Civico
Penso di non dire nulla di nuovo, come uso fare (motivo per cui vengo sorvolato nei miei post, poco male). Il termine d’uso comune “civico” fa da discrimine, a mio parere, nella maniera di vivere questo tempo e la nostra città. Il senso civico può essere definito come un atteggiamento di fiducia negli altri orientato alla disponibilità a cooperare per il miglioramento della società in cui si vive. Non si tratta solo di una definizione, ma di uno stato di cose che manca.
In tal senso “civico” è una figura di garanzia a tutela del cittadino, se è difensore. Per avere questo soggetto lo abbiamo importato dalla Svezia. Come civico è anche un numero che viene assegnato a un edificio allo scopo di identificarlo in modo univoco nel contesto di una certa via. Senza il numero civico non ci orienteremmo, visto che i nostri indirizzi, oggi, email, li vestiamo senza numeri progressivi di riconoscimento. Senza il difensore civico, talvolta, saremmo spersi, altrettanto.
Se provate a cercare, sic et simpliciter, sul più noto motore di ricerca il termine “civico” vedrete che si farà riferimento, prima che a categorie o modalità, al Civico, maiuscolo, di Palermo. Ci sono stato l’altro ieri, al pronto soccorso. Cose che possono capitare. Lì ho notato che la modalità di accoglienza e l’attenzione verso l’utenza erano tutt’altro che disponibili (prenda nota la Petyx), e se non avessi deciso di andar via prima (preferendo altra struttura più “civile”) avrei dovuto attendere dietro la stanza dell’ECG, da solo, che gli astanti presenti concludessero il loro superenalotto.
Ottimo spunto di riflessioni, signor Cogliandro.
A me preme di più l’accostamento “senso civico”, in quanto lo ritengo piuttosto raro fra gli abitanti della nostra città: e invece, ne avremmo bisogno come l’acqua che, proprio in questi giorni, è caduta copiosa.
O addirittura ancor di più, dato che se ne avessimo avuto a sufficienza, certi danni appunto causati dalle piogge, forse non li avremmo proprio avuti…
Perchè se una casa è abusiva, lo è e basta e non, come invece avviene, sì lo è, però… rimane dov’è.
Se una collina viene riempita di ville con vista mozzafiato sulla città, dobbiamo esser sicuri che il terreno su cui sono edificate non franerà prima o dopo, anche in presenza di precipitazioni di intensità straordinarie.
Non è forse senso civico anche questo?