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lunedì 23 dic
  • La signora Rosa

    Esistono delle figure che, nella nostra vita, diventano dei veri personaggi storici, vuoi per usi e costumi della nostra città o più semplicemente perché li eleggiamo noi stessi a punto di riferimento del quartiere in cui siamo cresciuti.
    Uno dei miei è stato la signora Rosa, una donna piccola piccola che viveva in corso Calatafimi dai tempi in cui c’era la “funicolare” di Monreale, affacciandosi dalla sua persiana avrebbe potuto vedere quello che noi tutti oggi sogniamo, una linea tranviaria.
    A dividere la mia famiglia da lei solo pochi metri, capaci di rappresentare due mondi completamente diversi, uno rappresentato da chi aveva raggiunto quella zona di Palermo quando la città era in espansione e dall’ altro, chi da almeno sessant’anni viveva nella sua catapecchia, con due camere in cui vivere da sola, all’ interno della quale il tempo sembrava essersi fermato.
    Quando andavo a trovare questa donna con mia madre, ero una bambina ma alcuni particolari difficilmente andranno via dalla mia mente come la foto del defunto marito con un fiore, sempre fresco per lui ed il telefono, quello grigio con la ruota su un mobile sgangherato adornato da un centrino ricamato all’uncinetto magari cucito da lei, perché la signora Rosa era la nostra sarta, quanti orli ci ha fatto!
    Lo scorrere del tempo, dentro quella casa, era crudelmente scandito da una ed una sola pentola che la donna possedeva, sempre più annerita e bruciacchiata, che appariva dentro la sua camera letto, in un angolo era ricavata una piccola cucina.
    Quando pioveva tanto e l’acqua arrivava sopra i marciapiedi, come adesso, la osservavamo, dal nostro terzo piano, barricarsi dietro le sue persiane scheggiate, come se fossero il suo scudo.
    Oggi, quasi trent’anni dopo, quando la pioggia finisce ed il nostro amato sole siciliano torna a riscaldarci, quelle stesse persiane purtroppo rimangono chiuse per sempre.

    Ospiti
  • Un commento a “La signora Rosa”

    1. Bello!
      Anche io nei tre anni che ho vissuto a Siculiana avevo una specie di signora Rosa di fronte casa, in via Canale.
      Anche lei viveva in due stanze, ma non da sola, aveva nella stanza accanto accanto il suo asino, l’odore di quella casa (che non era cattivo ma certamente unico) è assolutamente indimenticabile, così come indimenticabili sono le lotta con mia madre che (saggiamente) non voleva che io mangiassi le caramelle (di dubbia provenienza e freschezza) che la signora immancabilmente mi regalava!!

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