidato con gli stessi criteri ambigui è di fatto gestito come centro congressi senza un’anima ne progetto.
      Se nessuno si cura del gatto morto nel cortile di Expa, è solo segno che siamo una comunità decadente, che vive nell’indifferenza circa il nostro futuro, il nostro come collettività, sia chiaro, perchè gente sveglia, come lo sono i fondatori di Expa, in un modo o nell’altro sapranno garantirsi un prorio futuro, magari domani decidendo di andarsene, come tanti prima di loro. Noi come colletitivtà quanto siamo più poveri dopo la chiusura di un’esperienza come quella?

      D’altro canto siamo da mesi assediati da cumuli di immondizie che non ricordavo dagli anni ottanta, i servizi cittadini sono allo sbando, il comune ha sospeso per mesi assistenza a disabili ed anziani, e non siamo insorti, abbiamo tollerato, ed immagino su tutti questi argomenti esistano argomentazioni povere come quelle che marcodisalco ha sopra espresso.
      Io credo che se veramente si vuole creare unità questa va fatto dando reciprocamente forza alle cose che funzionano, ed indipendentemente da come sono nate si aiutino a crescere, spesso c’è dietro tanto lavoro, perchè un conto avere assegnato uno spazio un conto trasformarlo in una galleria di architettura di prestigio internazionale.

      Chiunque avesse avuto la possiiblità di avere uno spazio pubblico alle condizioni di Expa, Montevergini o Deposito Locomotive l’avrebbe fatto. Quindi è stupido attaccare Tiziano o chi per lui su questo tema. Semmai andrebbe affrontato il tema affinchè altri con idee buone come lo è Expa, possano poterle realizzare.
      La differenza la facciamo se impariamo a comprendere e rispettare il valore delle cose. Perchè cose di valore come la gestione delle scuderie di Expa sono anche l’occasione per compredere cose che non hanno valore come la gestione del Deposito Locomotive S. Erasmo.
      Tagliare in due il mondo con il macete, senza capire cosa si talgia e perchè, oltre ad essere stupido può essere anche pericoloso…

      Ma siccome fa caldo, ed anche io amo il gelato, ed a tutto questo credo ormai molto poco, auguro a tutti buon ferragosto.

    33. Caro Giovanni,
      condivido e sottoscrivo parola per parola il tuo intervento,ne condivido i contenuti e il taglio su argomenti di cui spesso abbiamo discusso.La chiusura del tuo discorso mi lascia a bocca aperta,perchè ad una buona analisi non corrisponde poi una vera proposta.
      E’un “gelato”disfattista il tuo e credimi mi sorprende perchè io conosco un’altro Giovanni.Ti invito a iscriverti al gruppo INTERFERENZE su FaceBook e leggere i contenuti di un gruppo di pressione e di formato da operatori,artisti e gente comune che non rinuncia propio a nulla.E’un percorso molto lungo ma noi ci stiamo provando….senza rinunciare al gelato.

