Quando, più di trent’anni fa, mi trasferii a Palermo, chi mi fece scoprire la città, oltre che alla Cappella Palatina, mi portò ben presto nella piccola gelateria Cofea di via Villareale. Un tempo il gelato era una cosa seria e potevi distinguere quello dei vari gelatai, a parità di gusto. Cofea oggi è una gelateria dall’immagine un po’ appannata, non tanto perché bisognosa di una riverniciata quanto perché non c’è un particolare motivo per andare a gustare un gelato proprio lì.
Grom è una catena di gelaterie che si stanno diffondendo in Italia e anche all’estero, tanto da divenire un caso aziendale. L’idea è semplice e appartiene ad un paio di ragazzi, uno dei quali si chiama appunto Grom: produrre gelati come una volta, senza additivi, coloranti e conservanti, con soli frutti di stagione e componenti di alta qualità che hanno cominciato anche a produrre in proprio per averne un controllo assoluto.
Per la patria del gelato, ma anche di società industriali come Elenka che hanno contribuito ad omologare i gusti, è una bella sfida. L’omologazione indotta dalle basi, semplificherà la vita, ma non favorisce particolarmente la crescita del business di una gelateria, la qualità, specie se ricercata con costanza maniacale, invece sì. Mi auguro che qualcuno raccolga presto questa sfida anche perché la filosofia aziendale Grom non prevede il franchising.
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