Grom vs. Cofea
Quando, più di trent’anni fa, mi trasferii a Palermo, chi mi fece scoprire la città, oltre che alla Cappella Palatina, mi portò ben presto nella piccola gelateria Cofea di via Villareale. Un tempo il gelato era una cosa seria e potevi distinguere quello dei vari gelatai, a parità di gusto. Cofea oggi è una gelateria dall’immagine un po’ appannata, non tanto perché bisognosa di una riverniciata quanto perché non c’è un particolare motivo per andare a gustare un gelato proprio lì.
Grom è una catena di gelaterie che si stanno diffondendo in Italia e anche all’estero, tanto da divenire un caso aziendale. L’idea è semplice e appartiene ad un paio di ragazzi, uno dei quali si chiama appunto Grom: produrre gelati come una volta, senza additivi, coloranti e conservanti, con soli frutti di stagione e componenti di alta qualità che hanno cominciato anche a produrre in proprio per averne un controllo assoluto.
Per la patria del gelato, ma anche di società industriali come Elenka che hanno contribuito ad omologare i gusti, è una bella sfida. L’omologazione indotta dalle basi, semplificherà la vita, ma non favorisce particolarmente la crescita del business di una gelateria, la qualità, specie se ricercata con costanza maniacale, invece sì. Mi auguro che qualcuno raccolga presto questa sfida anche perché la filosofia aziendale Grom non prevede il franchising.
il punto è che qui siamo ancora legati ad idee già sorpassate pur nella loro relativa modernità: la produzione in serie di merce di massa per un pubblico di massa è destinata in un certo senso a fallire. Sono le nicchie di mercato che si imporranno (e forse solo in questo senso si potrà scorgere una sorta di continuazione dei prodotti massificati, solo nella diffusione del “tradizionale” o comunque del “particolare”). Qua a Palermo c’è ancora gente che vuole l’industria e le fabbriche, e questo significa ignoranza e lontananza dalla realtà dei fatti..
Comunque sei sicuro che Grom non preveda franchising? Allora com’è possibile che sia presente in così tante città?
Comunque il gelato al caffe’ di Cofea continua ad essere unico ed inimitabile
Anche la gelateria “Al Gelatone” di Via Autonomia Siciliana usa prodotti naturali per la produzione dei gelati e non è un’associata Grom. Il gelato è ottimo da provare
@ Gomesio – Se vai sulla pagina “contatti” del sito Grom leggerai della loro politica in tema di franchising e di crescita diretta.
Ma sì, affossiamo pure una delle poche industrie rimaste a Palermo!
Viva il gelato torinese.
il gelato di grom a me non piace, se fare il gelato buono vuol dire mettere litri di latte siamo buoni tutti. Il gelato del bar alba gli dà due giri…
@gomesio: “Sono le nicchie di mercato che si imporranno…” Non penso proprio che grom sia una nicchia di mercato, ha gelaterie in tutta italia, a new york a tokio e a parigi.
Anche mcdonald dice di usare prodotti di ottima qualità senza additivi e super garantiti….
Ma si !!!!
Diciamolo pure… anzi, cantiamolo a squarciagola assieme a DiDonna:
VIVA IL GELATO TORINESE, MILANESE, BOLOGNESE, FIORENTINO e, perchè no? anche ROMANO !!!!
VIVA TUTTI I GELATI DEL MONDO, TRANNE QUELLI SICULI, OVVIAMENTE !
Il gelato siciliano è riconosciuto come uno dei migliori in Italia. Molte fonti fanno risalire alla Sicilia la creazione stessa del gelato.
L’Elenka, che comunque non necessita certamente della mia difesa, è stata in grado di produrre in maniera industriale e di massa un prodotto tipicamente artigianale.
Io provo un grande piacere quando, nelle varie città italiane, entro nelle gelaterie e vedo che utilizzano prodotti Elenka. E’ un pezzetto sella Sicilia che ha avuto successo e che continua ad averlo. Addirittura all’esterno del famoso bar Gambrinus, di Napoli, c’è un’insegna in marmo che afferma con orgoglio che utilizzano esclusivamente prodotti Elenka.