    34. unione,
      gruppo compatto,
      rete,
      condivisione di valori,
      codice etico comune,
      regolamento comunale sulla cultura,…
      ……
      questo è miglior terreno, a mio modesto modo di vedere, su cui costruire i solidi pilastri della programmazione e produzione culturale del futuro palermitano.
      Condivido l’analisi di Giovanni Callea, e mi permetto di fare un osservazione al suo scritto per chiarire la strategica importanza di condivisione di valori comuni:
      se tanti operatori devono apprezzare il lavoro (che reputo valido!) messo a punto da Montevergini, Expa, non si puo’ non passare dalla constatazione che non solo queste 2 realtà hanno presentato progetti al comune di palermo, in questi 2 casi approvati con delibere di giunta. Anche altri operatori hanno spesso presentato progetti al comune, all’assessorato grandi eventi, progetti che pero’ sono rimasti nei cassetti degli assessorati e che non sono stati portati in giunta per l’approvazione ed eventuale possibile finanziamento.
      Ora…., Giovanni, non credi che la consapevolezza di cio’ non metta questi operatori sfortunati in una posizione di distanza da Montevergini ed Expa ? Come puo’ nascere la solidarietà in quest’atmosfera ? E’ praticamente impossibile, anche sforzandosi di essere umili (atteggiamento estremamente raro a palermo).
      Gli operatori culturali di palermo hanno avuto una grande opportunità di fare unione, e gruppo compatto ed essere solidali per un futuro culturale migliore: il tavolo tematico cultura del piano strategico, lo scorso autunno. Si sono bruciati questa opportunità! Hanno buttato subito benzina e appiccato il fuoco su questa opportunità. Hanno rabbia dentro per un passato di ingiustizie e non equita’ da parte del comune di palermo. Ma quella era un occasione unica di essere tutti insieme, anche se non c’era la reale certezza di volontà del comune di coinvolgere gli operatori culturali nella pianificazione dell’agenda culturale urbana futura. Ma quanto meno bisognava dare un messaggio chiaro al comune in quell’evento e cioè: noi operatori culturali locali ci siamo, siamo in tanti, e siamo uniti per un obiettivo comune. Questo sarebbe stato un messaggio forte e chiaro per il comune, che non si sarebbe potuto permettere di prendere sotto gamba, …sai perchè?
      Le circostanze in cui i portatori di interessi della società civile e i rappresentanti istituzionali della volontà popolare sono stati compatti di fronte al comune, l’hanno sempre avuto vinta (= vedi ricorso vinto contro le ZTL, = vedi consiglio comunale unito e vincente contro aumento TARSU e contro aumento IRPEF). E’ innegabile che l’unione fa la forza.
      Palermo è malata di protagonismo, azione individuale e isolazionismo. Questa malattia non permette di dialogare se non in piccoli sparuti gruppi, ma non fa si che si possa creare un movimento, un comitato vasto di riferimento degli operatori culturali a palermo per l’interfacciamento operativo col comune. E il comune indubbiamente non ne soffre affatto. Infatti non sta affatto correndo per approvare in consigio comunale un regolamento per l’affidamento degli spazi pubblici o per l’erogazione di fondi pubblici alla cultura !
      Quando parlo di deliberata “sofferenza masochista” degli operatori culturali di palermo, mi riferisco a questo non voler capire che in questa situazione di “vacazio regolamentatis” in fatto di cultura, i primi a perderci sono proprio gli operatori della cultura che si lasciano sfuggire tutte le occasioni di fare rete giusto per difendere a spada tratta il loro settore.
      Le riunioni al Montevergini di questo inverno sono finite nel nulla. Gli operatori dovevano elaborare degli input o linee guida per la costruzione del regolamento di gestione dei fondi comunali della cultura e dopo alcuni interessanti incontri, il fuoco di paglia è improvvisamente svanito e l’interfacciamento con alcuni membri del consiglio (disposti a dialogare con gli operatori culturali per la costruzione del regolamento) è stato così interrotto.
      Non c’è continuità, c’è frammentarietà. Non c’è voglia forte di unirsi. Poi ogni operatore ritorna al proprio ovile culturale (con tutto il rispetto per il termime ovile) tentando di metter su iniziative senza l’ausilio del comune, iniziative culturali di notevole pregio artistico comunque.
      Ma ritornando al proprio ovile culturale si dimentica il lavoro importante di unirsi coi propri simili per interfacciarsi propositivamente con il comune. Non capisco come ancora gli oepratori culturali non comprendano che questa situazione nel tempo penalizza solo loro, perchè poi in fin dei conti in questa situazione l’assessore di turno se trova qualche migliaio di euro nel bilancio della cultura li puo’ sempre devolvere all’ultimo progetto presentato!
      Francesco Calabria, apprezzo il lavoro del gruppo INTERFERENZE, …. bisogna lavorare anche dal vivo, per dare una visibilità da toccare a quanti piu’ possibili operatori culturali. Bisogna fare sentire all’amministrazione comunale, ai suoi governanti che ci sono dei gruppi che stanno tentando di costruire una rete locale capace di dialogare con le istituzioni, capace di chiedere la costruzione congiunta di un programma culturale di ampio respiro per la città.
      Ora c’è Daverio consulente culturale al comune, e già da un intervista su repubblica ha detto che ancora deve capire quale sono gli intenti del comune di palermo in fatto di cultura e cioè: vuole valorizzare i talenti locali e i luoghi locali, vuole porre palermo culturalmente al centro di un attenzione nazionale-internazionale? Il fatto è che il comune non sa che quello che vuole e sa che non ci sono soldi almeno x ora, infatti chiama Daverio per comprare e/o costruire un pacchetto culturale all-inclusive (relegando possibilimente a Daverio la possibilità di trovare fondi). Daverio è un nome, e il sindaco si fida di un nome. Questa sarebbe l’occasione giusta per presentarsi, insieme, a questo nome e presentare una volontà di programma culturale che gli operatori locali sarebbero in grado di dare alla luce. Almeno questo tentativo credo che gli operatori culturali lo dovrebbero fare, anche per presentarsi ufficialmente al referente istituzionale chiamato a costruire l’agenda culturale della città. Così lui già sa che in città ci sono, ad esempio, 20-30 operatori culturali che potrebbero soddisfare esigenze di fruizione culturale in diversi campi.
      Mi auguro che gli operatori culturali si sforzino un minimo di unirsi e si presentino con un programma culturale un minimo condiviso – anche di riferimento, limabile, modificabile – a P.Daverio, in maniera ufficiale, per esempio organizzando un evento/Convegno sulle esigenze di programmazione culturale urbana e mostrando le proprie volontà e potenzialità produttive in fatto di cultura al nuovo referente.
      Di certo non potrà far male a nessuno una tale iniziativa e permetterà di cominciare a costruire un dialogo che possa portare col tempo ad una pianificazione culturale della città partecipata.
      Hasta luego 😉

