Raccomandazioni
La mamma porgendomi un paniere disse: «Ti sei lavato la faccia?», feci cenno di sì, «Qui in questo tegamino c’è la pasta, in quest’altro c’è una frittata, poi c’è un pezzo di formaggio, un po’ di olive, tonno sott’olio e pane. Il pomodoro e la frutta li trovi in campagna. Al ritorno questo paniere lo riempi di pomodoro maturo, perché devo fare la salsa; ci metti pure qualche cocciu di pomodoro per insalata, un po’ di pesche e susine e qualche lattuga. Non tornare col paniere vuoto. Quando finisci di mangiare lava i due tegamini e poi li riporti. Non ti macchiare la maglietta, anzi prendine una vecchia dal cassetto del canterano della mia camera del Cozzo Corvo; la sera per il ritorno ti rimetti questa qui che ora indossi. Non ti voglio vedere con la maglietta sporca!». Mi guardò bene sul volto: «Non ti sei lavato la faccia, sei un bugiardo». Mi prese per un braccio mi portò in cucina, aprì il rubinetto. Il getto di acqua fredda mi fece rabbrividire. Mi strofinò il viso con una certa energia. Secondo lei così lo sporco andava via meglio; il fatto è che non faceva differenza tra guance, naso e bocca. «Ahi, mi fai male, il naso no». Forse non s’era accorto che non ero più il ragazzino di quattro-cinque anni. Mi asciugò. «Guardami negli occhi, ce la fai a sollevare le aste del carretto?». «Mamà, l’ho fatto tante volte». «L’hai fatto tante volte, però l’anno scorso nel sollevare quelle del carretto degli zii sei caduto bocconi per terra e ti sei spaccato un labbro. Non so cosa gli ha preso a tuo padre; ti manda da solo in campagna. Non capisce che sei un bambino». «Un bambino? Ormai sono grande. So fare tutto». «Ti sei fatto il segno della croce? La mattina appena sveglio non dimenticare mai di fare il segno della croce, hai capito?». «L’ho fatto mamà». «E poi non torturare le lucertole, anche loro sono creature di Dio, come me e come te; non fanno male a nessuno». «Ma Nino cattura i cardellini». «Sì, però non gli fa del male, li mette in gabbia e gli dà la scagliola e l’acqua». La mamma prese un pettine dal bagnetto di cucina e mi sistemò i capelli. Mise sul tavolo la tazza col latte e caffè e il pane. «Mangia». «Mamà, non ho fame». «Mangia lo stesso». Mi dovetti accomodare e mangiare, ma fu questione di un minuto. «Stai attento, non andare mai dietro al mulo; potrebbe scalciare. Intesi?». «Mamà, sta’ tranquilla» risposi prendendo il paniere e scappando via.
che simpatia…. mi identifico molto in questa sequela di raccomandazioni 🙂
Scusandomi per il ritardo rispondo con un grazie di cuore.