Ormai i gelati hanno lo stesso sapore nella maggioranza delle gelaterie…li fanno con le bustine, che ci vuole?
@ sfincione:
probabilmente allora non hai seguito la fine del mio discorso; ho detto che quasi certamente l’unica massificazione che avrà nuovamente luogo sarà quella della nicchia di mercato. Grom c’è pure a Tokyo, è vero, ma la filosofia è il prodotto “di qualità”, dunque con ingredienti di prima scelta e non provenienti da un unico allevamento e un’unica piantagione (come mc donald, per intenderci, che si farà pure ammazzare per sottolineare la qualità dei suoi prodotti ma che di certo non può negare che il panino mangiato a Palermo è uguale a quello mangiato a Reykjavik). Di conseguenza, ripeto, paradossalmente l’unica produzione “in serie” sarà quella delle nicchie di mercato, o meglio dell’idea di nicchia di mercato
Conoscete la gelateria “La Delizia” di Sferracavallo?
Fanno gelati artigianali e rimangono aperti solo da Pasqua a settembre. Non solo, se vai a maggio non trovi il gusto gelsi perché gelsi non ce ne sono, così come se le angurie finiscono, alla fine finisce anche il gelato. Così a settembre, a poco a poco, non trovi più i gusti alla frutta tipici dell’estate.
Ora, considerata questa filosofia… come caspita fa Grom a produrre artigianalmente gelato sufficiente a rifornire tutte le sue gelaterie?
Quanto limone sfusato di amalfi deve accaparrarsi? Inoltre una catena che rifornisce direttamente i suoi 22 retailer in tutta italia (e tre nel mondo) deve avere uno stabilimento industriale, non si può più parlare di artigianato.
Ciò detto, so che i gelati grom sono spettacolarmente buoni, per cui magari un sistema lo hanno trovato, per gestire in maniera artigianale una produzione industriale.
In quanto ai prodotti Elenka… se pure è vero che sono decenti, è anche vero che non puoi sperare di trovare un gusto meravigliosamente buono, in una gelateria che usa basi. Sarà buono. Sarà pure genuino. Ma sarà per lo più uguale a quello di tutte le altre gelaterie che usano la stessa base.
Il fatto poi che forse sono stati i siciliani ad inventare il gelato non è motivo di vanto.
Semmai di disonore, visto che adesso il gelato più buono lo fa qualcun altro.
E’ come per la pizza. Hai voglia a dire che l’hanno inventata a napoli, se poi la migliore pizza te la sforna un giapponese…
Il solito orgoglio sicilianista fuori luogo (e degno di miglior cause) fa perdere di vista il punto della questione: perchè un’idea tutto sommato semplice come questa non è venuta a due ragazi siciliani invece che piemontesi? Chi sa rispondere?
@ Donato Didonna:
è semplice rispondere alla domanda. Nessuno ha avuto un’idea del genere (e a oggi ancora non si hanno idee simili) anzitutto perchè manca una cultura imprenditoriale anche storicamente affermata qui in Sicilia (tranne rari casi forse nella zona di Catania, che tuttavia non hanno alle spalle -ripeto- l’esperienza maturata da una “banale” -giusto per fare un esempio- pianura padana). La mancanza è certamente dovuta al sottosviluppo e al ritardo culturale e tecnologico, e in una grossa misura molto probabilmente anche al peso della mafia: io stesso, quasi per scherzo, ho qualche idea che svilupperei (anche con prestiti vari), ma mi blocca il solito pensiero del “e se qualcuno un bel giorno mi viene a chiedere soldi io che faccio?”. Aggiungiamo pure che a causa di tutto questo l’unico lavoro che si concepisce -o che ci si auspica- il più delle volte è il lavoro dipendente ed eccoti una risposta alla tua domanda
Dimenticavo, come addensante, Grom utilizza la farina di carruba alla maniera antica siciliana. Per trovare la stessa farina nei gelati in Sicilia si deve andare a Ganci nella pasticceria del signor Antonio Cappadonia. Questo per dire che i comuni gelatai siciliani si sono omologati agli impasti del continente mentre due ragazzi piemontesi hanno valorizzato un uso siciliano presidiato da Slow Food.
