Il palmeto di Letizia…dei palermitani
Il palmeto di Letizia da marenegato su vimeo.
Palermo non ama il suo mare, Palermo non ama Palermo: è un semplice sillogismo, ma sono sempre più ferma nella convinzione che il destino della nostra città e delle acque in cui è immersa camminino insieme.
Palermo sembra aver dimenticato il suo mare e gli volge le spalle!
Guardando al litorale, tra sterminati cumuli d’immondizia, macerie, colate di cemento armato, capannoni, ogni tanto appare e lo salutiamo, quasi stupiti della sua presenza.
Dell’antica Panormus ormai rimane quasi nulla, la città perde la sua essenza, si rinchiude in se stessa e si allontana dal mare, non prendendosene più cura e lasciandolo così in balìa di un travagliato destino dove a spuntarla, sino ad ora, sembra siano solo interessi pubblici, economici e di potere.
E il nostro rapporto con il mare così diventa sempre più flebile, smette lentamente di essere della comunità e i piccoli sprazzi concessi al singolo diventano manifestazione ogni volta più rara. Dove immergeremo i nostri piedi fra dieci, vent’anni, quando vorremo affidare i nostri pensieri alle onde che passano?
La promenade che conduce dai Quattro Canti sino alle acque del Foro Italico, non termina più con il palmeto impiantato da Letizia Battaglia, più di vent’anni fa quando ancora era assessore comunale, e che faceva ombra ai palermitani invogliati verso il mare: la cancellata con insegna di un locale di tendenza, chiusa a chiavistello, a protezione di un ulteriore recinto e in asse con Porta Felice, segna un ennesimo attacco al buon gusto, al diritto della comunità di vivere un mare privo di barriere e alla continuità del waterfront palermitano, ormai brutalmente frammentato e offeso.
Erano trentatre le palme, oggi sono rimaste in tre, le altre, tagliate, sono supporto per tavolini o sedute per chi sta gustando la propria bevanda fresca: valori recisi su cui adesso si servono cocktail!
Che cosa resta da fare ai palermitani, prevalentemente spettatori inermi del fallimento di una città che non dà segni di reale ripresa? L’invito di Letizia è di agire tutti insieme, lamentarsi meno per gridare il proprio dissenso, produrre e farlo pacificamente, non sperando in una città migliore, ma creandola, ognuno con la propria personale lotta.
Il video diffuso dal gruppo Marenegato, Il Palmeto di Letizia, che la vede protagonista mentre denuncia la caduta al suolo delle palme, ha suscitato consensi e non, punti interrogativi o giudizi alquanto affrettati e asettici.
Ho chiesto a Letizia di rispondere a chi sostiene che nulla poteva esser fatto per salvare le palme dall’attacco del punteruolo rosso, e frutto della conversazione è questo frammento di lettera in cui lei parla ai lettori…ai palermitani.
«…L’endoterapia poteva salvare tutte le palme di Palermo invase dal punteruolo rosso, lo dice la scienza, l’ha detto Il professore Michel Ferry, ricercatore dell’Inra Francia (Istituto nazionale della ricerca agronomica), in un convegno ad Alassio, città ligure, dove erano presenti anche i professori di agraria di Palermo, incaricati di studiare il problema; Ferry aveva illustrato il suo metodo che consiste in iniezioni di prodotti del costo di circa 15 euro per ogni palma.
Il sistema è stato felicemente sperimentato in Spagna, con risultati assoluti, e così anche in Italia, a Palermo ad esempio, a Villa Whitaker, un giardiniere aveva lui stesso usato la endoterapia e tutte le palme meravigliose e vive sono lì a testimoniarlo; i vivai Tasca hanno curato le loro palme e sono ancora lì vive e vegete, soltanto una non ce l’ha fatta.
La Regione Sicilia aveva stanziato 500.000 euro per la facoltà di agraria di Palermo perchè il problema fosse studiato, ma la somma non fu sufficiente e il problema accantonato, gli studi costano!
Che facciamo?
Naturalmente tagliamo.
Chi taglia? Chi dà l’ordine? Quanto è costato tagliare le palme? Di chi il vantaggio?
