Saluto mia moglie: “Vado alla posta”. Tre minuti e sono a San Nicola L’Arena, alle prime case. Per attraversarla mi ci vogliono altri quindici minuti. Il divieto di sosta da un lato è regolarmente ignorato. Le macchine, nei pressi del forno, sono parcheggiate a casaccio, ben distanti dal filo del marciapiede, ogni conducente, che si ferma o riparte col sacchetto del pane in mano, apre e chiude la portiera senza badare a niente (viaggiare fuori tiro di questa specie di arma impropria!). Dove il parcheggio è da entrambi i lati e lo scambio dei veicoli, per la carreggiata più larga, è agevolato spunta la seconda fila: altra sosta, altra pazienza, altro forno crematorio per chi non ha a bordo l’impianto di condizionamento. In più bisogna stare attenti a quel che succede a destra lungo la linea delle macchine in sosta: qui si va per le spicce, si apre lo sportello, si mette in moto, un’occhiata indietro, e via, senza il minimo riguardo per la macchina che sopraggiunge. Arrivo all’altezza dell’ufficio postale. Inutile cercare un parcheggio lì, so bene che devo andare a più di un chilometro dal paese. Ma non è questa la preoccupazione. Continua »
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