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lunedì 23 dic
  • Strippenkaart o biglietto Amat?

    Eccomi qua, tornata nel nostro capoluogo dopo l’essere andata via su per l’Europa.
    Con qualche click del mouse ed un volo preso dalla calda Palermo sono arrivata nei Paesi Bassi, se ci si ferma a riflettere guardando semplicemente una cartina, sembra un posto così lontano, ed invece bastano due ore per raggiungere questo “mondo” che inizialmente non conosci.
    Quando si apre la porta dell’aereo e scendi dalla scaletta ti rendi già conto che ti trovi in un luogo che per un palermitano somiglia ad un miraggio. Te ne accorgi dal sentiero creato fisicamente da chi lavora sulla pista, per guidarti dentro l’aeroporto, inutile dire che qui non ho mai visto un servizio del genere.
    Da turista, ho preso subito dopo l’autobus che mi avrebbe portato alla stazione: ho comprato il biglietto a bordo, timbrato dallo stesso conducente che, avendo tutto lo spazio per fermarsi lungo la sua corsia, non ha avuto nessuno tipo di impedimento a compiere questa operazione.
    Intanto le biciclette, sfrecciavano lungo le loro corsie: due, una per ogni senso di marcia.
    Quando abbandoni il silenzioso mezzo pubblico, magari per le vie di Utrecht, cittadina in cui mi trovavo, può succedere di dovere attraversare una strada: chi è al volante, appena scruta il pedone, comincia a rallentare fino a fermarsi, sul serio!
    Da palermitana in attesa di tanta “evoluzione” immaginavo le stesse scene nella mia città: doppia fila o posteggio a lisca di pesce lungo la fermata dell’autobus, dove il conducente per darti il biglietto, sempre che tu abbia i soldi “scambiati”, deve bloccare tutto il traffico, che già lo è di suo, ed uscire dal taschino qualche biglietto stropicciato che devi pagare pure di più, per obliterarlo spesso devi percorrere tutto il mezzo perché la macchinetta vicino all’entrata non funziona. Fuori dai finestrini, avrei visto automobili, una sull’altra che posteggiano sulle piste ciclabili perché sarebbe tutto spazio sprecato.
    L’attraversamento pedonale, sarebbe iniziato mirando l’orizzonte, temendo l’ arrivo di un bolide dei nostri come le Uno Turbo o le Golf GT, seguito dalla nostra danza folkloristica: un passo avanti e due indietro con una mano protesa verso lo sguardo del “pilota”, come se questo gesto riuscisse a farlo fermare sull’asfalto che brucia sotto i suoi copertoni.
    I momenti di massimo traffico in queste città del nord Europa sono verso le 18:30, come da noi ma con una differenza, vedi solo più biciclette in giro.
    I clacson sono un antico ricordo, non né ho sentito nemmeno uno neanche quando ero sotto l’Erasmus Bridge, a Rotterdam, ed una parte di esso si è sollevata per il passaggio di una nave.
    È stato come se la città si fermasse, insieme alle persone: si è udito soltanto il suono di una campanella, poi tutti in fila, in scrupoloso silenzio hanno aspettato che tutto tornasse orizzontale. Immaginate lo stesso a Palermo?
    Avremmo visto gente arrampicata sulla struttura in acciaio alta 139 metri per passare, perché: «È diritto, il sindaco mi deve fare passare, ho la delega, sono disoccupato, sono LSU, ho gli occhiali grandi…». Ci sarebbero stati anche mezzi anfibi, improvvisati per l’occasione.
    Dopo questi semplici e piccoli esempi raccontati mi chiedo che cosa abbiamo in meno di questa terra? Perché non riusciamo ad essere così semplicemente efficienti, precisi, puliti, educati ed a fare funzionare tutto come in queste realtà, che ti appare come un’isola felice?
    Ho la sensazione che in qualsiasi luogo andrò, comunque, lo troverò sempre più civile di Palermo, di questo mi chiederò sempre il perché.

    Ospiti
  • 25 commenti a “Strippenkaart o biglietto Amat?”

    1. La cultura mia cara… Qua si gioca a fotticompagno

    2. Perchè il Palermitano è presuntuoso ed egoista. Ovviamente non parlo della maggioranza ma si sa che basta una mela marcia dentro un cesto per farle marcire tutte.
      I pensieri più ricorrenti in un palermitano sono:

      “Chi minni futti, mica è u mio?!?!”…civile!?!?!
      “Tu a mia un mi futti!!”…sempre il più furbo!!!