Sono andata lì, sul luogo, di mattina. Li ho visti i moncherini, sicuramente più di trenta, larghi un metro ed anche di più, usati come tavolini, forti, sani, senza nessuna ferita alla base, perché il punteruolo incomincia a distruggere a partire da essa, esternamente, non dai rami; ed incredula ho guardato, confesso che tremavo, le tre palme lasciate vive forse per una qualche ragione estetica, rigogliose, generose per ombra, vive contro il cielo!
Niente contagio?
Cerco il pino che, allora, trenta anni fa, Patrizia, mia figlia, aveva donato alla città. Era alto soltanto due metri ed ogni volta che in questi anni passavo dal Foro Italico lo vedevo cresciuto, svettare, ancora più alto delle palme, era diventato altissimo; il pino non c’è più, hanno tagliato pure quello: indubbiamente non si sono accorti che non era una palma!
Una mia amica con villa, scopre il punteruolo, ma deve partire, lasciare la casa e l’Italia; dopo mesi ritorna e non c’è più niente da fare, deve essere eliminata, qualcuno le chiede 550 euro per segarla e portarla via, qualcun altro si accontenta di 350…!
Quante ne hanno segate a Palermo?Quanto è costato farlo?
Che facciamo?
Possiamo, forse, R I C O M I N C I A R E!
Ripiantiamole e tra trenta anni cerchiamo di essere meno ingenui…!».
Letizia Battaglia è mia nonna, ma questo poco importa, lo dico per una questione di onestà intellettuale; non scrive qui per sua nipote, non soltanto, ma per tutti coloro che avvertono che il cambiamento sia possibile e certamente anche per chi ha smesso di crederci o non è stato educato nel farlo.
No, non si vuole parlare qui di politica, si vuole semmai invogliare coloro che amano la propria città a prendere delle posizioni, affinchè Palermo possa riemergere e i palermitani con essa, e possa fiorire la giustizia li dove c’è l’ingiustizia.
Si può R I C O M I N C I A R E da un albero, poi due…poi tre, beh, ognuno dica la propria.
(foto di Zenobia)
E’ un peccato che queste palme non ci siano più, ma a prescindere dal valore che può avere il palmeto in sé, il problema vero è quello di cui parli nelle primissime righe: palma dopo palma, sacchetto di munnizza dopo sacchetto, questa città opprime chi come tua nonna cerca di farla rialzare, di donarle qualcosa di positivo. E’ un problema di incompetenza, di gravissima incompetenza di una classe dirigente che sta dove sta grazie alle elezioni da terzo o quarto mondo che facciamo da noi.
:’)
Ancora con sta storia? lei nel video lascia intendere che le palme sono state tagliate appositamente per fare posto al pub (che è stato aperto a Maggio 2010) mentre le palme in realtà sono scomparse da lì quasi 2 anni fa causa punteruolo, quando il pub non era ancora neanche un progetto.
Brava Francesca, 10, 100, 1000 Francesca per una città che non merita certo tanto degrado |
E’ un peccato che queste palme non ci siano più ma davvero sono state tagliate per il pub? Non mi sembra abbia tanto senso questa supposizione, non voglio credere che sia così, anche perchè come dice Letizia Battaglia nel video, sarebbe stato molto più bello con le palme. Su quali basi si dice ciò?
concordo con francesca e letizia in merito all’ammonimento per la necessità di un maggiore impegno a sostenimento della sopravvivenza delle palme, simbolo di una rinascita che fu, ma come si è già detto penso non sia imputabile ai ragazzi del “palmeto delle kattive” la loro potatura, avvenuta diversi mesi prima se non anni, avrebbero potuto solo gioire della loro ombra, come letizia stessa dice nel video.
altresì mi chiedo perchè negli anni di totale abbandono del palmeto trasformato in ambigua location per incontri misti di coppia, l’opinione pubblica o il popolo dei blog e dei social network (che più che mai la rappresenta) non si sia mai posta il problema del suo abbandono e della successiva potatura…
sarà che operazioni come quella del “palmeto delle kattive” cmq sia sono occasioni importanti per accendere focus su spazi ed emergenze cittadine, occasioni utili per indirizzare flussi di persone, che nelle migliori teorie antropologico-urbanistiche, sono le vere chiavi di rigenerazione urbana?
se oggi si parla delle palme potate è anche perchè i riflettori della critica si sono accesi sul “palmeto”, proprio perchè migliaia di persone l’hanno frequentato e vissuto, seppur in chiave lounge, ma cmq vissuto.
la città va “passeggiata” e se un bicchiere di vino, in mancanza di misure politiche nazionali adeguate, può aiutare a fare tutto ciò in autoproduzione allora che si “beva passeggiando” anche sul litorale di via messina marine, al porticciolo di sant’erasmo, al golfetto al lato del palmeto etc etc etc etc etc etc….
cmq onore sempre a letizia e al suo viscerale amore per Palermo…chi ama come lei può permettersi di dire ciò che vuole.
