Il diritto di chiudersi in bagno
Stare lontano dalla tua città d’origine ti dà il privilegio di apprezzarne meglio i contorni e le sfumature. Quella giusta distanza che permette la visione d’insieme, garantisce di godere a pieno di un’opera d’arte, mette a fuoco tutti i difetti. E ti permette il confronto costante tra la realtà che hai lasciato e quella che hai trovato.
Ogni cosa di Bologna io – non posso farci niente – la paragono a Palermo. Per quanto il tessuto sociale e urbano siano molto differenti, il mio è un meccanismo automatico, autolesionista, normale. Deleuze e Guattari lo chiamano apparato di cattura, per qualcun altro è semplicemente la maniera di dar senso a qualcosa, attraverso le relazioni di differenza. Per me è diventata la condizione stessa del vivere tra due città.
In questi giorni di freddo che unisce nord e sud, ho visto l’ennesimo barbone inseguire le sue visioni diurne incurante della pioggia. E faccio fatica ad abituarmi a questa città ricca, colta, bella che alle 19:30 chiude le saracinesche e le porte dei palazzi nobiliari e lascia ai portici il dovere di accogliere sans papier e senza speranza. La città si ammanta del buio dell’indifferenza e del malaffare, mentre gli spacciatori fermano chi fa jogging nel cuore della Bologna per bene. La percezione della sicurezza è pessima, la città avvizzita si illumina solo quando, con forza e con tenacia, il Comune commissariato cerca di porre freno al degrado. Nessuno può bere fuori dai locali oltre un certo orario, e il pericolo rissa è sempre in agguato. Una camionetta dei Carabinieri o dell’Esercito presidia sempre piazza Maggiore, e non ho ancora capito il perché. Io dico che, nella mia città, le cose non stanno ancora così. Non si è ancora arrivati ad una città che ha paura di se stessa.
Abbiamo – e uso il noi perché il mio cuore è lì – l’estetica della rovina, la muffa della miseria attaccata sulle pareti dei palazzi del centro storico, l’irresponsabilità, il possesso mafioso e la poca cultura civica. La qualità dei servizi è certamente più bassa, così come la consapevolezza dei propri diritti (e anche quella dei propri doveri). Siamo la terra delle lumie e dell’abusivismo: da noi basta un panchetto per fare una putìa e la negoziazione tra legalità e illegalità, tra potere pubblico e iniziativa privata è pane per la sopravvivenza quotidiana della nostra economia. Eppure camminare per le nostre strade non è un’esperienza così toccante come camminare per le strade di Bologna. La tenerezza per chi ha perso tutto – e non ha più la forza di riprenderselo – è qualcosa che giorno dopo giorno ti lacera. I visi stanchi e vuoti di alcolisti e drogati ti accompagnano in ogni momento della giornata.
In università non puoi nemmeno chiudere la porta del bagno a chiave: nel mio dipartimento sono scomparse le chiavi dalle serrature per impedire ai tossici di iniettarsi lì le loro dosi. A Lettere, nella storica sede di via Zamboni, il sistema di accesso alle toilette è vincolato dai badge: solo gli studenti ne possono usufruire. All’inizio non avevo compreso il perché non ci fossero le chiavi nei bagni: credevo in qualche bravata, in qualche disfunzione (strano!) dei servizi dell’Università. In realtà, in un ambiente ipernormativizzato in cui ci sono cartelli per tutto (non sporcare, non spegnere la luce, non accendere il pc, non disturbare, non aprire), l’unica cosa che non si riesce a frenare è la paura. Del diverso, del malanno, del disagio. A Palermo la qualità della vita è sicuramente più bassa, ma abbiamo ancora il diritto di chiuderci in bagno.
Mi spiace ma devo contraddirti…neanche a Palermo in quasi tutti gli uffici pubblici (ed io lavoro in uno di questi) ci si può chiudere in bagno. Non so all’università ma ti posso dire che è così, i motivi sono diversi…le chiavi si sono perse, oppure sai i meccanismi senza chiave per serrare la porta sono guasti..ecc..ecc.. Ah..tu non ne parli..ma qui è scontata l’assenza di carta igienica…sapone per lavarsi le mani…qualcosa con cui ci si possa asciugarle. Saluti
e dimentichiamo la perenne acqua per terra? Ti abbassi i pantaloni e devi fare pipì in equilibrio intanto per non appoggiarti che non si sa mai ti viene chissachè e poi anche perchè il vestiario ti “strica” per terra e te lo bagni..
