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mercoledì 20 nov
  • Buon viaggio

    Non so se la parola giusta da usare sia coraggio. Ma non ne trovo una più pertinente. Lo so che non sei in fuga, anche se tu pensi che stai scappando. Che ti senti troppu fuorti che stai mandando a ‘fanculo Palermo. Finalmente. Ma lo vedo che ti brucia. Hai il sorriso di traverso. Ti viene una smorfia. È un sorriso un poco storto. Sei siddiàto.
    Sei siddiàto perché ti scanti e non lo puoi dire, hai il sorriso storto, confuso per le idee che hai affuddate nella testa e se tieni ferme le gambe, ti trema lo stesso il culo. Lo so. Ma, tu lo sai pure. Io mastico le lacrime, ma sazio non te ne do. Ti dico buon viaggio e ‘u Signuri t’accumpagna. Fino a Milano. Tanto Lui lo sa quello che deve fare. Conosce la strada. Pure la tua. Pure se quarant’anni già li hai fatti. Lo so che ti viene di sbatterti la testa nel muro. Di chiedere perché a questa città dove sei nato. Ma gliel’hai chiesto tante volte e non t’ha risposto mai. E io, invece di fermarti ho preparato due valigie.
    La mia e la tua.

    Nella mia valigia ci ho messo:
    una chitarra rossa, che sarà un’altra cosa che devo spolverare, ma te la tengo io. C’è spazio.
    Due film, vecchi. In bianco e nero che non ne possono fare più uguali.
    Una preghiera e il Vangelo che mi hai regalato 10 anni fa. Nella dedica parlavi di “futuro”.
    Un notes coi fiorellini che hai comprato per me a Londra, in un pomeriggio che a Palermo si accupava già di caldo, ma a Londra si attrantava di friddu. Era maggio.
    Un quadro nero con un contrabbasso che affaccia dallo scuro. Una cutuliata di colore, che pare che l’hai dipinto apposta per la mia casa che è tutta arancione.
    Mille serate a parlarci solo con gli occhi e a fotterci dalle risate.
    Una canzone: quella che parla di uno che se ne vuole andare a’Mierica e che cu niesci arriniesci.
    Una foto con la mia mano sulle mie gambe e un paio di rayban, i miei.
    Una sciarpa colorata che hai preso per me in posto freddo pensando a me che ho sempre freddo e meno male che abito in Sicilia.
    Un abbraccio di notte tardi in mezzo agli altri, mentre ti dico “fatti sentire”.
    Una mano alzata a dire mi raccumannu, pensaci tu che io sto partendo a chi è arrivato come un tronu ‘i l’aria nella mia vita, all’improvviso, quando non c’era messo proprio, ma lo sai pure tu quanto pesa per me. E lo senti pure tu che è tutta un’altra storia e un’altra vita che andrà avanti pure se tu la vedrai crescere da lontano.

    Nella tua ci ho messo:
    Mille telefonate a mezzanotte che a te sembra sempre mezzogiorno. La tua voce incazzata e io che provo ad ammanzirti.
    Il mio sfincione che a Milano ti può mancare.
    La mia risata all’ennesima cazzata che dici.
    Una fetta di questo sole. Se poi ti manca un po’ apri la valigia.
    Una poco di film in inglese, così finalmente lo impari pure tu e non ti servo per quando sarai famoso.
    I miei tappi per le orecchie che quando avevi la panza ronfavi appena messa la testa sul cuscino e non si poteva dormire accanto a te.
    Il mio smalto scuro che ti piace.
    Un portafogli che ti ho regalato quando l’avevi perso.
    Il mio libro: prima o poi lo leggerai che ci sei pure tu dentro.
    Una canzone: Malarazza. L’hai capito pure tu che devi prendere lu vastuni e tirare fora li denti.
    Una promessa: vengo io. Non ti azzardare a tornare.
    La voce incrinata della nostra amica “attrice” che non ci riesce, manco se è la più brava di Palermo, a non fottersi da sola mentre ti dedichiamo una lettura che parla di chi ce l’ha fatta ad andarsene, in mezzo a mille persone che non ne sanno niente di che vuol dire capirsi a mezza parola e cu ‘na taliata.
    Una foto: la mia faccia sempre con gli stessi occhiali. Sono a specchio e ci sono i tuoi pantaloni a quadri. Solo tu puoi essere.
    Un’agendina con gli appunti di un viaggio che non scorderemo più. Abbiamo riso da farcela addosso e abbiamo pianto senza vergogna, quando siamo tornati.
    Non dire niente, non mi rispondere.
    Buon viaggio.