Io non voglio credere, non posso credere che una persona seria e intelligente come l’Assessore Carta possa aver permesso il taglio delle palme per far posto ad un pub.
e certo il pub porta piccioli a qualcuno…….le palme no !
Sinceramente non credo (e spero che non) sia imputabile ai gestori del locale il taglio delle piante. Faccio anche i complimenti perchè comunque mi sembra uno spazio semiconquistato dalla città.
é invece sinceramente da criticare il metodo di assegnazione del suolo pubblico a questi personaggi che evidentemente sono imprenditori vicini alle correnti politiche in auge. Sarebbe stato giusto che si fosse operatauna scelta tra 3-4 progetti attraverso un bando pubblico e trasparente. In questa maniera questo bel posto puzza di “marcio”
Le palme sono state tagliate via molto prima dell’arrivo del pub, su questo non c’è dubbio.
Invece trovo bellissimo che finalmente un pezzettino della costa sia stato recuperato e restituito alla cittadinanza.
Pensate , dalla cala fino a romagnolo e oltre è tutto un litorale con la vista a mare impedita da terreni incolti, discariche e muretti vari. Bonificando le aree interessate (ed in futuro anche le acque costiere) ci ritroveremmo con un lunghissimo litorale pieno di vita, dal pub al ristorantino…stile Barcellona.
Quindi ben venga il pub delle Kattive, che sia il primo di una lunga serie!
non ci rimane che confidare negli arabi.
Certo che voler far credere che le palme siano state tagliate per far posto al pub, ce ne vuole davvero!
E addirittura, da alcuni commenti, c’è qualcuno che ci crede davvero e spara subito sentenze!
Piffauri!
“Ferry aveva illustrato il suo metodo che consiste in iniezioni di prodotti del costo di circa 15 euro per ogni palma”.
Potete dire dove si può comprare questo prodotto???
se diffondiamo la notizia proviamo a salvare qualche palma di privati ancora in vita!!!
Nessuno qui ha imputato ai gestori del pub il taglio delle piante, che sia chiaro, e mi tengo ben distante dal pensarlo.
che tristezza…
cmq palme o nn palme, questo articolo e’ un bellissimo inno all’amore o senso civico , che ogni PALERMITANO deve avere e se nn c’e’ l’ha, che si faccia curare!!!
Grandissima Letizia Battaglia, che non smette mai di lottare!
Grazie per questo bell’articolo, Francesca.
i palermitani nn amano palermo
le città poco amate sono destinate all’oblio.
@Francesca
Spiegalo a tua nonna che a 3:40 4:25 lascia chiaramente intendere che le palme siano state tagliate per dispetto e/o perchè dovevano farci un pub. Forse il cambiamento potrebbe nascere veramente se tutti smettessimo di accusare gli altri di tutti i mali del mondo…
questa è la politica di Pa,tutto quello che si restaura ,poi si manderà a farsi fottere,è il degrado non avrà mai fine,però i palermitani diranno sempre….Semu i Megghiu,ed io chiedo a loro ….ma dè chèèèè?????
Palermo aveva assessori come Letizia Battaglia..come mai oggi siamo caduti così in basso?
@daniele
Caro daniele non averla a male, ma non si lascia intendere assolutamente nulla…il commento di L.Battaglia non è una accusa nei confronti del pub, lei stessa non dice che ne sia la causa. Anzi se ascolti bene proprio a 3:40 dice una frase del tipo “non si poteva fare il night club in mezzo alle palme?Pensa la privacy…etc etc…SAREBBE STATO MERAVIGLIOSO”, che può essere tranquillamente inteso (da chi non parte prevenuto, ovvio) come un “perchè chi di competenza non si prendeva cura di queste palme così, anche ora che c’è il pub, se ne poteva godere?”.Penso che fosse più un criticare l’incuria a cui è stato soggetto il luogo, più che l’apertura del pub. Purtroppo il problema è che il palermitano (mi si scusi per il luogo comune) tende ad essere diffidente e a stare sulle difensive…e a causa di ciò, a volte, a fraintendere e “straparlare”.
