Favole a Palermo
La Bella addormentata nel bosco
Bella si addormentò nel bosco.
Era Pasquetta, alla Ficuzza, e la pasta al forno forse era troppo pesante.
Il principe ranocchio
Passeggiava col suo inseparabile bassotto in via Messina Montagne per fare un servizio per la tv, quando, vicino ad una fogna a cielo aperto, vide un ranocchio, che, attirato dal suo impermeabile giallo, le parlò:
«Portami con te», le disse, «sono un principe».
Un mese dopo entrambi erano ospiti del talk show di Minutella.
I tre porcellini
Erano tre piccoli porcellini. Il primo costruì una casa di paglia, il secondo una casa di legno ed il terzo una casa di mattoni. Tutte e tre abusive sul lungomare di Terrasini.
Hansel e Gretel
Hansel e Gretel passeggiavano per strada, quando all’improvviso, a Piazza Politeama, videro una grande casa, fatta di martorana. Decisero di entrare, ma qualcuno già aveva messo i sigilli.
Pinocchio
Questa è troppo scontata! 🙂
La piccola fiammiferaia
Faceva tanto freddo, la piccola bimba provò ad accendere uno dei suoi tre fiammiferi per scaldarsi le mani, ma ben presto si spense. Lo stesso fece col secondo, ma anche stavolta servì a poco. Il terzo, dopo averlo acceso, lo tirò vicino a dei cassonetti di spazzatura e non ebbe mai più freddo.
Colonna sonora: Non è una favola. (L’aura)
ehehehehehheheheheheeh
Mi piacciono! continua!
geniale!ancora!
meravigliose!!!
esilaranti!!
gradisco!!!
favolose!!!
Geniaccio.
******* LA PRINCIPESSA SUL PISELLO********
…. ahhh ghhhhhhh …..
Bellissime! 😀
cenerentola:
“scusa principe, potresti ridarmi la scarpa? no, perchè io, da buona palermitana, mi sono spesa uno stipendio e mezzo( cameriera in nero)per comprarmi le scarpe per venire alla festa della “palermo bene” e fare capire che il pidocchio ha la tosse!!!”
Il soldatino di stagno
“un giorno un soldatino di stagno cadde dalla finestra della stanza di un bambino figlio di un quarumaro. Il soldatino fu trovato da due bambini malacarne che lo misero in uno dei tanti sacchi di munnizza accatastati vicino ad un cassonetto. Ad un certo punto cominciò a piovere e l’acqua si portò il sacco di munnizza con il soldatino. Il sacco passò sopra molti tombini che, per fortuna, erano tutti otturati dai rifiuti e alla fine arrivò nel fiume Oreto. Quì un topo grande come un cane si mangiò il soldatino. Il topo venne macellato in un mattatoio abusivo di Ballarò e le frattaglie vennero vendute, insieme al soldatino, al quarumaro che riportò felice il giocattolo al proprio bimbo.
CHE TRISTEZZA
*** Sinbad il marinaio ***
C’era una volta – ai tempi del Califfato di Ali Cammha Aratha – un marinaio di nome Sinbad.
Viveva felice, tra pietanze cucinate al suo Gran Visir e uscite sul suo vascello ormeggiato sotto i rigogliosi giardini dell’AcquaSacra.
Un bel giorno arrivò una perfida maga gialla, che con strani sortilegi via etere ruppe l’incantesimo.
Le acque si agitarono in preda a gran tempesta per ben tre giorni e tre notti.
Ma per fortuna, grazie al meraviglioso “clima” di cui godeva la ridente cittadina, tutto si placò nel giro di poco, e il Gran Visir – come se nulla fosse – qualche mese più tardi, poté tranquillamente festeggiare il Capodanno di ringraziamento, insieme con i suoi ciambellani, dentro il sacro Tempio di Euterpe e Tersicore.
Complimentonissimi!
Più spesso su Rosalio, mi raccomando…
BRAVO
“cenerentola:
scusa principe, potresti ridarmi la scarpa?”