Fino a qualche anno fa Bologna era in testa alla qualità della vita, il fatto che ci stia raggiungendo è una magra consolazione, una competizione verso il basso.
@Giuliano
Concordo ed aggiungo che è inquietante.
Al di là dei bagni (che credo siano solo un simbolo), la meraviglia è camminare per le nostre strade la sera e non avere paura.
Dovremmo ricordarlo più spesso…
W Palermo e Santa Rosalia!!
No, Bologna come qualità della vita surclassa Palermo (un po’ come tutte le altre città d’Italia), pur avendo i suoi bei problemi. Onestamente, non so come qualità della minzione… Io, che ci bazzico parecchio, non ho paura di camminarci di sera. A Palermo neanche, ma m’inquiesa un po’ di più.
io che vivo a Milano vi dico che la sera quando cammino in una zona che non sia il Duomo non è per niente bello…
a Palermo invece sei abbastanza tranquillo
Fermo restando che la mia non voleva essere una riflessione sullo stato dell’arte nei bagni delle varie città, sono contenta che qualcuno condivida con me la sensazione di sicurezza per le strade che la nostra città continua ad avere!
Non visitavo rosalio da circa 1 anno e mi rendo conto che è notevolmente peggiorato!
Un sito di perbenisti “fighetti” che scrivono bene, che predicano il bene e che alla fine dei conti raccontano storie tutto fumo e niente arrosto|
Ora, essendo cosciente che tale perbenismo unito a una massiccia dose di censura, farà in modo da eliminare immediatamente il mio commento, tale commento; vi chiedo semplicemente una cosa:
Ma se mettessimo sul piatto di una bilancia l’ostentata aulicità del testo e sull’altro piatto il suo contenuto, palesemente privo di oggettivismo e “visione di insieme”; non pensate che la bilancia “accappotterebbe” dal lato delle potenti parole usate? è come parlare ad un venditore ambulante del bangladesh in latino pretendendo che costui ci capisse e ci ammirasse per le “magiche” parole utilizzate!
Adoro la semplicità, la spontaneità e odio il perbenismo che ogni giorno distrugge il nostro paese e la nostra palermo.
Parlate potabile
imparate a comunicare in base all’argomento e al mittente del vostro discorso. E’ ridicolo vedere avvocati in giacca e cravatta che si recano al mercato ballarò ostentando un dialetto palermitano ridicolo e passeggiando con disinvoltura per nascondere il timore di essere derubati o magari fatti a pezzi in una macelleria….
Condivido pienamente quanto espresso da te Laura.
Spero ricorderai che nel passato abbiamo avuto modo di scambiarci per mail qualche idea su Palermo e abbiamo scoperto di essere 2 anime gemelle sull’argomento.
Apprezzo e condivido quello che hai scritto che, lontano dall’essere un panegirico esprime, secondo me almeno, una cosa. Amore vero per questa città.
@ Vendetta ritorna :
te lo ha prescritto il medico di “passare” su Rosalio ?
Ti hanno costretto carpendo la tua volontà ?
🙂
@ Vendetta: quotato in toto, ma non sperare che molti altri comprendano… 🙂 Menzione speciale, se permetti, a “parlate potabile”! Grande! 🙂
grazie Maurizio!
Vendetta Ritorna qui non si pratica la censura però è possibile che ti siano rimossi commenti parzialmente non in tema come ne verranno rimossi di simili a quello che hai postato se proseguirai a farlo. Saluti.
@Vendetta Ritorna, ritorna più spesso.
è un piacere sentir parlare potabile! 🙂
*
non vado a bologna da due anni, forse la città nel frattempo è sprofondata nel baratro, oppure ho avuto altri occhi per guardarla…chiavi in mano di cessi o meno…
Confrontare in tema di sicurezza Palermo con Bologna è semplicemente ridicolo. Confrontare la qualità della vita delle due città è semplicemente esilarante. Dalla lettura del post e di qualche commento si ha l’impressione che gli autori non conoscano Palermo o che le loro conoscenze della citta si limitino a via libertà e vicinanze. Invito questi palermitani a girare per TUTTA la città. Molto istruttivo sarebbe passeggiare per i quartieri di Brancaccio, Falsomiele, Bonagia, Albergheria, Borgo vecchio, piazza ingastone, via cipressi, corso dei mille, via oreto, ecc,ecc. Si renderebbero conto che in gran parte del territorio cittadino esiste un altro stato, con altre “leggi” ed altre regole del vivere civile. Si renderebbero conto che menzionando Bologna la si è sparata veramente grossa.
