La trasandatezza è un segno distintivo della palermitanità visibile a occhio nudo, ma spesso percettibile anche all’olfatto. Taluni, mossi da orgoglio degno di miglior cause, teorizzano persino un fascino, un’estetica della decadenza palermitana. Per me la trasandatezza, la sporcizia e l’incuria sono l’esatto opposto di ogni estetica e di ogni forma di cultura civile.
Non pretendo che un edificio pubblico, una volta inaugurato nuovo di zecca oppure restaurato, conosca ordinarie opere di manutenzione o di pulizia. So che sarebbe tempo perso pretenderlo: il pesce puzza dalla testa e finché la testa non cambia o rotola a causa di un’improbabile rivoluzione, la musica non cambierà nella gestione pubblica. Ma perché edifici privati di grandi imprese “danarose” che hanno filiali non solo in Sicilia non devono conoscere la stessa pulizia e decoro riservati sul continente? Mi riferisco ai Bancomat esposti al pubblico degli sportelli bancari locali le cui tastiere lerce e spesso intoccabili non conoscono un detergente sino alla sostituzione dell’impianto! Il fatto che siano in queste condizioni non ha scuse: è solo per la trasandatezza di chi ci lavora che non sa dare migliore immagine di sé ai propri concittadini così come ai turisti.
Ultimi commenti (172.540)