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“si, se mi dai il tuo voto”
Robin Hood
Dalla foresta di Sherwood, Robin Hood seguiva in tv Annovero quando, colpito dallo sfogo di una precaria siciliana e dall’arroganza del politico suo interlocutore, decise che in quella lontana terra governata dal malaffare, avrebbe rubato ai ricchi per dare ai poveri.
Il viaggio fu lungo, ma il suo cavallo era un purosangue di valore, preferì quindi non correre rischi e si accollò di mollare due euro a “Jack, il posteggiatore di Piazza Bellini” nominato custode delle pregiate redini.
In quel maestoso palazzo, il re decideva le sorti della città. Deciso ad essere aquila tra le aquile, con agili balzi Robin si arrampicò lungo le irte pareti sino alle stanze regali. Lì avrebbe trovato forzieri pieni di oro e preziosi.
Il sindaco Quarantadenti dormiva profondamente e il suo alito vinoso copriva il tanfo di immondizia che aleggiava su tutta la città.
Stranamente la cassaforte era aperta, la cosa lo fece preoccupare non poco poiché già altre volte il suo rivale, Arsenio Lupin, lo aveva gabbato sul filo di lana. Ma quando spalancò la cassa comunale vi trovò solo cambiali, bollette inevase e protesti. Capì quindi che Arsenio Lupin era lì davanti a lui che dormiva beato e per anni sotto mentite spoglie aveva fregato quegli ingenui che adesso vociavano sotto il palazzo sventolando striscioni e barchette di carta.
C’era una volta un popolo di Elfi che parlava tanto e tanto si lamentava. Giustamente a dire il vero. Le discussioni spesso riguardavano Napo Elfo Capo e i suoi collaboratori accusati di essere pessimi amministratori.Elfolandia, mondo bidimensionale, talvolta costituiva oggetto di osservazione e studio da parte di lontane popolazioni esterne uomini tutt’altro che perfetti ma che ogni giorno si ingegnavano e si incavolavano parecchio per rendere le loro città più ordinate, più organizzate, più pulite, più verdi e più vivibili. Per gli Uomini della Terra di Mezzo Elfolandia era un gran mistero: si chiedevano perché tutto sembrasse irrisolvibile in quel luogo remoto e si domandavano anche chi avesse mandato al potere Napo Elfo Capo se non loro stessi. Nessuno lo aveva imposto come re di Elfolandia. Gli Uomini della Terra di Mezzo osservavano spesso e con stupore come gli Elfi non amassero il loro regno perché lo rendevano brutto con l’incuria e la cattiva educazione. Conclusero che il Re non era altro che lo specchio della popolazione del Regno e che valori come l’educazione diffusa, il buon senso, il senso del pudore e della vergogna, l’amore vero per il proprio Regno, l’onestà, l’orgoglio, la modestia, l’understatement, l’istruzione, l’amore per l’azione, il decoro, la volontà di migliorare e la critica costruttiva fossero da trasmettere alle future generazioni degli Uomini della Terra di Mezzo altrimenti la pena sarebbe stata spietata: assomigliare o diventare come Elfolandia. E così solennemente promisero che sempre avrebbero trasmesso questa sapienza ai loro figli affinché mai la Terra di Mezzo si degradasse così tanto. Oggi continuano a vivere, amarsi, discutere, agire nella loro società che sanno essere sempre tutt’altro che perfetta ma sono sereni perché si impegnano e fanno tutto quello che umanamente è possibile fare per rendere migliore il loro Regno e sanno che la colpa quasi sempre ha molti padri.
La principessa sul pisello
Ahiiii!
Ore 23,57 , Cenerentola va di frettissima dopo un incontro alla…Monica Lewinsky con il principe azzurro.
“Cenerentola….la scarpetta…..-fa il principe azzurro alla fuggente Cenerentola-
“La scarpetta lasciare fare a tua sorella…..-risponde Cenerentola di corsa…-.
lasciala, refuso di stmpa..per la fretta…
Bravo! ^_^