L’incrocio è sempre quello. Il semaforo si fa rosso. Mi fermo. L’auto davanti a me gira a destra, a dispetto di ogni regola minima del codice stradale. Un signore mi si avvicina per propormi copia di un quotidiano. No, grazie. Borbotta e se ne va. Sole, adesso. Vento come sottofondo. Lo sguardo, adesso, è lì a quel pezzo di strada, a quel palazzo beige di via Notarbartolo. La magnolia sta crescendo bene. Quella magnolia, che è segno di riscatto e di memoria. Ho letto, solo qualche giorno fa, di una condanna inflitta ad un boss che, tra l’altro, si trovò a brindare per quella maledetta carica di tritolo. Lugubre, vile e orribile quel brindisi. Anni di distanza, da allora. Una vita, si direbbe. La memoria, certo. Ma che è rimasto, poi? Continua »
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