Didonna, ma come, ti rispondo secondo i canoni dell’ascarismo e tu mi censuri?
Fan di Didonna qui non si pratica la censura. Il commento è stato rimosso perché violava la policy dei commenti.
@ Didonna: verrebbe da chiedersi com’è che l’idea non è venuta a quelli della gelateria Cofea…
Per quanto riguarda l’Elenka ho trovato un banco gelati anche a Sidi Bu Said (Tunisia), in un bar gestito da dei ragazzi di Roma.
Quindi caro Didonna, vorresti insinuare che i ragazzi siciliani sono mentalmente inferiori rispetto ai ragazzi piemontesi?
Gangi non Ganci 🙁
State tranquilli, il gelato Palermitano non sarà mai in pericolo, tale franchising non metterà mai piede quì.
Non Gangi. Cerda.
Cappadonia è di Cerda. E la gelateria è là.
E’ il direttore dello Sherbet festival di Cefalù, appena conclusosi nella sua terza edizione. Un fottio di persone (ci sono stato), organizzazione eccellente.
Non mi sembra il caso di postare più commenti con lo stesso tema e minime variazioni e nome utente e e-mail diverse: rimossi. Ricordo inoltre che non è consentito utilizzare indirizzi e-mail fittizi. Grazie.
Non agitatevi prima dell’uso! L’intelligenza dei ragazzi siciliani non è in discussione. Il discorso semmai più ampio è perchè, in quest’isola, la principale industria resti la politica mentre persino un’idea imprenditoriale così semplice come quella di Grom sia sfuggita qui dove aveva ed HA tutte le potenzialità per imporsi sul mercato. Se un paio di ragazzi volessero cimentarsi a palermo sono pronto a dar loro una mano! Le chiacchiere inconsistenti mi interessano meno …
non penso che didonna volesse in alcun modo insultare noi poveri ragazzi siculi.. e credo che la risposta migliore sia un bel Ganci&Figli a piazza duomo a milano, a contrastare il dominio di Spizzico e Autogrill (anche perchè Focacceria a Milano ha dei prezzi improponibili!).
quanto a Grom.. buon gelato, è indubbio, ma 1) costi esorbitanti (3€ per un cono piccolo vi sembra poco?) 2) è una moda (ha spodestato Chocolat, gelateria di punta fino a qualche anno fa)
@Isaia Panduri – Hai ragione: Cappadonia è di Cerda come riportato in una pagina intera de Il Sole 24 Ore a lui dedicata il 2.8.09 http://www.sherbethfestival.it
@Luciano lavecchia – hai colto lo spirito di quello che volevo dire: l’Antica Focacceria ha avuto successo a Milano e si appresta a sfondare negliu States. Il modello di succeso di Grom qui potrebbe essere ulteriormente migliorato ….
Quando leggo certi commenti, penso a quella vecchia battuta sul maoismo paragonato ad una tigre che aveva la testa in Cina e i c…oni in Italia …
scusate ma dimenticate le cremolose
questo si che è stato un colpaccio di genio
Per quanto riguarda il gelato
a Palermo si mangia generalmente un gelato superiore alla media nazionale e non solo
(io quando viaggio lo uso come metro di paragone
e fino ad ora non ho trovato nulla di realmente superiore a quello nostrano)
Detto da uno che non ha mai tifato per usi e abitudini panormite…anzi.
peccato, però, che il colpaccio di genio appena ha oltrepassato lo stretto (aveva aperto a milano) ha chiuso miseramente i battenti dopo neanche un anno…
Aprire una gelateria di quartiere non è troppo complicato, pizzo a parte. Altro discorso è avviare un’impresa anche artigianale, serve l’esperienza e la cultura capitale, il business plan, il patrimonio immobiliare per ottenere finanziamento dalle banche etc. Io non aprirei un’attività in Sicilia neanche se mi offrissero gratis capitale e finanziamento, perché in mancanza di adeguate coperture accade che non appena il biz comincia a girare s’apprisenta tatuccio ‘u pacchiuni e m’addumanna picciuli p’accattari l’ogghiu pi la lampa ri l’altari maggiuri.