    35. grazie giovanni…
      chi ci conosce un pò meglio sa quanta fatica ci sia dietro la gestione di uno spazio culturale come EXPA…che ribadisco fino alla nausea non gode di finanziamenti comunali, noi paghiamo un affitto ed abbiamo anticipato 80000 euro (mutui) di costi di ristrutturazione, adeguamento ed allestimento…nulla a che vedere con montevergini (che cmq stimo e appoggio) o sant’erasmo.
      condivido quanto detto da marcodisalvo e vedo in interferenze una speranza anche se in effetti più volte ci siamo trovati fra operatori culturali a parlare di unione senza giungere mai a nulla…io dal mio canto posso mettere a disposizione quel briciolo di entusiasmo che mi rimane e soprattutto il luogo fisico di cui si parlava per incontri, tavole rotonde etc.etc.
      ma purtroppo sono veramente stanco!

    36. Ringrazio Marco Di Salvo per l’apprezzamento sul lavoro svolto dal gruppo INTERFERENZE che uscirà ben presto allo scoperto per presentare alla città in una conferenzastampa/assemblea il PATTO PER L’ARTE,ovvero un protocollo d’intesa multidisciplinare firmato da un Network di operatori e sostenuto da un gruppo di pressione formato anche e da artisti e cittadini.Non ci è sfuggita l’intervista di Ferragosto di Daverio e la sua discesa in campo ufficiale.Per il gruppo INTERFERENZE egli diventa è il primo non ma non l’unico interlocutore con cui confrontarsi.Ti invito,se lo ritieni opportuno,a dare il tuo contributo iscrivendoti e partecipando alle attività del gruppo.Lo stesso invito lo rivolgo a Tiziano di cui comprendo il periodo di decompressione leggittimo che vuole viversi lontano da Palermo.

    37. http://www.youtube.com/watch?v=kiCi_QrbrPE

      …ed il gatto morto giace ancora al suo posto.

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