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martedì 19 nov
  • Lotomòbili

    Lotomòbili – proprio così: quando comparvero i primi spetazzanti automobili, maschili ancora per poco, i nostri padri ne fecero tutt’uno con l’articolo. Esattamente come succederà molto più tardi con l’Ape della Piaggio che diventò per noi siciliani la Lapa.
    Fu subito follia collettiva perché con quegli automobili si facevano pure le corse: preciso come con i cavalli, nostra antica passione.
    La Targa Florio ne suggellò l’apoteosi e i nomi di Felice Nazzaro, Louis Bablot, Ettore Graziani, Alessandro Cagno e Vincenzo Lancia divennero i beniamini di un pubblico vastissimo. Era il progresso che avanzava rombando e alzando polveroni, e tutti i siciliani stettero lì sulle strade sterrate dell’epoca ad attenderne i passaggi, con le sbandate in curva, le uscite di strada, gli incidenti…
    Fu allora che uno sconosciuto “Gasparinu”, caustico spirito indigeno, consigliò in versi:

    “Fimmineddi, masculiddi,
    neutrali, picciriddi,
    quann’è ura di la Targa
    vi cunsigghiu stari a’ larga.
    Puddicini e puddastreddi,
    cani, porci e picciriddi,
    va tinìtili ‘ntappati
    p’un finìri scafazzati…”

    Poi divenne il mito della classe media e contemporaneamente un modello atto a misurare usi e costumi; le benzine misero tigri nel motore, poco curandosi dei consumi. E noi ci aggiornammo: non più automobile, ma più sicilianamente màghina!
    E la arricchimmo di costosissimi accessori. Di dubbio gusto come il pomello del cambio (magari un teschio…) in finto avorio, il cagnolino sul lunotto posteriore che faceva su e giù con la testa. E ce n’erano pure che accendevano gli occhi alla frenata.
    E proprio in quei benedetti anni Cinquanta cominciammo a sognare pensando che nel lontano Duemila non ci sarebbero state più auto ma dischi volanti per i ricchi, ed elicotteri maneggevoli ed economici come una Cinquecento.
    Quelle terrestri sarebbero state alimentate da idrogeno, aria compressa e altre diavolerie economiche inventate dal progresso. E invece?
    Rieccoci con le quattroruote a benzina/gasolio/metano inquinanti e che a mantenerle costano quanto un figlio agli studi. È l’unico oggetto d’uso quotidiano immutato da mezzo secolo, a parte quel poco di elettronica aggiunta in questi ultimi anni. Con la differenza che, oggi, non ci possiamo andare in centro, non ci possiamo circolare nei festivi e non sappiamo mai dove posteggiarla; la nostra màghina in città è più lenta di un calesse e di una bicicletta. E vi sembra strano che la gente abbia smesso di comprarla?
    E tutti a piangerci sopra, e i governi a regalare finanziamenti, come se Fiat, Lancia, Alfa avessero regalato soldi allo stato ed a noi contribuenti quando ne vendevano tante. Mah!

    Ricordiamoci che la nostra màghina appartiene al passato perché tutte le aziende che le producono hanno speso grosse fortune in pubblicità e non in ricerca. Diciamo pure che hanno continuato a venderci un prodotto ormai vecchio. Ma nessuno ce l’ha mai detto.
    Ora che è arrivata la crisi e invece di mandare a casa i manager imbecilli, la fanno pagare agli operai incolpevoli.

    Tratto da Dizionario sentimentale della parlata siciliana.

    Palermo
  • 5 commenti a “Lotomòbili”

    1. Vorrei tributarle un caloroso applauso! Finalmente trovo qualcuno che la pensa come me. Anni fa i padroni e i dirigenti della FIAT sbandieravano ai quattro venti che nell’anno avevano fatto 3.000.000.000.000 (tremila miliardi “di lire”) di utili, e, vivaddio, a me non arrivava nemmeno una lira di dividendo – considerato che compravo macchine da loro mi sarebbe toccato qualcosina, che so, magari qualche sconto extra. Poi, negli anni successivi, con la prima crisi del petrolio, si è avuta una flessione nelle vendite e, sentite un pò, hanno messo in cassa integrazione migliaia di dipendenti e, quindi, a carico mio e degli altri contribuenti! Secondo voi è un modo corretto scaricare sullo stato e sui contribuenti l’inefficenza di una azienda privata? Vi ricorda niente l’Alitalia? Forse che è stato risolto il problema e non ce ne siamo accorti? No, signori miei! Questi problemi, e questi debiti, ce li portiamo dietro e sarà l’eredità per le generazioni future del malcostume della nostra classe politica!

    2. Sono contenta di trovarla quì in veste ufficiale e non ospite, sono una sua fan da sempre ed è sempre un vero piacere ascoltarla e leggerla….Grazie

    3. La màghina si cunsuma è ti cunsuma.

    4. Benvenuto su Rosalio!

    5. I palermitani sanno benissimo dove posteggiare la màghina: doppia fila, vertice d’incrocio, striscie pedonali, scivolo e posto disabili, corsia preferenziale, passo carrabile, marciapiedi….eppoi dicono che mancano i parcheggi!

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