Mi è bastato un po’ di tempo dopo il mio arrivo in Sicilia, per rendermene subito conto che per quanto riguarda i palermitani, c’è proprio una parola chiave che definisce alla perfezione il loro concetto di spazio; questa parola è soglia. Si tratta di un termine che offre in più una spiegazione su tante cose che sono capitate in un tempo passato e continueranno a succedere in futuro se niente, come sembra avrà il modo di cambiare. Perché il termine in questione, a mio parere, chiarisce molto bene il rapporto che il cittadino di questa città ha stabilito contemporaneamente col mondo e con sé stesso, in altre parole con quello che si trova fuori dai suoi interessi e con quello che, al contrario, è basilare per la sua stabilità esistenziale. Se la famiglia è il fondamento della sua vita, tutto quello che gira attorno a essa – lavoro e rapporti nelle linee essenziali – sarà l’unica cosa alla quale lui terrà. Il resto non conta, non esiste, nonostante la realtà quotidiana continui a dirgli da secoli che non può farne a meno.
Quando si parla di soglia in queste latitudini viene in mente l’immagine di una vera frontiera, una linea di confine massiccia, il divisorio tra casa mia e casa di nessuno, quindi è chiaro che si è stabilita una netta separazione tra le cose che mi appartengono assolutamente e tutte le altre che possono anche scomparire perché non me ne po’ frega’ de meno. Continua »
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