Sciopero della fame per due precari della scuola
Due lavoratori non di ruolo, un insegnante e un collaboratore scolastico, hanno avviato un presidio con sciopero della fame davanti alla sede dell’ufficio scolastico provinciale e a una sede dell’ufficio scolastico regionale.
L’obiettivo dell’iniziativa è ottenere degli incontri utili per avere rassicurazioni sulla conferma delle supplenze.
Capisco la disperazione di chi si trova sempre in bilico sul filo del rasoio per arrivare alla fine del mese, con grosse incertezze per il futuro.
E’ altrettanto vero che quest’intervista, in particolare dal minuto 3.55, rispecchia alla perfezione l’aspettativa di assistenzialismo che i meridionali nutrono nei confronti dello Stato e che non consentirà mai alla nostra terra di progredire.
Secondo questa gente gli enti pubblici, e quindi i contribuenti, hanno il dovere morale di mantenere tutta la popolazione.
So per certo che l’unica cosa che vogliono è il “posticieddo pubblico”, poichè quando gli si offre lavoro vero, presso le aziende private, mansioni di segretario, portiere, marinaio, loro rifiutano sapendo che si dovrebbe lavorare per davvero senza limitarsi a scaldare le sedie.
Infine mi chiedo quanti di questi precari abbiano sostenuto un concorso pubblico per accedere alla Pubblica Amministrazione… Nessuno.
E’ inutile girarci intorno…Il ritratto perfetto del lavoratore siciliano è quello dipinto da Ficarra e Picone; occorre, oggi, scegliere una volta per tutte se continuare a gestire la cosa pubblica facendosi ispirare dall’assistenzialismo sfrenato o da un piano rivolto all’industrializzazione della nostra terra.
Ma forse è troppo tardi…
D’accordo
Ho conseguito una laurea e due abilitazioni all’insegnamento non per farmi assistere dallo Stato, nè per industrializzare la nostra terra.
@Mariasole
Anche la mia ragazza ha una laurea e due abilitazioni, come insegnante ha lavorato pochissimo, ma è una persona intelligente e realistica e non se ne è stata con le mani in mano a fare scioperi e striscioni in attesa della grazia, ma ha cercato e si è data una mossa. Oggi lavora, nel privato, ma lavora. Ovviamente stando sempre attenta alle graduatorie.
gesti estremi o quasi, che sono comunque lo specchio di quello che sta succendendo, soprattutto nella scuola, tagli, tagli ed ancora tagli.
La scuola deve essere ubblica per tutti, e non solo per i privilegiati… difendiamola.
mi correggo, pubblica
@Quozca: quando da 10, 15 o 20 anni lavori nella scuola ti crei una vita su quel lavoro. Non aspettiamo la manna dal cielo, solo che venga rispettato il nostro diritto al lavoro (vedi Costituzione della Repubblica Italiana) e il diritto allo studio dei nostri alunni, che poi altro non sono che i vostri figli e nipoti. Quando quest’anno entreranno nelle classi con tanti compagnetti in più e tanti maestri/professori e collaboratori in meno…
@precarissima
Capisco benissimo che sia una situazione di profondo disagio per chi lavora da tanti anni nella scuola, i più colpiti sono appunto le persone un po’ più avanti con gli anni, come il primo protagonista del filmato. L’altro, il ragazzino, invece fa girare le palle, perché è giovane e chissà quanti lavori potenziali non sta facendo per fare lo sciopero della fame.
Diploma magistrale, concorso, due lauree, 6 anni di servizio come docente…anni della mia vita spesi per un lavoro che amo. Non si possono accettare commenti superficiali da chi di scuola no ne sa nulla. Il lavoro è un diritto per tutti.
@Stefania
Certo 6 anni sono una bella esperienza. Ma, più in generale, sul discorso che il lavoro è un “diritto” ci sarebbe molto da discutere… Il lavoro bisogna anche meritarselo e guadagnarselo, nel tuo caso di sicuro è così, ma ci sono tante cose inutili in giro che non hanno mai studiato un solo giorno nella loro vita, non sanno fare assolutamente nulla e pretendono di avere il lavoro…
tutte balle le cose che dice Marco lo Bue, devi sapere caro Marco, che oggi le classi scoppiano di ragazzzi non c’e’ sicurezza non si riesce a spiegare il tuo caro governo Berlusconi stà rovinando l’italia la scuola e tutta la pubblica amministrazione ricordati che la tua cara gelmini manderà sua figlia in una scuola privata dove i ragazzi saranno 15 per classe e dove tutto funziona perchè lei non vuole più la scuola pubblica che una volta funzionava ed ora non più .
Io dico a tutti precari d’italia imitiamo quei valorosi della Sicilia
Sono sdegnata e schifata dai commenti che parlano di “aspettativa di assistenzialismo che i meridionali nutrono nei confronti dello Stato” di “posticieddo pubblico” … che invitano a lavorare nel privato … wow dove specialmente al sud ti offrono 12 punti in cambio di un anno di lavoro GRATUITO!!! Come si capisce che NON AVETE MAI LAVORATO NELLA SCUOLA!!! La maggior parte di questi “precari” ha alle spalle anni e anni di studio, corsi di specializzazione, lauree e svariati concorsi vinti!!! Penso ci voglia molto coraggio ad intraprendere una strada di questo tipo credendoci fino in fondo e difendendo le proprie posizioni fino a gesti estremi … non solo davanti ad un governo totalitario che sta tagliando alla radice i diritti di tutti i lavoratori conquistati a caro prezzo dai nostri nonni … ma anche dall’opinione di persone male informate probabilmente in possesso di posto di lavoro da racomandazione che sputano sentenze velenose!!!
Ci vuole tanto coraggio e spero che queste persone ne abbiano abbastanza per continuare sulla loro strada difendendo in pieno i loro diritti !!!
Celesthe (milanese di nascita)insegnante ora di ruolo dopo 9 anni di precariato e svariati concorsi superati!!!
Scusate ma se siete plurilaureati e polispecializzati, dovreste avere anche la dignità di non fare 20 anni di precariato .Cos’è, ogni mattina spulciate la pagina dei necrologi per vedere se è morto qualche insegnante di ruolo ? La scuola non può assorbire le migliaia di laureati che escono ogni anno dalle nostre università e che non sanno in che maniera occupare il proprio tempo. Il lavoro precario deve rimanere tale. Qualcosa che si fa in attesa di riuscire a fare di meglio. Nessuno mette in dubbio che facciate il vostro lavoro con passione e meglio degli insegnanti di ruolo.