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giovedì 19 dic
  • Un palermitano a Palermo (Buenos Aires)

    Arrivare in auto a Buenos Aires da ovest, dalla zona delle Ande, significa innanzitutto iniziare a sentire il respiro del mare. Ci si lascia alle spalle le colline e l’atmosfera dei vigneti di Mendoza e avvicinandosi alla capitale l’aria si fa umida e il profumo dell’oceano filtra dai finestrini dell’auto discreto e avvolgente, chilometro dopo chilometro. Una sopraelevata passa sopra le tutte le “teste” delle periferie e porta direttamente nella zona centrale della città. Il mare è ormai vicinissimo ma il waterfront di Buenos Aires lo nasconde alla vista.
    Distesi lungo l’enorme avenida che costeggia il porto, si affiancano il quartiere della Boca, il piccolo barrìo San Telmo e il centro: maestoso e monumentale con i suoi viali alberati e i suoi palazzi del potere. Subito accanto, appena dopo la zona della Recoleta, ecco Palermo. Un “quartiere” abitato da 250 mila porteñi che offre paesaggi urbani molto diversi tra loro: viali residenziali e centri commerciali a Palermo Hollywood e Alto Palermo, locali notturni e palazzine colorate tra Palermo viejo e Soho.
    Lascio decidere al tassista il punto di partenza migliore per la mia giornata da flâneur palermitano a Palermo. È una calda mattina di marzo, così lui decide di portarmi a Palermo Soho. «In quella zona – mi promette – ci sono delle ottime caffetterie con tavolini all’aperto». Viali alberati, colorate palazzine di uno o due piani, atelier d’artisti, bar e caffetterie esclusive: tutto qui ricorda l’omonimo quartiere di Manhattan. A differenza di New York però, da queste parti si ha la sensazione di essere in un’isola di silenzio e di quiete, distante anni luce dal traffico a sei corsie delle avenidas di Buenos Aires, appena un paio di “quadras” più in là. Dalla mia “postazione” su un tavolino all’aperto mi godo la pace di questa piazzetta e il passio della zona: joggers, ricche mamme a passeggio con i figli e (chissà perché) molti dog sitter che faticosamente portano in giro le decine di cani affidati loro. Intorno alle 10 gli atelier e le boutique di Soho aprono i battenti e le strade si animano di ricchi porteñi a caccia delle ultime novità per l’autunno che sta per cominciare. Lo shopping da queste parti però ha costi proibitivi, così finisco il mio caffè e decido di andare verso la zona di Alto Palermo, domino di grandi magazzini, viali trafficati e qualche fast food.
    Nell’isola di quiete a metà tra Soho e Palermo viejo tornerò quando ormai è sera, per una birra a Plaza Serrano, crocevia di tutti quelli che hanno deciso come me di passare la serata da queste parti.
    Sarà forse per via dell’atmosfera estiva, che a noi siciliani fa sentire sempre in qualche modo vicini a casa, ma questi viali di Palermo viejo, di sera, “suonano” piacevolmente familiari. Il tintinnare di bicchieri, il brusio dei capannelli di ragazzi davanti ai locali, l’abbigliamento estivo e i concerti improvvisati sui marciapiedi, mi raccontano di una città con il gusto di vivere all’aperto, che riempie le sue strade e i suoi vicoli con disinvoltura…alla palermitana insomma.
    Alla fine di questa lunga giornata mi viene da pensare che nella Palermo di Buenos Aires non c’è il mare della Sicilia, e per qualunque palermitano (anche quelli che vivono felici a Milano, fingendo di non averla, questa malattia) questo non è affare da poco. Ma di sicuro è uno di quei posti che non si riesce ad attraversare come semplice spettatore e che non si riesce ad abbandonare senza una vaga nostalgia.
    Viene da pensare che qui, nella Palermo di Buenos Aires, ci si potrebbe anche vivere bene.

    Palermo - Buenos Aires

    Palermo - Buenos Aires

    Palermo - Buenos Aires

    Palermo - Buenos Aires

    Palermo - Buenos Aires

    Palermo - Buenos Aires

    Palermo - Buenos Aires

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  • 7 commenti a “Un palermitano a Palermo (Buenos Aires)”

    1. sono stata anch’io a Palermo qualche anno fa ed ho subito pensato che mi sarebbe piaciuto se questa Palermo le assomigliasse un pò… ma in generale è l’atmosfera di Buenos Aires che mi ha conquistata. Città sudamericana ma anche molto europea.
      E se entri in un panificio qualunque, che sia a Palermo o in un altro quartiere, sembra esattamente il panificio dietro l’angolo in cui vai tutti i giorni!

    2. http://www.amopalermo.com/
      ho abitato in queso splendido palazzo in Piazza Alberigo Gentili (Demolita)fino all’eta’ di 12 anni ………era il 1962

    3. Sarebbe bello indagare sulle origini di questo quartiere.
      Molti siciliani sono emigrati in Argentina e forse una piccola comunità di palermitani si sono stabiliti in quel posto.

    4. leggendo velocemente, pensavo parlassi di una palermo siciliana, poi dalle foto ho notato che nn poteva esserlo….. niente cartacce per strada…

    5. Ho già percorso da sola l’Argentina due anni fa ed il prossimo inverno ci ritorno 🙂
      Anche a me da Palermitana ha fatto un certo effetto passeggiare per le vie dello splendido Barrio “Palermo”.
      Buenos Aires è una città splendida così come l’Argentina del resto..
      Mi piacerebbe la prossima volta poter staccare un biglietto di solo andata 🙂

    6. Gracias, siempre quise verla.

    7. Sono nato a Palermo di Buenos Aires perché mio padre era nato a Partinico, provincia di Palermo e voleva i figli “Palermitani”. A mè ha fatto tanta impressione vedere Palermo di Sicilia e ora che abito a Partinico da 22 anni, quando ci vado a Palermo sento sempre una certa emozione.

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