Come non essere d’accordo con Zelig??? Troppo facile dire che a Palermo si è più sicuri passeggiando di sera: dipende da dove passeggi! E non sarebbe anche il caso di ricordare che nel 70% (e forse di più) della città “lavorano” flotte di parcheggiatori abusivi (ivi compresi i parcheggi dei centri commerciali dove troneggiano cartelli con scritto ) che pretendono il pizzo ed in cambio non ti “ciunnano” la macchina?? A Bologna pure? uhm..mi pare difficile..Vogliamo parlare delle bancarelle, stigghiolari, panellari, sfincionari, castagnari e chi più ne ha più ne metta che occupano abusivamente il suolo pubblico e come reagiscono se solo provi a fargli presente che mettere il loro “negozio” in curva ti crea problemi per girare con la macchina?…ah certo e questa me la chiamate “maggiore sicurezza a Palermo”…mah..forse io vivo in una Palermo diversa..
con scritto….parcheggio gratuito..
d’accordo con max e zelig
questo continuo citare la presunta qualità della vita palermitana, lo trovo veramente ridicolo. anzi tragico.
il confronto con bologna? tempo fa, con milano? mi sembrano allucinazioni.
Buongiorno a tutti, visito spesso il Blog ed è la prima che scrivo. Sono fidanzata con un palermitano che a breve avrà il trasferimento come vigile del Fuoco portuale nella sua amatissima Palermo. Naturalmente lo seguirò anche io…Sono di Foggia, ma ho vissuto 10 anni in Piemonte e 10 a Rimini, anche se la nostalgia verso il Sud è così viscerale che non mi ha mai abbandonata…Ammetto con vergogna di avere pregiudizi su come sarà lavorare e vivere il quotidiano a Palermo…l’ho visitata tante volte,(l’adoro)ma quante discussioni con lui in questi anni sui pro e contro del vivere al Sud…Sicuramente anche qui dove vivo io ci sono tanti falsi miti sul vivere al nord, e altrettanti pregiudizi riguardo il sud…Il mio sogno sarebbe quello di non non vedere più la nostra meglio gioventù emigrare, e di non autocullarci dicendo che con le nostre terre è partita persa… Saluti a tutti
Vivo a Bologna da 10 anni, e frequento la facoltà di Lettere il “38” ogni giorno. Hanno dovuto mettere l’entrata col badge che peraltro non funziona bene, quindi li troverai per lo più aperti e solo nei bagni di fronte l’ascensore. Nel 2001 si è consumato uno stupro nel tardo pomeriggio credo al n. 34. Da allora i bagni sono solo per gli studenti e prof. Tutti gli altri bagni sono con libero accesso. La Bologna che trovi adesso è molto meno asserragliata di prima. Non si aveva accesso per molto meno. Rimane una città che non da sicurezza è vero. La noto anche io la differenza. Anche se venerdì sera sono stata inseguita davanti la cattedrale da un tipo sulla cinquantina nordafricano che ha tentato di avvicinarsi. Ho immediatamente fermato un ragazzo, e gli ho chiesto di accompagnarmi al Patafisico. Mi sono presa un magone che non ti dico. Accade, anche a Palermo.
Zelig, mi spiace tu abbia frainteso (così come gasparino) la natura del mio post. E non vedo cosa ci sia di scandaloso nel confrontare Palermo ad altre città anche solo per acquisirne best practices. Nel post affronto due questioni diverse: una è legata ad un aspetto microsociale, invisibile: l’impossibilità di chiudersi in bagno è segno di un disagio sociale profondo, forse non avete capito bene questo.
