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lunedì 23 dic
  • “L’arte di annacarsi” di Roberto Alajmo in libreria

    È stato pubblicato da alcune settimane L’arte di annacarsi – Un viaggio in Sicilia di Roberto Alajmo. Apparenti contraddizioni e immobili mutamenti rendono lo spirito di una terra piena di angoli insospettabili. Marsala, Palermo, Ustica, Porto Palo, Favignana, Agrigento, Siracusa, Tindari, Catania, Gela, Taormina, Messina sono solo alcune delle tappe di Roberto Alajmo, un viaggiatore che racconta riallacciando i fili di una trama antichissima e tormentata.

    Roberto Alajmo - “L'arte di annacarsi - Un viaggio in Sicilia”

    Rosalio pubblica un breve estratto del capitolo dedicato a Palermo.

    «…a conti fatti, c’è un posto dove il viaggiatore dovrebbe andare, se proprio ci tiene a rivedere Palermo. È un’angolatura nuova e sorprendente, se lui è disposto a seguire un certo ragionamento. Si può dire, che sia il posto più bello di tutti. La questione è discutibile, e bisogna mettere le mani avanti, perché stiamo parlando di Pizzo Sella. Ossia la collina teatro di una speculazione edilizia che ha fatto storia, per quanto bene (cioè male, cioè bene) era congegnata. I proprietari, almeno alcuni, hanno comprato in buona fede, e adesso cacciarli è difficile. Per cui, niente da fare: Pizzo Sella c’è e, a quanto pare, bisogna tenerselo.

    Che possa essere considerato il posto più bello di Palermo non è una posa scandalistica, o un sofisma pirandelliano che ne faccia ammirare l’essenza di luogo al tempo stesso abusivo e a norma di legge, per così dire regolarmente abusivo. No: per Pizzo Sella vale semmai il principio secondo cui il più bel posto di Roma è il Vittoriano, l’unico dal quale il Vittoriano medesimo risulti invisibile. Allo stesso modo, Pizzo Sella è l’unico luogo di Palermo in cui Pizzo Sella rimanga escluso dallo sguardo. È uno splendido posto, ma solo a patto di trovarsi esattamente lì.

    Bisogna salire i tornanti e poi fermarsi a guardare il panorama. Bisogna tagliare il mare dall’inquadratura e concentrarsi su quel fondale impastato dalla foschia che si trova un po’ più a sudovest. Vista da qui, Palermo ha l’aria di essere una città moderna. Se ne scorgono i quartieri residenziali, da agglomerato urbano qualsiasi. Ma non è una città qualsiasi, perché più di ogni altra è capace di coniugare bellezza e crudeltà.

    La verità è che, vista da qui, Palermo non si capisce. Rimane la città enigmatica che è. Troppo sfocata, troppo distante. Il suo fascino compiaciuto risiede proprio nella sfocatezza e nella distanza. È per questo che una volta arrivato fin qui, dopo essere rimasto a guardare per un poco il profilo di Palermo, è importante che il viaggiatore faccia una cosa. Chiuda gli occhi e cerchi di immaginarla come sarebbe se invece di chiuderli, gli occhi, decidesse di aprirli».

    Consigliato da Rosalio.

    Palermo
  • 28 commenti a ““L’arte di annacarsi” di Roberto Alajmo in libreria”

    1. Ciao Roberto, spero di poterTi incontrare x avere la mia copia autografata!!!

    2. Molto volentieri, Mariolina

    3. già preso in occasione dell’ultima “scinnuta”…bello!!

    4. Già la recensione di Goffredo Fofi mi aveva coinvolto, adesso la lettura di questo stralcio mi ha convinto… lo leggerò presto.

    5. Preso, letto e consigliato….. la definizione di annacarsi è poi di comune dominio nella nostra realtà aziendale….purtroppo la descrive bene!

    6. sono programmate presentazioni del libro a palermo?

    7. Grazie, amici miei. La presentazione a Palermo è prevista subito dopo Pasqua. Siete tutti invitati.

    8. Mi è piaciuta la trasmissione “Le Storie” di Corrado Augias dove ho apprezzato Alajmo per la sua pacatezza e la precisione nelle sue risposte succinte ed essenziali; tranne che si potrebbe discutere a lungo quando Alajmo dice che Pirandello “era molto semplice rispetto a certe identità siciliane”.
      Ho apprezzato pure certe descrizioni del carattere siciliano, certe immagini evocative, lo stile letterario; mi piace, inoltre, la descrizione della “toccata”.
      Sull’annacata: a dire il vero mia madre e mia nonna, quando avevo 11 anni, mi dicevano spesso “ancuara t’annachi?” quando ci mettevo troppo tempo per uscire di casa e andare a scuola (solo per dire che “annacarsi” ha anche altri significati, oltre a quelli descritti da Alajmo in tv ).
      Pero’ … molte cose raccontate – in bello stile letterario, lo sottolibneo – da Alajmo le sapevamo; allora, oltre il piacere della lettura … insomma la nostra Sicilia attraversa un periodo di decadenza che ci fa sprofondare nella disperazione e la rassegnazione ( non si vedono segnali di cambiamento, al contrario si tende a peggiorare ) … mi chiedo quando comincieremo a leggere o sentire PROPOSTE REALI di cambiamento per avvicinarci socialmente al mondo evoluto? Altra cosa è la letteratura, e/o lo studio psicologico dei siciliani che – come detto dallo stesso Alajmo che ne farebbe volentieri a meno pur di vivere in una società migliore – sono fonti inesauribili utili alla scrittura di libri, e perché no, per realizzare film e trasmissioni tv.
      Com’è pure sterile l’eccesso di “nombrilismo” siciliano che parla, e si parla, continuamente di se stesso, credendosi, a torto secondo me, il centro dell’universo dove tutto prende vita; falso; ne ho visti sentiti e letti tanti altri popoli che pensano cose simili di loro stessi, anche col senso della “grandeur”, forse la differenza è che noi parliamo, e ci parliamo addosso, gli altri fanno – agiscono – pure.

