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martedì 19 nov
  • Incontri estivi sulla 101

    Al capolinea sono scesi dalla 628 che viene da Sferracavallo. Tutti agghindati da turisti: pantaloncini all’inglese rigidamente color cachi e poi camicie a fiori, alcune più sobrie Lacoste, scarponcini da maratoneta e cappellino di paglia; le signore in pantaloni e occhialoni da sole, come moda impone. Niente borsello e niente gioielli come è stato loro consigliato. Al polso orologi da pochi soldi.
    Parlano tedesco, francese, tranne quella coppia che se ne sta in disparte a osservare il nostrano assalto alla diligenza quando la 101 apre le porte. E commentano esprimendosi in bergamasco, e nel loro dialetto rispondo con le poche parole apprese nei miei lontani trascorsi in Dalmine. Sissignori: un pezzo della mia esistenza l’ho trascorso tra Brescia e Bergamo.
    È servito a farli sorridere e rompere il ghiaccio: brizzolato, pensionato/velista lui, insegnante lei, corrispondente dell’Osservatorio europeo contro il razzismo. Non vengono a Palermo dal ‘98, ritrovano una città umiliata dalla immondizia eletta a monumento, i veri monumenti imbrattati, la gente più sciatta, i giovani insopportabili come da loro. Forse per non offendermi.
    Hanno in programma diversi musei, la galleria d’arte moderna e palazzo Mirto di cui hanno sentito dire un gran bene. Consiglio loro alcune chiese poco note, ma con cose assai interessanti da vedere.
    È buona occasione per fare due chiacchiere non strettamente turistiche. Finisce che la buttiamo in politica: «…vede» – esordisce lui – «la prima cosa che serve a chi fa politica è un nemico e il Nord se l’è trovato in casa già bell’e pronto: il Sud e gli immigrati». Continua la signora: «…e con la Lega e i suoi personaggi da osteria ha fatto emergere i suoi più bassi istinti». E mi legge quanto è scritto in un documento dell’Osservatorio europeo per cui lavora: «Le attività razziste e la propaganda che emanano da alcuni membri della Lega sono indicative dell’assenza di controlli su sentimenti e attività razziste da parte dello stato…». Riferisco quel che mi è rimasto giacché il testo è una requisitoria lunga alcune pagine.
    Il marito-velista mi confessa di conoscere benissimo “il” Bossi perché fu suo vicino di casa. Mi assicura che non ha mai lavorato in vita sua facendosi mantenere prima dai parenti e poi da una prima moglie, «una brava donna, mi creda, che lo piantò dopo qualche anno. Esattamente quando scoprì che non lavorava nell’ospedale di cui si diceva dipendente e non aveva alcuna laurea in medicina. I suoi poveri genitori, quand’era ragazzo, spesero una fortuna per i corsi per corrispondenza della Scuola Radio Elettra, ma con poco successo. Insomma un buono a nulla, ignorante quanto quel suo figliolo detto la Trota… Eppure in famiglia avevano festeggiato un paio di volte la laurea dell’Umberto con tanto di invitati, dolcetti e spumante! Poi finì che si fece mantenere dalla seconda moglie che è una “terrona” delle vostre parti. Oggi lo manteniamo noi tutti l’Umberto e famiglia».
    Ascoltano in tanti manifestando un certo interesse: «…è un vero peccato che voi siciliani mandiate al governo troppa gente inetta, incapace di fare i vostri interessi. I beceri del nord hanno trovato il Bossi a rappresentarli con tutta la loro stupidità e ignoranza…». Attorno a noi molti tistìano, ma nessuno prende la parola. Perché pensare comporta una certa fatica e noi palermitani preferiamo muoverci in un mondo fatto dalle altrui risposte, di sciocchezze sciorinate in tivvù, che scambiamo per “realtà”. Nessuno che si chieda “perché” le cose vadano così nella nostra città, nel nostro Paese. Non è il Fato!
    Talete cadde in un fosso mentre scrutava le stelle chiedendosi “perché”, suscitando l’ilarità di una serva, e Socrate fu condannato a morte perché mise in questione l’ovvietà. Quando un popolo intero si mette a pensare, dapprima susciterà ilarità, dopo farà paura. Anche a quelli che si credono grandi uomini. Ma sono piccoli così.