Chiudo con una riflessione…l’area del palmeto era un area pubblica che già per diverso tempo era rimasta chiusa, e adesso rivederla chiusa per usi privati non credo sia la scelta migliore…ci vorrebbe una soluzione diversa…ripiantare le palme, aprire i cancelli e rendere l’ingresso al giardino e al locale libero…e allora si che sarebbe tutto diverso, il giardino ritornerebbe in vita e il locale lo renderebbe vivo e frequentato (di conseguenza controllato e curato)a tutte le ore del giorno e di nuovo vissuto.
Saluti.
Penso che quest’articolo non si riduca al conteggio delle palme o alla solita retorica sul contrasto natura-business assassino. Quella di Francesca e di Letizia Battaglia è una denuncia molto ma molto più ampia che passa per delle semplici palme ma va a finire molto molto molto oltre. Solo che molto spesso quando ci si vuole concentrare su ciò che pare più “ovvio” è difficile vedere oltre e le critiche si fanno sempre meno costruttive.
Grazie Letizia e grazie Francesca.
Che desolazione.
Nessuno pensa di mettere a dimora altri alberi? Visto che le palme sono minacciate dal punteruolo, perché non cambiare albero?
finalmente uno che ragiona.
Aggiungerei che la palma non e’ che fa poi tanta ombra.Quando va in alto e’ pure difficile da potare,e non c’e’ nulla di piu’ squallido dei rami secchi.Se poi si va a guardare la piazza di Mondello,in questo caso il punteruolo ha fatto un buon servizio dando la possibilita’ di sgombrare
la vista dello splendido golfo.
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Con l’occasione,che si aspetta a reimpiantare
gli alberi che sono “morti di sete” dentro i parcheggi mondelliani?
stalker
guarda che oggi c’e’ fin troppa gente che lotta per una palermo migliore.Prima o poi qualcosa deve accadere.
giorgio, non lo metto in dubbio, ma in questo post si parla di Letizia Battaglia, donna che lotta da una vita, anche attraverso la sua macchina fotografica, probabilmente da quando tu non eri ancora nato.
Mi sentivo in DOVERE, di manifestarle la mia stima.
Ma le palme di via dell’Olimpo,così belle e ricche!Le ho viste piantare e crescere .Ora è veramente angosci
a proposito dei LADRI DI QUESTA CITTA’
citati nel video di questo post
cade bene un passaggio del discorso
di Sandro Pertini (discorso inaugurale del 1984):
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…i corrotti ed i disonesti sono indegni di
appartenere al popolo italiano e devono essere
banditi dai partiti e dalle pubbliche amministrazioni….
che vergogna!
classe dirigente palermitana incompetente e ignorante!
Parlo come semplice cittadina che non ha preconcetti e ha visto con i propri occhi:
-1-il palmeto era orrendo perche’ le palme piantate troppo vicine l’una all’altra coprivano tutto, mare compreso, e mai ho visto qualcuno passeggiare o sostare là sotto, dove era buio.
-2- ho visto bene che le palme già da tempo erano state colpite dal punteruolo e dovevano ahime essere abbattute, io stessa che adoro le piante e le palme in particolare fui quasi contenta perchè cozzavano con il resto del litorale dove le piante sono rade e dove campeggia il prato, lasciando allungare lo sguardo sul mare….
-3- la recinzione bianca, è veramente orrenda! è una vergogna, l’A.C. non ha neanche dato direttive su come realizzarla per non deturpare lo stile, la storia e la bellezza della passeggiata a mare…sopratutto vicino a porta Felice, che orrore!spero la abbattano lasciando tutto aperto e piantando QUALCHE palma che non guasterebbe, ma solo qualcuna.
La recizione bianca è veramente ripugnante e da qualche parte è già sporca e scrostata.Bisogna rimediare.
Alberi d’alto fusto perché sia fruibile d’estate e a mezzogiorno senza per forza dover finire arrosto.
ma insomma,prima di fare ulteriori interventi,
non si possono mandare gli addetti ai lavori in Costa Azzurra o Costa Brava,a Miami o a Santa Barbara,o a Dubai,
in modo che constatino che cosa fanno “gli altri”?
