Barba bianca
Non so nemmeno la ragione che mi riporta, ancora, a scrivere di Palermo. Forse, in fondo, la trovo ancora irragionevolmente bella. Questo mi vado dicendo, mentre riprendo con la scrittura di queste poche righe. Da poco, l’ennesimo anniversario di Capaci. Ogni anno è strazio puro. Ogni anno, mi pare, essere sempre peggio. Ogni anno, vengono fuori misteri e nuovi depistaggi. I servizi deviati, le indagini rimaste lì al palo. Scorrevo canali e le trasmissioni erano vacue. Non una diretta su nessuna rete nazionale. Un fotogramma: un padre con la barba bianca, sempre più lunga. Un uomo anziano che, ancora, non smette di chiedere e cercare verità e spiegazioni per la morte di quel figlio. Avevo 20 anni ed anch’io, allora, vedevo le cose in maniera diversa. Dolente e devastata, ecco. Ci sono eventi, pochi, che cambiano la percezione del mondo. Quello fu uno di quelli. Rivedo le immagini – quell’autostrada sventrata – e rimango ancora ora pietrificata. Nausea e disprezzo, ancora ora a distanza di 18 anni. Disprezzo per le collusioni, per il malaffare e per quelle vite buttate via insieme a quei pezzi d’asfalto. 20 anni e molte speranze; cambierà, vedrete, adesso la lotta alla mafia diverrà priorità e sarà certamente sconfitta. Questo ci dicevamo, allora. Palermo, allora, era come Beirut: anche questo si andava dicendo. Continua »
Ultimi commenti (172.547)