Un sogno proibito
Non ho vergogna a confessarlo: sono un vanaglorioso.
Mi ritengo perciò condannato senza speranza alle pene dell’Inferno. Condanna inflittami già dall’Ecclesiaste “vanitas vanitatum et omnia vanitas” vale a dire l’infinita vanità del tutto.
E poiché vanità viene da vano cioè vacuo, vuoto, potete immaginare già quanto mi costino queste righe che equivalgono a una pubblica confessione della mia pochezza. Confessione liberatoria che mi permette di mettere a nudo, di scoprire finalmente il mio sogno proibito. Quantomeno il mio segretissimo sogno nel cassetto.
No, non sogno assolutamente un “Premio Pulitzer” che, come sapete, è l’Oscar del giornalismo. Penserete che aspiri al Nobel per la letteratura per la mia “opera omnia”, magari postuma edizione di tanti articoli sparsi fra quotidiani e riviste?
Non ci penso neppure; confesso però che c’entrano i cavalli…
C’entrano in modo assolutamente speciale e neppure come fruitore delle loro prestazioni, dei loro servizi, ma come fare a spiegarvi?…
Tenterò più chiaramente con qualche esempio. Continua »
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