Lo strappo di Palermo
«Le città invisibili sono il sogno che nasce dal cuore delle città invivibili» (I. Calvino).
Il sogno che abbiamo di Palermo è invisibile. Mi candido affinché Palermo diventi possibile. Perché è possibile cambiare la vita dei palermitani. Perché la nostra città è infelice e voglio che sia felice. È invivibile e voglio che sia vivibile. Perché Palermo è stanca e deve ripartire.
Per ripartire si deve accelerare e quando si accelera, si strappa. Come nel ciclismo.
Lo strappo è da una vecchia politica che non vuole le primarie e la partecipazione.
Lo strappo è da chi non le vuole più fare o da chi le vuole “notabilizzare”.
Lo strappo è da chi dice di volerle, ma le immagina solo come una clava da utilizzare contro qualcuno (infatti non esprime alcuna candidatura).
Lo strappo è da chi non vuole più montare questi gazebo e respirare l’odore della democrazia, ma sentire la puzza delle chiuse stanze ed io so cosa significa.
Lo strappo è da una vecchia politica che vuole rendere “impossibile” che una nuova generazione diventi protagonista.
Lo strappo è da chi crede che oggi possa fare il Sindaco uno che lo ha fatto quando io avevo appena dieci anni.
Lo strappo è da chi crede nella cooptazione e nello stare dietro al capo e farsi dire da lui quando è il tuo momento. Da chi invoca protezioni e chiede ad altri ciò che deve prendersi da solo. Io sono il più giovane parlamentare del Partito Democratico. Potrei aspettare. Ma metto in gioco coraggiosamente la mia carriera politica. Continua »
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