@pepè – ragionando così, l’unica prospettiva occupazionale rimane quella dell’impiego pubblico intermediato dai politici.
Invece è importante promuovere impresa perchè solo l’impresa crea ricchezza reale e libertà economica.
“solo l’impresa crea ricchezza reale e libertà economica” per totuccio ù pacchiuni…
Dott. Didonna, non facciamo finta che i problemi non esistono, il pizzo c’è ed è sicuramente un freno a mano tirato per l’economia della nostra regione. Secondo me ha perfettamente ragione pepè: perché aprire qualcosa se so già che verrà qualcuno a chiedermi qualcosa che non gli spetta? Che faccio? Denuncio? E poi? Con questo non voglio dire che non si deve denunciare e diventare conniventi, ma potendo scegliere aprirei da un’altra parte.
Nessuno ignora i problemi, ma evitandoli o rimuovendoli solo mentalmente, non saranno mai risolti. Non è vero che necessariamente ti vengano a chiedere il pizzo (a tante imprese non si è mai presentato nessuno) e, nel caso, il pizzo va denunciato subito: viene vessato chi si fa vessare, chi reagisce non ha nulla da temere -oggi- perchè non è più un fenomeno isolato.
Sarà ma ogni volta che torno a Palermo e vado a comprare il mio bel cono Pistacchio e Nocciola da Cofea…quasi auqsi li devo svegliare i proprietari! Non c’é MAI NESSUNO…i palermitani continuano a preferire Il Golosone (medio/bassa qualità), il gelatiere (che punta sul numero di gusti, anche improbabili, piuttosto che sulla loro bontà) o Recupero (assolutamente sopravvalutato).
Non capisco quindi tutto questo fiorire di “palermitano orgoglio” quando i palermitani di fatto scelgono sempre più spesso la bassa qualità.
Aggiungo che un ottimo gelato l’ho mangiato in una gelateria di via Lagrange a Torino (che riprende il concetto di Grom) e propone il Pistacchio rigorosamente con pistacchi di Bronte, la Nocciola con le Nocciole Piemontesi DOC, la Vaniglia che viene da oltremare etc.
Quoto in pieno il senso del post di Didonna, e viene da chiedersi davvero COME MAI a nessun siciliano viene in mente una cosa così ovvia. Di contro per due anni di seguito il premio come miglior GRAPPA al mondo é stata vinta da una grappa siciliana (con buona pace dei nostri connazionali del nord)…ma mi dico: prima di pensare alla grappa….ma ci voleva tanto a pensare al gelato?!?!
ma cu parrò, u figghiu r’u paracquaru?
Mi associo a quanto affermato da Daniela dicendo che il gelato al caffè di cofea resta unico ed inimitabile..come del resto tutto il gelato di Cofea. Donato, mi dispiace contrariarti, ma secondo me il motivo per andare a prendere il gelato da Cofea c’è perchè è troppo buono! Leggo di un’immagine appannata bisognosa di una riverniciata..beh conosci la denominazione di “locale storico”? Tutti i locali storici della nostra città vanno chiudendo invece di essere salvaguardati..VERGOGNA! Eppure in ambito di restauro esiste una legge riguardante i locali storici (es. il caffè greco di Roma)che impedisce il totale sconvolgimento d’immagine in caso di ristrutturazione.
Io onestamente questo Grom neanche lo conoscevo e, con tutto il rispetto il gelato continuerò a prenderlo da Cofea.
A dire il vero Cofea la riverniciata l’ha avuta. Dall’anno scorso ha cambiato immagine, hanno anche rimodernato un pochino. I risultati guardando il numero degli avventori lasciano molto a desiderare, gli incassi credo che siano molto striminziti ed il locale non è tornato più ai fasti degli anni 60 e dei primi anni 70 quando a Palermo era l’unico posto in inverno dove potere mangiare un gelato. Effettivamente forse dovevano proporre qualcosa di diverso dato che in quella zona la gelateria Oriol la fa da padrona; tra l’altro la domenica la gelateria Cofea è chiusa, cosa a dir poco inspiegabile dato che Oriol è aperta e lavora abbastanza. Cofea dovrebbe diversificarsi magari proponendo i gelati dietetici.
quali sono i locali storici a palermo?
a Bruxelles ad esempio esistono delle pralinerie vere gioie per la gola e per gli occhi con i loro arredi art nouveau
Qui è scomparso tutto
di storico cosa rimane? Spinnato?
ma chi se ne frega abbiamo la più alta concentrazione al mondo di finanziarie e scommesse on line … una vera e propria catena alimentare
Veramente Grom non fa pagare 3 euro il cono piccolo, ma la coppetta grande (la maxi 3.5 eur) che io preferisco anche se la cialda è inaspettatamente buona.