    A Manlio, amico mio.

    Palermo
  • 37 commenti a “Buon viaggio”

    1. BRAVA – BRAVA – BRAVA

    2. eh si a quanti amici abbiamo detto “buon viaggio”, attendendo con ansia la prossima vacanza, ponte, festività per vederli tornare e ridere di nuovo insieme…
      peccato che alcuni alle volte… qui non ci vogliono tornare… e lo fanno come se facessero un favore… a noi ed alla città… magari raccontano anche un mucchio di fesserie sul “non ho ferie” e poi girano il mondo…beh…buon per loro… ma la città e chi ci resta… non li aspetteranno per sempre…

      un bacione a te e Manlio

    3. Buona fortuna Manlio, che non conosco personalmente ma che mi fa tantissima simpatia e……forza Maria, so cosa vuol dire non avere accanto a sé un amico con cui ci si capisce solo con una talìata ma, alla fine, le amicizie, quelle vere, non stanno a Palermo, a Milano o in qualunque altro posto al mondo….stanno solo nel cuore!!!

    4. Buona fortuna Manlio,se ti manca il mare,vieni a fare una scappata a Nizza,non è tanto lontana,e come sai a “biedducuori”…
      Giuseppe

    5. Welcome Home Manlio,
      se ci mettiamo a contare palermitani a Milano non la finiamo più, e da poco (benvenuto tra noi marco) ci sono, anche, quelli di seconda generazione macari se i genitori di anni ne hanno 30!.
      Un appuntamento poi non può mancare, la domenica lo sfincione di Conticello (Antica focacceria San Francesco) in zona duomo. Appena entri lo capisci che sei in un enclave panormita.

      Manlio oggi c’è anche il sole.
      benvenuto a casa!

    6. @ Auri e @ Rosalio,
      capisco i risentimenti, capisco tutti,
      ma rispetta la policy dire che una città è “di merda”? Anche se è la propria.
      Non stiamo esagerando con l’autorazzismo?
      Palermo è una città fantastica, con una pessima amministrazione, ma ragazzi è la democrazia. Ma non entro più di tanto nel merito. Posto che Palermo sia la peggiore città in cui vivere nell’universo o la peggiore sotto qualunque altro punto di vista (non è la mia opinione, ovviamente, solo solo perché qui abbiamo Maria Cubito e altrove no), è lecito per questo bollarla in modo così offensivo e volgare? Se avessimo detto che Milano è una città di merda sarebbe passato inosservato?
      Grazie

    7. non lo conoscevo, l’ho sentito domenica sera al Montevergini.
      Ha animato la serata in maniera divertente.
      Quando ha detto che lasciava Palermo per andare a Milano, ho pensato, va al Zelig, con quella verve, dove altro puo’ andare ….
      Un altro palermitano alla corte del varietà milanese.
      Non so se va la’, ma con quella chitarra e quella voce sarà ovunque benvenuto ed è questo quel che conta!

    8. “Due film, vecchi. In bianco e nero che non ne possono fare più uguali”
      ————
      Peppino : “Ma si può sapere che hanno da ridere ?”
      Totò : “Chi ?”
      Peppino : ” Ridono ! ”
      Totò : ” E per forza….caro Peppino, tu vestito da milanese….sei ridicolo”

      Forse il più memorabile film di Totò e Peppino. ” Totò Peppino e la malafemmina ” ( a pensarci bene questo titolo….). Ed anche una rivincita che gli immigrati si prendevano su una città che appariva troppo perfetta ed inaccessibile.
      ————-

      ” Mi ammazzo, hai capito ? Voglio morire !!”. Un dramma. L’epopea dell’immigrazione di “Rocco e i suoi fratelli”. Gli arrivi dal Sud con pesanti valigie di cartone legate con lo spago. Non c’è zona importante di Milano che il film non tocchi. La stazione Centrale, il Duomo, i Navigli, l’idroscalo, teatro dell’omicidio di A.Girardot. Dalla Ghisolfa, con la sequenza dello stupro, al Portello, ex sede dell’Alfa Romeo, dove trova impiego l’unico dei quattro fratelli che si integrerà. Forse.
      ———————–

      (Carissimo Lambertoni… ma cùsa fa chi a Mìlàn cun stu cald? …. )

    9. Manuelo,il tuo stile non mi è nuovo…

    10. anch’io ho conosciuto Manlio soltanto la sera del compleanno di Rosalio e ho sentito il bisogno di complimentarmi con lui.
      Gli auguro tutta la “merda” del mondo per il suo futuro, e che ogni cosa vada per il verso che lui vorrà dargli.
      Luisa

    11. Massimo il commento è stato rimosso ma ti invito a utilizzare l’e-mail per queste comunicazioni. Grazie.

    12. Ciao Manlio!…Grazie Maria!

    13. Che dire? Ho la sensazione di aver letto qualcosa di talmente privato da non avere nesuna autorizzazione a commentare il post.
      Brava Maria!