      Con questa mentalità difficilmente possiamo arrivare ai livelli del nord Europa.

    3. Spesso mi capita di pensare quanto a sarebbe bello vivere circondato da persone civili ed educate, anzichè essere condannato a vivere coi maiali. Poi però mi consola il fatto che sarei anche potuto nascere nel Burundi, e la mia esistenza su questa terra sarebbe stata ancora più difficile…

    4. Perchè siamo come siamo.

      Fin quando ognuno di noi non si metterà con rigore ad osservare ogni genere di regola senza preoccuparsi minimamente di cosa fanno “gli altri”, tutto rimarrà immutato.

      Ciao

    5. da queste nostre parti la pigrizia e la noncuranza la fanno da padrone, insieme alla filosofia del “chi è più furbo passa avanti”, la mia speranza non è nelle generazione future ma in quelle “molto molto future”, perchè le giovani generazioni che vedo adesso non promettono nulla di più di ciò che già abbiamo. Condivido al 100% le tue impressioni, ho vissuto per quasi due anni a Berlino e il tuo racconto mi ricorda molto quei tempi..

    6. Mia esperienza: n Norvegia è lo stesso… ma è così anche nel trentino.

    7. Cara Serena…luoghi comuni….nella storia del nostro passato capirai perchè oggi siamo ridotti così..ma se preferisci…puoi continuare a chiederti il perchè e per come qua siamo così. Ovviamente comprendendo le ragioni socio-economiche che ci hanno portato ad oggi capirai di conseguenza quali possano essere le uniche e poche possibilità per cambiare…non dimenticando che esista della brutta gente in sicilia che spera, opera e ha forti interessi…affinche nulla cambi….Il bigliettaio le corsie e le bici..diventano delle conseguenze…del qulunquismo e degli scontati e risentiti luoghi comuni.

    8. Cara Sere, hai pienamente ragione.. e non mi può dar pace che una terra come la nostra, che ha vissuto dominazioni da parte di popoli dalla cultura ed intelligenza nettamente superiore a quelli che negli stessi periodi abitavano le terre di cui tu racconti, sia potuta finire in questo modo: abitata da barbari più barbari degli antichi originali .

      tristessa..

    9. Tutto potrà (forse) cominciare a cambiare solo quando ognuno di noi troverà la forza di rivolgersi a coloro che si comportano da incivili, invitandoli a non stare nei spazi per i disabili, a non lasciare sul marciapiede gli escrementi del cane, a non lasciare l’auto in doppia fila, etc.
      Solo questa è la via di salvezza; tutto il resto (più vigili, più poliziotti, la pena di morte, etc. etc.) è solo un inutile sfogo da spiaggia.
      Saluti e buon rientro dalle vacanze, con la speranza di ritrovare una Palermo più civile.

    10. mafia,ignoranza,politici corrotti,punto.

    11. Quando ho vissuto in Olanda ero letteralmente scioccato da tutta questa efficienza che alla fine si traduceva in maggiore tempo libero a disposizione, ma sono dei paragoni che non si possono fare, noi ci raccontiamo belle storielle su Arabi, Normanni, Imperatori e Principesse ma siamo rimasti gli unici in Europa con analfabetismo a due cifre (statistiche ufficiali)e col tasso di scolarità più bassa, con un numero di laureati (nonostante quello che dica il populismo corrente)di gran lunga inferiore alla media europea, queste cose sono numeri,sono dati e prima o poi sono cose che si pagano a caro prezzo.

    12. ci sono stato questa estate,sia a rotterdam che utrecht che amsterdam,ed è un altro mondo…

    13. Cerchiamo di sintonizzare un attimo i sistemi di riferimento culturali/geografici, quelle non sono isole felici oppure altri mondi, e’ qui da noi l’altro mondo o l’isola infelice.

      Esempio: Signora porta a passeggio il cagnolino, si ferma esce dalla borsa un sacchettino si china per raccogliere gli escrementi, da un’auto ferma al semaforo dal finestrino abbassato si allunga un braccio con palmo della mano rivolto verso l’alto ed un voce tra lo sdegno e la derisione esclama: “talia a chissa !!”

