Succede in una via di Palermo, ma potrebbe accadere in qualsiasi altra parte della città.
Ore 8:25, esco di casa per recarmi al lavoro. Come ogni mattina, non meglio identificate figure si aggirano ai bordi della strada. Indossano una casacca gialla con scritta a tergo “Amia Essemme”. Uno dei due ha un aspetto un po’ smilzo, bassino, longilineo, sui 55 anni. Calvo, un cappellino verde a coprire il capo. Cosa fa? Porta a passeggio un contenitore verde con le rotelle, di circa 1 metro e 40. E con quale cura lo fa. Sembra una di quelle bimbe che, fiere, si atteggiano per casa con bambola e carrozzina il giorno dei Morti. Si guarda a destra e sinistra e avanza orgoglioso del suo fardello. Ogni tanto, mosso da estrema pietà, fa una piccola sosta, raccoglie un foglio di giornale piuttosto che un fazzoletto, scegliendolo con cura tra centinaia che ornano l’asfalto. Mentre gli altri fogli, volantini, fazzoletti, cartacce, cartoni, esasperati da una permanenza decisamente lunga in quel luogo, sembrano gridargli: «Prendi me, prendi me!!!». Ma lui, cinico e imperturbabile, continua a spingere il proprio “strumento di lavoro” verso una meta ai più sconosciuta. Continua »
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