    14. …si il termine era forte (…però per la stessa identica espressione usata da Enia dal palco, giusto per la festa di Rosalio domenica sera, giù tutti ad applaudire…)

      “…chista è terra maligna…” Tornatore fa dire ad “Alfredo” in Nuovo Cinema Paradiso…

      http://www.youtube.com/watch?v=8Y6Mua_5erY&feature=related

      più elegante ma il concetto è simile..

    15. …siete fantastici…tu, manlio, questo post….. bello bello marì. kiss

    16. Bella davvero…,è tangibile in questo tuo post il forte sentimento di amicizia che ti lega a Manlio.Non lo conosco personalmente ,ma domenica sera ho avuto modo per la prima volta di poterne apprezzare le notevoli qualità artistiche.Manlio,ne sono sicuro, saprà farsi apprezzare anche a Milano . Vai Manlio, se devi andare vai ,sù avranno modo di apprezzare e valorizzare il tuo talento .
      ps Maria , con un post di questa bellezza a Manlio gli renderai il distacco ancora piu pesante ma forse allo stesso modo piu leggero…non lo so..al cuore non si comanda, vero ….

    17. Non sono riuscito a leggerlo tutto, il tuo post.
      Il ponte finiu ed è giorno di aeroporti e di ritorno al nord. Sono a lavoro e non volevo piangere.
      Lo finirò di leggere un altro giorno.
      In ogni caso, grazie.

    18. Bello!..complimentissimi.I sentimenti in questo post sono quasi tangibili! So bene cosa significa conoscere una persona che riesce a “cambiarti” la vita, a farti sorridere con un solo sguardo o con una qualsiasi ca**ata, e che quando se ne va ti fa cadere il mondo addosso, ma riprendendo le parole di sabrina, l’amicizia sta nel cuore, e anche se la distanza fa male, se lui è felice la cosa è più sopportabile! 🙂 ..spera solo nel suo successo e in tante sue telefonate.
      Ancora complimenti.

    19. A presto Manlio.
      So già che domenica avremo un filo di tristezza tutti, ma sarà una festa comunque perchè te la meriti.
      Ciao Ma.

    20. io ho provato lo stesso vuoto dentro quando è partito un mio carissimo amico il fratello che ti scegli nella vita, oggi lui è a milano lavora guadagna bene ha tante soddisfazioni che purtroppo qui non avrebbe mai potuto avere, che dire mi manchi ma sono felice e orgoglioso per te, soprattutto dopo i tre mila colloqui e la sofferenza di lavorare in un call center per manco 50 euro a settimana (il fisso) degradante…. purtroppo ancora oggi siamo costretti ad emigrare chissà quando mai finirà chissà….

    21. Il post e la dedica sono molto belli, anche se tutti i commenti in generale sembrano un elogio funebre e non un arrivderci ad un amico.

      Sono andata via da Palermo 3 anni fa, ho trascorso in questa citta 23 fantastici anni della mia vita ma non ci ho mai lavorato. La mia partenza non é stata dovuta ad insoddisfazione, ma solo a curiositá, volevo vedere cosa c’era oltre e, devo dire, che sono molto soddisfatta.

      Partire spesso non é facile, devi raggiungere tanti compromessi, con te stesso e con gli altri, ma credo sia importante farlo. E’ troppo facile restare nel posto in cui sei sempre cresciuto, in cui hai tutto servito e riverito. Andare via dal posto in cui si é nati, anche solo per qualche anno, puo solo aprire la mente e farti conoscere realta diverse, aprirti al confronto.

      Con cio non voglio criticare chi sia rimasto o chi crede nel fatto di poter fare qualcosa di buono nella propria terra. Anzi, lo stimo, e apprezzo la tenacia e la determinazione.

      Io pero riconosco di essere diversa, un vulcano in movimento, con tanta voglia di conoscere, vedere, sperimentare. Ma, in ogni caso, amo la mia Sicilia!

    22. è bello che un’amica scriva questo ad un amico che parte. Io sono “salito” a milano sei anni fa e mi sono reso conto che la distanza cancella tutte le conoscenze che si credevano amicizie e fortifica le amicizie vere.
      Mi permetto di dissentire sullo sfincione di conticello, è troppo salato!!! Però è un piacere entrarci. Vai manlio, un altro aquilotto nella nebbia.

