Ore 09:35 di un qualsiasi mercoledì.
Mi presento puntuale, anche troppo. Ho un colloquio di lavoro alle 10:00 e per arrivare in orario ho puntato la sveglia alle 6:45.
Sono vestito in modo anonimo, niente particolari, nessuna identità.
Scarpe, mutande, calze scure, jeans, cintura, camicia, maglione, giubbotto, sciarpa.
Sono il signor Taldeitali, e mi viene anche un po’ da vomitare mentre suono al citofono.
Un portiere compare dal nulla, mi chiede con la faccia scura cosa voglio.
Ma dico, lo vedi come sono vestito, ti sembro un terrorista?! Ti sembro un serial killer?! Sono un altro stronzo che si presenta ad un altro colloquio di lavoro, quindi vedi di stare al tuo posto e dimmi in quale scala devo salire che questo condominio sembra un quadro di Escher.
Sulla porta d’ingresso c’è una scritta plastificata, com’è plastificato il sorriso di questo tizio che mi apre la porta.
Alto due metri, la lingua di pezza, pochi capelli grassi, la pancia piena di birra, un alito da caffè appena preso.
È lo stesso che mi ha chiamato per telefono, insistendo a darmi del tu, ma chi ti conosce?! Ma chi sei?! Continua »
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