Ode a viale delle Scienze
Com’è strano passeggiare per i viali dell’Università in questo torrido agosto. Dal Santi Romano la voce di Vasco che si perde in una eco prolungata, qualche podista che nonostante l’afa non si arrende. Il solito cane mezzo appisolato sui marciapiedi stranamente vuoti. La memoria si assapora in un pomeriggio quieto di fine estate. Le principesse candeggiate nascoste dietro le grate di Agraria; l’assalto alla segreteria fin da due ore prima dell’apertura; gli alberi bottiglia con i loro fiori fuxia carnosi e la loro spuma lattiginosa che tanto mi hanno fatto compagnia in questi anni. La scritta che segna la Facoltà di Ingegneria, con il suo bianco e le sue scalinate; i vetri a specchio del Polididattico che quando ero piccola mi sembrava un’astronave. Gli omini dei cartelli che fanno gli esercizi nei giardinetti, le panchine di legno – quanti libri ho ripetuto su quelle panchine – a cui dovrebbero dare la laurea honoris causa. La Facoltà di Economia e il bar di Architettura, meta preferita per i pranzi frugali e l’acchiappo dei ragazzi. E poi c’è Lettere, di cui conosco a memoria le imprecazioni sulle pareti e i manifesti ormai gialli di sole. E poi, lì, grande, il mio palazzo rosa, con le poco invitanti lapidi all’ingresso, i labirinti, le scale antincendio che, tra un esame e l’altro, ci puoi giocare a Tetris con le cicche. Il ciao al portinaio che ti riconosce perché ormai sei vecchio di qui; l’albero di gelsi che mi sovrasta coi suoi rami enormi; la macchinetta del caffè che è diventata la mia migliore amica in questi anni. Forse è così che si diventa grandi: quando ti accorgi che quello che ti sembrava presente, è già passato.
Cara Laura,
Vivo a Palermo, forse ci conosciamo pure, Cus Palermo?
In ogni caso, per il momento sono a Greenwich da 3 mesi e ci resterò sino a fine settembre.
Mi ha fatto piacere leggere il tuo post sul viale… spessissimo in passato nel periodo estivo andavo a correre in viale.. Complimenti hai ben descritto il tutto..
Un saluto
“i vetri a specchio del Polididattico che quando ero piccola mi sembrava un’astronave” ma il polo didattico nn l’hanno costruito solo qualche anno fa? boh
infatti… lavoro di fantasia.
… ma buono!
@ Antonino: Si, sono proprio io… anche se adesso la palestra non mi vede da un po’! In bocca al lupo per tutto e grazie dei complimenti, la cosa che più mi fa piacere è quando qualcuno si rispecchia in quello che scrivo..
@Silvia: il Polididattico è stato allargato e completato di recente, ma l’ossatura era già presente da qualche anno.. a questo mi riferisco. Il ricordo che ho è di questo edificio che si intravede dalle cancellate passando da via Ernesto Basile con la macchina, quando allora la Cittadella era per me un luogo “proibito”.
Tutte le hai dette le facoltà…tranne la facoltà di Scienze! potevi almeno proseguire dopo “il palazzo rosa dalle poco invitanti lapidi” e finire così tutto il viale 🙂
grande nostalgia dei tempi di ingegneria
Sei sei ancora in quei luoghi, riconosci i dettagli e nulla è cambiato, sfortunatamente sei ancora nel presente.
Veronica: “Tutte le hai dette le facoltà…tranne la facoltà di Scienze”
probabilmente perché è la facoltà più brutta e ridicola di tutto il complesso…
dissento… l’edificio ha un po’ il look da “Centro di ricerche fotoatomiche” di Nagaiana memoria… mancherebbe solo una vasca/fontana/piscina sul davanti (dal lato svincolo di viale Regione, intendo) ed un’antenna radar gigante…
Sono uno che ha vissuto momenti magici li dentro… Non si poteva descrivere meglio la magia di quel posto!
Complimenti!
la vasca/piscina è nel retro rispetto al parcheggio…cmq scienze della formazione visto da scienze (edifici 16->18), con quelle finestre sottili e sparpagliate a caso, pare un posto per rinchiudere i pazzi omicidi 🙂