Ho apprezzato tantissimo la gelateria di sferracavallo (mi sembra di ricordare che vinse numerosi premi) ma onestamente non c’è paragone con grom. Non solo. La qualità media del gelato a Milano è notevole; a Palermo un pò meno e io – forse un pò controcorrente – credo che si, sia una questione di intelligenza. Anzi, di furbizia.
Mi spiego meglio: apre la pasticceria X a Palermo: miiii che cose sapurite… passano 2 mesi le cose sono meno sapurite (perché si cerca un guadagno maggiore mantenendo i prezzi e cambiando fornitori? Mah), passano altri mesi e le cose sono ancora meno sapurite, passa un anno e quella che era una promettente pasticceria artigianale etc etc è diventata una comunissima pasticceria da autogrill. Succede a Palermo, a Marsala e così via. Per avere poi il prodotto X artigianale occorre recarsi in dei punti di eccellenza che – purtroppo – sono davvero una sparuta minoranza (il cannolo di Dattilo, ad esempio).
Purtroppo al Nord questa ‘furbizia’ non ce l’hanno (si, i furbi ci sono ma purtroppo sono principalmente del sud) anche perché chi va a Milano a mangiare un gelato non ha la nomea (miii, u gelato di Paliemmo) quindi deve puntare tutto sulla qualità.
Per finire: la focacceria di san francesco non c’è più a milano. Chi mi sa spiegare come mai, è benvenuto (io punto sul fatto che un kebap viene 3.5 euro e uno sfincione 5 euro).
Io, con tutto rispetto, stù GROM manco lo conosco però il suo gelato lo vorrei assaggiare lo stesso. De gustibus non est disputandum per cui tutto stù gelato favoloso io a Palermo non l’ho mai mangiato a nudda banna. Tutta sta nomea del gelato siciliano, per quanto mi riguarda, è puro orgoglio campanilistico della serie io ce l’ho più grosso e tu ma la puoi su#are. Inutile.
Per quanto riguarda l’idea imprenditoriale: i signori di GROM hanno avuto una buona idea: attenzione meticolosa alla provenienza degli ingredienti, diversificazione del prodotto, naturalità, tradizione e innovazione, sostenibilità. Ingredienti difficili da trovare in Sicilia, secondo me.
Il numero 1 a saper fare il gelato a Palermo è il Baretto a mondello.
Di Cofea ricordo solo di aver pagato carissima una brioscina con gelato .
Non mi meraviglio che poi la gente si rivolge altrove…
Ho gustato un gelato buonissimo a Milano,vicino al Duomo e credo che proprio in questa città esista la migliore scuola per gelatierI;in quanto al bar ALBA io ero una sua fanatica, ma da quando anche loro fanno quel gelato gonfio, che sta dritto fuori dalle vaschette,lo trovo esattamente uguale a quello delle altre gelaterie e peccato,il gelato di nocciola di prima era veramente unico.
@franci: era GROM, dove ti chiedono scusa anche per la fila che potresti incontrare. Certa educazione sembra proprio sparita dai luoghi dove è nata: la sicilia, dove sembra che quando ti servono un gelato ti fanno un favore. Mah.
d.
vedo che nessuno conosce Josè di via Messina Marine.. e purtroppo per conoscerlo bisognerà aspettare giugno, perchè questa gelateria artigianale, che usa quasi esclusivamente prodotti freschi, da metà settembre a giugno smette di produrre gelato e fa solo dolcini. Come usava una volta.
