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giovedì 19 dic
  • Le misure per lo sviluppo dell’economia siciliana

    “Ecco le misure per lo sviluppo dell’economia siciliana” titolava un articolo a pagamento a firma del nuovo Assessorato alle Attività Produttive, con tanto di foto dell’assessore Marco Venturi e del direttore generale Nicola Vernuccio, sulle pagine regionali di Milano Finanza, l’altro giorno. Come non salutare con favore delle iniziative a sostegno di imprese giovanili, femminili o nuove? Mi è sembrata un’interessante opportunità anche per quei ragazzi che mi avevano contattato dopo il post Mettersi in proprio, ma mi è bastato dare uno sguardo alle attività ammissibili (V. pag. 5 e segg. della guida) per essere subito preso da un senso di sconforto, anzi, da un senso di presa in giro. Mi è sembrato di rileggere, come per un copia e incolla, un vecchio bando della Cassa per il Mezzogiorno degli anni ’80 con qualche innesto di attività meno obsolete (es. fibre ottiche) assieme ad attività…assistenziali più che di impresa.

    Nessun accenno a business da sviluppare tramite la rete Internet, nessun accenno ad attività, magari servizi innovativi, da avviare nel settore turistico o nella valorizzazione dei beni culturali, nessun “ponte” verso gli incubatori di imprese tecnologiche, pur promosse dalle nostre università o accenno ad altri settori più vicini a ciò che dei ragazzi che volessero mettersi in proprio penserebbero di realizzare qui e oggi. Ma mi chiedo, soprattutto, se l’interesse sia davvero quello di promuovere nuove imprese che camminino con le proprie gambe oppure se…l’impresa sia solo quella di cimentarsi nello slalom tra astratte previsioni burocratiche che poco hanno a che vedere con la realtà, in un momento come questo in cui il sistema bancario non finanzia alcuna start up: né buona, né cattiva. A che servono queste “attività ammissibili”, a continuare a riempire le aree industriali di capannoni vuoti a solo vantaggio degli intermediari in finanziamenti o degli imprenditori “prendi i soldi e scappa”? Vedo pure minacciosa, in questo bando, l’ombra dei patronati sindacali e di tutto quel sottobosco che si nutre di corsi di formazione professionale, di convegni e di chiacchiere inutili.

    Bisogna avere la capacità di valutare idee imprenditoriali nuove, di lanciare un concorso di idee imprenditoriali da far valutare non da burocrati, ma da chi ha l’esperienza del successo imprenditoriale ovvero da chi ha assistito professionalmente quello stesso successo, chiedendogli magari di investire nell’idea selezionata una simbolica cifra, così come farebbe un fondo di private equity. Perché non si usano infatti queste risorse per partecipare minoritariamente in queste nuove iniziative, condividendone il successo o l’insuccesso?

    I soldi pubblici gestiti in questo modo non credo servano a molto e il consuntivo delle esperienze passare dovrebbe confermarlo: è possibile sapere quante imprese di successo sono fiorite sotto la gestione di Sviluppo Italia Sicilia (azionista unico la Regione Siciliana)? È possibile chiedere quali siano stati i risultati a chi si propone di promuovere l’impresa (nota organizzazione finalizzata al risultato utile) con i soldi di tutti noi?

    Sicilia
  • 9 commenti a “Le misure per lo sviluppo dell’economia siciliana”

    1. Pensare che sto giusto meditando di fare impresa…ma da quello che leggo il mio settore è tra gli ‘inamissibili’. 😐

    2. Secondo questo bando alle imprese femminili sono riservate la gestione di … asili 🙂

    3. Ho appena letto il bando.Una vera delusione dopo il bando per i “1000 nuovi LSU”. Ancora una volta un’occasione sprecata…

    4. beh già industria 2015 è naufragara allegramente (e dire che era strutturata al 80% bene) adesso si torna ai pon-por da 5000 euro, con la possibilità ZERO di creare sviluppo vero, ci marceranno i soliti consulenti di impresa che sono bravissimi a fare carta e poco a fare sostanza, si complicheranno gli iter aumentando il numero di autorizzazioni perfino per seminare il basilico nel balcone e… non ci resta che piangere

    5. Spero che qualcuno dell’Assessorato o di Sviluppo Italia dia spiegazioni

    6. non capisco come non si aiuti una ditta artigiana vittima di estorsione che ora ha il lavoro ma non puo svilupparlo per poblemi economici avuti prima e le istituzioni,le associazioni ,che parlano sempre di occupazione e lavoro se ne freghino allora non e che non esiste il lavoro lo si elimina .