Vitalba
vicino la piazza di Mondello di palme ne sono rimaste solo 2 e fanno la loro brutta figura perche’ non c’e’ peggio di una palma che mostra i rami secchi.
Stagione 2010.Mondello:2 palme con i rami secchi!
PALMA SETTANTENNE CONDANNATA A CENTO COLPI DI MOTOSEGA
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Si era inizialmente pensato al famigerato punteruolo rosso.
Indagini approfondite hanno portato alla luce la verità. La Palma si era macchiata di un reato ben più grave: occultamento di panorama.
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La Palma aveva inoppotunatamente pensato di nascere e crescere esattamente tra il terrazzo della signora MG e l’isola di Stromboli, impedendo alla signora di godere della visione dello Stromboli in tutta la sua potente bellezza. Ciò comportava da anni, alla signora MG, indicibili sofferenze.
Non poter mostrare ai suoi stimabilissimi ospiti la visione dello Stromboli dalla sua terrazza era un vero affronto, una lesa maestà.
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Stamattina, finalmente giustizia è stata fatta!
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Incaricato dalla Corte Suprema FCCCP (famocomecazzocipare), alle ore 7 si presentava in loco u’ Zu’ Nino, armato di motosega, per abbattere l’irriverente Palma.
Inutile la tesi della difesa che sosteneva che la Palma trovavasi in loco da prima che la signora MG venisse alla luce con somma gioia dei suoi cari.
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A nulla sono valse le proteste del vicino, un asino di nome Giulio, di anni tre, che alla vista della motosega brandita dal boia, iniziava a ragliare disperato.
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Giustizia è stata fatta, e la signora MG felice può finalmente godere del suo panorama.
Un troncone di Palma si erge ad imperitura memoria di ciò che fu.
Amen
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(NdA) una cosa che ho scritto un anno fa, affinchè le parole mitigassero la rabbia che mi stava spingendo a commettere un omicidio….e non di palme…..
ps purtoppo non è un racconto di fantasia.
della meravigliosa palma che ogni mattina mi dava il buongiorno mentre preparavo il caffè, è rimasto solo un moncherino, testimonianza dell’umana stoltezza.
Per quanto a mia conoscenza i metodi suggeriti dagli esperti per sconfiggere il punteruolo rosso sono stati intempestivi, in particolar modo nelle residenze dei privati locali che qui al sud hanno/abbiamo, fantasia ed arte a realizzare cose belle e difficoltà poi a fare le manutenzioni. Probabilmente il taglio delle palme immediato, con le procedure di cautela per non far scappare le larve del punteruolo, doveva essere accompagnato da altri interventi con eventuale chiusura al pubblico di ville pubbliche e private per evitare contatti con prodotti nocivi. Anche il mio ragionamento forse è semplicistico, però voglio dire alle signore Battaglia che certamente la collettività ancora oggi non ha trovato un metodo per combattere questo scarafaggio. Perchè ancora oggi è vivo vegeto e continua a mietere alcune tipologie di palme.
il fatto e’ che c’e’ troppa gente che sperava nella resurrezione.
Per mesi e mesi per non dire anni
si sono lasciate al loro destino le palme gia’ colpite e li’ le colonie di punteruolo non potevano che proliferare indisturbate.
Ma la resurrezione della palma non e’ avvenuta.
è davvero sconfortante leggere chi apprezza tale posto, paradossale, a cominciare dal nome.
Penso che le persone che vanno lì sono munite, per forza, di una buona dose di sadismo.
Forse ci vuole quello per potere bere un bicchiere sopra una palma segata e, soprattutto, accanto ad un depuratore.
Ma forse sono gli stessi che amano bersi un cicchetto all’ex deposito locomotive, accanto la foce dell’oreto.
saluti
DENUNCIATE!!! Con GOOLE EARTH si vede benissimo IL PINO. Tagliarlo è stato un REATO. Arrivate ai colpevoli e usate quella povera pianta come strumento PER AGIRE, NON per parlare. ok? Ci siamo capiti? CIAO
non capisco perche’ l’attenzione di molti cittadini arriva adesso che la zona e’ stata quantomeno ripulita.. visto che era abbandonata !la palme sono state tagliate a causa del punteruolo e l’accesso al locale e’ assolutamente libero.