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giovedì 14 nov
  • La Città della Terza Età Trallallero Trallallà

    Il comune di Palermo, impiegando i fondi FAS (Fateli Arrivare Subito) dei contributi europei del POR (Poveri Ormai Riconosciuti), ha espropriato una vasta area di Pallavicino prospiciente la “Città dei Ragazzi”, la struttura adiacente alla Palazzina Cinese. Il terreno, secondo un progetto approvato dalla Giunta e da tutto il consiglio con i voti di tutti, è destinato ad ospitare una struttura che si chiamerà “La città della Terza Età, trallallero trallallà”. Un modo per addolcire un’intestazione che altrimenti sarebbe stata magari un po’ triste e malinconica attipo Viale del Tramonto.
    Il consigliere comunale del PPP (Partito Popolare dei Palermitani) Salvatore Telecanto Bene, inteso Totò ‘u Cantanti, intervenendo in Consiglio, ebbe a dire, fra l’altro: «Una collocazione meglio di questa non la potevamo scartare, carissimo collechi. Perché quando ci posteggiamo i vicchiareddi davanti a dove ci sono i picciriddi, prima o poi, i vicchiareddi si accollano ai picciriddi e i picciriddi si accollano ai vicchiareddi. Ecco perché ci misimu città della Terza Età Trallallero Trallallà. E proporrò di cambiarici nome pure nella citta dei Racazzi che la la potrebbimo chiamare La Città dei Racazzi, tutti belli e tutti Pazzi. Perché cari amici non c’è niente di più bello di un picciutteddu tosto e simpaticunazzo pure se un poco cagnolo». Il consigliere Telecanto magari sbaglia i verbi. Ma le pensate gli assommano pulite.
    Per un momento tutti i consiglieri la finirono di darsi coltellate e finalmente il sindaco potè ridere perché c’era un motivo e non per una paresi dei muscoli facciali provocata da un abuso di strafottenza.
    Insomma la cosa è partita ma ora tutti i palermitani aspettano (e controllano) che arrivi a destinazione. E tutta la popolazione si sente mobilitata perché tutte le famiglie combattono con un vicchiareddu o con un picciriddu: si guardano tutti i notiziari della Tgs e di TRM. Perfino CTS e TeleSud. La mattina tutti si sentono il Gazzettino poi si leggono il Sicilia.
    Alla Villa Giulia e al Giardino Inglese c’è un grande rivugghio. Per non parlare di Villa Bonanno e di piazza Marina. Cioè tutti posti che sono sempre pieni di vecchi e di picciriddi.
    E’ normale, dunque, che le due Città siano all’ordine del giorno. Per esempio il segretario della sezione del sindacato dei pensionati di Borgo Nuovo racconta che il progetto è stato all’ordine del giorno di un’affollata assemblea degli iscritti. «Miii, – racconta – li doveva sentire come si allattariavano, che già pareva che la cosa era fatta e loro si dovevano organizzare».
    Certo, se uno si mette a sognare già può immaginare questo terreno che si trasforma poco a poco. Spuntano i viali, i praticelli pieni di alberi alti alti che fanno ombra, niente salite né discese, un laghetto con la baracca per l’artigiano-venditore di barchette di carta, il banchetto della calia e simenza, il gelataio col carretto di tutti i colori e la macchinetta per fare le sciarlott a tre strati. I pensionati delle ferrovie sono già a disposizione per guidare il trenino dello scartamento ridotto che gira per tutto il parco e che arriva sino al Canyon dove c’è l’accampamento indiano. Lì i picciriddi trovano Grande Capo Alce Cornuto che è un palermitan o della via Oreto roscio di carnagione perfetto come capo indiano. Ne sapranno qualche cosa i gabbiani dell’antimurale che sicuro ci andranno a scippare tutte le penne. Sotto le tende si riunisce il Consiglio degli Anziani e i picciriddi presentano tutte le richieste a tipo che vogliono l’arco e le freccie con la ventosa che poi ce le devono tirare nel culo alla maestra che butta sempre voci. Oppure chiedono la gomma nuova per le fionde e la carta per fare i cuppiteddi per la cerbottana. E d’estate, quando c’è troppo caldo, mettono Gioca Gioè (Che non è un invito rivolto al Pino Gioè che è un poco zicchinettaro) e ballano tutti a girotondo per fare la danza della pioggia.