Dall’altro lato c’è la questione del confronto: Palermo sarà anche sottosviluppata, come a qualcuno piace definirla, ma anche chi ha servizi migliori dei nostri ha problemi di profonda natura sociale che si risolvono, talvolta, in una negazione dei diritti fondamentali.
mi piacerebbe essere messa in contatto con Vendetta Ritorna, non ho una tua mail 🙂 se puoi tramite il mio blog lascia un commento Non so se qui posso lasciare mail. E’ un piacere leggerti! Buona serata
Shikse
Laura, perdonami, ma non si può generalizzare come “disagio sociale pronfondo” solo perchè due bagni al secondo e al quarto piano si accede con i badge. Bologna è molto più grande 🙂 e non si possono nemmeno tirare conclusioni generaliste. Sono misure di sicurezza,tralatro anche rotte, che ti hanno fatto riflettere in maniera personale e autobiografica. E’ eccessivo parlare di negazione dei diritti fondamentali per una sciocchezza del genere. L’Università di Bologna ti garantisce anche dei controlli adeguati rispetto al quartiere che come sai negli scorsi anni non è stato facile gestire.
bologna non è molto più grande..anzi non è nemmeno più grande..secondo me da un punto di vista sociologico è il classico post di aria fritta..se poi invece si vuole fare un post pseudoletterario allora sei in linea con gli autori di palermo che scrivono libri su palermo..poi, certo non so se questo sia o meno un complimento..
su palermo ci sono molti pregiudizi..
criminalità? beh oggettivamente per livelli di criminalità comune è molto più sicura di altre città italiane..
poi arriva tutto il resto che distrugge la qualità della vita in questa città..ci sono tanti danni e malanni, che nel bene o nel male dipendono dalla situazione economica e dalle leggi e disattenzioni dello stato, dallo sfruttamento camuffato da assistenzialismo..una città ferma che in questa immobilità sembra una città dove ci sono rapporti umani..certo quante persone vengono a palermo ogni anno? a studiare a vivere e a portare i loro pregi e i loro problemi?
non è altro che una piccola città, con un ego smisurato, e questa è forse la sua parte migliore
shikse rispetto la tua idea, così come quella di peppo. Semplicemente il mio post – lontano dalle riflessioni sociologiche (per quello, fortunatamente, ci sono le aule dell’Università) voleva far un minimo riflettere sulla situazione stagnante generale e su come non sia semplice dire: “qui si sta male, li si sta bene”. Mi spiace, cara shikse, ma credo che nella percezione della sicurezza Bologna batta Palermo. E lo dimostra benissimo la cretinata delle chiavi del bagno: non è noncuranza, né puoi liquidarla come “misure di sicurezza”. Forse non lo sai, ma circa un mese fa un ragazzo è stato trovato morto nei bagni di lettere (http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2011/8-febbraio-2011/morto-ragazzo-lettere-si-tratta-overdose-181425673378.shtml). Non basta un badge ad arginare la situazione che, perdonami, non mi sembra affatto esagerato definire di “profondo disagio sociale”. Come sempre, non si tratta di ragionare in “meglio/peggio”, parametro sui cui sono tarati molti racconti palermitani e alcuni post di questo splendido blog. La mia, cavalcando un po’ questa retorica, era una sottile denuncia volta a mettere in luce aspetti negativi di realtà che a noi paiono molto avanzate. Il caso di Bologna a me non sembra normale amministrazione criminale. Per me è sintomo di un conflitto interno e lacerante che sta vivendo questa città.
Laura stai esagerando, ti ricordo che solo in un bagno e non due come ti scrivevo ieri si entra con il badge, ci sono entrata oggi e queste misure di sicurezza come dici tu non ci sono. Non ci sono chiavi né porte chiuse. Vuoi “leggere” una città per una porta che si apre con il badge? Ha senso? Bologna non è sicura per nulla, ma nemmeno Palermo.
Bologna è stata da più di vent’anni la città con un alto tasso di consumo di eroina e sostanze sintetiche, adesso lo è di meno. Iscrivendosi all’Unibo non informano che la facoltà si trova proprio nella zona di bivacco dei tossici. Pace adesso lo sai. Un ragazzo si fa di eroina ed è morto a lettere. Ma ne sono morti anche negli appartamenti, alla stazione, negli autobus e proprio sotto il tuo portone, non siamo indifferenti, ma se il tipo si fa di eroina ne è consapevole. Mi dispiace che non ha trovato un sostegno o non ne ha voluto. I tossici ci sono anche Palermo, purtroppo sono tanti anche lì, si fanno nei vicoli o comodamente a casa.