    23. Simonetta la amo anch’io molto e credo (con tutta la fortuna che mi ha assistito) di non potere fare di più di quel che faccio. Per me e per lei. Non c’è chi ha torto o chi ha ragione. E un po’ di tristezza forse ci sta…

    24. Non ci sono parole, Maria… questa volta niente nodo in gola, ma lacrime, solo lacrime di commozione nel leggere il tuo post: spesso gli amici che si “allontanano”, geograficamente parlando, restano comunque vicini, basta ritrovarsi per recuperare il finto gap che si è creato… spesso, chi ti rimane vicino si “allontana” molto molto di più…
      Grazie Mari per tante emozioni, anche se fa un po’ male…

    25. Qualcuno diceva che senza il viaggio non c’è approdo. E sono d’accordo. Simonetta tu dici che è importante muoversi, girare, lasciare il posto in cui si è nati “anche solo per qualche anno”. Il dramma della nostra città, però, è la mancanza, in molti casi, di alternative. Troppe professionalità sono mortificate, troppa gente che va via perché a Palermo è costretta a mendicare. E a lavorare senza riconoscimenti, né soddisfazioni. Andar via qualche anno poco più che ventenni, per poi magari ritornare con l’arricchimento è bellissimo…ma andar via poco più che trentenni (o quarantenni come nel caso del destinatario della lettera), quasi costretti, è un altra cosa.

    26. Grazie Maria, ancora una volta grazie.
      (Sono siciliano, sto a Milano e la persona che amo vive a Palermo, c’è bisogno di spiegare il perché dei ringraziamenti?)
      Ah, e in bocca al lupo a Manlio! 😉

    27. Anche se è sempre piacevole leggere i posti di Maria Cubito – complimenti per il libro – condivido il pensiero espresso nel post di Simonetta.
      P.S. Nissa, è Marcellino ( come here! ), il critico di cinema di Roma, pero’ non è romano de Roma, è palermitano DOC, anche se non mette piede a Palermo da 40 anni almeno.

    28. Grazie Maria. Grazie per il Tuo saluto a Manlio che mi hai ricordato la mia partenza. Quello che ho provato allora, e talora ancora oggi provo. Il senso di disperazione di chi vorrebbe restare ma “sa” che deve andare. E Ti giuro che a leggerlo mi sono venute le
      lacrime. A Manlio dico solo, se posso permettermi di dargli un consiglio da chi c’è già passato, sii sempre palermitano nell’ animo. Diretto, orgoglioso, conscio di quanto siamo il frutto e l’ unione di mille culture e quindi diverso. Ma proprio in forza di ciò adattabile a mille situazioni. Non perdere tutto quanto le persone vere che siamo, quelli che abbiamo coscienza di ciò, Ti
      hanno dato senza che Tu lo sapessi nè Te ne accorgessi. In altre parole non nascondere nè rinnegare mai la Tua natura di isolano sincero, pazzo e sognatore. Solo così potrai sopravvivere in terra straniera senza diventare un altro. Ma sopratutto non credere che questo o un altro posto sia l’Eldorado. In alcun posto nessuno Ti darà mai niente per nulla. E mille volte rimpiangerai la Tua terra perduta, la tua gente solare, i tuoi amici lontani. Ma questo è il destino che ognuno di noi costretto a ciò deve affrontare per conoscere l’ altro sè stesso, per crescere dentro. Auguri di cuore Manlio e se mai avessi bisogno Rosalio ha la mia mail. Ciao

    29. BBAAAM! mammamia che tranvata Marì.
      @ Manlio Noto : giocatela!

    30. …Gigi,il suo stile è inconfondibile:)

      Sul post di Simonetta,si puo’,anzi è totalmente condivisibile,se la partenza è dovuta ad una scelta di vita ben precisa,cosa che accade benissimo in altre citta’ di questo pianeta,ma quando la scelta di abbondonare la tua citta’ e le cose a te piu’ care,è molto piu’ difficile da digerire,e nel caso di Manlio(ricordo ancora il suo sorriso “durbans” mostrandomi la sua sua prima fender)un ragazzo dotato musicalmente,a Bologna o a Milano,avrebbe avuto meno difficolta’ a incontrare le strade del successo,o almeno di vivere del frutto della sua passione.