    Naturalmente padri e madri si devono canziare e non si devono fare vedere nemmeno sopra le Montagne Rocciose finte. Età prevista: fino a 12 anni per i picciriddi, sopra i 70 per i vicchiareddi. Tutti gli altri, ognuno a casa sua.
    Così succederà che dalla Città dei ragazzi si metteranno tutti sopra i merli a guardare fino a quando dalla città della terza età non sarà alzata una bandiera col disegno di un bello pane con le panelle. Allora spunteranno i puntunieri che si metteranno come le due murate del mar rosso aperte da Mosè. E tutti i picciriddi attraverseranno e correranno verso la città dei vecchi. E ci sarà un bello comitato di accoglienza con tutte le nonne che in coro canteranno: «Veni cca picciriddu miu, veni rintra a sta città. Iucamu. Manciamu, parramu alli stiddi ca abballano cu Suli. E c’è friscu e cavuru, basta ca si rici».
    Nel frattempo i vecchiatti faranno la parata militare ma tutti vestiti da pagliacci e invece dei fucili in spalla porteranno i cuppini e le pale della pizza. E poi tutti al forno dove si escono pizze che viene il cuore per quanto sono profumate. Poi, per spegnere il forno arrivano quelli del sindacato dei pompieri con una camionetta tutta rossa, bellissima
    I picciriddi impazziscono e cominciano a correre di qua e di la facendo volare le gru del laghetto e le colombe. Ma poi ci siddia e cercano il fabricante di carrozzoni per farne uno strapuntinato a sei ruote a pallini. Ma a spinta perché, come abbia mo detto, nella città della terza età non ci sono ne acchianate ne scinnute e non succede mai niente di brutto. Al centro del parco c’è un grande piazzale dove, senza che nessuno sappia come può succedere, spuntano miracolosamente mattoni che si sistemano come per innalzare una torre. L’ingegnere capo del Comune, Ing. Prof. Dott. Calogero Palazzo ha spiegato che quello è un sistema “sentimedile”. E che viene a dire? E lui: una cosa a metà tra il sentimento e l’edilizia. In povere parole ogni volta che un bambino ha un pensiero d’amore per un vecchietto, nel piazzale arriva un mattone rosso. E ogni volta che un vecchietto ha uno sguardo d’amore per un picciriddu, arriva un mattone verde. E comincia a crescere la torre. Ma dove può arrivare? Dove arriva l’amore, cioè lontano.
    Questo è il progetto. Ora speriamo che non succede al solito che c’è chi traccheggia per mandare laddentro qualcuno travestito da vicchiareddo per fottersi l’appalto del carretto dei gelati. O qualcuno che si traveste da picciriddu per aprire un banchetto dove vende i fischietti di zucchero che sei sempre tentato di mangiarteli invece che di fischiare. E poi magari ci sarà il giorno che ai puntunieri non ci pagano lo straordinario e non fanno il mar rosso e i picciriddi non possono arrivare nella città dei vecchi. Allora si scoprirà che ogni giorno a vuoto all’appello manca sempre qualcuno. Perché questo qualcuno se n’è andato dove non ci sono puntunieri e nemmeno straordinari. Ma sempre palermitani sono. Allora mi pare di vederli andare da san Pietro e dirgli «Domando scusi Pietro, lo vede quel picciriddu lassotto coi capelli tagliati a cuzzuluni e la felpa gialla? Me la può fare la cortesia di non levarci gli occhi di sopra?». E perché mai? Io mi chiamo Pietro no Silvio, io devo avere lo stesso pensiero per tuttti senza conflitti d’interesse se no il Principale mi manda a spazzolare le nuvolette ingiallite e mi leva dalla portineria. «Sì Pietro, non è conto che lei ha torto… Ma vede com’è il discorso, quel picciriddu, come ci posso dire? Non è che con questo voglio dire che… insomma, non è il caso , certo. Ma vede, che c’è di male se ci ho un occhio di riguardo. Il fattore è che è mio nipote….». Palermitani. Pure lassù.

    Le notizie impossibili, Palermo
  • 3 commenti a “La Città della Terza Età Trallallero Trallallà”

    1. bentornato billi 🙂

    2. …in stato di grazia!

    3. geniale…come sempre!!

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