Da Palermo a San Francisco
Sappiate che da qui a un mese (e più) intendo massacrarvi con dei post di corrispondenza dagli Stati Uniti dove mi trovo per motivi di lavoro e di piacere. Siete avvisati e potete benissimo scrollare, come sempre, se non vi interessa. 😀
Andare a più di diecimila chilometri da casa (a San Francisco, anzi a Berkeley) non è un’operazione semplicissima da Palermo. Dall’Europa i voli diretti partono di sicuro da Parigi, Londra e Francoforte ma dall’Italia è meno semplice. Alitalia vola per New York, Boston, Chicago e Los Angeles. Insomma, per farla breve ho deciso di passare da New York per un totale di circa 16 ore e mezza di volo (meteo e vulcano permettendo). Era venerdì scorso.
Se non siete ancora stati in America sappiate che il percorso per arrivarci NON è dritto seguendo il parallelo ma segue l’ortodromia (percorso più breve tra due punti) con delle variazioni legate ai venti del giorno. Io ho seguito la rotta di nord-ovest: praticamente si esce dalla Normandia e si rientra sul Canada per andare giù fino a New York.
Con ancora negli occhi la visione di Manhattan avvolta nella nebbia al JFK mi accoglie un’enome bandiera americana (sono ovunque!) per cui quasi mi commuovo e un immigration officer che mi fa qualche domanda e mi fa notare che mi sto avvicinando troppo con un cenno: ricordarsi di stare più lontano dalla gente che in Italia e che lo spazio prossemico varia con la cultura… Esco per cambiare terminal e noto con sorpresa che C’È il muro di parenti e di “prelevatori” come a Punta Raisi! Ma non avevamo detto che era un “teatrino” locale? 😀
Sono in un altro mondo in cui subito si nota l’organizzazione e lo stile diverso. Appena saliti sul 757 Delta (aereo che – mi ha detto un pilota – fa vagamente pensare a una bella donna magra con grandi tette…e in effetti…) il pilota fa un annuncio molto amichevole e spaccone e parte il video sulle dotazioni di sicurezza che è molto diverso da quelli delle compagnie europee: non annoia, non terrorizza, l’hostess è figa. 😀
Anche durante le turbolenze il comandante è scherzoso e in arrivo a San Francisco, dopo un po’ di virate sulla baia ventosa (ed ecco un’altra similitudine con Punta Raisi in atterraggio) e aver visto il Golden Gate (wow!), ci dice che alla nostra sinistra c’è un altro aereo in atterraggio e precisa che non stiamo andando ad atterrare sulla stessa pista. 😀
Berkeley è piena di erbacce sui marciapiedi e cartacce per terra. Ok non è Palermo ma mentirei se vi dicessi che è pulita.
Sabato sono andato all’Università che ha un bellissimo campus e una torre campanaria che si chiama Sather Tower ma che tutti chiamano Campanile. Sì, in italiano.
Non è bastato andare lontano per allontanarmi davvero da Palermo: i blog e i giornali americani parlano della campagna con Hitler in rosa.
Prossima tappa Fisherman’s Wharf.
AGGIORNAMENTO: le foto sono qui.
come ti invidiooooooo, bellissimooo, spero invece che posti ogni giorno le tue vicende per capire come si vive dell’altra parte…. io ti seguirò e ti invidierò 😀
Grazie per il “reportage”, signor Siino, mi sembra proprio una bella idea.
Soprattutto per chi, come me, viaggia poco.
Mi raccomando, sia un preciso e imparziale osservatore! 😉
che bello tony!!! mi piacciono questi post :)))
Adoro San Francisco…ottima idea questa. Attenderò con ansia i prossimi post. Ovviamente sana invidia anche da parte mia…
Buona permanenza. Ti consiglio Haight Ashbury, Mission District, Castro Street, Columbus Avenue. E anche una capatina a Berkeley, zona Telegraph Avenue.
invidia profonda 😉
Il tuo racconto con riferimenti a Palermo e all’Italia lo rende interessante! Complimenti! 😉
Sei forse andato a girare uno spot con belen? 🙂
Come di ce il detto!
Tutto il mondo è paese.
Antonioooooooooo
st’accura alle prugne!!!
e buon divertimento
Quanto è (in metri o cm) negli U.S.A. lo spazio prossemico con cui stare lontani dalla gente?