    31. 40 anni= 1969. Ero già andato via. Roma era bellissima, come dice Moretti, ma non mi ero ancora abituato. Anche Roma, per esempio, ha i suoi colori. Infiniti. L’azzurro del cielo d’aprile sui lungotevere, l’arancio acceso dei tramonti sul Pincio, l’ocra delle facciate umbertine, il verde brillante di piazza di Siena, l’oro delle cornici barocche, il bianco delle spose al Campidoglio e nelle mille parrocchie, il biondo cupo del fiume, il celeste dei grembiuli dei bambini, il blu privilegiato delle macchine di qualche ministro che corre veloce e indifferente per la città. Eppure basta tornare da Palermo e tutto questo, tutti gli infiniti colori che contiene la tavolozza romana sembrano diventare un solo colore, la città dipinta con un colore solo, come tante altre, uniformi e compatte, coerenti e un po’ noiose. Ps E’ vero, Gigi, è da un po’ che non “torno”. Ma perchè tornare se il ricordo è ancora vivo, affascinante come un sogno ?

    32. In bocca al lupo Manlio. Ti penseremo e ricorderemo le serate passate a cantare con te, ma sopratutto ricorderò sempre l’espressione sognante e le chiacchere di mio figlio, che non sapeva ancora parlare, ma lo faceva guardando quel quadro che hai regalato a Maria per il suo compleanno. Fai vedere a tutti quanto sei speciale…noi ti aspetteremo qui e gioiremo di ogni tuo successo. Buon viaggio

    33. Perché tornare? Ma tu non devi tornare Marcellino! Perché hai la fortuna di vivere la Palermo del sogno, quella che si sogna da secoli, è dentro di noi specialmente quando partiamo, la percepiamo anche se non la possiamo raccontare. Pero’, se dobbiamo fare i sentimentali melensi va bene, se invece vuoi tornare nella Palermo della realtà … ecco, per esempio, quello che fai talmente bene da Roma, e che ci siamo detti tante volte ” trascinare per la città le parole del cinema ” … troppe interferenze a Palermo, credimi Marcellino; e pesantezza.
      E’ proprio la lontananza che ti rende poeta ( per oggi hai avuto la tua dose, domani … 😀 ).
      Comunque in qualsiasi parte del mondo si parte, si torna, si riparte, senza fare tragedie.
      In ogni caso, che sia tragedia o distrazione, i post di Cubito sono tra i piu’ interessanti e piacevoli da leggere.

    34. In bocca al lupo a Manlio, magari questo viaggio ti servirà per farti un nome e poter ritornare definitivamente a Palermo con diverse prospettive. Te lo augura uno che è emigrato a Roma nel 1999 e dopo 10 anni ha deciso di ritornare definitivamente a Palermo, riportando a casa moglie e figli. Naturalmente devo ringraziare l’azienda per cui lavoro che mi ha permesso di continuare ad operare nella mia città a pari livello e stipendio. Come diceva qualcuno nei post precedenti, anche fuori Palermo nessuno ti da niente per nulla, soprattutto in città come Roma dove se non hai un appoggio politico o del vaticano non farai mai carriera. Venendo io da Palermo e non avendo nessun aggancio ho sacrificato 10 anni della mia vita in attesa di una carriera che non decollava, a quel punto abbiamo deciso di tornare a casa. Oggi mi sento soddisfatto della scelta, a Roma partecipavo a grandi progetti, alcuni importanti ma troppe volte inutili, oggi mi occupo e mi preoccupo di realizzare impianti per i nostri clienti da Napoli in giù, almeno così ho la soddisfazione di mettere a disposizione le mie capacità per lo sviluppo del mezzogiorno invece di fare progetti per far fare carriera a qualche raccomandato di Roma. Ci vuole molto coraggio a partire ma forse ce ne vuole ancora di più per tornare, mi auguro che tutti i Palermitani emigrati abbiano un giorno il coraggio di tornare e fare qualcosa di buono per questa terra troppo spesso martoriata.

    35. Cara Maria, il modo di esprimere le tue emozioni mi commuove, a volte, fino alle lacrime.
      Grazie.

    36. post bellissimo commovente…. ma ragazzi scusate a 40 anni si parla di emigrare con dolore…per il lavoro?… io penserei già alla pensione fossi in lui al posto di emigrare. 40 non sono venti….restando fermo il fatto che è una bella amicizia e tutto quello che vi pare… ma secondo me a 40 anni ormai sei fuori tempo massimo… bo forse sono io scusate gli conviene restare qui e cercarsi un sussidio o un lavoretto… oppure doveva muoversi prima ma molto prima….

    37. grazie mariu’ per avermi citata ma soprattutto per avermi fatto conoscere una gran persona e un grande artista,anzi…amuni’ a truvallu presto!

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