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martedì 19 nov
  • Camicissima “Milano”, la festa a Brooklyn, semafori pedonali e mance

    Passeggiando per New York in Madison avenue si vedono parecchi negozi di moda italiani. Oltre agli stilisti c’è anche Camicissima, all’angolo con la 53esima. Camicissima è un marchio della storica camiceria Fenicia di Palermo, aperta nel 1931 dalla famiglia Candido. Nell’insegna c’è scritto Camicissima “Milano”. Mi chiedo, candidamente, se sia soltanto perché la sede aziendale è adesso a Milano. O Camicissima Palermo non avrebbe fatto un bell’effetto?

    Camicissima “Milano”

    Sabato sono andato con Carmine, un ragazzo italiano che è qui, e Olivia, la sua ragazza, a una festa assurda dalle parti di Bushwich (Brooklyn). Sul divieto di alcol ai minori di 21 anni sono rigidissimi, sulle norme di sicurezza (uscite, solidità delle scale antincendio) e igieniche (bar) un po’ meno… La festa era in capannone industriale in una zona da paura. A Williamsburg e dintorni una serie di spazi un tempo industriali sono sempre più fucine creative con designer, artisti, creativi. Penso ai Cantieri culturali della Zisa, alla Chimica Arenella, persino a Brancaccio. Passo la spugna, quella è Palermo. Il capannone della festa di cui vi parlo è sede di 3RDWARD, un centro di design per creativi appunto. Era anche una festa di beneficenza. Hanno ideato dei rifugi di fortuna per Haiti in acciaio, i Domes for Haiti. Durante la festa hanno raccolto 23 mila dollari per Haiti. Bravi.

    Festa da 3RDWARD

    Ma parliamo di semafori pedonali a New York. A Palermo si passa anche col rosso ma a New York…pure! La gente ha fretta e non è tassativo non attraversare quando è rosso. I guidatori (le auto sono di meno in proporzione, la subway funziona benissimo) sono mentalmente pronti a trovarsi un pedone sull’attraversamento e guardano comunque. Ok, una differenza c’è: non si discute se un auto trova un pedone dove non dovrebbe essere o viceversa. Si perderebbe troppo tempo.

    Una cosa che fa impazzire gli italiani è la storia delle tip, le mance. Sono praticamente obbligatorie. In genere vanno dal 15% al 20% del conto e gli italiani sono noti per non lasciarne…infatti spesso nei locali frequentati dai turisti viene aggiunta a matita. I camerieri sono pagati poco (o nulla) e le mance sono fondamentali in questa economia. Inoltre i prezzi a volte non riportano le tasse. Ce n’è abbastanza per fare impazzire un connazionale.

    Alla prossima.

    Le foto sono qui.

    AGGIORNAMENTO: le foto di 3RDWARD.

    Palermo
  • 9 commenti a “Camicissima “Milano”, la festa a Brooklyn, semafori pedonali e mance”

    1. si scrive beneficenza, non “beneficienza”.

    2. E tu, quando loro ti dicono “mancia” rispondi con “m..chia”!

    3. I capannoni industriali? Siino: “Passo la spugna, quella è Palermo”.
      Io qualche anno fa incontrai diverse volte a Parigi Francesco Giambrone, allora era assessore ed era pure competente … in realtà veniva pure per conoscere – e poi importare le idee, adattandole! – certi luoghi … per esempio “les frigos” … ma nonostante la competenza di Giambrone, si sa che le scopiazzature di fatti artistici o di mode che arrivano dopo decenni o dopo che sono esaurite nei luoghi di origine … e poi il posto dove si “importa” e le persone ( addetti ai lavori e spettatori ) contano anche per l’assenza di naturalezza negli eventi.
      Tra l’altro, per quanto concerne gli addetti ai lavori dell’equipe che gravitava intorno a Giambrone, mi ricordo di certi funzionari ed impiegati – esempi di clientelismo – che erano … “comici”, anzi facevano tenerezza.
      P.S. certo, per scrivere un post come quello di “concetto” si deve essere proprio “schiffarati”, o forse non aveva più niente da dire?

    4. Noto un elemento, e premetto che non è una critica. Anche Siino pensa a Palermo e fa confronti con Palermo, e forse chissà quante volte durante il giorno ripete Palermo, quante volte parla di Palermo con i cittadini di nuovaioarca. Ebbene, io ero studente a Londra, qualche anno fa ( 😀 ) e un professore di origine milanese “mi fici livari u vizziu”, il giorno che mi disse “ma che c…zo è Palermo? tutto il giorno e in tutte le salse ci parli di Palermo; ma lo capisci che non interessa nessuno?”
      Proprio in quel momento si verifico’ per me la perdita del “nombrilismo” isolano.

    5. non ha molto senso chiamarla mancia visto che il cliente non ha di fatto scelta… meno ipocrita sarebbe chiamarla contributo-stipendio!
      ma mi domando: devi sganciare anche se il servizio faceva piangere???

    6. Q.Tarantino ci ha iniziato “le Iene” con il tema delle mance!
      Anche io mi incazzavo per l’imposizione delle mance. Quando ho capito che era l’unico mezzo di sussistenza di molti giovani che facevano il doppio lavoro per pagarsi gli studi, ho realizzato che il sistema stars ‘n bars lo impone. Puoi frignare quanto vuoi, ma la mancia si paga in america.

    7. Tony, solo adesso mi adduno che il post sulle mance che avevo invocato in realtà era già stato scritto. Mi compiaccio (si fa per dire) di vedere che le regole sono sempre le stesse.

    8. “io ero studente a Londra, qualche anno fa ( ) e un professore di origine milanese “mi fici livari u vizziu”, il giorno che mi disse “ma che c…zo è Palermo? tutto il giorno e in tutte le salse ci parli di Palermo; ma lo capisci che non interessa nessuno?”
      Proprio in quel momento si verifico’ per me la perdita del “nombrilismo” isolano.”
      @gig*, ho immaginato la scena, lo sguardo sbigottito di un giovane studente che prende coscienza di dove si trova…e ancora rido!
      immagino tu abbia conservato – giustamente – la tua “palermitudine”…ma abbia smesso di scassare la BIIIP tutto il giorno su palermo!!! 😀

    9. I prezzi non sono tassati perchè la tassa la VAT (l’IVA loro) da Stato a Stato, a New York è tra le più care.

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