    7. Donato,
      in effetti dall’obiettivo operativo 5.1.3 (Asse 5) del PO FESR Sicilia 2007-2013 si evince, sembra, che gli aiuti economici sono concentrati su un settore squisitamente “produttivo” inteso come produzione di beni, piu’ che di servizi e cio’ si desume dalla lettura delle attività ammissibili della guida di Sv.Italia.Sicilia.
      E’ vero che dalla lettura della guida linkata a questo post non si rilevano accenni a business da sviluppare tramite la rete Internet. Sembra come se queste attività produttive da finanziare siano rivolte alla produzione di beni che devono essere fruiti da un mercato regionale, quindi molto interno. Cioè non si fa accenno a processi di internazionalizzazione delle imprese dove il marketing e l’uso avanzato di internet ne possono decretare, con molta probabilità, il successo in termini di utili d’impresa.

      Ma è pur vero che se andiamo all’OBIETTIVO SPECIFICO 5.2 (“potenziare la capacità di espansione delle imprese siciliane in
      mercati extra-regionali ed internazionali”) sempre dell’Asse 5 del PO FESR 2007-13 http://www.euroinfosicilia.it/Portals/0/Altri%20documenti/pofesr_20072013/POFESR_InvioCommissione.pdf (a pag. 201) si legge qualcosa che fa “intuire” l’applicazione avanzata di internet e delle strategie di marketing, quindi un Obiettivo Specifico, le cui linee di intervento e relativi bandi che usciranno sul sito http://www.euroinfosicilia.it , che fanno sperare un tipo di aiuti economici piu’ vicini alle validissime osservazioni da te rilavate nella seconda parte di questo post.
      Le linee di intervento dell’Asse 5 sono numerose come anche ampia è la sua dotazione finanziaria rispetto all’intero PO FESR 2007-13, quindi non ci resta che aspettare la prossima pubblicazione dei bandi degli altri Obbiettivi Operativi e delle relative linee di intervento.

      Poi sulla osservazione da te rilevata sugli incubatori di imprese tecnologiche, personalmente ritengo che dovrebbero essere finanziariamente caldeggiati da questo PO FESR 2007-2013, soprattutto quelle imprese tecnologiche innovative in quanto oggi risultano essere quelle aziende che affiancano numerose altre tipologie di imprese di produzione di beni/servizi e che risolvono a quest’ultime problematiche legate alla gestione d’impresa, comunicazione e promozione, fruizione del servizio ai clienti via web e tutte le tipologie di attività che un azienda “concorrenziale” su un vasto mercato si trova a dover gestire quotidianamente.

      Dobbiamo aspettare la pubblicazione dei prossimi bandi ripeto, per ora da osservatore di tutti i bandi che vengono pubblicati e relativi al PO FESR 2007-2013, non mi resta altro da esprimere, oltre che condividere la validità delle osservazioni da te formulate .

    8. Secondo me l’unica vera politica economica che la regione potrebbe lanciare, se fosse veramente interessata allo sviluppo economico della Sicilia, dovrebbe passare innanzitutto per un proprio sostanziale ridimensionamento. Gli incentivi che anche il bando in questione fornisce, sono probabilmente poca cosa rispetto agli altri incentivi che regione ha sempre dato, e che non mi sembra abbia intenzione di smettere di dare: posti di lavoro a tempo indeterminato a salari insensati (tempo fa ho letto di posti per dattilografo a 2000 euro al mese), accreditamenti assortiti, cascate di denaro per “pareri”, “consulenze” a professionisti di ogni sorta, e chi più ne ha più ne metta. Tutto questo costituisce un gigantesco incentivo a NON fare impresa. Senza menzionare la burocrazia: esemplare il caso documentato da Iacona la scorsa settimana dell’impresa agrigentina che costruisce pannelli solari che ha fatto capire chiaramente che in regione camminano le pratiche di chi “unge” i funzionari.

    9. Secondo me bisognerebbe eliminare tutti gli incentivi nella forma attualmente previsti e sostituirli con la possibilità di accedere a dei mutui ipotecari industriali, tali da permettere facilmente lo “Start Up” di progetti economicamente validi, che offrano la possibilità di creare nuovi posti di lavoro sicuri e a tempo indeterminato, detti mutui potrebbero essere erogati ad un tasso agevolato ed essere totalmente rimborsati dalle aziende fruenti. In questo modo si creerebbe un circolo virtuoso di finanziamenti produttivi che garantiscono da un lato la creazione di nuove attività e dall’altro un ritorno dei capitali , che potrebbero essere dati dalle Regioni o dallo Stato al posto degli incentivi.

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