Mi sorprende che la focacceria a Milano abbia chiuso. Troppo cara? Ma i prezzi lì sono quelli.. sembrava la favola di “Sei di Palermo se…” “se mi apro una panelleria a Milano mi faccio d’oro!” E lui l’aveva fatto veramente!!
@Davide: concordo assolutamente con te, prima mi pareva fosse un’impressione mia, ma è così: la qualità cala, epperò i gusti si adeguano. Inspiegabilmente alcuni locali tirano ed altri no, indipendentemente dalla qualità dei prodotti
Le nuove generazioni , poi, sembrano ingurgitare qualsiasi cosa!!
Ciao Donato
Esiste una gelateria a Rapallo il cui proprietario è un Palermitano Anzi a dire il vero un “Capaciuoto” si chiama Rocco Costanzo un folle di catena un maniaco della qualità e delle ricette dell’antica tradizione popolare, uno che ama la pasta con le lenticche rigorosamente fredda con un goccio di olio d’oliva a crudo sopra, insomma lui usa il 100% di Frutta di stagione per fare il gelato. per tutti coloro che si trovano passare da Rapallo la gelateria si chiama K2. Dimenticavo lui ogni anno viene sempre a Dolcemente Salato per riproporre delle ricette della tradizione popolare.Isomma sei invitato a Cena la prossima volta
Guglielmo C.
IL GELATONE VIA AUTONOMIA SICILIANA è stato per me una sorpresa eccezionale, superiore ad Alba e Stancampiano.
Confermo la bontà del gelato di Peppe Cuti (alias “Il Gelatone” di Via Autonomia Siciliana). Secondo classificato al Sherbet festival di Cefalù con il suo gelato all’anice … che è di una bontà infinita. Provate ad assaggiare il cioccolato fondente extrabitter accoppiato all’anguria senza zucchero o al pistacchio all’acqua (che purtroppo ha fatto poche volte questa estate). Oppure il limone al basilico, la cannella, il gelsomino (tipici gusti arabi) …
Da assaggiare. E’ una tappa che non può mancare nel percorso del “gusto” palermitano.
x Lucia: di Josè conosco il cannolo, per me uno dei più buoni a Palermo, forse il migliore in assoluto.
Vada per il gelatone, prossima tappa del gusto. Riguardo all’unica prospettiva occupazionale, due sole alternative per i piccoli: l’impiego pubblico che non necessariamente deve essere intermediato dai politici ma certamente deve richiede un’ottima preparazione e tanto c##o oppure fare aprire una ditta che ha sede in Sicilia e svolge la sua attività al 95% in padania o all’estero.
@Davide: “la qualità media del gelato a Milano è alta”??!
Ma di quale Milano parli? Quella delle gelaterie di via Marghera, piene, care e dai gusti tutti uguali uno all’altro, annacquati? O dei gelati di pseudo-fruttafresca di Viel? Uno dei meno peggio era, dico ERA, forse quello a Porta Venezia angolo Buenos Aires.
Capisco l’appiattimento dei gelati palermitani made in Elenka (ma anche a MI e a Roma usano spesso questi preparati), ma prendere Milano come paragone per gelateria e pasticceria (crostatine del mulino giarno cotte con dolce forno harbert, vendute a peso d’oro, non mi sembrano un bel paragone con qualunque pasticceria palermitana!) depone male sulla tua conoscenza delle cose buone!
Avviso ai naviganti. Poichè ho una certa frequentazione con Milano e conoscenza diretta dei fatti e delle persone, vorrei rispondere alle insinuazioni circa le sorti del locale lì aperto dall’Antica Focacceria. Il successo che i milanesi hanno riservato è stato così incoraggiante che la proprietà ha deciso di rescindere il rapporto con il negozio che l’ospitava per aprirne uno proprio in una delle migliori location che si potrebbero immaginare: apertura metà novembre. Per i palermitani dotati di un minimo di intelligenza ciò dovrebbe costituire un motivo di orgoglio per tutto ciò che Vincenzo Conticello rappresenta sia come imprenditore che come cittadino che ha affrontato i boss in Tribunale. Gli idioti possono continuare a cuocere nel loro brodo senza però permettersi di insinuare notizie false e tendenziose (come si diceva una volta).