A questo punto mi chiedo sinceramente il senso del tuo post. “era una sottile denuncia volta a mettere in luce aspetti negativi di realtà che a noi paiono molto avanzate.” Bologna non è una città futuristica, è una città che ha creato dei precedenti di cittadinanza, è una città che si tiene informata grazie alle centinaia di biblioteche aperte, che vanta l’università più antica d’europa e un via vai di studenti che contribuisce alla sua crescita, è stata ed è ancora una piazza importante per le fiere di arte, cinema, teatro e musica. E’ una città delle donne per la quantità di associazioni e gruppi, convegni e biblioteche di genere. E’ una città che chiede ai cittadini di esserci attraverso il volontariato e l’associazionismo, è una città che si accorge di ciò che accade e fa senza troppi scrupoli. E’ una città da cui si impara continuamente e che ha ancora delle radio libere. Ma è anche una città che si trasforma, che vede svuotarsi le aule universitarie e che non gestisce il quartiere intorno alla stazione come le periferie, non riesce a contenere tutti i bimbi in asilo e non si riconosce più in un partito come una volta, che la maggior parte delle piccole e medie imprese hanno licenziato e messo in cassa integrazione migliaia di uomini e donne. Sono problemi diversi rispetto a quelli di Palermo,ma per una città che ha dato delle garanzie sulla qualità della vita a noi possono apparire “minori”.
Ti ri-cito: “Il caso di Bologna a me non sembra normale amministrazione criminale.” Ma ti rendi conto di quello che scrivi?
Buona notte 🙂
Cara Laura, un bel po’ di tempo fa ci pizzicammo cordialmente (rifuggo dall’acrimonia quando si confrontano le idee) per un tuo scritto sui vecchietti che giocano a carte nelle aiuole di Piazza Indipendenza, e che, in sintesi, indicavi quale sintomo di “aggregazione”. Ti dissi, con più che fondate informazioni, che avevi preso una inconsapevole (perchè appunto limitata alla sensazione superficiale) cantonata, perchè quegli improvvisati capannelli celano usura, estorsione, aggressioni e, ti assicuro, anche sfruttamento di domestiche e casalinghe prostituzioni (hai perso? non hai soldi? mandami a tua moglie).
Negare la possibilità di “chiudersi in bagno” può essere un accettabile prezzo da pagare se serve a garantire più complessive e complesse “sicurezze”
ma poi insomma si parla di “percezione”..ora anche se questa percezione fosse una percezione generalizzata e comune, cosa di cui dubito dato che la tua statistica si basa su UN bagno, non dobbiamo dimenticare che la percezione è veicolata quindi: a palermo c’è la mafia e l’amministrazione è ladra, al nord ci sono incidenti stradali che nel 90 percento dei casi sono da addebbitare solo all’abuso di sostanze alcoliche e/o stupefacenti..questa è la percezione..che magari condiziona pregiudizialmente le nostre vite ma che è veicolata cieca e stupida..
ovviamente di che si parla a fare di tutti i morti sulle strade al sud nei tg nazionali? e a che serve, si muore nella maggior parte dei casi perché le strade fanno schifo..e i pedoni? e mica a palermo i pedoni vengono investiti da albanesi ubriachi..e la corruzione a milano? e vabbè lì è una città più ricca e non c’è l’associazione mafiosa..la percezione ci intima solo di evitare di fare certe scelte..che percentualmente non sono più rischiose di altre..
magari il tuo bagno è pure percepito da tutta bologna..e quindi bologna si sente meno sicura e noi siamo più fortunati..perfetto..ci sei mai passata nei sottopassaggi di viale regione? io potrei citare questo singolo caso per dire a palermo non c’è senso di sicurezza..argomentazione debole e blanda
Ma perchè continuate a descrivere una città che non vedo più da tempo? Certo che in “certe zone” non andrei a passeggiare la sera, ma è così in tutte le città del mondo. Provate a passare di notte nelle vicinanze di una qualsiasi stazione ferroviaria di una qualsiasi città: credete che sia diverso rispetto alla nostra Stazione Centrale?
O che magari le zone “tipo” Kalsa, Albergheria e simili siano prerogativa della nostra città? Esistono anche nei paesini con mille abitanti, e lo so per certo!
Sarò eccessiviamente campanilista o magari una povera illusa, ma continua a sostenere che non si sputa nel piatto in cui si mangia, a maggior ragione quando il cibo è pure discretamente buono.
Quanto al resto, i paesi scandinavi hanno la “qualità della vità” statisticamente più alta. Ma anche il più alto numero di suicidi. Forse qualcosa non quadra, forse questi parametri non sono così concreti e reali.
Forse è preferibile il parcheggiatore abusivo pur di avere il resto… che non è poi così male come lo dipingono in molti! Anzi, mi permetti di suggerire a questi “molti” di cambiare città, magari tornando da dove sono arrivati!!