      Esempio: fermo al semaforo uno scooter, in piedi davanti una bimba con il faccino altezza cruscotto al centro un papa’ in giacca e cravatta e dietro seduto un’altro bambino, tutti tre privi di casco, alla domanda se fosse normale portare i figli a scuola in questo modo rischioso la risposta fu di farsi gli attributi genitali maschili cilindrici propri e non rompere quelli sferici suoi.

      Potrei continuare con altre decine di esempi, dove le risposte spesso non si fermano a livello verbale ma passano direttamente a quello fisico.

      Tengo a sottolineare la trasversalità culturale della maleducazione, che interseca ogni ceto sociale e trasmuta spesso in mentalità mafiosa.

      La soluzione consiste in tre chiavi cultura, informazione e buon esempio.
      Tre cose che latitano al nostro parallelo.

      Il buon esempio principalmente, visto che neanche la classe dirigente locale, a mio personale parere, e’ capace di dare.

      Candeloro

    14. Io invece sono convinto che le cose andranno solo a peggiorare e ho deciso di andare via, non volevo che un domani i miei figli crescessero nel “far west”, ho lasciato un buon lavoro, famiglia, amici etc.. e mi sono rimesso in gioco seppur calcolando i rischi. Da un anno e mezzo ormai vivo a Praga (che non è una città esente da problemi) ma è come se fossi passato dalla notte al giorno…
      niente posteggiatori abusivi
      niente inquinamento acustico
      trasporti efficienti
      servizi efficienti
      file ordinate
      piste ciclabili
      mi fermo qui, basta e avanza e chissenefrega del panino con le panelle!!!

    15. Senza andare in Nord Europa ma nella regione Sardegna, città Cagliari.
      Alle fermate degli autobus, molte con pensilina, panchina e mappa dei bus colorate secondo la linea.
      Un pannello monitor posto sulla palina ti avvisa che alle 07.07 passa il numero 1 , alle 07.09 passa il 3, alle 07,12 il 19.
      E alle 07,12 ripassa un altro 1, la sua frequenza è di cinque minuti. A bordo sali davanti e dietro, scendi dal centro vettura e nessuno si azzarda a fare alla palermitana. A bordo l’aria condizionata.
      A bordo una voce computerizzata ti avvisa che la fermata che sta per effettuare è Piazza Matteotti e che la prossima Via Roma. Quando salgono gli “sceriffi” , in tre, non aprono le portine della discesa, in genere ne beccano uno o due senza biglietto, multano tutti senza deroghe.
      Gli autisti non fumano a bordo, non parlano al telefonino, non parlano con i passeggeri, cosa che a Palermo ho visto regolarmente fare.
      Se la fermata è occupata da un’auto in sosta, rilevano il numero di targa e lo trasmettono alla Polizia Municipale.
      Le corsie preferenziali sono sempre libere da mezzi privati e sono separate nelle vie principali da cordoli.

    16. uff…

      l’eterna speranzosa

    17. Ahhh Cagliari ! Giuanni, mi hai fatto tornare in mente i mille casi di efficienza “emiliana” di quella città.
      Per dirne un’altra: il rinnovo del pass-parcheggio per i residenti (come nostre zone P1,P2, etc. per intenderci).
      Qualche giorno prima della scadenza annuale ti arriva una lettera a casa nella quale ti fissano un appuntamento presso gli uffici della circoscrizione, con tanto di orario.
      Al giorno e all’ora fissata: vai, non fai alcuna coda, sbrighi il tutto in pochi minuti, ti genufletti ringraziandoli cento volte di fronte ai loro sguardi sbigottiti, e hai finito.
      Lontani anni luce.

    18. Sempre e solite lamente su Palermo e palermitani!
      Si potrebbero fare mille e mille esempi di fitinzie, grascie, disservizi, maleducazione, corruzione, etc.etc.., in citta italiane e in paesi del Nord e non solo.
      Forse ancora non avete capito che tutto il mondo e paese!
      Quando siamo fuori per una due settimane i luoghi che visitiamo ci sembrano belli, puliti, ordinati ed efficienti, le persone educate e con il senso civico.
      Io vi dico andate a chiedere loro e vedete cosa vi diranno, andate nelle periferie e vedrete.

