Venerdì sono stato alla fiera organizzata da Addiopizzo. Giunta ormai alla quinta edizione, la kermesse vede ogni anno gli esercenti iscritti all’associazione antiracket presentare il proprio business e, soprattutto, comunicare ai presenti (ma anche agli “assenti”) che loro si oppongono coraggiosamente al giogo delle estorsioni. La location era Villa Trabia, un polmone verde nel centro residenziale della città. Molte le persone arrivate in bici, a sottolineare un po’ la “filosofia di vita” di chi si accosta a questa splendida realtà cittadina. Molte, però, anche quelle arrivate con la propria automobile. La cosa, ovviamente, non è sfuggita agli “estorsori della strada”. E qui sta il paradosso che dà il titolo a questo post. Devo dire che, ormai, è veramente raro che mi stupisca del malcostume dei miei cari concittadini. Ogni tanto, però, sono così arditi ed estrosi che riescono a cogliermi di sorpresa. Come è possibile che alla più grande manifestazione annuale che celebra la lotta contro il pizzo si debba avere a che fare con il posteggiatore per parcheggiare l’automobile e raggiungere la fiera? Cioè, a questo punto manca soltanto che gli “esattori” della criminalità organizzata passino per gli stand degli espositori pizzofree e chiedano di “mettersi a posto”.
Ovviamente non tutti concorderanno con questa affermazione, questo accostamento. E di sicuro, le forze dell’ordine dissentono, visto che all’interno della villa c’erano diverse pattuglie, mentre il posteggiatore impavido (era una donna, per inteso) riscuoteva l’obolo da tutti coloro che, sempre più rassegnati, pagavano a testa bassa. Ma pensiamoci un attimo. Il pizzo viene pagato dai commercianti per non avere qualche “brutta sorpresa” al proprio negozio o ufficio. Preferiscono pagare una cifra contenuta che una somma di denaro più ingente (e magari ripetuta più volte) per riparare ai danni causati dai “coraggiosi” dei tempi nostri. Bene, qual è la differenza rispetto a pagare il posteggiatore? Continua »
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