W Palermo e Santa Rosalia
W Palermo e Santa Rosalia ma anche W Helsinki e Sant’Enrico!
I suicidi in Finlandia che conosco bene sono causati anche dallo spopolamento dei villaggi. La maggior parte delle nuove famiglie si è spostata nelle poche città lasciando i genitori a vivere lì. Dove sono la maggior parte dei villaggi? Nella taiga, e vivono in capanne che non vuol dire che sono in paglia ma si chiamano così. Ho vissuto e lavorato nella taiga con loro proprio per questo motivo, per riorganizzare la struttura sociale e culturale di questi pochi abitanti per villaggio. Perchè si suicidano? sono anziani per lo più che non si riconoscono nel nuovo assetto, si sentono esclusi e molte pratiche economiche e lavorative che avevano un senso adesso non lo hanno. E’ un fenomeno di marginalità legato alla migrazione interna. Bevono molto, si, come in molte città del Nord Europa.
Perdonatemi la precisazione, ma se si fanno dei riferimenti mi piace leggere anche il perchè. Sono argomenti stimolanti quelli del confronto con le altre città, usiamoli ma abbiamo anche cura di contestualizzarli.
L’argomento del post è un altro, ma se si apre un dibattito così ampio amo discuterne e sapere cosa sanno gli altri e come anche non qui.
matri mia !!!che sono suscettibili stì palirmitani!!!
Bene shikse, il caso della Filandia è sicuramente interessante. E, benché tu pensi sia distante dall’argomento del post, ti garantisco che non lo è poi così tanto. Lungi dal fare riflessioni antropologiche, sociologiche, semiotiche, “scientifiche” in senso ampio, volevo dimostrare i lati oscuri di modelli di città considerati più evoluti. So benissimo che i problemi ci sono in tutte le città, ma non possiamo fare di tutta l’erba un fascio né ragionare per “esportazione”. L’esempio delle chiavi dei bagni è un aspetto micro che secondo me dice tanto…
piccola nota a margine: si dice che più un territorio è controllato dalla criminalità organizzata, meno si percepisce la delinquenza comune. che avranno voluto dire? 😉
(shikse, non male il tuo blog)
Grazie Stalker 🙂 lo aggiorno quando ho qualcosa da dire e da condividere. Se hai piacere sono su fb, trovi sulla destra del blog il contatto.
Laura grazie per lo spunto interessante di confronto,
a presto
Shikse o Anna
Stalker e shikse vi ricordo che questa non è una chat. Grazie.
grazie ci sposteremo 🙂
perdonami sarà l’effetto generativo dei commenti e dei blog.
saluti! 🙂
Shikse purtroppo anche comunicare con me nei commenti non è considerato buona prassi. Saluti.
E proprio lì, all’interno della sede della facoltà di Lettere di via Zamboni 38, nemmeno l’uso del badge per accedere al bagno ha evitato ke venisse ritrovato il cadavere di uno dei tanti drogati che vagano nella piazza antistante la zona universitaria e ke si era chiuso in uno di quei bagni per consumare la sua ultima crisi di overdose. Sarebbe questa la società civilizzata del Nord alla quale contrapporre quella retrograda del Sud?
Che bello! Quasi nessuno ha apprezzato la favoletta aulica e vuota di una alice nel paese delle meraviglie che sfrutta un’attenzione scadente e poco oggettiva per far sentire grosse parole al pubblico palermitano….c’è chi fa pubblicità inseguendo un presidente del consiglio, chi va da maria de filippi e chi spera di diventare giornalista/scrittrice illudendosi che bastano solo una laurea e delle parolone per riuscire…. per fortuna tanta e tanta gente vive in questo paese dei sogni, così da dare spazio a chi ragiona con una visione di insieme sulle spalle….sono loro quei fortunati/illuminati che presto muoveranno e sfrutteranno il gregge inerme e piagnucolante….
zelig non sparare minchiate..io vivo tra bonagia e falsomiele e stai tranquillo che non ti tocca nessuno, forse è piu facile che ti derubino in via libertà..sarai il solito fighetto che va in questi quartieri solo per comprarsi la “cannetta”… e gli sembrano il farwest, vivili e poi ne parliamo.
avranno i loro problemi ma c’è molto più rispetto per la singola persona nelle borgate che nei quartieri della Palermo bene