24 milioni di euro per il recupero del centro storico
Il Consiglio comunale ha approvato con voti della maggioranza e dell’opposizione la delibera predisposta dall’assessore al Centro Storico, Maurizio Carta e modificata contenente il piano di utilizzo delle economie dei primi quattro bandi della L.R. 25/93 definite in 24 milioni di euro da utilizzare come spinta propulsiva al restauro degli edifici monumentali, al recupero del tessuto edilizio, sia pubblico che privato, alla messa in sicurezza degli edifici, alla riqualificazione degli spazi pubblici e all’innalzamento del benessere degli abitanti.
Le risorse saranno utilizzate attraverso un intervento mirato e fondato sulla individuazione di “aree pilota” sui cui concentrare una dotazione di spesa pubblica mirata a incentivare l’intervento del privato o incrementare gli effetti attraverso la complementarietà degli interventi.
In particolare uno stralcio da circa 18 milioni di euro sarà destinato ad opere pubbliche, le cui priorità principali già individuate sono:
- interventi di manutenzione straordinaria su immobili di proprietà comunale destinati ad edilizia residenziale pubblica (Porta di Castro, Capo-Sant’Agostino, Albergheria) e per la messa in sicurezza dell’edilizia fortemente degradata di proprietà comunale (1,8 milioni di euro). Il piano di interventi di sicurezza seguirà la Mappa del Rischio elaborata dagli Uffici;
- interventi su beni immobili di proprietà comunale di interesse monumentale e per funzioni socio-culturali, tra cui il convento di S. Francesco d’Assisi, i Teatri storici comunali e il Collegio della Sapienza (8,8 milioni di euro);
- interventi di manutenzione straordinaria degli spazi pubblici e delle reti tecnologiche di sottosuolo per la risoluzione di problemi igienico sanitari, di sicurezza ambientale e pubblica illuminazione secondo un piano di priorità e opportunità definito dall’Ufficio del Centro Storico (2,3 milioni di euro).
Un secondo stralcio da sei milioni di euro sarà destinato ad emanare un bando per contributi ai privati per il recupero di immobili monumentali o fortemente degradati e pericolanti segnalati nella Mappa del Rischio.
24 milioni? Chiacchiere!
e Cammarata e chi x lui quanti se ne mangera’?
Verranno buttati come i finanziamenti U.E. per il recupero del Garibaldi?Lavori che dovevano durare un anno, e continuano da tre? Verranno effettuati falsi collaudi tecnici (giugno 2009) che dichiarano l’opera terminata, senza che sia vero, mentre da oltre 1 anno è in corso il collaudo amministrativo di cui non si riesce a venire a capo?
Ci dia qualche risposta la prestigiosa amministrazione comunale guidata dal vice- skipper più famoso d’Italia?
Ke domanda! Sono gli figlie e chi per lui mangerano. Oggi una famiglia costa tanto. Io sono un uomo carissimo, ma sono un figlio come te. Sono idiota andare lavorare se non sono un spledito figlio bene.
Tennis per esempio mi piace assai.