    19. Caro Full, in linea di principio hai ragione.
      Ma a Cagliari ho vissuto 7 (sette) anni, non due settimane.
      E ti assicuro che, nonostante ovviamente ci siano problemi anche lì, la differenza c’è, eccome.

    20. Buonasera!
      Non credo che tutto il mondo sia paese.
      E’ vero altresì che la storia che ci portiamo dietro come popolo ci rende, nostro malgrado, più o meno lontani dall’attuale “modello” da imitare.
      Mi spiego meglio: la Sicilia, come sappiamo, da sempre è stata governata da enti esterni, (re, vicerè, imperatori, baroni…) e non è MAI riuscita ad autodeterminarsi come popolo, quindi il suo equilibrio sociale continua a passare attraverso la tribù o, se preferite, la FAMIGLIA (vi dice niente il termine?).
      Alla fine: non siamo gente civile ma siamo gente tribale; se invece dell’ente Stato, Regione, Comune, ecc…ci fosse l’ente tribu’, gruppo familiare, famiglia…vedreste come tutto funzionerebbe alla perfezione! ma…forse lo vediamo già…mafia!? dite voi? Beh, sì…ma il modello Stato è un modello impostoci e che alcuni hanno accettato ed altri no…trovare il bene e il male in questo…la violenza è male, il sopruso è male…penso a certe tribù degli arcipelaghi nel Pacifico che vivono nella pace degli angeli pur in un modello tribale.

    21. Full : A Cagliari vivo da trent’anni e scendo tutti gli anni a Palermo. Amo Palermo, la mia città di origine e quello che più mi stringe il cuore è l’indifferenza della stragrande maggioranza di persone che ci vive. Potrei continuare con l’infinita lista di fetenzie, di disservizi paurosi ma mi fermo perchè sarebbe sparare sulla croce rossa. Parebbe anche che questa sorta di maledizione su Palermo sia dovuta al destino, a retaggi secolari, a chissà che altro.
      Non è vero che tutto il mondo è paese, è vero che le persone che vivono in qualsiasi posto ne determinano le sorti e il grado di civiltà.
      I comportamenti civici di molti di noi palermitani sono al di sotto dei parametri minimi di tolleranza, indegni di un livello non dico europeo ma asiatico o africano. Il giorno che il palermitano medio ne prenderà coscienza, forse avverrà la rinascita di Palermo.
      Inutile elencare la lista, ripeto, ma una cosa semplice la voglio chiedere : questa mattina, quando avete comprato il pane, ve lo hanno pesato ?
      Nel resto del mondo si pesa….

    22. Serena non me ne volere, ma questo sarà almeno il ventesimo post di persone che vanno all’estero e tracciano le differenze con Palermo.
      Tenuto conto che Palermo è una città unica nel suo genere (in positivo ed in negativo), mi chiedo quanto veramente si porti a casa propria di queste esperienze all’estero.
      Faccio un esempio, all’estero tutti bravi a prendere metro e/o mezzi pubblici e ad ammirare flotte di ragazzi in bicicletta. Quanti rosaliani fanno la stessa cosa? Io sul 101, in mattinata, vedo in gran parte extracomunitari e anziani, scorgo davvero pochi 18-35enni, forse troppo abituati ad utilizzare il mezzo proprio.
      Quindi smettiamola di segnalare differenze con il resto del mondo che sono ben note a tutti e facciamo qualcosa di concreto per la città; non si tratta nemmeno di immobilismo politico, se il buon Diego si trova ancora al suo posto, è perché lo avete voluto e continuate a volerlo voi.

    23. Annibale sono in parte d’accordo con te, ma all’estero prendiamo i mezzi pubblici perchè non abbiamo i nostri bei motorini magari da parcheggiare sugli scivoli pedonali di fronte al museo di turno. Per quanto riguarda il 101, sicuramente tu lo prendi più spesso di me ( io ho l’immensa fortuna di essere praticamente casa e putia ) quelle rare volte che l’ho utilizzato con i bambini ‘in passeggino’ quando son sceso sbottai con un ‘ ma cu mu fici fare ?’

    24. Io vivo in nord africa, ed è esattamente come a palermo. allora ho capito, è il nostro sangue arabo….

    25. Non scomodiamo la genetica che non c’entra nulla ed è sempre una buona scusa per assolversi nel bene e nel male.
      .
      Solo questione di maleducazione, egoismo e rozzezza.

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