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  • Più di 25 mila iscritti ai test d’ingresso per l’Università di Palermo

    Gli iscritti per i test d’ingresso per l’accesso agli 85 corsi a numero chiuso dell’Università di Palermo sono 25155. L’anno scorso erano 21993 (84 corsi).

    Il rettore Roberto Lagalla ha detto che l’incremento «conferma la fiducia nell’Ateneo e testimonia un nostro rinnovato appeal sui giovani».

    Il test è obbligatorio per tutti i corsi di laurea triennali o a ciclo unico che non erano a numero chiuso anche con finalità non selettive per l’avviamento a corsi di recupero nel caso in cui vengano individuate carenze formative. Le iscrizioni si sono svolte esclusivamente online e non si sono riscontrati problemi significativi.

    Palermo
  • 14 commenti a “Più di 25 mila iscritti ai test d’ingresso per l’Università di Palermo”

    1. 25155 moltiplicato 45 euro fa 1131975. La spesa per la gestione delle prove, non esternalizzata, si aggirerà sui… 100mila euro?
      Rimane un bel milione di euro… messo di lato.
      Una pacchia. Di quelle che ci vorrebbe una bella inchiesta.

    2. troppi iscritti alimentano troppe illusioni e false speranze.

      iscrivetevi a infermieristica piuttosto, o in lingue arabe o orientali.

    3. …la fiducia..si prima di entrarci appunto.

    4. 25 mila matricole…ma mi chiedo quanti di questi studenti troveranno un lavoro stabile nei prossimi 15 anni???……auguri e buona fortuna

    5. @isaia panduri, tieni conto che non pochi tentano piu’ di un test, quindi il tuo conteggio puo’ essere considerato in difetto

      Candeloro

    6. Ha funzionato la campagna pubbl. di Marrone?

    7. Diciamo che non c’è altro da fare, mancando il lavoro vai all’università!

    8. Università di Palermo = per molti un “parcheggio” in attesa di un lavoro.

    9. Si, il magnifico è bravo a sparare frasi del genere quando dietro le quinte adottano politiche che non fanno altro che incoraggiare gli studenti a ripiegare (ripiegare?) agli atenei del nord…Tanto per dirne una il nuovo regolamento in vigore da adesso per l’accesso alle lauree magistrali che impone di dare 150 cfu entro il 30 settembre….Naturalmente come di consueto una notizia del genere viene pubblicata il 30 luglio quando lo studente già si è organizzato le materie da dare a settembre;coloro i quali non totalizzano i 150cfu potranno laurearsi a novembre febbraio e marzo ma non potranno iscriversi al primo anno della magistrale con riserva il ke vuol dire che fino all anno accademico successivo staranno con le mani in mano almeno per quanto riguarda lo studio.Adesso facendo due conti, per la facoltà di ing dove le materie sono da 6 e 9 cfu considerando 9 di tirocinio e 6 di tesi se ti mancano 2 materie da 9 (e ovviamente tesi e tirocinio) totalizzi 147 cfu e quindi perdi l’ anno pur rimanendoti due materie….Ma questo è maglifico!

    10. Che i test d’ingresso, estesi a tutti i corsi di laurea, servano sostanzialmente a drenare risorse finanziarie presso le solite famiglie sembra ormai compreso da tutti. Non mi pare invece che si sia evidenziato un altro aspetto della vicenda: la garanzia del diritto allo studio. Cosa succederà a coloro che sfortunatamente non potranno, per le ragioni più disparate (ad esempio un problema di salute), presentarsi alle prove, tutte comprese nell’arco di pochi giorni? Salteranno di un anno l’inizio degli studi universitari? Sceglieranno di ricercare altrove uno dei corsi, ormai pochi, ad accesso libero, con un ulteriore salasso per le già spremute famiglie? Francamente ritengo incredibile che nemmeno un movimento studentesco, neanche uno piccolo piccolo, abbia colto l’orrore degli effetti di questi splendidi cambiamenti in salsa meritocratica(almeno così mi sembra che la spaccino)! La preoccupazione maggiore per chi ha vissuto l’università in un’altra epoca è proprio quella di vedere dei ragazzi, che saranno i prossimi professionisti e amministratori della cosa pubblica, sostanzialmene privi di capacità reattive e di traduzione nella quotidiana esperienza di vita della cultura democratica che dovrebbero possedere.

    11. Cosa succederà a coloro che sfortunatamente non potranno, per le ragioni più disparate (ad esempio un problema di salute)…

      – presentarsi un colloquio di lavoro
      – andare votare
      – pagare le tasse prima della scadenza
      – comprare una merce introvabile in saldo per pochi giorni

      il diritto allo studio è sacrosanto.
      ma tra un professionista preparato e uno improvvisato preferirei affidarmi al primo.

      del resto se una persona vuole seguire dei corsi di archeologia senza serie intenzioni di fare l’archeologo, senza disciplina, senza metodo di studio e senza pregressa preparazione culturale, con le tecnologie multimediali odierne ha ottime possibilità di soddisfare la propria voglia di erudizione.

      la superficialità purtroppo è causa di molti mali e di troppa mala sanità.

    12. Per pagare le tasse come studente lavoratore bisogna avere un contratto a tempo indeterminato o un contratto a progetto di almeno 1 anno, io che lavoro a progetto tutte le mattine dalle 9 alle 14 ma per 8 mesi e non posso seguire le lezioni…niente… Pagare e sorridere!

      Poi perchè devo pagare una tassa chiamata “Diritto allo studio” se è un diritto perchè devo pagare, almeno cambiate il nome!!!

    13. Rispondo a comparz:
      “sostanzialmene privi di capacità reattive e di traduzione nella quotidiana esperienza di vita della cultura democratica che dovrebbero possedere.”

      No ti sbagli le capacità reattive le hanno avute i miei colleghi però dopo ke si sono fatti lavare il cervello dai professori e ricercatori e sono andati a manifestare contro il decreto Gelmini a favore della ricerca senza neache averlo letto (almeno spero per loro sia così a questo punto).Tengo a precisare che sono contro l’attuale governo però gli studenti universitari al posto di andarsi ad aggregare ai docenti e ricercatori potevano benissimo andare a manifestare contro i tagli alla scuola se avevano così tanta voglia di manifestare perchè penso che per un paese la scuola sia sacrosanta.Invece sono andati a difendere gli interessi dei ricercatori e dei professori (perchè parecchi ricercatori dell’università di palermo sono parenti se non direttamente figli degli ordinari e lo dico basandomi su un articolo uscito un annetto fa http://www.ateamente.com/2008/10/w-la-famiglia-w-luniversita-di-palermo.html)stimolati da frasi del tipo:”se tagliano i fondi alla ricerca molto probabilmente aumenteranno le vostre tasse”;poi però voglio vedere quando il problema è degli studenti se i docenti e compagnia bella muovono un dito…..
      Viste le ultime decisioni da parte del rettorato penso che abbiano introdotto solo una serie di ostacoli inutili, giustificati da una nuova politica di sfruttamento delle risorse economiche….quando all’ateneo di Palermo non si iscrive più nessuno voglio vedere su cosa faranno politica.

    14. Il numero di iscritti “unici” all’università post test potrebbe essere anche inferiore a quella dell’anno scorso se si considera chi ne prova più di uno.
      Sulla campagna nutro parecchie perplessità…

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