“Cu afferra un Turcu è suo”
Il Festival dell’incompiuta …
C’è una nuova forma d’arte di cui la Sicilia é campione in Europa: “L’arte dell’incompiuta”. Giarre, una cittadina di 26.000 abitanti alle pendici dell’Etna, si appresta a fare da apri strada per il primo festival di questo genere. Il primato, come nel caso dello scandalo della “poubelle a Palerme”, ce lo racconta ancora una volta il francese “Le Monde”. Lunghissimo è,infatti, l’elenco delle opere pubbliche, di cui sono stati avviati i lavori, mai portate a termine. Naturalmente si tratta di lavori inutili o bizzarri come si direbbe oltralpe. A cominciare da uno stadio per il Polo da 7000 spettatori. Sì , il polo, quello sport che si pratica a cavallo con mazze da golf, il cui maggior campione è un pakistano. Uno sport ,semisconosciuto in Italia, molto in voga in Inghilterra, e nelle sue ex colonie. C’è poi una piscina che doveva essere olimpionica, più corta di qualche metro delle misure regolamentari e perciò abbandonata, e ancora un Teatro, un centro sportivo, una pista per aeromodellismo per un totale di 12 monumenti all’incompiuta. Ora un gruppo di architetti milanesi, ci informa sempre Le Monde, ha avuto l’idea di farne una specie di parco archeologico, una sorta di attrazione turistica in negativo, che ci ricorda il potere attrattivo di certe riviste che pubblicizzavano, coloristicamente?, la nostra maggior industria, la mafia, con il suo carico di folklore anche cinematografico. Ci spiegano che un vecchio sindaco democristiano, pur di fare arrivare affari nella sua piccola città, dava corso a qualsiasi opera si potesse finanziare,spesso ,o quasi sempre, inutile. Con il loro carico-ricatto di ditte appaltatrici, subappalti, e infine il ricatto,supremo, della necessità di creare posto di lavoro al sud. La spettacolarizzazione di questo antimodello è un’idea che poteva venire solo a chi a l’abitudine di commercializzare tutto. Invece di spingere per completare i lavori o in luogo di trovargli una nuova destinazione, si fa diventare il degrado una forma di attrazione pittoresca, che contribuisca a diffondere nel mondo la nostra insipienza e vocazione allo spreco. E sono sicuro, che se ben veicolata, la campagna di promozione avrà maggior fortuna di quanto non ne abbiano avuto le vergognose campagne promozionali della regione Sicilia. Inoltre,tutto questo potrebbe,anche, stimolare altre amministrazioni a perseguire lo stesso modello, in maniera che ogni borgo dell’isola abbia il suo Festival, in tempi di crisi per lo spettacolo dal vivo…
Sarebbe divertente, se non fosse tragico. Quante sono le opere pubbliche avviate in Sicilia e mai portate a temine nell’ultimo cinquantennio? Nell’800 si edificava un teatro in anno, ora in tre non si riesce a restaurarlo. Ecco che torna la mia ossessione del Teatro Garibaldi, da riaprire a “cantiere aperto”. Tutti, sappiamo quanti e per quanti anni sono stati chiusi,e continuano a rimanere “chiusi per lavori” i Teatri siciliani. Ultima,sacrosanta, provocazione la proposta di Werner Herzog di far saltare il Teatro di Sciacca, mai inaugurato, mai terminato, come pure a Siracusa, e come racconta una bella pubblicazione sui teatri negati.
Occorre ribadirlo con forza: dietro tutto ciò ci sono interessi illeciti! Sono gli interessi delle imprese appaltatrici, che hanno tutta la convenienza a non terminare mai i lavori. “Cu afferra un Turcu è suo”, si diceva durante la guerra, vale a dire chi prende un americano di colore può spolparlo dei suoi averi fino alle ossa. Ecco cosa, richiama alla mente il “divertissement” milanese di Giarre. L’interesse sporco delle ditte edili siciliane, ma non solo, a tenere fermi i cantieri affinché le amministrazioni corrotte, continuino riempire le loro casse pagando lavori superflui, con l’addentellato di clientelismo e cattiva politica che caratterizza, da sempre, soprattutto il sud d’Italia.
Ma questo, naturalmente, interessa solo i francesi.
Matteo Bavera
La correggo, Bavera.
CU PIGLIA UN TURCU È SÒ.
(Si dice di una persona che fa di testa propria, senza tenere conto delle opinioni degli altri o di eventuali regolamenti. L’origine di questo detto si può far risalire alle invasioni dei turchi sulle coste della nostra sempre martoriata Sicilia. Grande era l’odio per questi razziatori, tant’è che spesso, molti siciliani, animati di grande coraggio, li contrastavano e li combattevano, anche a costo della propria vita. A volte qualcuno, riusciva a catturare un turco e contro gli ordini di chi comandava, anziché consegnarlo, preferiva tenerselo e fare giustizia da sé .
Da qui è nato il detto , che tradotto significa ” Chi prende un turco è suo” ) .
Del resto, se non erro, Lei risulta non essere siciliano.
Grazie Lucio.
Mi riferivo anche a certe modalità napoletane raccontate da Curzio Malaparte,mi pare che la sostanza non cambi?
come mai e’ stato omesso il caso del restauro del Teatro Massimo di Palermo,
teatro rimasto chiuso per ben 24 anni?