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venerdì 20 dic
  • Il gazebo di Aluia

    Il gazebo di Aluia

    Gentilissimo signor Aluia,
    sono (o ero?) un affezionatissimo cliente del vostro bar. Amo (o amavo ?) venire lì da voi ogni volta che mi è (era?) possibile perché amo il posto, amo la vostra cucina, la vostra pasticceria, la gentilezza dei vostri impiegati.

    Sedevo lì il sabato mattina (e non solo), sotto il bianco ombrellone a gustarmi un latte macchiato, mentre sfogliavo uno o due quotidiani, incrociavo il saluto degli amici che numerosi passavano di lì e studiavo la schedina dei sogni da giocare nella adiacente ricevitoria.

    Poi un giorno mi accorsi di “certi lavori” e cominciai a sospettare, a temere. Il sospetto divenne presto certezza e la certezza si trasformò in sgomento. Il sogno svanì.

    Un orribile carrozzone era sorto tetro e sgraziato al posto degli allegri e bianchi ombrelloni. Da quando c’è quell’orribile carrozzone in legno non riesco più neppure a passare di lì. E da quel giorno mi sento orfano dei miei sabati mattina non avendo ancora trovato una valida alternativa che possa restituirmi quei momenti così sereni, comodi e, perché no, anche mondani.

    Ma come vi siete persuasi a realizzare un tale mostro in uno degli ultimi
    salotti della città. Non dubito che siate in regola con i permessi ed è anche vero che in città oramai se ne vedono ovunque anche di peggiore fattura di quello da voi realizzato.

    Ma io credevo (povero illuso) che voi vi distingueste. Io credevo che voi consideraste la particolarità della vostra splendida posizione.
    E non ditemi che il problema era quello economico. A occhio e croce i giorni in cui le dolci intemperie nostrali impedivano l’uso dello spazio antistante, in un anno, si contano sulle dita di due o tre mani.

    Per il resto, la clientela, anche in quei giorni, non voi manca di certo. E mi riferisco a quella affezionata folla di gente che vi frequenta senza oziare al tavolino, grazie alla invidiabile posizione, al ricco parterre di dolci, alla pratica e gustosa rosticceria take away.

    Insomma Caro signor Aluia perché non ci ripensi e ritorni alla magnifica sobrietà di una volta?

    Ospiti
  • 15 commenti a “Il gazebo di Aluia”

    1. Come darti torto. E aggiungo all’orrore il baraccone di piazza alberigo gentili del bar “la cremolosa”…uno schifo. O il capannone dell’ Excelsior Palace Hotel di via Marchese Ugo (piazza croci); questi ultimi hanno costruito un capannone nella ex graziosissima traversina coi gradini che collegava via Libertà appunto con via Marchese Ugo.

    2. Vorrei dare al signor Aluia un altro consiglio: perché non prova a migliorare la situazione dei servizi igienici del bar? Li ho usati qualche mese fa e non vi dico… vabbè che il luogo è angusto, ma perché tenerlo zozzo peggio di un letamaio? Il restiling esterno non dovrebbe andare di pari passo con il restiling del luogo più “ritirato” del locale?

    3. La possibilità di allestire strutture “temporanee” e “rimovibili” che poi ovviamente diventano permanenti e inamovibili è un classico.
      E non è che gli si possa dir niente ai poveri commercianti, quando il primo esempio, enorme e sotto gli occhi di tutti, è ancora lì ed è lo stesso Comune ad approfittarne.
      Come dimenticare infatti la maestosa e temporanea cupola del “pallone” accanto allo Stadio, sorta per il breve periodo dei mondiali di Italia ’90?
      Ecco, per l’appunto.
      Detto questo, e tornando al bar Aluja, vanno considerati i pro e i contro:
      Pro: è riparato; forse così non entrano i piccioni a mangiarti le pietanze dal tavolo;
      Contro: è una scatola dove non sarà più possibile fumare mentre si sta seduti (ma forse questo è un pro, tutto sommato); non puoi essere visto dai tuoi amici e conoscenti mentre ti pasci beato.

    4. orrrrrrooooore

    5. E’ l’apoteosi del “pagodismo” citato – con intelligente sarcasmo – da Roberto Alajmo. Che brutture!! e’ ancor peggio dell’edificato abusivo. una concetto distorto dell’arredo urbano, un’aberrazione!
      Ma ha visto qualcuno l’orrore nella magnifica piazza San Francesco, di fronte la nota focacceria. Come può essere consentito un tale scempio? e come la cittadinanza può rimanere zitta dinanzi a una tale deriva del gusto anzi del “buon gusto”?
      A Castelbuono una mattina è spuntato nella piazza principale un grandissimo ombrellone che occultava la visuale della piazza e la lettura della spazialità del cuora del paese. Ebbene, ancor prima dell’amministrazione è stata l’intera cittadinanza a protestare e a raccogliere le firme. Dopo poco più nessuna traccia di quella esagerata copertura “removibile”!
      inizia sempre tutto dal singolo e dalla sua coscienza civile.
      Grazie dello spazio concesso e dell’opportunità

    6. @ A. S.: la focacceria San Francesco ha ridotto a scempio l’omonima piazza, occultando la splendida facciata della Basilica (e creando difficoltà alla spose… esperienza personale x il mio matrimonio, scendo dall’auto davanti la focacceria e devo percorrere tra i tavolini l’intera piazza…).
      Ma non è una cosa grave! Anche perché ormai il signor Conticello (si chiama così o sbaglio) è diventato intoccabile; figurarsi se puoi toccare i suoi gazebo…!

    7. obiettivamente orribile

    8. Pesante e antiestetico.

    9. Palermo felicissima è ormai un sogno lontano…
      Chi ama “Grande fratello e Isola dei famosi ” non può fare a meno dei gazebo!!!
      Spero che altri clienti protestino e disertino questo bar

    10. è brutto…c’è poco da dire!…magari nell’intenzione del sig. Aluia c’era la voglia di imitare gli eleganti gazebi dei bar dell’elegante via veneto a Roma…boh…insomma si poteva fare meglio! Però certo che pena non poter più stare stravaccati al sole gustando un aperitivo!

    11. E il comune stà a guardare…

    12. dai Aluia, fai vedere chi sei e togli questa schifezza davanti ai nostri occhi già così provati! Se lo fai, ti pago il doppio un aperitivo ogni giorno per una settimana di fila!

    13. mi chiedo perchè solo a palermo i tavolini dei bar devono stare al coperto dentro quegli orribili “vagoni” che infestano le strade della città.
      altrove, a londra, parigi, madrid, etc, dove il clima non è certo gradevole come da noi, si usano gli ombrelloni o, ma raramente, delle coperture appositamente “progettate” per abbellire i luoghi e la sosta all’aperto.
      evidentemente qui da noi altre al “buon senso” s’è perso il “buon gusto”, anche se siamo COOL!

    14. certo, per gli amanti dei “bar” questa è una grande e terribile mutazione genetica.
      I bar sono importantissimi nella vita di un essere umano, sia quelli salotto che quelli squallidissimi che spesso sono i migliori.
      Ma i proprietari dei bar dovrebbero sentirsi orgogliosi perchè il loro bara è un posto di attrazzione per tante persone, e invece di spendere i loro soldi con progettini più o meno “tochi”, sarebbe meglio se sorteggiassero tra i clienti un viaggio per due ai Caraibi. sai quante mosche da Bar aderirebbero al concorso!

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