@GioCA: sarò fortunato io, in zona loreto (dove lavoro e abito) frequento regolarmente due gelaterie artigianali dalla qualità decisamente sopra la media (la più vicino a casa in p.zza bagnasco). Dove abita la mia ragazza c’è GROM (p.ta venezia), che è presente in tanti altri posti.
Se poi prendi la gelateria gestita da qualche cinese (si, ci sono anche quelle), allora non credo che nessuno si aspetti granché.
Il mio discorso era comunque diretto appunto alle gelaterie (per rimanere in tema) e non si estendeva assolutamente ai dolciumi in generale (che squallore le bancarelle ‘il padrino’ in p.zza duomo 🙁 ). Spero che ora tu possa sincerarti del mio buon gusto 🙂
@DiDonna: lungi da me insinuare nulla, ma è davvero strano che l’antica focacceria abbia chiuso a Milano (senza alcuna traccia sul sito, che però non mi sorprende sapendo chi l’ha fatto) e infatti non riuscivo a capire come mai. Non avendo mai praticato il posto, credevo fosse dovuto al costo eccessivo degli items. Posso solo essere contento della novità.
@DiDonna: … e ovviamente spero di non rientrare nella categoria degli idioti per il mio precedente post.
Ovviamente, no 😉
io mangio solo gelato alla nocciola per cui sono diventata una specialista in tema,la migliore in assoluto?
In Sicilia il bar la sosta sulla strada tra porto empedocle e realmonte: EMOZIONANTE
@didonna
dove aprirà la focacceria? sicuramente era molto più cara che a palermo, ma è giusto che sia così (gli affitti costano il triplo…) e cmq a milano è l’UNICO che faceva/fa le arancine arancine.
qualche altro brunch a base di pasta al forno e arancine lo farò sicuramente.
Tra il Municipio e la Galleria
Dall’alto della mia esperienza (si fa per dire…) di persona che lavora da circa 20 anni nel centro di Palermo, devo dire che attualmente uno dei migliori gelati della zona centro è quello del bar Bristol di via Amari.
Riguardo Oriol devo dire purtroppo che la qualità da un pò di tempo a questa parte va a scemare ed i gusti sono un pò annacquati; ad esempio i gusti nocciola e torrone sono annacquati, insignificanti. Il punto di forza di Oriol sono le porzioni abbastanza abbondanti, sopra la media. Vicino Oriol c’è il bar Mazzara che per quanto mi riguarda la qualità del gelato è un tantino al di sopra di Oriol.
In ogni caso è tutto opinabile perchè è questione di gusti….
purtroppo ora c’è la moda di proporre dei gusti ispirati alle merendine Junk Food, mi piange il cuore vedere le persone che ordinano la brioche con il bueno o la fiesta o il galak. che poi francamente dubito che questi gelatai abbiano la legale autorizzazione ad utilizzare i nomi commerciali per promuovere i propri prodotti.
Vivo a Milano e posso affermare che il gelato a Palermo rimane “un’altra cosa”.
Grom, non solo secondo me ma anche secondo i non siciliani, è un tantino sopravvalutato.
E mi unisco a Daniela nell’affermare che il gusto caffè di Cofea è insuperabile. Ho dei dolcissimi ricordi della mia infanzia legati a quel gelato lì.
Con Grom sai ciò che mangi, perfino che acqua viene usata. I medici consigliano gelati industriali per i bambini perchè i loro protocolli di produzione sono più affidabili di quelli di tante (non tutte) comuni gelaterie … salmonella docet!
@Davide: sono contento nell’apprendere che DUE gelaterie in zona Loreto (toh, c’ho abitato anche io! Come anche in zona De Angeli) sono sopra la media, ma tu avevi generalizzato “la media di Milano di qualità notevole” rispetto a Palermo. E allora, non ci sto! 🙂
Due su qualche centinaio non fanno media, sono valori outlier direi! Facci lo z-score e vedrai.
P.S.: Ma tanto io ora sto a Roma, dove Fassi è sufficiente, più qualche altra gelateria che ha capito che la frutta fresca (pure i pinoli usano…) è meglio per il gusto. E lì entra in scena il Didonna. Perché da Torino si può aprire una catena e da Roma/Palermo no?
