Non so se in campagna o anche in una città come Palermo, divenuta ormai una topaia, vi siate mai cimentati in una lotta all’ultimo sangue con un topo. È una guerra molto istruttiva, intelligenza contro istinto, dove il roditore riserva ben più di una sorpresa, quasi un insegnamento. Forte del ricordo delle immagini dei cartoni di Tom & Jerry, ho pensato ingenuamente che bastasse una trappola a molla, di quelle che scattano appena il roditore tocca l’esca, il classico pezzo di formaggio. Niente da fare! Inequivocabili tracce di zampette sulla farina, fanno intuire che il mio avversario, ritto in piedi, ha visto, valutato il pericolo e girato alla larga. Cerco allora di comprendere meglio i suoi gusti: osservo che predilige granaglie e gliene servo su cartoni impregnati di una speciale colla antiratto. Attendo di sentirlo squittire mentre è inchiodato a questa nuova trappola, ma niente! Ancora una volta l’adattamento all’ambiente frequentato da umani lo ha guidato al fine proprio del suo istinto: sopravvivere! Ovviamente, il mio avversario ha avuto poi la peggio: ha fatto la classica fine del topo, murato in una parete senza vie d’uscita. E non potrebbe essere diversamente, altrimenti la mia diminuita autostima non mi avrebbe certo portato a raccontare questa storia! Ma voglio rendere comunque onore al mio avversario, confidandovi gli insegnamenti che mi ha regalato. Continua »
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