    Palermo
  • 11 commenti a “Incontri estivi sulla 101”

    1. Gia… ha perfettamente ragione: pensare è troppo faticoso e noi siciliani preferiamo non farlo. Meglio seguire il gregge …

    2. e pensare che il 70% dei palermitani vota, convinto ed entusiasta,il principale alleato e zerbino della lega…

      siamo proprio un popolo di imbecilli!

    3. Gasparino ti invito a essere rispettoso nei tuoi commenti. Grazie.

    4. Forse alcuni siciliani votano gli alleati della Lega perchè in alternativa c’è il NULLA (altri lo fanno per ben più prosaici motivi).

      Vorrei, infatti, ricordare che alle ultime regionali, quelle della stravittoria di Lombardo, la candidata dell’altro schieramento, Anna Finocchiaro, incassata la sconfitta se ne è scappata a Roma, non guidando l’opposizione all’Ars, come sarebbe stato suo dovere politico fare, di fatto tradendo i suoi elettori.

      A questo punto, chi ha più responsabilità? La “destra” che malgoverna o la “sinistra” che scappa dalle sue responsabilità?

      Io ancora non mi so dare una risposta.

    5. L’unica soluzione logica sarebbe non votare nessuno, ma in tantissimi….
      Basta che anche qui, con un calo di voti anche del mettiamo 10% gli altri lo facciano, che il senso del dissenso smette di avere senso.
      E poi diciamocelo, in pochi possono permettersi di non votare, gli altri sono precari contunuamente tenuti al laccio da false o sempre riinviate, promesse di stabilità, quindi questi, invece di madarli a fanculo e vedere cosa potrebbero fare altrimenti, restano soggiogati, come il mulo, che attende il comando del padrone, al politico di riferimento. Finché le persone continueranno a credere questo ed a compotarsi di conseguenza, non c’é speranza.

    6. @Uma. “L’unica soluzione logica sarebbe non votare nessuno, ma in tantissimi….”. Nulla di più errato. Anche con un voto solo (uno), chi ottiene quel voto, vince. Si chiama democrazia. Poi, se vogliamo parlare di fantascienza, apriamo un bel dibattito su “ho votato Cammarata perché le alternative erano peggiori”, poi guardiamo fuori dal finestrino se è rimasta un po’ di città tra i cumuli di munnizza, poi studiamo magari un pochettino il funzionamento delle regole di base della democrazia, poi con una bella mano sul cuore capiamo se forse non sarebbe più utile votare meglio.

    7. cosa vuol dire votare meglio in una societa’
      dove i candidati presenti nelle liste elettorali vengono decise dai leader’s dei partiti?
      .
      Quando il rancio non va,
      meglio digiunare.

    8. No, quell’unico voto darebbe da pensare. In un paese come gli USA, dove i due schieramenti hanno diversità davvero di sfumature, alla fine é quasi normale che voti il 20 % della popolazione. Quella é una falsa democrazia, se vuoi, oppure é un’ottima democrazia, perché la politica non orienta la vita delle persone, tanto come da noi.
      Da noi, vista l’invadenza dela politica nella vita delle persone, la politica condiziona il paese, e non é il paese a condizionare la politica, in questo, siamo meno cittadini degli americani. Molti vanno a votare non per coscienza, ma per esigenze contrattuali, con il politico. Per questo l’astensione avrebbe più senso qui, che in altri contesti democratici.

    9. @uma. In linea teorica, sì. Purtoppo (e sottolineo “purtroppo”) la prassi è ben diversa. Se poi chi vince cambia pure la legge elettorale…

    10. io resto dell’idea che l’astensionismo non giovi a nessuno. Tanto meno ai cittadini!

    11. Signori è triste constatare come si abbia difficoltà a dire chi sia nel torto e chi nella ragione; se andare a votare, usando l’unico vero strumento democratico esistente, oppure restare passivi, in quanto consapevoli che quelle scelte non sono affatto democratiche, ma imposte dai segretari di partito.
      Io credo che questo stato d’essere sia stato progettato e pianificato per distruggere proprio la democrazia e per confondere lei idee agli onesti cittadini. E’ innegabile che l’attuale giunta comunale, guidata fino a pochi giorni fa da un inetto e folkloristico personaggio, abbia amplificato i problemi di una città che invece avrebbe bisogno di una svolta epocale. Ecco, oggi siamo qui a discutere se sia giusto votare o no…invece di argomentare, cercando almeno di trovando una risoluzione ai tanti problemi, e credere…che possa esistere qualcuno che faccia gli interessi della comunità.

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