    9. Caro Gigi, guarda che se leggi il libro, le cose che stai cercando forse ci sono.
      Il significato tuo materno di “annacare”, per esempio, c’è ed è centrale fin dal risvolto di copertina.

    10. Ti ringrazio Alajmo. Prometto che tra qualche settimana appena arrivo a Palermo lo vado a comprare. Hai notato che mi sono basato sulla presentazione di Laterza e sulla trasmissione di Augias, dove non si è parlato dei temi che ora tu confermi che, invece, sono trattati, e dove ho potuto notare, e l’ho sottolineato nel precedente post, delle immagini evocative molto interessanti come lo stile letterario. Purtroppo Augias, che apprezzo e seguo spesso, ha citato solo “en passant” alcuni temi che considera interessanti, tra l’altro uno dei quali – il capitolo su Federico II – lo ritiene scritto in modo eccellente ma non ne ha parlato, per concentrarsi sui soliti temi di mafia e malaffare.
      Comunque io volevo dire semplicemente che un’opera letteraria, come mi sembra evidente in questo tuo libro, è un bel esempio di creazione “artistica”, è istruttiva, ed è gradevole e interessante per chi ama leggere. Ma mi interrogavo sul ruolo degli intellettuali; io non lo so quale spazio hanno a Palermo ma so benissimo che ce ne sarebbe assoluto bisogno per la formazione delle coscienze in una città che è in mano a un gruppo di dilettanti improvvisati ( se fossero almeno VERI dilettanti … ) che si spacciano per politici.

      P.S. Mi ha intrigato il tuo finale su Pirandello, ammetto di non essere certo di avere capito cosa intendevi esattamente, o perlomeno mi sembra un’idea che si presta a molteplici letture.

    11. N.B. alla fine quando parlavo di “nombrilismo” e inattività era solo una riflessione di carattere generale. In questo periodo sento spesso siciliani che parlano di se stessi come se fossero “il centro” intorno al quale ruota l’universo, addirittura che determina i caratteri del mondo, restando pero’, i siciliani, unici e diversi. Ma di questa caratteristica, o cose simili, ne ha parlato Alajmo in tv.

    12. “L’arte di annacarsi”
      .
      Mai termine risulto’ piu’ appropriato sul caso
      Pizzo Sella citato nel post.
      .
      E continuavano ad annacarsi….
      Cosi’ potranno scrivere fra 10 o anche 20 anni.
      .
      per meglio capire questa situazione,
      vi segnalero’ alcuni Link significativi

    13. ed ecco di cosa si sta parlando
      .
      http://www.flickr.com/photos/27963693@N04/

    14. ……………………E’ una caricatura l’immaginare che la Sicilia sia abitata da un popolo di schizofrenici che hanno costruito case fino al 2009 e ora pensano di abbatterle…………………………….

    15. ps:la frase appartiene ad un link di cui sopra.

    16. attenzione che il verbo “cacciare”
      si addice piu’ a volatili e selvaggina.
      In ogni caso nella Riserva di Capo Gallo
      c’e’ divieto.

    17. Ciao Roberto, ho appena fnito di leggere il tuo libro e devo dire che molte cose che scrivi sulle peculiarità del “siciliano” e dell’essere siciliani si possono riscontrare giornalmente in terra di Sicilia, poi a confermarlo è un ragazzo che da sette anni vive a Roma e la lontananza certi ricordi li fa affiorare più vivamente! …Coplimenti vivissimi per il tuo “singolare” modo di scrivere e descrivere mi piacerebbe poter fare una bella discussione ed in particolare sulle “cose” di Termini Imerese, beh se vieni da queste parti…!

    18. Carissimo Alaimo,

      mi piacerebbe in questo momento avere una copia del suo libro per leggerla, ma mia figlia me l’ha fatto annusare e poi è andata via portandolo con sè ( Sta preparando uno spettacolo di danza mettendo in scena aspetti siciliani delle sue origini)
      Sono manchisa di origine,nissena, Marianopoli sa dov`è? C’est le nombril de la Sicile…lì sì che ci si annaca, in tutti i sensi, consapevolmente e incosapevolmente, oggi come ieri…

      Ciao da una francese di Sicilia… GRATIA

    19. caro Roberto, che bello comunicre liberamente con uno scrittore che apprezzi…lavoro in carcere da parecchi anni ormai,così una certa idea ,dal di dentro,me lasono fatta! sto consigliando il tuo libro, a destra ed a manca, vediamo che succede…grazie per mantenere viva la coscienza dei siciliani e tutto quello che ne consegue…marinella

    20. HO AVUTO LA POSSIBILITà DI SFOGLIARE ASSAPORARE LE PAGINE DEL LIBRO E DEVO DIRE CHE MI PIACE,MI PRENDE PERCHè TOCCA ARGOMENTI A ME VICINI.MI PIACEREBBE POTER PARTECIPARE ALLA PRESENTAZION DEL LIBRO..

    21. Lucia ti invito a non utilizzare così il maiuscolo (equivale a urlare) e la presentazione è passata da un pezzo.

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