Considerazioni su Palermo e la famiglia Cutò da cui Procopio
A Palermo la peste del 1575 è poco ricordata perché non si fece ricorso ai santi, ma semplicemente alla scienza medica. Era Protomedico del Regno il siciliano Gian Filippo Ingrassia, laureato a Padova e insegnante all’Università di Napoli, ritenuto da tutti il fondatore della medicina legale. Fu lui, inoltre, a scoprire la scarlattina. Fu questo uomo di scienza che si prodigò con ogni mezzo per salvare vite umane, creando i lazzaretti.
Fu in quel momento di grande paura che furono “resi liberti” molti schiavi delle grandi Famiglie siciliane per “impetrare indulgenze divine”: per farlo quei poveracci dovevano essere battezzati giacché la Chiesa accettava la riduzione in schiavitù soltanto dei “non cristiani”.
Nasceva il problema del cognome che generosamente fu offerto ai liberti: ecco, dunque, migliaia di poveracci con cognomi altisonanti come Alliata, Lanza, Butera, Belmonte, Altavilla, Aragona, Cutò… Questi ultimi antenati del principe Giuseppe Tomasi di Lampedusa, l’autore de “Il Gattopardo”. Continua »
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