Non so se la parola giusta da usare sia coraggio. Ma non ne trovo una più pertinente. Lo so che non sei in fuga, anche se tu pensi che stai scappando. Che ti senti troppu fuorti che stai mandando a ‘fanculo Palermo. Finalmente. Ma lo vedo che ti brucia. Hai il sorriso di traverso. Ti viene una smorfia. È un sorriso un poco storto. Sei siddiàto.
Sei siddiàto perché ti scanti e non lo puoi dire, hai il sorriso storto, confuso per le idee che hai affuddate nella testa e se tieni ferme le gambe, ti trema lo stesso il culo. Lo so. Ma, tu lo sai pure. Io mastico le lacrime, ma sazio non te ne do. Ti dico buon viaggio e ‘u Signuri t’accumpagna. Fino a Milano. Tanto Lui lo sa quello che deve fare. Conosce la strada. Pure la tua. Pure se quarant’anni già li hai fatti. Lo so che ti viene di sbatterti la testa nel muro. Di chiedere perché a questa città dove sei nato. Ma gliel’hai chiesto tante volte e non t’ha risposto mai. E io, invece di fermarti ho preparato due valigie.
La mia e la tua. Continua »
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