P.P.S.: Secondo me una delle gelaterie più buone è in realtà Castiglione, a Bologna. Sicuramente una città dove uno non se l’aspetterebbe, tortellini esclusi.
Un gelato discreto è quello del bar Mazzara.
Qualcuno ha parlato di Cofea forse ricordando gli antichi fasti, ma oggi il gelato di Cofea è parente vicino dell’acqua…Ben venga qualche gelataio del nord che dia una scossa al mercato palermitano del gelato.
Questo lo spero anche per la pizza, oggi a Palermo quasi nessuno sa fare una buona pizza.
Un ottimo gelato è quello della Venchi anche se non credo che qualcuno ce l’abbia a Palermo. Il gelato al cioccolato della Venchi è molto buono, io lo mangio spesso all’aereoporto di Fiumicino.
Ragazzi al gelatone di peppe cuti a Palermo , utilizza anche dei prodotti della Fabbri che è una delle aziende di qualità migliori al mondo , altro che Elenka che produce la zuppa inglese che di una tossicità allucinante…! fatta con acidi e aromi.
Scrivo dal Nord. Ho gustato i gelati Grom, l’estate scorsa a Torino per la prima volta. Dire gustato è davvero la parola giusta. Che bontà!
L’Antica Focacceria, come anticipato, ha aperto a Milano un locale ancora più grande di quello inaugurato in febbraio: comunque la pensiate, è un fatto (per chi ama i fatti, ovviamente!).
Avrà aperto a Milano ( se ho capito bene si è solo trasferita in un posto più grande e più centrale ), ma a Roma sembra che il progetto si sia arenato. Le panelle ancora ospiti della pizza bianca o rossa di uno storico forno di Piazza Farnese. Abbastanza buone ma fredde, quelle rimaste, alle prime ore del pomeriggio. Palermo ancora più lontana per quanto riguarda lo sfincione. Protestai la prima volta, pochi giorni dopo l’inaugurazione. Soprattutto per l’altezza ma l’incaricato continuava a sostenere che era quella giusta. Intervenne il titolare, forse era un Conticello, che spiegò di teglie giuste che dovevano ancora arrivare. Per le arancine stesso discorso che per le panelle. Abbastanza buone, fredde, tre o quattro, lì ad aspettare. Abbastanza buone ed abbastanza tristi. E’ da un po’ che non vado. Può darsi che qualcosa sia cambiato. Ma può anche essere che son cambiato io o che tutto cambia.
Brioscià for ever!!!
Sull’artigianalità e il gelato artigianale c’è un po’ di confusione: è artigianale il gelato prodotto partendo dalla materia prima, non quello realizzato con basi industriali come avviene per la quasi totalità delle gelaterie anche siciliane.
Per verificare se una gelateria sia in grado di produrre gelato artigianale, basta chiedere se si dispone di un pastorizzatore per realizzare creme a base di latte.
Grom, ad esempio, non può dirsi artigianale perché produce in un laboratorio in Piemonte le sue paste che spedisce poi a basse temperature nei vari negozi e pur mettendo grande cura nella scelta della materia prima.
sono nata amando il gelato, come potevo non amarlo, mio padre, lui si che sa’ farlo il gelato è come non amarlo, il caffè, l odore del gelato ( si perché l’odore della frutta si sentiva da piazzetta Bagnasco) e la panna, quella panna non L ho più mangiata così buona dall’età di 10 anni.
Adesso devo dire che per quanto mi piaccia il gelato non sento gusto. 1 volta sola ho buttato un gelato ( e odio gettare il cibo ) perché non era gelato: era zucchero. E vedere che la gente ci va a flotte mi fa credere che la gente mangerebbe la qualsiasi per dire; buonissimo. Solo chi conosce cofea, mio nonno e mio padre da’ di cosa sto parlando. Un saluto a tutti
*sa’
La Gelateria Stancamiano di via notarbartolo continua a produrre gelati artigianali fatti con frutta fresca.
Spesso ci vado la mattina e mi capita di vedere scaricare le angurie e le fragoline riempendo la sala del profumo della frutta